XXXI - Redenzione

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"Buongiorno, fiorellino!".

Una voce metallica salutava Luciherus, che si risvegliava.

"Non sono morto?" chiese il Demone, confuso.

"No, non ancora".

Quella voce...si chiese il Principe. Quella voce...dove l'ho già sentita? Il Kaos!

"É stato tutto un sogno! E che strano sogno...io ora sento la tua voce, ma ho sognato la tua morte!". Sogghignò, ad occhi chiusi. Aprendoli vide di essere avvolto in lenzuola blu e porpora.

"Questa è una cosa strana..." si accorse subito che qualcosa non andava. Se era tutto un sogno, cosa ci facevano i colori dell'Equilibrio nel suo letto? "Dove sono e che cosa è successo?" chiese.

"Sei morto per un po'...ma ora stai bene. Devi solo riposare" l'Arcangelo Rahahel gli stava vicino, sorridendo.

"E tu cosa ci fai qui, pennuto?!".

"Non fare il bruto con me! Ti ho anche curato! Potevo lasciare che tu morissi! Ingrato..." incrociò le braccia, offeso.

"Me ne ricorderò. La prossima volta ti lascerò morire" di nuovo la voce del Kaos.

"Dove sono?" chiese Luciherus, sempre più convinto di avere i postumi di una sbornia addosso e non le conseguenze di una guerra.

Sto impazzendo...sento le voci. O forse no? Se il Kaos è vivo...allora Kasday è...

Chiuse gli occhi. Non voleva pensaci. E non voleva pensare al fatto che, se il Kaos era vivo, era ancora suo schiavo.

"Sei nel palazzo dell'Equilibrio" rispose il Guaritore.

"La guerra è finita?".

"Sì e no".

"In che senso?".

"É complicato...".

La voce del Kaos tornò a farsi sentire nel buio della camera: "Rahahel, puoi andare. Lasciaci soli, per favore. Ora sta bene. Puoi tornare a casa".

L'Arcangelo si inchinò leggermente ed uscì, canticchiando di buon umore. Quando chiuse la porta dietro di se, la figura nel buio avanzò. Il demone respirò lentamente.

Mi hai salvato per ora torturarmi? Perché Rahy non è rimasto nella stanza?

"Stai bene? Vuoi un po' d'acqua?".

"Acqua?" ridacchiò il Principe "Quando mai?!"

"Non vorrai mica ricominciare subito a bere, vero? Piccolo stupido...".

Da quando ti preoccupi per la mia salute? Ma...quella voce...

"Cugino?".

"Sì e no...".

"Spiegati!".

La figura andò a sedersi accanto al demone e venne illuminata dalla luce rossa: era completamente coperta. Sulla testa era calcato un pesante cappuccio, mentre una maschera cremisi celava la parte sinistra del viso, più buona parte della fronte, senza fessure per l'occhio di quel lato. La mano sinistra era infilata in un guanto di velluto e tutto il corpo era avvolto in una veste ampia, che ne nascondeva ogni tratto.

"Fa freddo? Che fai così imbacuccato? E, soprattutto, sei mio cugino o sei tu, Kaos, che ti diverti?". L'unico occhio che appariva sotto tutta quella stoffa era azzurro e molto triste. E stanco.

Forse piangeva, e il Kaos non piangeva mai.

"Cosa ti è successo, Equilibrio? Perché nascondi il viso? La guerra l'ha sfigurato?".

LA CITTA' DEGLI DEIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora