Capitolo 14

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• Capitolo 14 •

Il coraggio di uccidere

  

"Tori!" L'urlo durò un paio di lunghi secondi che parvero ore alle orecchie del generale. Yoko vide il suo amato cugino per terra, mentre del caldo sangue creava una pozza cremisi sotto il suo collo e il suo petto. Era saltato sul palco con le poche forze che aveva per far da scudo alla cugina che stava per venir uccisa dal generale. Questi guardava attonito la scena e il pianto straziato della ragazza si tramutò in una seria di lame affilate che gli trafiggevano simultaneamente le orecchie. Quasi credeva di sanguinare da queste per colpa di quello che aveva fatto. Non si sentiva in colpa: era solo una vaga sensazione scomoda ed irritante di aver fatto qualcosa che non voleva fare fin dall'inizio. I suoi occhi rimasero spalancati per un po', dato che Yoko non poteva guardarlo in faccia. Si abbassò e velocemente tentò di controllare il più in fretta possibile le condizioni di Hatori. Mormorò a Yoko di spostarsi e di lasciargli controllare che non fosse come temeva, ma lei con un altro straziante urlo disperato lo buttò via: il braccio della ragazza trovò la forza di respingere quello che vedeva come un mostro, dal suo cugino in fin di vita. Il generale rimase piuttosto di sasso, attonito e quasi colpito nell'orgoglio: non era quello che sperava di ricevere.

"Ti ho detto di spostarti, fammi controllare come sta! Togliti!" Alzò leggermente la voce preoccupata mentre ordinava a Yoko tali cose, ma lei, testarda, non fece altro che continuare a piangere, quando ad un tratto si girò di scatto e con il volto riflesso di rabbia urlò qualcosa al carnefice di Hatori.

"Come credete che stia?! L'avete ucciso! E' in una pozza di sangue! Mi avete ucciso! Siete un essere spregevole senza cuore! Cosa volete di più da me?!" La voce di Yoko si assottigliava sempre di più man mano che il suo tono s'alzava, trasformandosi in una manciata di spilli dritti al petto del generale e alle sue orecchie. Questo strizzò gli occhi nell'udire tanto dolore, ma stavolta non obiettò su quanto il proprio di dolore potesse essere stato maggiormente duro da sopportare. Per un momento, quelle parole lo ferirono nel profondo, mentre fissava lo sguardo arrabbiato e pieno di rancore di Yoko che con la fronte corrucciata, i denti digrignati e gli occhi rossi di pianto lo fissava con tutto l'odio che aveva in corpo. Fu solo un momento, poi si riprese e si avvicinò a lei velocemente e con determinazione.

"Spostati ho detto." Con un braccio la spinse via da Hatori, ma quella ritornò ad urlare e si mise a picchiare la schiena del generale, cercando di mandarlo via affinché potesse continuare ad abbracciare Tori sporcandosi del suo sangue innocente. Il generale non cedette e continuò a fare quello che aveva intenzione di portare a termine. Si abbassò sul petto di Hatori, girandolo a pancia sopra, ma non sentì nulla. Si alzò col viso da dov'era prima per toccare il collo del ragazzo con due dita in modo da poter sentire se ci fosse ancora battito cardiaco. Sarebbe stato un vero miracolo se fosse sopravvissuto nonostante una tale perdita di sangue, pensò il generale. Yoko non accennava a fermarsi e picchiava sempre più forte il generale, fino a dargli un sonoro schiaffo mentre stava per toccare il collo di Tori. Lui digrignò di denti e prese un polso di Yoko, cercando di fermarla. La guardò negli occhi e la trattò da subordinata.

"Se la finisci di comportarti da stupida bambina quale sei magari posso salvare il tuo amico, altrimenti lo lascio morire qui se non è già crepato. Ora sta zitta e smettila di interferire." Le lasciò andare violentemente il polso buttandole il braccio da parte. La presa era talmente forte che Yoko dovette massaggiarsi il punto in cui era stata afferrata. Il generale si calò di nuovo con determinazione su Hatori, mentre con una mano gli premeva le vene del polso e con l'altra quelle del collo. Sussurrò a Yoko di fargli silenzio e ascoltò se ci fossero ancora battiti per qualche secondo. Non si sentì nulla a parte i respiri di lui, perché quello di Yoko s'era fermato, sospeso dall'ansia di scoprire se Hatori fosse ancora vivo. Il genale mormorò qualcosa, forse un'imprecazione e si alzò di fretta.

Sotto mille ciliegiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora