Capitolo 16

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• Capitolo 16 •

Dama



Una volta dato il segnale alle altre coppie formate di poteri iniziare a combattere, il generale cambiò la sua katana con un lungo bastone che gli venne porto da Heizo, mentre venne invece lanciato a Yoko che ancora non si rendeva conto della situazione. Si trovarono isolati in mezzo ad un mucchio di soldati che sferravano colpi e si gettavano uno contro l'altro. Nessuno sembrava curarsi del combattimento che stava per iniziare...

Hajimemashou1!

Gli occhi sgranati della ragazza a quel segnale di battaglia non riuscirono ad individuare il fulmineo movimento del suo avversario: il generale era scattato contro di lei caricando il bastone dietro la schiena per poi portarlo avanti. Yoko si difese alla sprovvista come potette, indotta dall'istinto: mise il proprio bastone davanti a sé e bloccò quello dell'avversario. L'altro, non premette ancora contro la ragazza per cercare di sfinirla: doveva avere una lunga e lenta vendetta, doveva farle capire a cosa si andasse in contro mancandogli di rispetto in tal modo.

Il campo di addestramento, visto dalla prospettiva di una formica, era tutto un groviglio di passi, piedi, stivali e bastoni coperti da una polvere sabbiosa che s'alzava dal terreno stesso, arido e giallognolo.

Il generale ghignò da sotto la visiera del cappello come faceva le prime volte in cui ebbe a che fare con Yoko, che intanto tentava di essere preparata ai colpi successivi.

"Non ti basterà difenderti così in battaglia!" fece lui e ripartì con il colpo successivo, ma stavolta Yoko si spostò di lato evitandolo e tenendo sempre il bastone con entrambe le mani davanti a sé. Camminava retrocedendo a piccoli passi, quasi inciampava. Aveva una faccia terrorizzata ma allo stesso tempo determinata a vincere quello scontro, perché forse le avrebbe fatto meritare un po' di rispetto. Leggeva negli abissi neri del generale una convinzione, una vacuità e un istinto violento dettato da qualcosa di esterno. In breve, poteva capire che non lo faceva perché volesse farlo, ma per qualche fattore che non proveniva dal suo animo.

L'avversario tentò di colpire Yoko alla testa, ma questa si abbassò e di scatto, senza sapere cosa stesse realmente facendo, lo colpì alla schiena facendolo quasi cadere. Questo non si diede per vinto e si rialzò più imbestialito di prima, iniziando a scagliare colpi a raffica alla povera ragazza. I passi piccoli ed insicuri di lei ancora stavano per inciampare nel terreno polveroso, nella speranza di evitare ogni bastonata dritta alla faccia, quando d'improvviso, spontaneamente, una gamba si posizionò più indietro dell'altra, facendo da sostegno a Yoko che immediatamente ne approfittò per respingere il generale impugnando orizzontalmente il bastone e conficcandoglielo nello stomaco. Ovviamente, non lo trapassò anche se una piccola parte di lei avrebbe desiderato fosse una katana bella affilata. L'avversario gemette di dolore e si fermò per qualche secondo, ma subito dopo, con un giro repentino del busto, colpì di nuovo Yoko e quella volta andò a segno. Il bastone andò a toccare il punto ancora sensibile dello stomaco della ragazza, o meglio, del fianco molle e ora dolorante di nuovo. Il bruciore saliva e Yoko poteva capire che le ferite all'interno del suo ventre si stavano riaprendo. Poteva sentire il caldo sangue scorrerle in corpo fuori dalle vene mentre il suo bastone rotolava via.

Il generale si mise sopra di lei, in piedi, intento a colpirla di nuovo impugnando la propria arma dietro la schiena e puntata perso il basso. Appena il colpo scattò in procinto di conficcarsi nella povera vittima, Yoko rotolò cercando di raggiungere il bastone. Cercò di strisciare mettendo una davanti all'altra le mani nel terreno polveroso, con la nube di sabbia in faccia e negli occhi alzata dai movimenti degli stivali degli altri. Appena la sua mano si allungò per toccare il proprio bastone, quello del generale le si conficcò tra le dita e il polso, facendola istintivamente urlare di dolore. Il pezzo di legno era fermo che premeva contro la mano della ragazza che non riusciva a fare altro che cercare di liberarsi da quella morsa dolorosa continuando a gemere di dolore. Il generale si abbassò in ginocchio sopra Yoko, sulla sua schiena, sovrastandola mentre i suoi capelli lunghi sembravano un sipario che nascondeva il volto di colei che era sotto di lui. Il suo viso le si avvicinò all'orecchio con un ghigno malefico.

Sotto mille ciliegiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora