L'Equilibrio si ritrovò a pochi passi dalla capitale del Mondo degli Angeli, non molto distante da dove, un tempo, aveva la casa. Si coprì con il mantello ed avanzò verso il Tempio. In quel luogo, teoricamente, stavano i capi del Pianeta. Loro dovevano sapere se la Dea della Pace era effettivamente su quel corpo celeste. Velocemente attraversò le vie bianche della città e passò vicino a quella che un tempo era l'abitazione di Luciherus, con le sue finestre di migliaia di colori, ma così spente senza il loro padrone! Vide la scuola dove aveva studiato e spiato le lezioni degli Arcangeli e sorrise a quei ricordi. Quanto tempo era passato? Di tutti i volti che lo circondavano, non riusciva ad individuarne nessuno familiare. Si rassegnò all'idea che molti di quelli che conosceva un tempo, erano morti. Per gli anni, secoli o millenni, trascorsi, o per i continui attacchi del Kaos al Pianeta. Si affrettò lungo le scale del tempio.
Che brutta sensazione.
Sentì ancora sulla pelle la pioggia di quella notte ed avvertì una fitta alla cicatrice sul cuore.
Lacrime e risate, tristezza e gioia, vorticavano nella sua mente ed il ricordo del volto del padre gli apparve, come un lampo. Lo ricacciò nel profondo del suo subconscio. Nei suoi confronti provava paura, curiosità ma, se ne rese conto, nessun'accenno di odio o rabbia.
Mise a tacere le mille voci delle sue memorie, perché doveva concentrarsi su altro. Entrò nel luogo sacro, aprendo la pesante porta decorata. Il luogo era luminoso, con tutte le candele accese che proiettavano ombre traballanti sulle pareti. Una dolce musica si diffondeva per tutto il tempio e l'Equilibrio si soffermò ad ascoltare. Era un suono angelico e soave ed alla melodia si unirono le voci degli Arcangeli. Il Dio si mise al centro della sala, nel mezzo delle due navate, e guardò in alto.
Da lì poteva vedere il piano rialzato su cui era posto lo strumento musicale. Vide Raguhel, l'Arcangelo dell'armonia, suonare l'organo. Lo accompagnavano Gibrihel, Mihael, Camahel e Remihel. Mancavano Rahahel e Urihel. Come erano cambiate le loro voci! Non erano più dei ragazzini ed il loro canto meraviglioso era innalzato con tono profondo e potente. Il nuovo Dio rimase ad ascoltarli, in silenzio.
Al loro coro si unì, ad un tratto, un canto femminile. Conosco quella voce! Eleniel!
Gli Arcangeli si fermarono.
"Potete riferire a Samhian, Signora, che, come sempre ha fatto un ottimo lavoro. Il testo e la musica sono prefetti!" parlò Raguhel.
Eleniel, la nuova Dea della Pace, si sporse e vide l'Equilibrio.
"Ma guarda un po' chi si vede!" esclamò lei, scendendo dal palco.
Non usò le ali, che rimasero chiuse, e planò dolcemente, avvolta dalla sua magia. Librò a mezz'aria ed atterrò e gli Arcangeli, curiosi, la seguirono volando.
Il Dio teneva il volto coperto, consapevole del fatto che stava ancora mutando. Gli era stato detto che ci avrebbe messo del tempo per assumere il suo aspetto definitivo.
Chissà come lei mi ha riconosciuto... Si sentiva di nuovo stanchissimo. Dovrei essere a riposo ora, si disse. Ma non c'è tempo!
"Ciao, Eleniel. È un piacere vederti" sussurrò il nuovo Dio, con la sua nuova voce melodica.
I Serafini e gli Arcangeli che stavano nel tempio, sentendo una voce sconosciuta, iniziarono a radunarsi. Scesero dalle scale in due gruppi, il primo proveniente dalla biblioteca ed il secondo da una stanza che l'Equilibrio non ricordava. Evidentemente non c'era ancora quando era caduto.
Eleniel lo abbracciò: "Loro non sono in grado di riconoscerti, ma io saprei individuarti tra mille! Saprei che sei tu anche nella più completa oscurità! Vieni, c'è una persona, qui, che credo tu abbia voglia di rivedere".
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LA CITTA' DEGLI DEI
FantasyKasday, figlio del dio del Kaos, nasce come divinità dell'equilibrio in mezzo ad una guerra fra la sua famiglia e gli alleati della Dea del Destino. Riuscirà, fra rinascite, angeli, demoni e mutamenti, a svolgere il suo ruolo e trovare il suo posto...