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Harry sospirò. Rimase fermo, attaccato al muro quasi come fosse un quadro. Lanciò speranzoso un altro sguardo alla porta del dormitorio che, come se si fosse accorta di lui, scomparì, lasciando il ragazzo nel vicolo cieco in cui si era trovato quando era arrivato.

<Dove sarà...> Pensò rivolgendo lo sguardo verso il corridoio attraverso il quale si erano diretti gli studenti.

Si staccò dal muro e si diresse verso le aule, sperando di trovare Draco almeno lì. Pensò che magari, dopo aver liberato Ginny, non era tornato nel dormitorio e si era diretto subito in classe. Passò lungo il portico che dava sul cortile, facendosi scudo davanti agli occhi con una mano a causa dei fitti spiragli di luce che passavano attraverso le trifore di marmo. Lungo quel corridoio solitamente passavano gli studenti diretti alle classi, e per questo magari avrebbe potuto trovare Draco che passeggiava con la sua solita aria superiore, come spesso faceva. Ma di lui non c'era neanche l'ombra. Arrivò al corridoio delle aule, illuminato soltanto da qualche lanterna attaccata al soffitto, estremamente buio se messo a confronto con il portico di prima. Le classi avevano tutte le porte chiuse, dato che le lezioni erano ormai iniziate, tranne una. Un fascio di luce giallastra usciva da una delle ultime aule del corridoio la classe dei serpeverde> Pensò Harry. Si avvicinò, sistemandosi il mantello dell'invisibilità, poi si sporse per guardare all'interno. La classe era piena di studenti con tuniche nere e verdi, ma nessuno di loro aveva i capelli platino che il ragazzo stava cercando. Sospirò e si ritrasse <Dove diavolo sei?>.

Harry passò un'ora, forse di più, a girare per i luoghi dove pensava potesse essere Draco. Il cortile, la casa di Hagrid, la torre di astronomia. Inconsciamente lo stava cercando solo nei luoghi dov'erano stati insieme, come se per lui quelli fossero effettivamente i posti più importanti. Eppure non lo trovò nemmeno lì. Con il mantello dell'invisibilità posto malamente sulle spalle si sedette sul bordo del balcone della torre di astronomia.

Stava osservando il paesaggio circostante quando ad un certo punto alzò di scatto la testa <Ma certo!> Esclamò. Si alzò velocemente e si rimise addosso il mantello, correndo poi verso il dormitorio grifondoro.

Aprì delicatamente la porta-quadro, scrutando con occhi stretti all'interno, controllando che non ci fosse nessuno. Dopo aver appurato che, sia nella sala comune, sia probabilmente nei dormitori, non c'era anima viva, si introdusse e si diresse velocemente verso il suo letto. Una volta arrivato, e controllato nuovamente di essere solo, aprì il cassetto di uno dei suoi due comodini e tirò fuori un grosso pezzo di carta marroncina ripiegato su se stesso. 'Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso sono orgogliosi di presentare la Mappa del Malandrino"

Harry si sedette sul letto, la infilò sotto il mantello e la aprì, mettendosi a posto gli occhiali per vedere meglio. <Severus Piton...Argus Gazza...Albus Silente> Disse nella sua testa mentre leggeva la mappa <Sibilla Cooman...Horace Lumacorno> Fece scorrere lo sguardo sulla mappa, leggendo e rileggendo tutti i nomi che c'erano scritto sopra. Ma uno mancava. <Dove sei? Dove sei? Dove sei?> Si ripeteva mentre scrutava anche il più misero angolo rappresentato sulla mappa. Lesse e rilesse, ancora e ancora, ma niente. La chiuse bruscamente e la ripose nel comodino. Sospirò, facendosi lentamente cadere la testa sulle ginocchia, chiudendo gli occhi.

Non passò molto tempo prima che Harry si rialzò, non poteva lasciar perdere. Ormai non era tanto il fatto che voleva parlargli ma più quello che Draco fosse totalmente sparito dalla scuola, e non era riuscito a trovarlo nemmeno all'esterno. Un pesante senso di inquietudine si stava propagando nel suo stomaco. Qualcosa non andava, e questo era certo.

Uscì nuovamente dal dormitorio e iniziò a girare per la scuola senza una meta precisa. Non sapeva più dove cercarlo, non sapeva dove potesse essere e non sapeva nemmeno se fosse ancora ad Hogwarts, o perlomeno nei suoi pressi. Girò e girò, nascosto dal suo fidato mantello, ma non lo trovò. Ormai esausto, si appoggiò al muro di uno degli ennesimi corridoi che aveva percorso. Si strofinò gli occhi con una mano <Ho bisogno di te> Pensò. Nonostante avesse gli occhi chiusi notò una forte luce davanti a se, una luce che non poteva provenire da nient'altro se non... <La stanza delle necessità!> Aprì gli occhi <La stanza, ma certo! Come ho potuto essere così stupido?> Affermò mentre osservava l'enorme porta finemente decorata che si formava davanti a lui.

Ucciderei per te - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora