• Capitolo 21 •
Nel Tempio della Letteratura
"Questo non è un vecchio tempio di pietra, Yoko. Questo è il Tempio della Letteratura della Terra Pura."
La ragazza rimase allibita: aveva appena messo piede col corpo e con l'anima in uno degli scenari delle storie che suo cugino le raccontava, dipingendo attorno ogni paesaggio un alone di magica che in quel momento, Yoko poteva sentire più che bene. Si sentiva parte di una leggenda, parte di una storia importante, di un intrigo, di un mistero. Come un attore che viene illuminato, sul palco, da una luce fin troppo luminosa, da farlo sentire a tre passi dal paradiso. Non poteva crederci: aveva toccato con mano e aveva letto uno dei sacri volumi del tempio.
"Stai scappando? Perché sei qui?" Yoko non rispondeva. "Tutto bene?" Tohma si avvicinò a lei, un po' preoccupato dal momento che l'amica sembrava in stato di trans. Lei si riprese e sorrise, invasa da tanta emozione quanta non ne aveva mai provata.
"Sì, sto bene... è che... come ti sentiresti se stessi toccando davvero le mura di quello che per te è stato sempre dipinto come un paradiso? Come se stessi vedendo... non te lo so spiegare..." E intanto lei girava su sé stessa, ammirando ripetutamente lo squarcio nel tetto che aveva già visto e i vari scaffali bui che adesso le sembravano tanto luminosi da accecarla. Quel buio tempio distrutto, adesso per lei era diventato uno dei suoi sogni più grandi. Tohma, d'altra parte, s'era perso nei giri di parole che gli avevano appena attraversato le orecchie. Cercava di comprendere quello che gli era stato detto, ma, gira e rigira, tornava sempre alla conclusione che lui non avrebbe mai capito quelle parole. "Vorrei tanto capire quello che hai detto..." Si fece scappare una risata sconsolata, "Ma l'importante non è che io capisca, basta che tu stia bene. A proposito, volevo..." Si fermò, ancor prima di iniziare quella frase: Yoko sembrava triste, anzi, non triste, ma malinconica. Un'espressione di nostalgia e di compassione, verso quelle quattro mura sacre che continuavano ad essere fissate da lei. "...Cos'hai?"
"Come ha fatto ad essere ridotto in questo modo...?" sussurrò tra sé e sé, accarezzando il polveroso scaffale di libri e guardando per terra, nel vuoto: le assi di legno ogni tanto apparivano rotte e distrutte, lasciando che pezzi di terreno potessero essere intravisti e che l'erba potesse crescere indisturbata.
"Che cosa-"
"Chi ha distrutto questo Tempio?!" continuava a guardare, stavolta verso l'alto, nel vuoto, aspettando che qualcosa o qualcuno le rispondesse. "Non credo abbia fatto niente di male... Questa Terra non ha fatto niente di male... perché volerla distruggere?" In quel momento, nella sua mente apparvero immagini terrificanti, le stesse, pressappoco, di quando Tohma non si era ancora mostrato a lei. Soldati, in fila, vestiti di nero su uno sfondo oscuro, coi volti tutti uguali e con gli occhi oscurati dalla visiera dei cappelli. Si muovevano all'unisono, gridavano di adempire agli ordini. Ordini di chi, poi?
Il generale.
Non si sentì in grado di poter dire più nulla.
"L'ha distrutto il generale." Yoko ebbe un sussulto al cuore e non seppe neanche perché.
"Non è possibile."
"Perché? La gente come lui, la gente come quel mostro ha distrutto questo posto. La sua gente vuole distruggere la Terra Pura, l'hai dimenticato, Yoko?!" Tohma alzò leggermente il volume della voce, ma non volle rimproverare l'amica, soltanto farle rendere conto di cosa stesse dicendo: quella non era Yoko.
"Queste mura saranno state abbattute anni e anni fa! Come avrebbe potuto un bambino fare tutto questo?!" Si voltò disperata verso Tohma, con gli occhi pieni di rabbia, una rabbia immotivata che nascondeva la voglia di essere capita, di ottenere una risposta a tutto quello che stava succedendo.
STAI LEGGENDO
Sotto mille ciliegi
Fantasía[Primo capitolo della serie: Sotto mille ciliegi] Anno ****, mese di Agosto, quindicesimo giorno. Lo stato di Kintou viene stravolto da un violento colpo di stato da parte di estremisti detti Rivoluzionari, che attuano un macabro e violento regime...