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In quella piccola stanza piombò il silenzio. Draco aveva finalmente confessato, anche se non era per niente sicuro di aver fatto la cosa giusta. Prima o poi avrebbe dovuto farlo, quel peso stava diventando troppo insostenibile e non poteva continuare a vedere Harry sapendo quello che aveva fatto, a meno che non fosse stato quest'ultimo a decidere di continuare a vederlo. Harry lo stava guardando fisso, mentre i suoi occhi diventavano lucidi e la sua bocca si apriva leggermente, senza però riuscire a far uscire nemmeno un suono. Era sconvolto, non sapeva come reagire. Certo, prima di quei mesi non aveva mai considerato Draco una brava persona, ma ora che erano diventati amici si fidava di lui. Era finalmente riuscito a capire che forse non era la persona terribile che pensava fosse prima. Ma ora, ora non sapeva più cosa pensare. Innumerevoli domande gli stavano frullando nella mente. Perché l'aveva fatto? Qual'era la ragione? Perché si era avvicinato a lui subito dopo aver fatto una cosa tanto orribile? Forse si sentiva in colpa e voleva rimediare in qualche modo? Perché, perché, perché...
Mille domande e nessuna risposta.

<Perché...?> Riuscì a sussurrare solo questo, mentre una lacrima gli rigava il volto. Lacrima che però non era dovuta tanto alla tristezza per la morte di Ginny, quanto più al senso di tradimento e di delusione che provava verso Draco.

<Mi dispiace> Disse con un tono che non esprimeva niente, quasi come se non avesse emozioni. Si avvicinò a lui, spostandolo dalla porta come aveva fatto prima, ma stavolta non fu fermato da Harry, il quale continuava a fissare il punto dove si trovava prima Draco. Quest'ultimo uscì, fermandosi per qualche istante sull'uscio, voltandosi verso il ragazzo. Aveva tante altre cose da dirgli, ma quello di certo non era il momento giusto, momento giusto che però ormai era sicuro che non sarebbe mai più arrivato. Si girò allora verso la locanda e se ne andò, lasciando Harry immobile con la testa piena di domande.

Dopo qualche minuto, che per Harry sembrò interminabile, qualcuno gli posò una mano sulla spalla, facendolo risvegliare da quella specie di trance <Harry?> Lo richiamò Hermione.

Si voltò lentamente verso di lei <H-Hermione sei tu...> Sussurrò, probabilmente sperando, per qualche motivo a lui ignoto, che la persona che lo aveva richiamato fosse Draco.

<Sei pallidissimo> Disse l'amica appoggiandogli una mano sulla fronte <Non mi sembri caldo, va tutto bene?>

<Si...no, non mi sento molto bene, penso che tornerò al dormitorio> Rispose portandosi una mano sugli occhi.

<Oh, va bene, vuoi che io e Ron ti accompagniamo?>

<No, rimanete qui, preferisco stare un po' da solo> Disse Harry per poi superare la ragazza e dirigersi verso l'uscita della locanda, mentre delle lacrime si stavano formando nei suoi occhi. Lacrime che cercò di trattenere fin quando non fu arrivato nel dormitorio. Si buttò sul suo letto e scoppiò a piangere come un bambino. Per sua fortuna non c'era nessuno in quella stanza, ma anche se ci fosse stato qualcuno probabilmente non sarebbe riuscito a trattenersi ancora per molto. Le lacrime stavano bagnando il cuscino e i singhiozzi quasi non lo lasciavano respirare. Era confuso, così confuso che nemmeno sapeva a cosa pensare. Si sentiva tradito, sentiva come se Draco gli avesse infilzato il cuore, così all'improvviso, senza che lui se lo aspettasse minimamente. Aveva appena iniziato a fidarsi e lui lo aveva accoltellato senza preavviso. Stava iniziando a pensare che Draco lo avesse fatto apposta per farlo stare male, per indebolirlo. Magari era tutto un piano per qualcosa di più grande, si era fidato del nemico, rendendosi vulnerabile, per poi farsi colpire quando meno se lo aspettava. Gli sembrava la teoria più plausibile, ma dentro di se non voleva crederci, non voleva credere che quel ragazzo, che spesso aveva considerato perfetto, avesse finto per tutto il tempo solo per distruggerlo. Continuò a piangere per ore, senza nemmeno accorgersi del tempo che passava inesorabile. La testa gli pulsava dal dolore e i suoi occhi erano gonfi e rossi. Senza rendersene conto si addormentò, esausto, rimasto ormai senza forze.

Si risvegliò la mattina dopo, con un vuoto nello stomaco e la testa che sembrava esplodergli. Non aveva la forza di muoversi, figuriamoci di andare a lezione. Si coprì fin sopra alla testa per far capire a tutti che non voleva essere disturbato. Ron lo vide ma non gli disse niente, sapeva perfettamente che Harry stava male e non gli sembrava carino dargli fastidio, soprattutto perché sapeva quanto fosse irritante essere disturbati quando si voleva stare soli.

Tre giorni passarono ed Harry finalmente si decise ad alzarsi e andare a lezione, un po' perché il suo stomaco stava iniziando a ribellarsi e un po' per non deludere Hermione, che sentiva lamentarsi ogni giorno nella sala comune.

<Guarda chi si rivede> Disse Ron guardando l'amico scendere dalle scale del dormitorio, beccandosi uno schiaffo sul braccio da Hermione, come per dirgli di essere più gentile.

Harry gli lanciò uno sguardo gelido e uscì, dirigendosi verso l'aula di difesa contro le arti oscure, seguito dai due amici, che gli stavano dietro in silenzio. Aprì la porta della classe e osservò gli studenti che erano già seduti ai proprio posti, bloccandosi sull'uscio appena vide Draco girarsi verso di lui.

Ucciderei per te - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora