Capitolo XLIX

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Uscirono insieme solo quella volta, si sentirono un po' a disagio a farsi vedere in giro, così decisero silenziosamente ognuno nella propria testa che il mondo all'esterno doveva restare tale qual era.
Era ormai luglio inoltrato e il castano aveva un sacco di cose da fare in giro come sempre. Cosa facesse tutti i giorni rimane un mistero, ma il rosso ci fece l'abitudine come l'aveva fatta un anno prima, e spesso lo aspettava consapevole che egli tornasse sempre a casa con qualcosa: che fosse una bottiglia di Jack, la spesa, o semplicemente un nuovo libro. Molte sere bevevano insieme fino a far l'amore ubriachi, e quando non c'era l'alcol spendevano i momenti parlando a volte anche delle stranezze del castano, quali le sue ossessioni o abitudini inusuali, alle quali Chuuya cominciava a interessarsi incredibilmente.
Il tempo libero per il rosso non era più un problema: scriveva spesso poesie, a volte piccoli racconti, leggeva molto visti i tanti libri che gli regalava Dazai, e quando non sapeva che fare pensava a pulire e cucinare, alle volte usciva per conto suo a fare lunghe passeggiate o per svolgere i suoi hobby in un prato.
Spesso passava anche molto tempo a smacchiare lenzuola o abiti dal rosso del sangue che inevitabilmente si spargeva durante i "giochi" del più grande, il quale rimase sorpreso nello scoprire che Chuuya ora era d'accordo a prendere parte alle sue stranezze senza lamentarsi.

Faceva come sempre un caldo tremendo, era il 14 luglio e entrambi erano seduti sul divano a giocare a dama con un unico ventilatore a dargli un minimo di sollievo.

- "Ho fatto dama. Metti l'altra pedina."

- "Sì sì l'ho notato"

- "Muoviti allora."

Dazai stava palesemente vincendo ma il rosso non volle darsi per vinto fino alla fine: gli rimanevano sulla scacchiera solo quattro pedine contro le tre pedine e ben due dame del castano. Ben presto perse senza riuscire a fare nemmeno una dama e anche se un po' irritato fece finta che non gli importasse.

- "Hai perso miseramente."

- "E allora?"

- "È un gioco abbastanza facile, ci giocano pure i bambini."

- "Fai silenzio"

- "Non sai perdere"

- "E tu non sai vincere"

Misero a posto i pezzi dentro la scacchiera e la richiusero per metterla a posto. Dopodiché il rosso si posizionò di fronte al ventilatore nella speranza di godersi un po' di fresco. Ben presto si unì a lui anche il castano e rimasero in silenzio per un po', finché a Chuuya non vennero come sempre dubbi.

- "Dazai il tuo compleanno quand'è?"

- "Perché questa domanda?"

- "Perché ormai un anno è passato. Non cresci mai?"

- "È stato il 19 giugno"

- "Avresti dovuto dirmelo, è importante il passaggio alla maggiore età."

Certo come no.

Disse le ultime parole con un tono fin troppo ironico, tanto che pure il castano se ne accorse. Ormai il rosso l'aveva capito che l'età era un punto su cui l'altro non era mai stato sincero, e ragionandoci un po' capì da solo che diciassette anni erano troppo pochi. Era senz'altro maggiorenne come minimo da quando lo aveva conosciuto: stava bevendo alcol al bar. Così facendo un calcolo breve, se i suoi ragionamenti erano corretti, la persona di fianco a lui aveva almeno vent'anni.

- "Hai ragione, ma sai tendo a ignorare il mio compleanno."

- "Ci credo, lo ignori così tanto che perdi addirittura il conto"

In quel momento a Dazai venne da ridere, fu una risata sincera e innocente, il rosso ringraziò che fossero così vicini o altrimenti non avrebbe potuto vederlo così bene.

Non sei abbastanza || SoukokuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora