VI - Demoni

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Il giovane demone se ne stava disteso a terra ascoltando musica. Batteva la coda a ritmo e faceva ondeggiare i capelli scuri, pieni di riflessi rossi, muovendo la testa. Teneva gli occhi chiusi e cantava. Poi, preso dal ritmo, si alzò in piedi e iniziò prima a battere il tempo con le mani e poi a ballare. Cosa molto poco da demone...si disse...ma che importa! Rideva, senza mai aprire le palpebre.

"Papà!" si sentì chiamare.

Tornò alla realtà, guardò chi lo chiamava e gli sorrise.

Mio figlio è stupendo.. si ritrovò a pensare ..con la pelle color bianco latte della mia splendida compagna ed i suoi capelli oltremare. Per non parlare degli occhi! Scurissimi, di un nero così intenso da non lasciare spazio a nessun angolo bianco.

"Dimmi, Agares".

Il bambino era abituato a sorprendere suo padre mentre ballava. Lo faceva sempre e lo divertiva, anche perché non riusciva a vedere in che modo il suo genitore potesse fare qualcosa di diverso. Non era di sicuro adatto a combattere o a dar prova di forza fisica perché era decisamente gracilino, magrolino e affusolato. E con le gambe troppo lunghe e sottili rispetto al resto del corpo.

Agares, pur essendo solo un bambino, presentava tratti già più "demoniaci" rispetto al padre, il quale sembrava sempre in uno stadio di sviluppo adolescenziale. Oltre alle gambe fuori proporzione aveva, infatti, anche le corna troppo lunghe e grosse e le ali ampie come quelle di una creatura di almeno tre volte più grossa di lui. A ciò che più di tutti lo distingueva da tutti gli altri demoni erano gli occhi: azzurri. Era l'unico demonio di tutto il Pianeta ad avere gli occhi azzurri!

Ma Agares sapeva che sua madre lo aveva scelto come suo compagno proprio per la sua particolarità, perché era diverso da ogni altro diavolo.

Il piccolo sorrise con i suoi dentini a punta. Dimostrava cinque o sei anni. Con le mani incrociate dietro la schiena, si alzò sulle punte il più possibile.

"Guarda papà..i miei cornini.." disse, felice.

Il demone adulto si inginocchiò e le guardò da vicino. Piccole e rosse, le corna del figlio brillavano come le pietre del Sole.

"Sono cresciute ancora!" esclamò con orgoglio.

Il padre lo abbracciò forte e gli diede un bacio sulla fronte :"Sei bellissimo, piccolo mio. Come tua madre. Ti voglio bene!".

Il bimbo lo spinse via con decisione: "Dai, papà! Fai il demone ogni tanto!".

Il giovane si mise a ridere, ma smise subito. Il suo erede era convinto di ciò che diceva.

"Scusami, Agares, dimenticavo che ormai sei grande!"

"Non è per questo! E che io sono un vero demone. Non ballo, non canto, non do bacetti...".

Voleva continuare con l'elenco ma si fermò. Suo padre, seduto in terra, lo guardava con aria smarrita, confusa, con i suoi due enormi occhi color del cielo.

"Comunque, papà, sono qui per dirti che il Principe chiede ti te".

Il Principe.. pensò il demone ..tecnicamente, mio cognato.

La sua compagna, Lilim, era nata alcuni minuti dopo la sorella Lilith, la compagna del Principe. Quindi, teoricamente, avrebbero dovuto conoscersi, ma in realtà non si erano mai neppure parlati.

Forse perché il Principe non aveva tempo da perdere con quel parente acquisito, più simile a quegl'esseri che gironzolavano per altri Mondi senza magia piuttosto che ad un abitante di quel Pianeta. O forse perché lui, diavoletto sproporzionato, non usciva mai dalla sua casa. Un po' per timore degli altri individui che stavano al di fuori delle sue quattro mura, che amavano divertirsi con uno sgorbietto come lui, e un po' perché aveva trovato il modo di mantenersi senza muoversi dal suo nido: scrivendo. Aveva abbastanza pazienza da ricopiare, riscrivere, ristrutturare, correggere e tradurre i vecchi testi che gli venivano portati quando questi si rovinavano o se ne servivano più copie. Era una dote che aveva scoperto da poco, prima di allora era la sua compagna a portare i soldi in famiglia. Lei era brava a ballare e cantare ed era la più bella, seconda solo a Lilith, di tutti gli abitanti del Mondo dei demoni. Tutti si chiedevano di chi fosse la compagna, quello splendore e nessuno poteva immaginarsi che lei potesse stare assieme ad uno come lui, il demone che si spezza con un soffio di vento. Ma da quando scoprì di aspettare il bambino, loro figlio Agares, aveva smesso di esibirsi. Ora aiutava il suo compagno nel suo lavoro, dimostrando una notevole capacità artistica nelle miniature. Il fatto che non lavorasse più in pubblico, fece molto infastidire la sorella maggiore Lilith. Il suo parere era che la sorellina dovesse trovarsi un compagno più bello e più "demoniaco", in grado di difenderla e comandarla.

LA CITTA' DEGLI DEIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora