CAPITOLO 7

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Capitolo 7
Al di là del tempo

Yuuki

Dopo la tregua, io e Zero cominciamo a passeggiare nelle zone più tranquille del parco, quelle più lontane dal chiasso della pista. Ci addentriamo nei luoghi dove il profumo dei ciliegi diventa un fedele accompagnatore, dove i petali spesso ti volano attorno e si incastrano tra le pieghe dei vestiti o tra i capelli. Nessuno dei due parla, ma in un certo senso va bene così. A volte, non parlare, significa ascoltare sé stessi e gli altri in modo più radicale e profondo. Vuol dire scavare nelle proprie certezze e metterle in dubbio. A volte, è molto più difficile rimanere in silenzio che parlare.
A un certo punto raggiungiamo un ponte di legno e ci fermiamo lì, osservando da lontano le coppie che ballano sulla pista e la gente accaldata che si diverte frenetica senza riuscire a fermarsi. Zero mormora: -Così lavori per Kaien.
-Sì. Da poco, ma sì.
-Come mai in una libreria? Ti piace leggere?
-Beh ecco, non mi è mai dispiaciuto farlo... ma non sono certo appassionata come Kaien. Diciamo che ero alla disperata ricerca di un lavoro e l'ho trovato.
-E' stata un'ancora di salvezza? - mi chiede sorridendo. Incrocia le braccia e si appoggia alla ringhiera del ponte, esattamente di fronte alla pista da ballo. Io invece do a questa le spalle.
-Rispondo fieramente di sì, Zero. Quella libreria mi piace, non posso lamentarmi. E mi piace Kaien. - ammetto. Una leggera brezza si alza e ci scompiglia i capelli. Noto che i suoi occhi non sono concentrati su qualcosa di specifico: guardano il vuoto, o meglio, un punto a me sconosciuto. Sembra perso in un mondo che non potrà mai essere mio e, in un certo senso, sembra essere immerso in un dolore che non ha intenzione di condividere.
-Ma sì, tutto sommato è per farti le ossa. - dice a un certo punto. -Non sei costretta a rimanere lì per sempre, no?
-Già – gli sorrido. In effetti, non appena avrò abbastanza soldi intendo presentarmi a quell'audizione di canto. Ma non per questo dovrò abbandonare per forza il lavoro, giusto? Lo ripeto, quella libreria mi piace.
-Quanti anni hai, Yuuki?
Il mio nome, pronunciato da lui, ha un suono dolce. Nessuno mi chiama nel modo in cui mi chiama lui, e per un attimo, sono costretta a distogliere lo sguardo, per non fargli vedere che sto arrossendo. Mi piace stare qui con lui. Non sono per niente rilassata, ma...sì, mi piace davvero stare qui con lui.
-Diciotto.
Mi porto i capelli sulla spalla sinistra, così da poterlo guardare attraverso questi. Lo vedo sorridere, un sorriso lieve, ma pur sempre contagioso.
-Sembravi più piccola. - confessa, guardandomi attentamente. Sembra quasi si sia accorto che non voglio fargli vedere la mia faccia, probabilmente di un colore più acceso del rosso.
-Potrei offendermi, lo sai? - dico, mentre cammino dall'altra parte del ponte, ridendo spensieratamente. -Con questo cosa vorresti insinuare?
-Non fraintendermi, Yuuki. E' che c'è qualcosa, in te, di così puro, così ingenuo, che è difficile credere che tu sia adulta. Lo sei, non c'è alcun dubbio che tu lo sia...- dicendo questo, mi guarda da capo a piedi, osservando il mio vestito, le mie gambe. Il cuore è nella gola e pompa sangue come non mai.
Mi avvicino a lui, cercando di rimanere seria. -Ingenua, hai detto?
-Non prendertela. Non è una cosa brutta, Yuuki. Credo che sia una cosa bellissima. Però...se fossi stato il cattivo, probabilmente oggi ti avrei fatto del male. E non so se tu saresti stata abbastanza forte da respingermi...
-Beh...-mormoro. -ecco la scoperta dell'ultimo minuto: tu non sei il cattivo.
-Ne sei sicura? - mi domanda, e negli occhi scorgo la stessa inquietante vena che avevo letto lo stesso pomeriggio. Ma stranamente, non ne sono spaventata, ma attratta.
-Yuuki! - grida qualcuno, disintegrando la magia che si era creata. Mi volto, e noto che Hanabusa ci sta raggiungendo sul ponte. Zero lo guarda e sorride educatamente, ma non posso fare a meno di notare che ha assunto un'altra maschera da quando non siamo più soli.
-Ehm, Hanabusa, ti presento Zero...
Il biondo osserva Zero da capo a piedi, e nel suo sguardo c'è una vena di curiosità. Quasi non mi sento svenire: ho davanti i due ragazzi più belli che abbia mai visto.
Ammettilo, Zero ti piace molto di più, ribatte stridula una voce nella mia testa. Cerco di ignorarla.
I due si stringono la mano, e forse sarò impazzita, ma solo da questo gesto riesco a intuire che diventeranno grandi amici. E in ogni caso è impossibile non essere amico di Hanabusa.
Per un po' parlano di loro due, per conoscersi meglio, e mi stupisco di quante informazioni riesco a ricavare da così pochi istanti. Effettivamente mi rendo conto che sapevo molto poco di Zero. Non va più a scuola, si è diplomato da tre anni in ragioneria, lavorava in un ufficio prima di venire qui. Con mio grande stupore, non mi perdo nemmeno una parola della loro discussione.
-Mi stai rubando la ragazza? - chiede a un certo punto Aidoh, facendosi incredibilmente serio.
Zero riduce gli occhi a una fessura, e per un attimo, un folle attimo, sembra quasi deluso. Poi però il biondo ride, spezzando la tensione. -Stai tranquillo, non è la mia ragazza! - afferma, radioso. Poi si rivolge a me. -Dovresti tornare, Yuuki, Yori è preoccupata.
Il nome di Yori ha la forza di un secchio di acqua fresca e mi risveglia dal sogno che stavo vivendo. Stando con Zero mi ero completamente dimenticata che la mia migliore amica era rimasta da sola con Hanabusa. -Sì. - mormoro -Adesso torno. - Mi volto verso Zero e gli concedo un sorriso piccolo piccolo, timido. -Ti va di venire?
Lui alza un angolino della bocca, formando il suo sorrisetto furbo che ormai ho imparato a conoscere. -Non mi va molto di ballare. Ci vediamo in giro, Yuuki.
E così, com'era comparso, se ne va, lasciandomi da sola con Hanabusa sul ponte. Credo che dovrò fare l'abitudine con questa sua tendenza a sparire da un momento all'altro, quasi come se avesse paura di spingersi troppo oltre o di fare qualcosa di sbagliato. Voleva proteggermi, ecco cosa mi ha detto prima.
Non capisco proprio da cosa dovrebbe proteggermi, io.

Più tardi io, Hanabusa e Yori balliamo sulle note di Feel so close di Calvin Harris. E' una canzone allegra che può assumere milioni significati diversi, ma sostanzialmente, quello che faccio mio, è che da un momento all'altro chiunque può sentirsi letteralmente dentro un'altra persona. Non ci deve essere un motivo valido o almeno questa è la spiegazione che mi do. A un certo punto Yori mi chiede se va tutto bene ed io, per non farla preoccupare, accompagno il mio sì con un movimento forse eccessivo della testa. Non voglio che sappia che mi sento confusa per ciò che Zero mi ha detto e, per adesso, voglio tenerla fuori da questa storia. Poi cosa dovrei dirle? Che un ragazzo sbucato fuori dal nulla dagli occhi meravigliosi ma inquietanti mi fa sentire come non mi sono mai sentita? Una volta avevo sentito che è po' questo quello che ti fa l'amore, mette in dubbio ciò che sei, ti trasforma. Ma non sono sicura di essere abbastanza pronta ad affrontare tutto questo.
-Yuuki! - grida Hanabusa, per sovrastare la musica. -C'è quel ragazzo che non ti toglie gli occhi di dosso!
I miei occhi saettano tra la folla, mentre il cuore schizza in gola. A bordo pista finalmente lo vedo, o meglio, i nostri occhi si trovano, senza sforzo. Zero non sta ballando, mi sta semplicemente osservando da lontano. Mi regala il suo sorriso furbo e io non posso fare a meno di arrossire.
I feel so close to you right now...
-Non mi sta guardando!
-Ah no? Ma mi stai prendendo in giro? E' da venti minuti buoni che è fermo lì impalato, ci manca solo che cominci a sbavare! Perché non viene a ballare?
-Non ha voluto. - rispondo, e se Aidoh mi conoscesse bene, noterebbe la nota di amarezza nella mia voce. Avevo voglia di stare con Zero, magari anche ballarci insieme. Non ci sarebbe stato niente di male...si trattava solo di conoscerlo meglio. E' difficile capire cosa pensi, cosa provi, perché è in grado di indossare maschere diverse a seconda delle varie circostanze. E il fatto che io sia una frana totale con i ragazzi non mi aiuta per niente.
Continuo a ballare cercando di concentrarmi sui passi, cosa che si fa via via più difficile dal momento in cui i miei occhi cercano in continuazione quelli di Zero. A volte li trovano. A volte lui distoglie lo sguardo, come a ribadirmi che tutto ciò che sta succedendo è sbagliato, che dovremmo semplicemente smetterla; ma poi, come uno scherzo del destino, lui cambia di nuovo idea e torna a guardarmi, e mi trova sempre lì, sempre con lo sguardo alla ricerca del suo.
And there's no stopping us right now...I feel so close to you right now.
Forse per questo gioco di sguardi che lo so, non mi porterà nulla di buono, o semplicemente per la stanchezza, decido di allontanarmi dalla pista dal ballo. Cerco un posto isolato, dove magari possa sistemarmi i capelli che sono un vero disastro e non essere costretta a pensare a Zero. Mi avvicino a un ciliegio e qui comincio a cercare lo specchietto nella borsa.
-Ma lo sai che sei proprio carina? - mi dice un ragazzo coi capelli rasati e un' enorme cicatrice sul viso. Non mi piace per niente, senza contare che puzza di alcol e di fumo. Non ci metto molto a capire che non è stata una buona idea allontanarmi da sola, così, senza nemmeno rispondergli, gli passo a fianco e mi incammino per tornare da Yori, decisa. Ma il ragazzaccio in un istante mi afferra il polso e mi avvicina a sé.
-Ehi...dove scappi? Non hai sentito che ti ho fatto un complimento?
Ha una forza disarmante: le sue braccia sono almeno il triplo delle mie. Se gli tirassi un pugno dubito che gli fare molto altro se non solletico. Cerco di dimenarmi, senza successo.
-Lasciami andare.
-La mia bambolina si sta arrabbiando? No, piccola, non ce n'è bisogno...adesso ti porto in un bel posto, va bene?
-Ti ho detto di lasciarmi! - grido, mentre sento l'aria che comincia a mancarmi. Dio, maledetta quella volta che ho lasciato Hanabusa e Yori...non credo di essere mai stata così spaventata in tutta la mia vita. Lottare contro questo ragazzo non avrebbe senso, mi farei solo del male. Ho già perso in partenza.
-Smettila di urlare...ho detto smettila, capito? - ringhia lo sconosciuto. -Guarda che mi arrabbio, e ti assicuro che non vuoi vedermi arrabbiato...
-Lasciala andare. - interviene Zero, comparendo all'improvviso dai ciliegi.
Il ragazzo con la cicatrice scoppia a ridere ed è in questo momento che i miei nervi cedono. Sento le lacrime pizzicare gli occhi per la pura paura di non farcela. Questo ragazzo è semplicemente matto. -Lei...- mormora, barcollando e trascinandomi con sé -lei è mia. Hai sentito?
Con qualche passo Zero ci viene di fronte. Nei suoi occhi non c'è nulla se non disprezzo per l'uomo che ha di fronte e – ma forse questo lo noto solo io – una vena di preoccupazione. Non dice nulla. Si limita a dare un sonoro, orribile pugno in faccia all'ubriaco che mi aveva presa. Questo si affloscia a terra, respirando affannosamente e imprecando ad alta voce. Se prima avevo solo paura, ora sono letteralmente disgustata. Prima che possa vedere altro Zero mi afferra e mi porta via, lontano da sguardi indiscreti, e solo quando vicino a noi non c'è più nessuno, incomincia a urlare.
-Ma sei impazzita? Hai idea di che cosa avrebbe potuto farti quel ragazzo? Eri da sola in un posto buio, Cristo! Se non fossi arrivato io...
-Zero...
-Non ci pensi, alle cose! Era questo quello che intendevo prima, Yuuki, questo! - ribadisce, gli occhi sbarrati e le guance arrossate per la rabbia. -Ecco a dove porta la tua ingenuità. Non sai che comportandoti in quel modo hai rischiato molto? Avrebbe potuto farti del male, Yuuki. Anzi, lo avrebbe fatto. Senza alcun dubbio. Dio...- si mette le mani dei capelli, esasperato. Io vorrei semplicemente dirgli che non credevo che allontanandosi un secondo dagli altri avrebbe significato automaticamente tutto questo. Vorrei dirgli che mi dispiace. Ma le lacrime cominciano a uscire e non riesco in nessun modo a fermarle. E mi do della stupida, della stupida cronica, per non riuscire a fermarmi, per non essere abbastanza forte, per non avere abbastanza esperienza...
-Yuuki...- Zero vede le mie lacrime e in un attimo la sua espressione cambia, diventando più dolce, comprensiva. -Ehi, Yuuki, no...- mi afferra le braccia e avvicina il suo viso al mio. -E' finita, Yuuki. Non ti ha fatto del male. Non piangere, ok? Sono state le mie parole? Io...io ero solo furioso, Yuuki, perché ho pensato che se non fossi arrivato in tempo...
-No, sì, cioè, io...M-mi dispiace, Zero. Mi dispiace così tanto...
-Shhhh. E' finita davvero. Sono stato uno stronzo a dirti quelle cose, ok? Ma ero preoccupato. - Con il pollice raccoglie una lacrima che stava cadendo, sfiorandomi appena. Il cuore quasi non scappa via dal petto. -Promettimi solo che starai più attenta, ok?
Gli dico di sì con la testa guardando per l'ultima volta il colore meraviglioso dei suoi occhi, caldo, accogliente e rassicurante, ma non ho il coraggio di parlare. Mi allontano da lui dirigendomi verso la pista e quando trovo Yori finalmente mi sento sollevata.
-Tesoro! Ma stai bene? Oddio...tu hai pianto.
-No no, sto benissimo. Mi è solo entrato qualcosa nell'occhio...con tutti questi petali! Senti, io voglio andare a casa. Sono...sono stanca.
Yori mi guarda di sbieco, ma poi sorride, credendo per miracolo alle mie parole. -Ma certo, tesoro. Avviso Kevin e poi...
-No – la interrompo, afferrandole un polso. -Vado a casa da sola, davvero. Non rovinarti la serata per me.
-A casa da sola? Non se ne parla nemmeno! C'è un sacco di gente poco raccomandabile in giro...
-Ti accompagno io. - interviene Aidoh. Ed era ciò che volevo evitare. Se io fossi andata a casa da sola, Hanabusa avrebbe potuto rimanere qui insieme a Yori.
La mia migliore amica sorride. -Se viene con te mi sento già più sicura. - poi mi abbraccia, stretta stretta. Anche io la stringo, cercando di trattenere un barlume di calore che possa riscaldare il mio corpo ancora sconvolto.
-Sicura che stai bene?
Prendo un bel respiro e cerco di essere più tranquilla possibile. -Sì, Yori. - mento.

***

Zero

Il sangue, in bocca, ha un gusto metallico e forte. Non sento altro che dolore. Dolore alla testa, al labbro, allo stomaco. Lo stomaco, mi si spacca lo stomaco.
Sono in mezzo al nulla. Lei è andata via. Tutti sono andati via. Dove sono? Dove mi trovo?
In qualche modo afferro il cellulare e digito il numero di mio padre. Fa che risponda. Fa che mi senta.
-Pronto?
-Papà...sono io. - mormoro, ormai senza forze. -Devi...devi aiutarmi. Per favore.

Yuuki

Un quarto d'ora dopo io e Hanabusa ci separiamo prendendo due strade diverse. Fra poco passerò davanti alla libreria e nel giro di cinque minuti sarò a casa. Credo che farò un bel bagno. Essere stata con Aidoh mi ha fatto bene, ma non mi sento ancora abbastanza calda. Proprio mentre passo davanti alla libreria, il mio cellulare squilla, spaventandomi.
-Sì?
-Pronto, Yuuki? Sono Kaien. Ho bisogno di te. - dice, con tono di voce affannoso.
-Va tutto bene, signor Kiryuu?
-Dimmi che hai con te le chiavi della libreria.
-Sì, le tengo sempre in borsa...Kaien, cosa c'è?
Il silenzio che viene subito dopo ha la capacità di gelarmi le ossa.
-Ascolta, sto per venire in libreria. Mio figlio ha appena avuto un incidente, è stato picchiato e...ho bisogno del tuo aiuto, Yuuki. Io...
Non capisco perché Kaien non voglia portare suo figlio all'ospedale. Senza contare che non pensavo che avesse un figlio...che tra le altre cose è stato picchiato. E' proprio vero che a questo mondo esistono delle bestie, là fuori, e faceva bene prima Zero a preoccuparsi. In ogni caso, anche se sono ancora spaventata a morte, non me la sento di abbandonare Kaien proprio adesso.
-Sto entrando adesso in libreria, Kaien. Mi dica cosa devo fare.

Mentre aspetto, non faccio altro che ripetermi di calmarmi e di camminare avanti e indietro. Non so come si aiuta una persona. Potrei peggiorare la situazione e questo Kaien dovrebbe saperlo. Eppure si fida di me...
Qualcuno bussa alla porta e io mi precipito ad aprire. Non ho parole per descrivere cosa sento nel momento in cui realizzo ciò che – e chi – ho di fronte.
-Zero!

-Oh mio dio. - mormoro. -Oh mio dio...- le mie mani, spasmodicamente, cercano da sole – lo giuro, io non sto facendo niente, fanno tutto loro – di aiutare Kaien a portare in casa Zero. Ha il volto sporco di sangue e fatica a reggersi in piedi. E, cosa ancora più devastante...è lui il figlio di Kaien. E io non ne sapevo niente.
-Sta perdendo molto sangue...- dice il signor Kiryuu, aiutando Zero a sedersi. Io mi metto di fronte a lui e comincio a esaminare le ferite.
-Deve andare all'ospedale. - afferma Kaien con voce decisa. -Ti prego, diglielo anche tu, Yuuki...
-Niente ospedale. - risponde Zero deciso, con occhi di ghiaccio.
-Zero – sussurro – io non so se sono in grado di curarti. Stai perdendo molto sangue, devi davvero andare all'ospedale...
-Ho detto niente ospedali- dice di nuovo. Il suo viso è una maschera oscura e i suoi occhi sono impenetrabili.
-Ok, ok. -sbotto, alzando le mani, in segno di resa. -...Non mi avevi detto che eri suo figlio.
-Non volevo farlo.
-Cos'è, cercavi di proteggermi da qualcos'altro? Da cosa stavolta, Zero? Sono proprio curiosa di saperlo.
-Yuuki...
-Aspetta...voi due vi conoscete? - chiede Kaien, visibilmente stupito. -Non ti aveva detto che io sono suo padre?
-No. - rispondo. E stavolta la delusione è chiara, non si può nascondere.
-Smettila, papà, va bene? - interviene Zero, in tono spaventoso.
-Stavo solo cercando di...
-Basta! - urlo. -Kaien...ho bisogno del cotone, della garza e anche del disinfettante. Queste ferite vanno pulite, adesso.
Kaien si precipita a cercare l'occorrente lasciando me e Zero soli.
-Chi ti ha ridotto così? - domando, a bassa voce.
-Non è stato niente, Yuuki. Le solite risse adatte a noi cattivi ragazzi...
-Smettila di prendermi in giro. Cos'è, tu puoi preoccuparti per me e invece io non posso farlo per te?
Qualcosa, nei suoi occhi, meravigliosamente e inaspettatamente, cede. Distoglie lo sguardo. -C'era...c'era il ragazzo di prima, quello che ti ha dato fastidio. Solo che si è portato qualche amichetto, suppongo. Erano in sei.
Il mio sangue si gela, all'improvviso. -Ti hanno picchiato in sei? - mormoro. Non trovo più la voce.
-Sto bene, Yuuki. Non è la prima volta che mi capita.
-Ti hanno picchiato per colpa mia...
Zero mi afferra una mano, saldamente. E' un gesto inaspettato, sconvolgente. -Non è vero, Yuuki. Non voglio che ci pensi nemmeno per un momento.
Kaien torna, portandomi un asciugamano bagnato con dell'acqua. -Non ho niente, in casa, Yuuki. - si giustifica. -Vado nella farmacia qui vicino, forse trovo qualcosa. - E così il padre di Zero va via, mentre io comincio a tamponare a quest'ultimo il taglio che ha sulla testa.
-Forse brucerà un pochino...- mormoro.
In un primo momento Zero sospira e geme per il dolore, poi, piano piano, si abitua. Mi osserva attentamente mentre tampono la ferita. Io cerco di non cedere e guardarlo, ma poi, a un certo punto lo faccio, e casa?

Io lo guardo malissimo. -Non se ne parla nemmeno, devi riposare.

-Sto bene, Yuuki. - mi assicura lui. -Senti...mi hai guarito. Voglio fare qualcosa per sdebitarmi. Posso accompagnarti a casa, per favore? - Stavolta, la domanda è accompagnata dal suo sorrisetto furbo. Questo ragazzo è disarmante. Fino a ieri potevo dire di stare bene con Yori, di sentirmi a mio agio con Hanabusa...ma Zero, beh, Zero è Zero, mi dico. Ed è straordinario, perché lo conosco da così poco, ma sembra che fra di noi ci sia qualcosa che va al di là del tempo, al di là della razionalità. E mi fa una paura pazzesca, ma al contempo, mi fa sentire viva come non mai.

-Oh, e va bene! - sbotto. -Ti 'spiace metterti una maglia, per favore?

Lui ora ride. -Che c'è, ti do fastidio?

-No. - mormoro. Il mio cuore praticamente scoppia. -E' che così... mi stai distraendo, Zero Kiryuu.

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Just believe (Zero X Yuki)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora