IV - Ritorno

0 0 0
                                    

Kasday, crescendo, aveva sviluppato un insolito viso sottile e affusolato, cosa che lo faceva un po' assomigliare all'Arcangelo più bello. Inoltre, come il più bello, aveva lasciato crescere i capelli neri a riflessi blu in modo che un ciuffo coprisse un occhio, nel suo caso il destro. Ma la luce di quell'occhio non poteva essere celata tanto facilmente e tutti avevano notato che sul volto di quel Serafino vi erano incastonati due occhi da Dio, sempre più luminosi e brillanti. Perfino al buio si potevano scorgere, e nella sua adolescenza splendevano come due stelle. Era ormai un giovane Serafino e si era dimostrato bravo nel ballo e nell'uso della magia.

"C'è qualcuno che mi guida quando mi muovo. E c'è qualcuno che mi parla quando cerco le parole e le formule per incanalare l'energia magica" rispondeva, quando qualcuno chiedeva come riuscisse ad essere così bravo.

Benedetto dagli Dèi, così fu definito.

Vereheveil, con i suoi capelli verde acqua tagliati corti davanti e con un lungo codino dietro, aveva affinato con gli anni le proprie capacità letterarie e linguistiche. Aveva imparato a leggere sempre più in fretta ed i suoi occhi dorati scorrevano velocissimi su ogni libro stampato. Conosceva la maggior parte della letteratura scritta nei Mondi del Destino e poteva parlare e comprendere tutte le lingue in cui erano scritti. C'era chi affermava che conoscesse anche il linguaggio degli Dèi.

"Non arrivo a tanto!" si affrettava a rispondere l'Arcangelo. "La lingua divina non può essere compresa da nessuno, se non dagli Dèi stessi".

Eleniel era diventata la tipica "donna angelo", con i capelli lunghi a boccoli che ricadevano morbidi sulle spalle e sulla candida veste come una corona. Sembravano risplendere d'oro, come sul capo di una regina. I suoi occhi blu facevano sospirare più di una creatura alata.

Faceva parte dei cori angelici e aveva la voce migliore nel coro dei Cherubini. Sorrideva sempre e le sue canzoni erano sempre felici e piene di energia.

Molti mormoravano che Kasday ed Eleniel ballassero e cantassero assieme.

"Anche se fosse?!" fu la risposta "È perché ci amiamo. Io, Kasday, Vereheveil e Samhian ci amiamo!"

Samhian era rimasto un po' più piccolo degli altri tre, ma era il più luminoso del gruppo. I suoi capelli ramati si arricciavano dietro la nuca e gli occhi verdi erano diventati grandi e tondi.

Si era dimostrato particolarmente bravo nello scrivere. Lui scriveva, Vereheveil leggeva ed eventualmente gli donava ispirazione. Quando componeva musica e canzoni, erano invece Kasday ed Eleniel a testare la qualità delle sue creazioni, cantando e ballando.

Il giorno in cui rividero la classe degli Arcangeli, i quattro amici erano seduti uno accanto all'altro. Notarono arrivare da lontano i sette compagni, poiché la loro luce intensa illuminava tutta la Città degli Angeli.

L'Arcangelo guerriero, Mihael, apriva la fila, con indosso la propria armatura, l'inseparabile spada con l'elsa d'oro e l'aria truce stampata sul viso. La folla che si era accalcata ad accoglierli si scansò, vedendolo. La sua mano poggiava sulla cintura dove pendeva il fodero dell'arma e quel gesto gli lasciò campo libero, senza discussioni o fastidi di sorta.

Dietro di lui marciavano in composti Rahahel, con la sua aria sognante, e Gibrihel, che canticchiava un motivetto fatto di annunci di gioia e parole solo a lui (e forse neanche a lui) comprensibili. L'Arcangelo dell'amore puro e quello della speranza tenevano il passo discutendo tra loro su quanto si stesse bene in quel Mondo rispetto che su altri Pianeti. Urihel rimaneva concentrato su un libro e si chiedeva, tra sé e sé, quale fosse il colore più adatto per la luce di un pianeta o di una stella.

Chiudeva la fila l'Arcangelo più bello, che fu l'unico che parlò rivolto alla folla.

Guardò i quattro ragazzi e li salutò: "Come siete cresciuti, piccini! Ciao Very, ciao Ely, ciao Sammy... Kasday... ti devo parlare!".

LA CITTA' DEGLI DEIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora