Capitolo 5

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• Note dell'autrice •


  

E siamo già al quarto capitolo! Volevo spiegare delle cose prima si lasciarvi a Yoko e all'uomo misterioso che le è piombato in camera. Innanzitutto, so che ho messo come tipo di coppia solamente "Yuri", poi capirete perché, ma non c'è nessun errore di selezione. Inizialmente dovevo mettere più di tre avvertimenti, ma alla fine ho deciso di rimpiazzare "Tematiche delicate" con "Contenuti forti", perché quello che mi gira in testa era più propenso ad essere etichettato con la frase "Non aprite quel capitolo!", come una rivisitazione de "Non aprite quella porta". Bene, ciò detto, premo il tasto "Play" del telecomando e vi lascio a dove eravate arrivati!

Potrebbe essere un po' forte...

Buona lettura!

- Bloody Schutzengel

• Capitolo 5 •

Sconfitta

  

"Non stupirti se coloro in cui prima hai riposto fiducia ti morderanno la mano."

"Non riesci a dormire, amica?"

A quelle parole Yoko non fece che rimanere impietrita, con gli occhi sgranati e le pupille dilatate come fosse diventata un gatto con le orecchie abbassate. Sembrava una bambina sperduta, una semplice e piccola bambina indifesa, una pecorella smarrita di fronte al lupo. Tremava di freddo per la veste umida che aveva lasciato si asciugasse sul suo corpo. Forse a quell'ora si sarebbe potuta ammalare seriamente, oltre che per l'estenuante allenamento.

"Vieni fuori." Le disse Tohma da dietro lo spiraglio, con il volto con cui l'aveva conosciuto. Non gli voleva dar retta, non si mosse. "Non ti mangio mica." Ridacchiò senza alcun ghigno. Yoko non mosse un muscolo. "Esci."

Che fare?

Se fosse uscita, era sicura che le sarebbe successo qualcosa di terribile, per utilizzare un eufemismo. Avrebbe forse fatto la fine della madre? Se non fosse uscita e avesse opposto resistenza a qualsiasi avance di Tohma, magari, l'avrebbe tirata fuori di peso. E poi? Come avrebbe fatto a difendersi? Avrebbe potuto scappare, com'era scappata dal soldato in casa sua. Ma non era vero che questo l'aveva comunque acciuffata e fatta finire in quella prigione di soldati? E poi le pattuglie erano in ogni angolo e sempre con orecchio vigile come cani da guardia, a maggior ragione se dopo il coprifuoco. Che ora era? Forse le due? Le tre? E se fosse stato già mattino? Yoko non aveva visto l'esterno da quella mattina, nemmeno da una finestra.

"ESCI." Le ripeteva il soldato. Non era Tohma, non più, era un semplice soldato, come gli altri.

Aveva optato per la prima opzione: magari se l'avesse fatto infuriare di meno, le avrebbe dato più tempo per pensare. Pensare ad un piano per potersi liberare.

Che fare?

Se fosse uscita dalla stanza e si fosse rifugiata da qualche parte? Impossibile. E dopo? Se avesse incontrato il fantasma del generale o proprio lui in persona? Peggio che andar di notte... O il vice? Non sarebbe cambiata molto la situazione. Che fare?! Come un urlo straziato e disperato, pieno di timore verso qualcosa di spaventosamente sconosciuto. Paura di un vicino futuro. Terrore di cosa le sarebbe successo dopo. Dopo. Dopo, ma quando?

Sotto mille ciliegiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora