XVIII

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<Ginny?!> Esclamarono in coro Ron ed Harry, catapultandosi subito dopo verso la ragazza.

<Ginny...> Ripetè Ron, avvicinandosi a lei, mentre una lacrima gli solcava la guancia <Ginny> Disse nuovamente appoggiando esitante le mani sulle spalle della sorella, pensando che le sarebbero passate attraverso, come fosse un fantasma <Sei tu...sei davvero tu?> Le fece scivolare lungo le sue braccia, per poi prendere una delle gelide mani della ragazza e portarla sul suo viso.

<Ron> Disse finalmente lei, con tono quasi distaccato, mentre asciugava con il pollice un'altra lacrima che stava scendendo lungo la guancia del fratello <Cosa ti prende?>

<Cosa...> Ripetè incredulo <Cosa mi prende? Ma che dic->

<Ginny> Lo interruppe Hermione, mentre si avvicinava ai due con fare diffidente <Non ti ricordi nulla?> Chiese corrugando le sopracciglia.

<Non lo so> Rispose la Weasley, guardandola con occhi vuoti, spenti, come se fosse ancora morta <Cosa dovrei ricordarmi?>

I tre amici si guardarono, cercando risposte gli uni negli sguardi degli altri. Hermione aveva le sopracciglia corrucciate, espressione che faceva spesso quando pensava. Ron la stava guardando, completamente smarrito, aspettando una risposta. Harry, invece, non fece altro che abbassare gli occhi sul pavimento. Sapeva perfettamente cosa fosse successo. Draco aveva smesso di somministrare la pozione a Ginny e per questo lei si era risvegliata, ma probabilmente aveva ancora degli strascichi. Lo intuì per la pelle bianchissima, le labbra pallide e gli occhi spenti, esattamente uguale a com'era quando i tre l'avevano vista in infermeria. Ma questi rimasugli di pozione non sarebbero durati a lungo, si sarebbe presto ricordata chi l'aveva avvelenata e allora sarebbe stato un enorme problema. Però prima c'era un'altra cosa che doveva capire.

<Ginny> La chiamò Harry dopo qualche attimo di silenzio, senza nemmeno guardarla in faccia <Hai usato un filtro d'amore su di me, vero?> Chiese con tono più sicuro che mai, fissando il pavimento come se ci fossero scritte le parole sopra.

Lei ebbe un sussulto, il suo cuore iniziò a battere più forte e sgranò gli occhi, guardando prima Harry e poi Ron, come per chiedergli consiglio. Fratello e sorella si scambiarono sguardi che capivano solo loro, mentre Hermione li guardava con le braccia conserte, conoscendo già la verità.

<Io...non...> Balbettò la ragazza, giocherellando con le dita per cercare di far passare quella tensione.

<Si> Rispose Ron, sapendo che la sorella non avrebbe mai risposto <Ma non mi sembra il momento di parlarne, Ginny è appena tornata> Affermò corrugando le sopracciglia, infastidito.

Harry alzò lentamente lo sguardo, guardando Ron con occhi pieni di rancore <E tu lo sapevi?> Chiese, nonostante sapesse perfettamente la risposta <Tu lo sapevi e non mi hai detto niente?> Continuò, alzando la voce.

<Si, lo sapevo, ma Harr->

Quest'ultimo lo spinse all'indietro, per poi prenderlo per il colletto <Mi prendi in giro?!> Disse a pochi centimetri di distanza dal suo viso <Mi ha stregato! Io non sono mai stato innamorato di lei, mai! Quanto esattamente volevate aspettare, fino al matrimonio? O oltre? Volevate i miei figli così che "il famoso Harry Potter" potesse dare tutti i suoi soldi alla vostra famiglia?!> Le parole gli rotolarono fuori dalla bocca, la rabbia stava facendo uscire tutto quello che pensava davvero <Chiunque l'abbia rapita ha fatto bene a farlo, almeno il filtro ha smesso di funzionare!> Affermò sputando parole piene di rancore, come mai aveva fatto prima.

<Harry basta!> Hermione lo prese bruscamente da dietro, allontanandolo da Ron. Il moro si dimenò per farsi lasciare, rimanendo così in mezzo al triangolo formato dagli altri tre <Non dite niente?> Disse girandosi su se stesso per guardarli tutti <Sul serio non avete niente da dire?!> Aspettò qualche secondo, ma nessuno rispose <Suppongo di no> Si rispose da solo, con tono ora più deluso che arrabbiato, dirigendosi verso il dormitorio.

Salì lentamente le scale, sentendo dietro di se solo i singhiozzi di Ginny, che cadde tra le braccia del fratello, mentre Hermione le accarezzava i capelli e le sussurrava parole di conforto.

Arrivato nel dormitorio, Harry si sedette sul letto, con le mani che gli stringevano i capelli. Aveva reagito d'impulso. Non aveva mai parlato in quel modo ai suoi amici, e non avrebbe certamente voluto farlo in quel momento così delicato. Per tutta la notte si era chiesto come avrebbe reagito alla vista di Ginny, e il risultato non era stato quello che sperava. Appena l'aveva vista il suo stomaco si era attorcigliato su se stesso, e i suoi polmoni lo avevano fermato dal respirare. Era stupore, certo, ma anche felicità? No. No, non era felice. Tutti i dubbi, le domande, gli erano risaliti nella mente. La paura, la delusione, lo avevano stretto fino a farlo soffocare, non permettendogli di ragionare come avrebbe voluto, non era riuscito a controllarsi. Ma aveva tutti i torti? Ginny lo aveva costretto ad amarla quando in realtà il suo cuore era, anche se inconsciamente, sempre stato di qualcun altro. Le mani si staccarono dai suoi capelli, posandosi lentamente sulle ginocchia. Alzò lo sguardo e spalancò gli occhi, il respiro gli si bloccò in gola. Solo in quel momento si rese effettivamente conto di essere sempre stato innamorato di Draco. Solo in quel momento si rese conto del perché il suo cuore batteva più forte ogni volta che il biondo si avvicinava a lui, sin dal primo anno. Aveva sempre scusato quelle sensazioni con la paura, ma non aveva mai davvero avuto paura di lui. Solo allora si rese conto che non era mai stata solo una stupida cotta, come a volte si era ritrovato a pensare, era sempre stato vero e proprio amore.

Ucciderei per te - DrarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora