Learn to love again
Zero
Sono sempre stata una persona che soffre molto il freddo. Quando comincia l'inverno, mi piace pensare che tirerò fuori tutte le scarpone enormi e le maglie a maniche lunghe, che mi avvolgeranno come delle coperte e mi terranno caldo. E proprio così, imbacuccato come se dovessi affrontare un escursione in Siberia, faccio una bella corsa fino a casa sua. Di solito anche lui va a correre molto presto, la mattina, per cui spero proprio di trovarlo. Mi ricordo quando eravamo più piccoli: lui era un grande atleta, non si stancava mai; si ostinava a portarmi a correre per farmi stare meglio, i giorni che venivano dopo grandi sbronze, o quando avevo le palle girate. Quando mi comportavo da stronzo – lui diceva che assomigliavo a un gorilla – veniva in camera mia, tirava fuori i miei vestiti da ginnastica e mi dava tante pedate nel culo finchè non mi mettevo a correre. Sorrido tra me e me, mentre ripenso ai quei momenti. Mi mancano davvero molto, e questa mancanza brucia come brucerebbe l'aria nei polmoni. Senza di lui, nel corso di questi mesi, è stato come soffocare, in effetti.Mi siedo sugli scalini che precedono l'entrata di casa sua. Non sono l'unico in giro a quest'ora, nonostante siano appena le sei: ci sono i ragazzi che devono prendere il pullman, gli anziani che fanno le passeggiate, alcune donne che come me vanno a correre. In tutto questo tempo, io mi sono fermato, cristallizzato nel mio dolore, ma il mondo è andato avanti.-Che ci fai qui?Ecco, la sua voce mi fa balzare il cuore in gola. Mi sta guardando, Kaito, il mio migliore amico, o almeno colui che lo era, prima che gli strappassi la vita, il cuore, tutto. E' vestito molto meno di me, perché è sempre stato uno a cui il freddo piaceva, che non lo subiva, ma che lo viveva. Forse perché il caldo lui ce l'ha dentro, proprio nel cuore.-Ehi. - mormoro, accennando un sorriso. Non si muove, non ricambia il gesto. Dalla mano destra gli penzola il mazzo di chiavi che produce uno strano tintinnio. Mi guarda negli occhi, ma mai troppo a lungo, perché, quando si rende conto che perderci l'uno nell'altro significherebbe affrontare quello è successo, distoglie lo sguardo, inesorabilmente.-Hai cinque minuti? Voglio parlarti. - mormoro. Lui, rimanendo in silenzio, apre la porta. Temo che mi dica di andarmene, ma non lo fa. Rimane zitto ancora per qualche istante, poi mi dice: -Devo fare in fretta, dopo ho un impegno.Mi alzo dalle scale ed entro in casa sua. Una casa che mi mancava da morire e che profuma di infanzia, di caramelle regalate, di disastri, di litigi e poi di abbracci, quelli veri, dati frettolosamente, di nascosto, ma che valevano tanto e che dopo ci saremmo tenuti dentro l'anima tutta la vita.
-Lo vuoi un caffè? - mi chiede a un certo punto. -Ne è avanzato un po' da prima. Mi metto a scaldarlo.-Sì, grazie, molto volentieri. - rispondo. Così mi siedo su una sedia in cucina. Non è cambiato niente dall'ultima volta che sono stato qui: tutto è in ordine, sempre pulito e immacolato. La mamma di Kaito è donna che ci tiene a queste cose.-Dove sono i tuoi? - domando titubante, senza guardarlo negli occhi.-Fuori città per lavoro, tornano la settimana prossima.Di nuovo silenzio. Kaito versa il caffè in due tazze: in una mette un cucchiaino di zucchero, la sua, mentre nella mia ne mette due. E' incredibile come i gesti più banali, come ad esempio il fatto che si ricordi quanto zucchero voglio nel caffè, assumano un'altra faccia, un'altra importanza, quando tutto cambia. E' strano che non vi abbia mai prestato abbastanza attenzione. Cominciamo entrambi a sorseggiare il caffè. Quando arrivo circa a metà tazza, il mio cuore mi urla che devo dirgli tutto.
-Kaito...non ce la faccio più. Sembriamo due perfetti estranei. Invece non è vero, non deve essere così.Lui rimane con la sua tazza a fissare un punto indistinto del tavolo. Sento le guance infuocarsi, il sangue scorrere nelle vene.-Non posso perderti, Kaito. Sei troppo importante per me. Lo sei sempre stato. Lo sai, no?
-Tu hai rovinato tutto. - mormora lui, senza guardarmi negli occhi. Temo che fra poco la tazza si sgretolerà tra le sue mani, perché la sta stringendo spasmodicamente, quasi si stesse aggrappando a un'ancora per non cadere nel baratro .
-Io mi fidavo di te, Zero. Sei sempre stato così leale...e lei, lei, è sempre stata così perfetta, Cristo. Eravate le cose più belle della mia vita, non vi avrei sostituito mai e poi mai con nessuno. Perchè proprio lei, Zero? Perchè fare un torto a me?
-Io non volevo fare un torto a te! E'...è successo, Kaito. Lo sai...lo sai com'ero. Io non conoscevo altro modo. La prima volta ero ubriaco. Mi fa schifo parlarne e mi odio per quello che ho fatto. Sono stato così debole da non riuscire a smettere...e non dovevo farlo, lo so che non dovevo farlo. Sapevo che tu l'amavi con tutto il cuore e con tutta l'anima, ma nonostante questo lei veniva da me. E io ero furioso, perché pensavo che meritassi di meglio. Sono arrivato a pensare che, se la tenevo con me, forse avrei potuto salvarti.-Salvarmi? - Kaito, come svegliato da un incubo, lascia cadere la tazza e si alza in piedi, furioso.
-Tu che salvi me? E come? Scopandoti la mia ragazza?
-Ho sempre sbagliato, Kaito, sempre. Credendo che non ti meritasse, attirandola a me, non rendendomi conto che stavo facendo del male a tutti, compreso me stesso. Ma un giorno è cambiato tutto. Il giorno in cui mi ha detto che credeva di essersi innamorata di me...Kaito, con passi veloci e il viso scuro, mi viene in contro e mi afferra per le spalle. Cerca di sollevarmi per sbattermi addosso al muro, ma riesco a controbilanciare la sua forza. Schivo un suo pugno, ma mi becco un calcio in pieno stomaco.
-Dammi una ragione per la quale non dovrei ucciderti, adesso! Afferro il suo corpo e, in questo modo, cadiamo entrambi per terra. Sono in grado anche di bloccare le sue mani e così, quando finalmente lui si calma e non tira pugni a destra e a sinistra, lo guardo negli occhi e gli dico: -Ascoltami! Quel giorno, Kaito, lei si sbagliava. Non era vero che mi amava, e sai da cosa l'ho capito? Dai suoi occhi. I suoi occhi che gridavano disperazione. Lei fuggiva dal tuo amore, perché pensava di non meritarlo, perché si sentiva sporca. E ha toccato il fondo, Kaito, arrivando a mettersi con me. Ma il suo animo non è marcio e tu lo sai. E' una persona meravigliosa e lei ti amava, Kaito, ti ama anche adesso e ti amerà per sempre. Ma non riusciva a capirlo, per...per colpa dei suoi genitori che, lo sappiamo tutti e due, sono le persone più ipocrite di questo mondo, e anche per l'insicurezza. Kaito, disteso sul pavimento, respira affannosamente, ma i suoi polsi non sono più tesi. Si è lasciato andare.-...L'hai mai amata, Zero?Incredibile il fatto che il mio migliore amico e Yuuki, pur non conoscendosi, mi abbiano fatto la stessa identica domanda.
-Allora le dicevo di no, Kaito. Perchè per me l'amore era una cosa inesistente, una cosa orribile, che poteva solo renderti debole. Ora guardo indietro e mi rendo conto che...sì, lei era importante per me. Non quell'amore che ti prende e ti consuma, certo, ma le volevo bene, la volevo proteggere, per me rappresentava qualcosa di bello. So che quello che ti sto dicendo è importante, perché credo che ti avrebbe fatto imbestialire ancora di più si l'avessi solo usata, come se fosse uno straccio. Kaito, finalmente, sorride. Un sorriso triste ma sincero, unico. E allo stesso tempo, calde lacrime cominciano a solcare il suo viso. Gli lascio andare i polsi, così ci sediamo uno di fronte all'altro, con le gambe incrociate.
-E' un gran bel casino. - mormora. -Adesso c'è anche il bambino, di mezzo...
-Kaito, per favore. Non voglio che pensi che quello che ti ho appena detto cambi tutto, ok? Le voglio bene, certo, è la madre di mio figlio, ma non sono innamorato di lei. Non lo sono davvero. Lei è innamorata di te, vuole sposare te, vuole avere una famiglia con te. E io lo so che anche tu sei disposto a riprovarci. Lo so perché in fondo l'hai già perdonata.Kaito comincia ad asciugarsi le lacrime con i polsi, ma un certo punto ci rinuncia, capendo che non riesce a smettere di piangere.
-Sto frignando come una bambinetta. - mormora. E, a questo punto, non riesco più a non abbracciarlo. A non stringerlo forte forte, come se fosse un bocciolo da proteggere, come se fosse il mio fratellino minore. Dio sono sa quanto questo ragazzo significhi per me.-Ti voglio così tanto bene, Kaito...probabilmente non te l'ho mai detto. Beh, un altro errore da aggiungere alla lista. Sei il migliore amico che potessi mai desiderare, e ti capirò se non vorrai perdonarmi. Sparirò dalla tua vita per sempre, te lo prometto. Però permettimi di dirti che, nonostante forse non te ne sia mai reso conto, tu per me hai sempre rappresentato una salvezza, un modello dai imitare. Ferire Yuuki e ferire te sono state le cose più orribili e sbagliate che abbia mai fatto in vita mia. Non mi perdonerò mai per questo. Ci sarà sempre un dolore - lì, nel centro del petto, che non se ne andrà, farà sempre parte di me, e mi va bene così perché me lo merito. Ma tu no. Vivi, vivi perché lo meriti, perché sei la persona più buona del mondo. Vivi per la ragazza che ami, che hai sempre amato.Rimaniamo abbracciati per un po', forse per un ora, forse per un giorno. Il tempo perde importanza e consistenza. Quando faccio per alzarmi, è Kaito ad attirarmi a sé, di nuovo.
-Hai devastato il mio cuore, Zero Kiryuu. - sussurra. E so che questo sarà il nostro piccolo grande segreto. -Ma non riesco a odiarti. Non ce la faccio.Ed è sentendo queste parole che non riesco più nemmeno io a trattenere le lacrime.
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Just believe (Zero X Yuki)
RomanceYuuki è una ragazza che ama la vita e che ha imparato ad apprezzarne ogni piccola cosa per quello che ha vissuto. Zero non crede nell'amore, non ha mai voluto bene davvero a nessuno. Possono, due persone così diverse, amarsi? Immaginate che non esis...