Capitolo18 🥀

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S/A
Arrivo dal futuro e volevo dirvi che visto che in questo capitolo c'è "La storia del nontiscordardimé" volevo renderlo un po' più speciale, diciamo, rispetto agli altri.
Ce ne sarà un'altro simile a questo dove ci sarà un flashback importante sulla madre di Iris ma comunque ve ne accorgerete perché ci sarà la rosa appassita.
Detto questo, buona lettura.
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È sapiente solo chi sa di non sapere, non chi s'illude di sapere e ignora così perfino la sua stessa ignoranza.

Una frase celebre di Socrate che è da anni che ho reso mia, sono certa di non sapere, sono cosciente di essere ignorante.
Alla fine, chiunque è imperfetto.

Tutti sappiamo qualcosa, ci facciamo delle idee, ma ci saranno sempre cose ignote.

Non conosco nemmeno me stessa se è per quello,
non capisco cosa ci sia nella mia testa e come funzionino i miei ragionamenti contorti.

Non so chi vuole uccidermi, non so il motivo e non so perché non posso avere mia madre accanto a me in tutto questo.

Forse sarebbe più facile sopportare qualsiasi cosa sapendo la qualunque.
Eppure rimarrò senza conoscenza.

Mi è sconosciuto anche il perché io abbia veramente dormito con Luke.
Dopo quello che è successo dovrei aver compreso che non devo farmi illudere altrimenti prima o poi mi rifiuterà come ieri sera.
Un tira e molla continuo.

«Siamo arrivati»

Il pullman si ferma frenando bruscamente e vengo spinta in avanti, per aggrapparmi metto le mani sulla prima cosa che trovo: i capelli di Luke.

«Iris ma che...»

Imbarazzata lascio subito la presa e mi alzo correndo verso una delle uscite.
Finalmente tornerò a casa mia.

Mi serve un bel po' di tranquillità dopo ieri, molta tranquillità.

L'unica cosa che mi preoccupa è la vicinanza con Mat, al quale non ho più parlato e neanche riservato uno sguardo.
Che devo fare se lo incontro in giro?
Non ho idea di come comportarmi.

Magari se rimango vicino a Luke si renderà conto che è meglio starmi lontano visto che sono nemici giurati.

Mi guardo attorno e vedo solo studenti che scendono da altri bus per raggiungere le auto dei propri genitori.
Sono in mezzo alla folla.

Aspetto solo che scenda anche Max perché eravamo d'accordo di tornare a casa insieme e dal momento che mio padre è al lavoro resterà a dormire lì.

Sento una mano sulla mia spalla e percepisco la presenza di mio cugino dietro di me.
Il suo respiro si poggia delicato sul mio orecchio.

«Ho invitato anche i ragazzi e Sophie. Se facessimo un pigiama party sarebbe un problema?»

Lo chiede come se sapesse di essere nei guai perché doveva venire solo lui, però mi sembra che abbia già programmato la serata e sarebbe troppo tardi per dirgli di no.

«Bene»

Comincio a camminare per raggiungere la strada di casa, tuttavia qualcuno mi chiama.

«Signorina Morgan!»

È la voce del mio professore di letteratura.

Giro i tacchi e faccio il tragitto inverso.

«Mi dica prof»

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