III - Ruoli e classi

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Al nuovo Angelo venne dato il nome di Kasday: occhi di Kaos. Voci circolavano tra le creature alate sul colore degli occhi del Dio del Disordine ed in molti dicevano che avesse gli occhi azzurri, proprio come quelli del neonato. Negli anni successivi si narrerà che il temporale si placò nel momento in cui la nuova creaturina aprì quegli occhi. Forse, si pensò, quel piccolino era nato sotto la benedizione del Dio Kaos!

Appena si seppe della nascita, per la città crebbe la curiosità. A che gerarchia apparteneva? Quante ali aveva? Quattro, come i Cherubini? Sei, come i Serafini? Otto, o dieci, come gli angeli Genitori? E di che colore erano? Dorate come quelle degli Arcangeli? Argento come quelle dei Messaggeri?

Il nuovo arrivato nacque con sulla schiena tre paia di brillanti e minuscole ali blu. Un Serafino, dunque! Un "altolocato", destinato un giorno ad una posizione di potere. Nel pianeta degli Angeli, infatti, comandavano i Serafini più anziani e la più esperta coppia di Angeli Genitori. La gerarchia dominante era di colore blu, seguito dal rosso, il colore dei Cherubini. Poi veniva l'oro degli Arcangeli ed il bianco degli angeli semplici. Argento era il colore dei Messaggeri, non inclusi fra le gerarchie perché estremamente rari e scelti dagli Dèi stessi.

Il neonato aprì pian piano le piccole e scintillanti ali, delicate come quelle di una farfalla, e le agitò lentamente e leggermente per asciugarle.

Una nuova nascita non era un evento molto comune e gli abitanti della città accorsero per accogliere la nuova vita con gioia.

Fra loro, un giovanissimo Arcangelo di rara bellezza. Era solo un pre-adolescente ma già era chiara la regione per cui gli era stato affidato l'appellativo di "più bello". Con insoliti capelli corvini e sguardo luminoso come una stella, trovò nel piccino appena venuto al mondo un degno rivale in quanto a bellezza.

"Ha degli occhi stupendi!" esclamò, accarezzandogli la piccola aureola rossa con il dorso della mano e facendogli fare un suono simile a quello che produce il bordo di un calice.

"Ed è pure accordato" aggiunse sarcastico.

"Mi sono sempre chiesto..." iniziò a parlare un altro giovane Arcangelo, compagno di classe e gemello minore dell'accordatore di aureole "..perché, quando parli, sibili, Luciherus. Non sai fare la Esse senza sembrare un rettile?!".

Il più bello lo guardò senza espressione. E con la calma gli rispose: "Tu sei solo capace di criticarmi, Mihael! La tua è invidia o solo voglia di rompere?".

Uno degli Angeli Genitori li rimproverò aspramente per il loro comportamento e, dopo aver ricevuto due scappellotti dietro la nuca, i due Arcangeli fecero silenzio.

"Andate in classe, piccoli" suggerì un Cherubino "E non litigate! Non in un giorno di giubilo come questo! Un nuovo bambino vive ora nella Città degli Angeli e dovete gioirne! Dopotutto siamo tutti fratelli!". Pur non credendo del tutto all'ultima frase, i ragazzi si avviarono verso la scuola.

Ed iniziò un nuovo giorno nel Mondo degli Angeli, una volta passata la tempesta. Nel cielo ora vi era perfino l'arcobaleno!

Il piccolo Kasday, appena fu in grado di camminare, dimostrò subito di essere molto curioso.

In particolare amava spiare le lezioni degli Arcangeli, la classe definita "più problematica" per via delle evidenti differenze caratteriali degli alunni.

Se ne stava buono buono fuori dalla finestra ad arco in marmo bianco e guardava all'interno, aspettando il momento in cui uno degli Arcangeli anziani, scelto come professore, se ne andasse.

Era quello il momento in cui scoppiavano le risse ed era quello il momento in cui Kasday si divertiva di più!

Un giorno, prima che il Maestro se ne andasse, sentì una domanda molto curiosa fatta dal "più bello".

LA CITTA' DEGLI DEIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora