• Capitolo 23 •
Chiarore di mezzanotte
Era tardo pomeriggio, forse, quando ieri, il vice generale Liang Tian ha fatto la sua orrida scoperta nelle viscere del palazzo del governo di Kintou Shuto. Era in una stanza segreta, racconta, in stato di shock, davanti ai giornalisti del quotidiano della capitale; una stanza che gli era sempre stata nascosta, non dice da chi o da cosa e neppure da quanto tempo. Della tragedia non si conoscono né colpevole, né quando e neanche il perché, ma ne si può solo raccontare il macabro esito finale. "Erano una ventina di corpi" continua il vice generale, sembrando anche piuttosto sospetto se si considerano i trascorsi violenti tipici della capitale dell'isola, "Erano tutti ammassati l'uno sopra l'altro, buttati come carne da macello, mutilati, inzuppati di sangue e senza divise. Non so il motivo per cui li abbiano spogliati, ma non è quello di cui ci si deve preoccupare al momento. E' tutto troppo strano..." E' vero: è tutto avvolto in un macabro mistero, come l'allarme che ha lanciato Liang Tian alla stampa una volta scoperti i cadaveri. Una mossa davvero inusuale ed atipica per la dittatura di Kintou Shuto, a quanto dicono i rappresentanti della Terra Rossa. Fatto sta che ogni dettaglio dell'assurda vicenda è coperto da una cortina oscura, ogni particolare è stato volutamente soffocato da quell'orrida immagine di morte. Adesso, le domande sono parecchie, a cominciare da chi abbia commesso tale crimine. Le ipotesi non sono molte, se non assolutamente nulle e...
Qui il foglio di giornale era troppo inzuppato d'acqua per permettere ad Hatori di continuare a leggere l'articolo. I suoi occhi erano sgranati, persi davanti ad un tale racconto dell'orrore e cercavano di negare che fosse veramente accaduto. Sulla pagina non vi era alcuna foto, nemmeno quella del vice generale. Per i lettori, sarebbe stato solo peggio vedere immagini della tragedia oppure delle sue ripercussioni sull'uomo. Hatori decise di non buttare quel pezzo di cronaca nera, ma, semplicemente, lo piegò e se lo infilò nella tasca dei pantaloni, notando che, ormai, era ai piedi della grande scogliera della Terra Rossa.
Era come una montagna grigia di pietra, tagliata a metà per creare uno strapiombo enorme. Le onde s'infrangevano piuttosto miti contro i grandi scogli appuntiti che si stagliavano davanti al precipizio enorme, anch'essi di pietra scura. La nebbia avvolgeva quel paesaggio, lasciandone intravedere solo alcuni pezzi, poi man mano altri ed altri ancora, mentre la barca s'avvicinava lenta, cullata dal mare e senza l'ausilio del timone. Il ragazzo era con le mani poggiate sulla finestra della cabina, sporgendosi in avanti per ammirare quel paesaggio che gli era mancato fin troppo. Prese un lungo respiro, lasciando che l'aria fredda di mare gli penetrasse nelle narici e che gli facesse venire un brivido d'adrenalina. Scese dalla cabina, mettendo i piedi sul fondo della barca imbrattato di sangue, per prendere le corde che gli sarebbero servite per ancorare la barca al pontile che si faceva via via più nitido davanti agli occhi del ragazzo. Purtroppo, Hatori si era dimenticato che quand'era ancora sotto il telone ormai squarciato, non aveva trovato alcun pezzo di corda. Come fermare l'imbarcazione? Sebbene le onde fossero poche, anche ad una simile velocità, la barca avrebbe subito dei danni e sarebbe stato faticoso riutilizzarla per tornare, poi, a Kintou Shuto. I suoi sforzi per uccidere i due conducenti sarebbero stati del tutto vani, se non ci avesse nemmeno guadagnato una barca. Non sapendo che quell'assassinio gli aveva salvato la vita, pensò di averlo commesso inutilmente. Ormai il pontile era a solo due metri e mezzo dall'imbarcazione, ed Hatori, tentò disperatamente l'impossibile: si diresse a prua, proprio sulla punta della barca, si diede uno slancio e saltò. Un salto eroico, come quelli che vengono ricordati con tanto sfarzo nei libri d'avventura di cui aveva sempre voluto essere il protagonista. Atterrò senza problemi sul pontile, con i piedi ben saldi a terra, poi prese a correre per raggiungere il groviglio di funi che vedeva più in là. Ne prese una bella pesante e, dopo essersi assicurato che fosse priva di tratti mangiati dai topi, la portò con sé, correndo indietro verso la barca che aveva conquistato. La buttò davanti a sé per poi saltare sull'imbarcazione e legarne una parte salda con la corda. Fece più di un nodo, stringendolo tanto forte da tener tesi i propri muscoli inverosimilmente, mentre una goccia di sudore gli rigò la fronte. Saltò di nuovo giù sul pontile e, fermando la barca con le mani protese davanti al petto, si assicurò che fosse ben ferma per poterla ormeggiare lì, ad uno dei paletti. Il pugnale, delle provviste ed una giacca per proteggersi dalle intemperie: quello era tutto l'equipaggiamento di Hatori per affrontare quella che era la scorciatoia dei mercanti. Era una strada scavata della roccia dello strapiombo della scogliera, tortuosa e labirintica, pensata dai ladri in fuga per far perdere le loro tracce. Successivamente, man mano che i mercanti vennero visti come gente povera, disonesta e paragonabile a pirati o peggio, questi dovettero usufruire dei passaggi segreti dei ladri, che da allora furono chiamati "vie dei mercanti" o "scorciatoie dei mercanti". Erano mal visti dalla gente a causa di alcuni individui che, per ottenere più denaro di quanto ne ricaverebbe un venditore onesto, rubavano monete con dei trucchetti, commettevano truffe e spesso facevano apparire merce di pessima qualità come fosse oro colato. Per tutte queste ragioni, i nuovi imprenditori e venditori di imprese che nascevano man mano, erano visti come gli angeli del commercio, mentre ai mercanti restò il titolo di demoni. Ai tempi in cui Hatori decise di voler intraprendere tale carriera, poteva ancora essere considerato un angelo, ma ormai, anche lui era sceso giù all'inferno per tutti coloro che lo osservavano in quanto mercante, ed era costretto anche lui ad uccidere per primo pur di non morire attaccato dai predoni delle scorciatoie.
STAI LEGGENDO
Sotto mille ciliegi
Fantasy[Primo capitolo della serie: Sotto mille ciliegi] Anno ****, mese di Agosto, quindicesimo giorno. Lo stato di Kintou viene stravolto da un violento colpo di stato da parte di estremisti detti Rivoluzionari, che attuano un macabro e violento regime...