CAPITOLO 29

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Ragazzo di porcellana

KanameDalla credenza prendo una tazzina, ci verso dentro un po' di caffè e ci metto una puntina di zucchero. Non ho mai amato la dolcezza. Ecco, non in quel senso del termine. I dolci sono splendidi e ammiro anche la pazienza di chi li cucina, ma preferisco decisamente una buona bistecca al sangue con dell'insalata come contorno. Decisamente più salutare e diciamocelo, più facile da preparare.Nell'appartamento c'è un vago sentore di arance, probabilmente perché Heather, la mia gentilissima domestica, deve aver usato un prodotto nuovo per pulire i pavimenti. Io non sono capace di farmi i mestieri da solo, forse è per questo che quindi ho una domestica. La stessa che avevo da piccolo quando abitavo con i miei. O forse, semplicemente, la scusa è un'altra: è bello avere compagnia e vedere qualcuno nel mio appartamento, ogni tanto. Una figura femminile manca e si nota. Mi chiedo spesso cosa avrebbe fatto Sky del mio salotto se fosse tornata qui a Tokio con me. Ci sarebbero più foto, sicuramente, e ci sarebbero più colori. Invece, finchè ci abito solo io, c'è solo nero, bianco, ancora nero, nero nero e nero. E' più funzionale e probabilmente rispecchia la mia anima. Mi viene in mente un pezzo per una canzone e comincio a canticchiare: -Your soul can't be saved...it's so black, it's so black.Mi siedo al pianoforte che è nell'angolo più a destra del salotto, vicino alle finestre. Se sono venuto a vivere qui è per la vista e per le superfici della cucina che sono facili da pulire. Per il resto non ho bisogno di molto altro: la tv averla o non averla non fa differenza, c'è un bagno, piccolo ma adatto a me, e una camera da letto perennemente in disordine perché non mi fermo mai cinque minuti a sistemarla. Poche fotografie, tanti spartiti e le lenzuola completamente disfatte a eccezione del venerdì mattina – perché il giovedì viene Heather e lei trova la pazienza di rifarmi il letto.La mia vita ormai è più legata alla musica che ad altro. O almeno, prima era così. Insomma, uscivo di casa e c'era il lavoro, uscivo la sera e andavo a suonare; tornavo a casa e c'era il pianoforte ad aspettarmi e volevo scrivere un nuovo pezzo. O esercitarmi, visto che esercitarsi non fa mai male. Ma ora non lo so più, credo che un po' di cose siano cambiate. E c'è per forza un punto di partenza a tutto questo, ma non riesco a trovarlo, oppure è lui che si nasconde perché non vuole essere trovato dal mio cuore.Il punto è...che ultimamente sto davvero meglio. Quando sono tornato qui dopo aver lasciato Sky, per me vivere e sopravvivere non avevano molta differenza. La musica era ciò che mi spingeva ad andare avanti, ma spesso, quando affidiamo a qualcosa che non vive la nostra esistenza, finiamo per distruggerci o semplicemente stancarci. Io non mi sono mai stancato della musica, ma ero come arrivato a un punto di non ritorno, un punto in cui sia che guardassi indietro o avanti non riuscivo a dare nessun significato alla mia vita. Poi, per uno scherzo del destino, è arrivata lei.Non so esattamente cos'abbia fatto per cambiare radicalmente il modo in cui vedo le cose. In un certo senso le vedo in modo ancora più nuovo di come le osservavo quando stavo con Sky. E di Sky ero realmente innamorato. A volte sono fermo lì, come un ebete, mi capita di fissare i suoi occhi e il suo sorriso e mi dico in un certo senso è come se quando sto con te posso vivere davvero.E non è difficile capire che stia parlando di Yuuki.Non esiste creatura più fragile ma al contempo più combattiva che abbia mai conosciuto. Ma la cosa folle, veramente folle, è che dal suo chiudersi, dal suo tenersi tutto dentro traspare sicurezza ma al contempo voglia di darti un pezzo di sé, voglia di spaccare il mondo e di renderlo un posto migliore. Lei rende le persone migliori.-It's crazy baby but when I'm with you I feel alive...I feel alive. - intono.Chissà, non è detto che la mia vita sia finita totalmente un anno fa. La luce si trova sempre, anzi, spesso sono gli altri a portare luce nella nostra vita, e la scelta che ne viene dopo spetta a noi: possiamo semplicemente respingerla, accettarla, farla nostra. Far si che ci appartenga. Io non so esattamente cosa devo fare con ciò che provo per Yuuki...perchè è decisamente confuso. Ma per la prima volta dopo tanto tempo sento che vale la pena respirare, vale la pena muovere le dita sul piano e intonare una canzone che mi piace, magari una canzone d'amore, che profuma di speranza. E ancora una volta, credo sia grazie a lei.-I don't know how I feel...I just know that you changed my life, you changed my life.Verso mezzogiorno lascio la scuola nella quale insegno, a San Diego, e mi dirigo verso il centro. Ci sono ancora delle commissioni che devo fare, tipo fare la spesa dal momento in cui in frigo non ho quasi più nulla e, di questo passo, Heather non potrà nemmeno più cucinarmi una frittata. Io la so fare la frittata. Beh, tecnicamente so fare bene anche i panini, se il pane è già comperato. Sky no, lei era una che ci teneva al cibo e che stava attentissima alle calorie. Per lei o era carne bianca o verdura. Era la classica ragazza che vedeva bianco e nero: non esisteva il grigio, la via di mezzo, per lei. Forse è anche per questo che non ha più saputo accettarmi, a un certo punto.Mi capita di passare, dopo aver comprato della verdura, davanti alla libreria nella quale lavora mio cugino, Hanabusa. E pensandoci bene mi ero anche deciso di comprare un libro, in questi giorni, una recente biografia di Richard Wagner. Senza pensarci due volte entro nel negozio. La libreria è piccola ma molto accogliente per essere gestita principalmente da ragazzi: ci sono tante poltroncine che sembrano invitare i più piccoli a fermarsi un attimo e chiedersi in che mondo siano finiti. Un mondo al quale mi sono sempre sentito molto vicino. Leggere un libro è un po' come comporre una canzone: si rimane concentrati, si pensa, si scava in fondo al proprio petto con l'unico scopo di riuscire a emozionare gli altri anche solo un quarto di quanto ci siamo emozionati noi. Comporre significa costruire e costruire significa che quello che verrà dopo avrà un senso, se non è stato vano, se abbiamo fatto sì che entrasse nel cuore degli altri con la stessa facilità con la quale è entrato nel nostro.Comincio a cercare il libro nella sezione di musica, distraendomi spesso e finendo a ficcanasare libri che ho già letto o altri che hanno copertine che mi ispirano. Il negozio è praticamente vuoto, c'è una pace immensa. Pace che improvvisamente è interrotta da due voci.-Stai scherzando, ancora no? - dice un ragazzo, che se non è mio cugino deve avere per forza il suo stesso tono di voce. Sembra alterato.-No. Senti...ci ho provato, ok?-Provato? Non devi solo provare! Devi dirglielo, Zero. Senti, già questa cosa la farà a pezzi, hai idea di quanto le farà male sapere che le hai mentito per tutto questo tempo?Sento un sospiro. Un lungo, doloroso sospiro. -Credi che non lo sappia, Hanabusa? Credi che non mi senta a pezzi ogni volta che la guardo negli occhi, ogni volta che mi è vicina e mi fa capire che quello che prova è reale?Con molta cautela, mi avvicino al punto dal quale provengono le voci. Mentre sistemano dei libri, Hanabusa e Zero parlano.-Zero...ascolta, io posso anche solo lontanamente immaginare come ti senti ora. Sei praticamente spezzato a metà. L'unica donna che hai mai davvero amato è qui e crede di essere felice, con te, il ragazzo perfetto. E invece...e invece sei diventato padre e hai delle responsabilità nei confronti di quel bambino...-Haru. Ti ho detto che si chiama Haru.-Ok, nei confronti di Haru. Che...che gran bel casino, Zero!Lo stomaco si fa leggero e al contempo pesante, incredibilmente pesante. Proprio come poco prima di vomitare e gettare fuori tutto ciò che di te ti fa schifo. Zero...Zero ha un figlio?-Glielo dico, Hanabusa. Lo faccio davvero. Quello che ora mi spaventa a morte è ciò che accadrà dopo. Anche se...col tempo, ecco, mi accettasse...che ne sarà del bambino? Come farà a stare bene se i suoi genitori sono separati?-Mi stai dicendo che ti metteresti con Hana, Zero? - chiede mio cugino, sgranando gli occhi.-Io...per il bambino...non lo so, non lo so che cazzo farei, va bene?-No, no e poi no! - grida Hanabusa. -Tu Hana non la ami e io lo so. Tu...tu ami Yuuki, Zero! Non devi nemmeno pensare di fare una cosa del genere, perché feriresti non solo te stesso, ma anche Hana e col tempo peserebbe tutto sul bambino.Zero crolla su una poltrona lì vicino, mettendosi le mani nei capelli. -E allora cosa faccio? Hanabusa, mi dici che cazzo devo fare? Io senza di lei non vado da nessuna parte. Ma Haru...Mio cugino osserva a lungo il ragazzo dai capelli argentei con occhi limpidi e tristi. Con una vena di nausea, mi accorgo che sarebbe disposto a tutto pur di aiutarlo e lo stomaco quasi mi si spacca. Il biondo mette poi una mano sulla spalla di Zero e sorride, un sorriso sorprendente e vero, di quelli che non gli ho mai visto regalare.-Non lo so, Zero. Non lo so. Ma se la ami si risolverà. Deve risolversi. Non so come farete e come ne uscirete...ma supererete tutto questo.Giuro che vedo nero. Devo allontanarmi, mi ripeto, e infatti i miei piedi prendono a camminare e si dirigono verso l'uscita, da soli, senza l'aiuto della mia testa, ma non ho nessuna intenzione di andare a casa. Mi fermo fuori, sugli scalini che precedono l'entrata della libreria e aspetto. Cosa aspetto sinceramente non lo so nemmeno io. So solo che se vedo Yuuki potrei davvero dirle questa cosa ma non so né cosa significherebbe per lei, per Zero, ma soprattutto per me.ZeroE' pomeriggio inoltrato quando esco per buttare via i rifiuti accumulati in libreria da tutta la settimana. Faccio il giro dal retro, ma poi mi viene voglia di vedere cosa sta succedendo in centro, che gente c'è. Insomma, mi viene voglia di staccare dal lavoro e prendermi una pausa. Le luci e i rumori del traffico mi hanno sempre dato una strana sensazione, un misto di paura, angoscia ma al contempo vita e...respiro. Credo che sia tutto connesso alla morte di mia madre, all'odore del sangue mischiato all'asfalto e le luci delle macchine che si fermavano di fianco a noi per capire cosa fosse successo. Sono sensazioni che non puoi scrollarti via di dosso nemmeno se lo desideri con tutto te stesso, e col tempo inizi non ad accettarle, certo, ma almeno a conviverci, quello sì.-La tua è tutta apparenza, vero Zero?Mi volto di scatto per notare Kaname seduto sulle scale da dove si raggiunge l'entrata nel negozio. Prendo un respiro profondo per cercare di non dare di matto. Insomma, sbuca fuori all'improvviso, col buio...tra le altre cose mentre penso agli orribili momenti della mia vita. Ma c'è qualcos'altro che è decisamente più inquietante, qualcosa che non arriva subito ma, quando lo fa, ha il potere di rendere il mio sangue ghiaccio. Sono i suoi occhi che traspaiono odio.-Kaname...- mormoro, guardandolo di sbieco. Non mi ha mai trasmesso questo tipo di sensazione, prima d'ora. -Cosa hai detto?Lui sorride, un sorriso storto, finto, non da lui. Si alza e piano piano viene verso di me. -Credo che tu abbia capito benissimo. Insomma, guardarti, sei il tipico ragazzo perfetto, che apparentemente non ha nessun difetto. Poi...poi boom, via la maschera e diventi una persona orribile che ha costruito la sua vita con le menzogne.I miei occhi sono ridotti a una fessura. Il respiro si è fatto affannoso e, senza farlo apposta, sto indietreggiando. -Di che cosa stai parlando, Kaname?Non ho il tempo di vedere nulla del suo viso, se non una piccola smorfia prima dello scatto. In qualche modo, con le braccia Kaname mi afferra per il colletto della maglietta e mi sbatte contro il muro della libreria. Per strada non c'è nessuno, ma anche se ci fosse, non so se avrebbe il coraggio di intervenire. Gli occhi di quest'uomo mi stanno letteralmente divorando. Il tanfo del disprezzo più totale punge le mie narici.-Lo sai benissimo di che cosa sto parlando! - grida. -Tu, lurido...hai un figlio e lei non lo sa! Non gliel'hai detto, cazzo! Hai idea di quanto questo possa farle male? Sei uno stronzo, Zero Kiryuu, uno stronzo che non sa vivere!Le sue mani stringono la presa e dalla mia gola esce un suono strozzato, orribile. Per un folle istante desidero che la presa aumenti fino a farmi mancare il respiro, fino a costringermi a patire tutto ciò che dovrà patire Yuuki. Ma non posso e non voglio gettarmi via così. Non è cedendo che avrò l'occasione di farmi perdonare. Non è smettendo di combattere che le dimostrerò il mio amore. Con tutte le mie forze afferro il polso di Kaname per cercare di scrollarmelo via di dosso.-Tu...tu non sei degno di lei. - sputa Kaname.-E...e chi lo sarebbe, tu? Tu, Kaname? Ti nascondi dietro le tue lezioni di canto sperando che un giorno lei possa innamorarsi di te. Ti ho visto, sai? Ho visto come la guardi! E se avessi anche un minimo di rispetto per i nostri sentimenti non ti azzarderesti a...Vedo che carica un pugno diretto verso il mio viso. A malapena riesco a chiudere gli occhi, ma il colpo non arriva. Quando li riapro, Hanabusa sta portando via Kaname usando tutta la forza che ha in corpo.-No! - urla il biondo. -Kaname, fermo! Fermo, Cristo! Vuoi finire nei guai, idiota? - Kaname si dimena ancora un po', poi Hanabusa lo lascia andare. Io tengo una mano sul collo palpandone la consistenza: per un momento ho davvero rischiato di smettere di respirare. E lo meritavo, lo meritavo davvero.Kaname punta un dito verso di me. -Parli di rispetto a me, ragazzino? Rispetto? Il tuo rispetto dove lo hai messo nel momento in cui hai messo incinta una ragazza? Dove cazzo lo hai messo quando ti sei innamorato di Yuuki senza pensare alle conseguenze? Yuuki non ha idea di che ragazzo ha al suo fianco, ed è questa la cosa più brutta. Hai avuto il coraggio e la forza di mentirle per tutto questo tempo...se provare qualcosa per colei a cui do lezioni ti sembra irrispettoso e una relazione costruita sull'inganno no, allora c'è qualcosa che non va, credimi.-Tu...- mormoro, il fiato corto e la mani lasciate lungo i fianchi. -Tu non sai cosa abbiamo passato, Kaname. Non lo sai. Non mi conosci e non conosci nemmeno lei, e per questo non sai cosa c'è in gioco per me quando si parla di Yuuki. Non me ne frega se pensi che non sia vero, ma lei per me è tutto, e non lo dico perché è una frase comoda o fatta. Lo dico perché la amo. Mi hai sentito? E' sbagliato, farà male a entrambi, è ingiusto per chiunque ma la amo. Avrei dovuto...avrei dovuto lasciarla andare molto tempo fa perché non l'ho mai meritata. Lo so questo. Non l'ho fatto perché sono un uomo debole. E perché la amo più della mia stessa vita. Se la lascio andare, se lei va via da me, io non ho più ragione per vivere. Riesci a immaginare un amore così? - chiedo, sentendo le lacrime bruciare e la gola ardere. -Ci riesci, Kaname?Vedo che respira a fondo. Non so cosa abbia detto per scaturire in lui un moto di compassione, o, se non è compassione, allora è un bellissimo ed effimero attimo di tregua. Riapre gli occhi dopo diversi istanti e noto che il loro colore è tornato umano.-Sentite, ragazzi...- comincia Hanaubusa. -Andiamo dentro. Potete continuare questa conversazione ma almeno fatelo in casa. Leviamoci dalla strada prima che ci arrestino tutti e tre, dai.Sorseggio acqua gelata nell'angolo più remoto della libreria, acqua che gentilmente Aidoh mi ha portato, mentre Kaname non riesce a stare fermo un attimo. Cerchiamo tutti e tre di calmarci ma la verità è che l'atmosfera è talmente tesa che si può benissimo tagliare con un coltello.-Kaname...- sussurro. Non ho idea di come cominciare. -Voglio essere io a dirglielo, quindi non ti azzardare ad andare da lei e farle sapere quello che hai sentito.Lui ride, glaciale, sprezzante. -Stai solo guadagnando tempo. Sai che io lo farei senza esitazione e per questo vuoi assicurarti il mio silenzio, quando sai benissimo che non hai le palle per dirle la verità. Temporeggerai ancora.-No. - dico. -Glielo dirò, Kaname. Ho solo bisogno di pensare a come farlo. Non hai idea di quanta paura abbia, ok? Tu non ce l'hai.-No, hai ragione. Ma so che devi dirglielo, Zero, altrimenti giuro che non rispondo più delle mie azioni...-Dirmi cosa?Il tempo si ferma, come se un cristallo di ghiaccio imprigionasse una minuscola forma di vita e la facesse propria. Una voce tra i lamenti, un raggio di luce nell'oscurità, tutto cambia in un istante. E' un angelo, la mia Yuuki. E l'angelo entra nella stanza col suo sorriso radioso che ha la capacità di distruggere ogni incertezza. La sua ingenuità e la sua grazia sono la sua forza.Avrei voluto altro per te, amore. Avrei voluto una vita normale e un amore più sano. Perdonami se non sono stato in grado di darti questo. Ma almeno ricorda che sei e sarai sempre l'unica donna che abbia mai amato.YuukiLa scena che ho davanti è davvero una delle più strane che abbia mai visto. Sia Zero che Kaname mi sembrano sconvolti, e poi c'è Hanabusa, nell'angolino della stanza, che sembra fare da arbitro. I miei occhi passano dal cremisi al ghiaccio più puro attraversando un lilla intenso. Non ho idea del perché ma il mio cuore comincia a battere all'impazzata e le gambe tremano.-Dirmi cosa? - ripeto, stavolta con la voce un po' più flebile. Zero sta tremando e Kaname non la smette di fissarlo. -Mi state spaventando. - mormoro. -Che succede?-Zero deve dirti una cosa. - dice Kaname, con un tono di voce che non gli ho mai sentito. Non mi guarda, mentre pronuncia queste parole. Scava dentro il volto di Zero per coglierne ogni cambiamento e reazione.-Yuuki...- comincia Zero, alzandosi. -Andiamo via da qui.Mi raggiunge a mi afferra una mano, tocco che faccio mio all'istante. Ha la pelle che scotta, ma non oso pensare al perché. Non capisco davvero cosa stia succedendo.-Vedi, Zero? Stai scappando di nuovo. Stai scappando ancora! - grida Kaname.-Non urlare, Kaname. - lo rimprovero io. -Stai...state tremando. Volete calmarvi, per favore? Mi state spaventando a morte.Kaname e Zero si guardano in un modo mai sperimentato prima. In un certo senso è ancora peggio dell'occhiata che si erano scambiati la prima volta che si erano visti ed è più pungente di quella della serata di canto. Questa non sa di competizione. Sa di odio ed è insano e fa paura.-Vieni, Yuuki. - mi dice Zero, cominciando a camminare.-E' falso, Yuuki, è un ragazzo falso e ipocrita! Non avresti dovuto fidarti di lui.Stavolta mi fermo o rischio di impazzire. -Kaname, vuoi calmarti, per favore? Non ti ho mai visto così. Non so cosa stia succedendo, ma qualsiasi cosa sia la risolveremo, ok? - lo guardo negli occhi, cercando un minimo barlume di compostezza. -Kaname...non voglio che ti preoccupi per me, va bene? Va' a casa. - Nei suoi occhi leggo vuoto, ma non potevo fare altrimenti. Se questo è un problema tra me e Zero allora dobbiamo risolverlo noi, solo noi. Faccio per voltarmi sforzandomi di non cedere e scoppiare a piangere.-Yuuki...- ricomincia Kaname, alle mie spalle. -Zero ha un figlio.Il mondo si ferma, per qualche assurdo istante, istante nel quale essere vivi o morti non ha alcuna differenza. Istanti dove brividi di freddo attraversano il cuore ma sono troppo forti per essere anche solo capiti dal cervello.-Cosa? - chiedo. Con un filo di voce, niente di più.-Zero ha un figlio, Yuuki. - ripete Kaname.Indietreggio senza rendermene conto. E' come se un enorme peso schiacciasse il mio fragile corpo e lo riducesse a brandelli. La pugnalata che arriva al cuore fa talmente male che per un attimo mi manca il respiro. Non ho idea di come il mio volto si presenti ora: so solo che non sento di avere più le ossa. Probabilmente si sono disintegrate.I miei occhi cercando il volto di Zero e lo trovano. E' bellissimo, come è sempre stato. I suoi occhi sono velati di lacrime, e sono ancora più puri e meravigliosi di quanto li ricordassi. Non ho idea del perché, ma sorrido. -Zero...- mormoro. Cerco di ritrovare me stessa. Il mio corpo, dov'è finito il mio corpo? -Ti basta dire che non è vero, Zero. Che è una terribile bugia. Sì, che questa è una stupida, orribile bugia.Il momento che segue è e credo sarà sempre il più straziante della mia vita. Vedere Zero che non lascia andare i miei occhi vomitandomi addosso con lo sguardo tutti i suoi sensi di colpa, tremando come una foglia, cominciando a versare lacrime senza vergogna, ha la capacità di lacerarmi. Ed è nel momento in cui abbassa gli occhi e guarda per terra che il mio cuore percepisce che tutto questo non è una menzogna, ma è la verità. E' la verità: Zero ha un figlio e non me l'ha mai detto.Non trovo la forza di asciugare le lacrime che cominciano a scendere. O meglio, non trovo la volontà di farlo. Perché dovrei? Piangere o morire a questo punto non ha tanta differenza. La linea che separa la felicità più assoluta dalla tristezza buia che si trova in un baratro io l'ho appena varcata. E non sono poi così sicura che ci sia il modo di tornare indietro. Il peso della verità schiaccia il mio corpo e mi ritrovo a terra, con una mano sullo stomaco. Qualcuno sta urlando no, no, no!, in continuazione. Non si ferma, Dio, non si ferma. Osservo le mie mani che tremano come mai in vita mia ed è adesso che mi rendo conto che sono io a urlare. Sono io, proprio io.Qualcuno cerca di afferrami ma lo spingo via. Il mio corpo ha smesso di rispondermi, come se avesse staccato la spina: in questo momento il dolore è così atroce che posso distinguere solo quello di tangibile all'interno della mia anima, come se fosse formata solo da particelle di buio. Quando sento che c'è qualcosa che non va, che mi sto come abbandonando, faccio un respiro profondo e torno lucida. Avevo smesso di respirare. Sono ancora io, Yuuki Kuran, nella libreria di San Diego insieme all'uomo che amo, Kaname e Hanabusa. O forse no. Forse niente di questa vita mi appartiene più, ormai.-Yuuki, ti prego...- mormora Zero, cercando nuovamente di attirarmi a se.-Non toccarmi! - grido, scappando via. Comincio a correre tra le strade di San Diego senza sapere dove le mie gambe, frenetiche e impazzite, mi porteranno. Scappo, scappo e scappo da una vita che è ancora troppo mia, da sensazioni e sentimenti che non posso scacciare semplicemente sbattendo le palpebre. Dio, fa male. Fa davvero male e non so come affrontare tutto questo...-Yuuki! - grida Zero. -Yuuki, fermati, ti prego!Io non mi fermo. Corro e ho intenzione di farlo finchè i miei polmoni non mi grideranno basta. E lo farei, lo farei davvero, se Zero non mi afferrasse. Mi stringe a sé, da dietro, immergendo il volto nella mia spalla, tra i miei capelli. Davanti a noi, la città è muta, tutto tace. Posso sentire solo le lacrime di Zero, il tremore delle sue mani che avvolgono il mio corpo. E sono sicura che qualsiasi cosa faccia, almeno per ora, lui non mi lascerà andare.-Mi dispiace così tanto, Yuuki...- mormora. -Avrei dovuto...avrei dovuto dirtelo da subito. Dirti immediatamente che per sbaglio avevo messo incinta una ragazza, a Usutzuku, e che sarei diventato padre. Non ne ho avuto il coraggio, Yuuki. Mi odio per questo. Mi odio per non essere stato in grado di averti lasciato andare. Mi odio per tutto. Mi odio così tanto...Per qualche istante piangiamo entrambi, l'uno ancorato all'altra. Spezzati dallo stesso medesimo dolore, divorati da qualcosa di troppo grande e incomprensibile. A un certo punto sussurro: -Lasciami andare, Zero. Voglio...voglio guardarti negli occhi.Lui respira e obbedisce, e io mi volto, mettendomi di fronte a lui. Siamo devastati, e fa male vedere che nessuno dei due ha la forza di affrontare tutto questo. Non riesco a guardarlo negli occhi. Mi dispiace, fa male da morire ma non ci riesco. -Quando è successo? Due anni fa, un anno fa...un mese, quando?-Cristo, Yuuki, prima di te! Prima di te...il bambino è nato a Novembre.Mi passo una mano tra i capelli, capendo ogni cosa. -Non era tua zia che è stata male. Tu...tu sei andato...oh mio Dio, Zero...- Ho un capogiro molto forte, ma nonostante questo rimango in piedi, fino all'ultimo.-Hai bisogno di aiuto, Yuuki...-Sto bene. - dico, decisa. -Sto bene. Tu...tu la ami, Zero? Questa ragazza, la madre...la madre di tuo figlio...-No, Yuuki. - risponde, e sembra davvero sincero mentre lo dice. -Yuuki, no, davvero. Io...ok, fa schifo e lo so, ma non l'ho mai amata. Lei era...era la fidanzata di Kaito, il mio migliore amico. Te ne ho parlato. Abbiamo cominciato a frequentarci a sua insaputa e per sbaglio lei è rimasta incinta. Io non lo volevo, Yuuki. E nemmeno lei. Voleva una vita vera con l'uomo che amava e l'uomo che amava non ero io. Avevamo deciso di tenere nascosto che il figlio in realtà fosse mio e di raccontare che fosse di Kaito, ma alla fine...Questa volta indietreggio, disgustata. -Volevi mentire? Non volevi nemmeno prenderti cura di...di tuo figlio? Ma che...ma di chi cazzo mi sono innamorata io, eh? Chi sei tu, che ne hai fatto di Zero Kiryuu?Lui si avvicina, con gli occhi sbarrati e pieni di pianto, occhi di un uomo che ha percepito la gravità di ciò che sta per succedere. -Yuuki...ti prego, ascoltami. So che fa male. E che è orribile. Io sto morendo, sto morendo, Yuuki...mi vedi?Non trovo le parole. L'unica cosa che esce dalla mia bocca è un gemito incomprensibile, almeno finchè non mi impongo di respirare e ricompormi. -Dovevi dirmi la verità, Zero. Era assurdo e difficile ma dovevi dirmela. Mi hai mentito quando sai che la prima cosa su cui si basa un rapporto è la fiducia. Come...come puoi pensare che io possa fidarmi di te, adesso?-Ci ho provato, Yuuki. Ci ho provato tante volte a dirti tutto. Ma ero sempre così spaventato...avevo paura che non ce l'avresti fatta. Avevo paura di perderti.-E infatti mi hai perduta, Zero! Non avendo un briciolo di fiducia in più in me e tenendomi nascosta una cosa del genere mi hai perduta in ogni caso!Zero ormai mi è di fronte. Gli spasmi dei nostri petti quasi fanno si che si sfiorino, ma anche se accadesse, credo che non avrei la forza di percepire il tocco del suo corpo, delle sue mani. Si è portato via ogni cosa di me.-Volevo proteggerti, Yuuki. Volevo salvarti.-Proteggermi da cosa? - sussurro, ormai con un filo di voce.-Da me stesso. Da me stesso, Yuuki. Perché in fondo lo sai che io sono sempre stato questo. Che non sono mai stato degno di te, che ero un uomo vuoto.-E invece ti sbagli. - dico, guardandolo dritto negli occhi. Cioccolato e lilla in una battaglia che sembra aver perso consistenza. -So per certo di essermi innamorata dell'uomo che c'era in te, Zero. E non era un uomo vuoto. Era coraggioso, protettivo, forte. Mi ha salvato la vita innumerevoli volte e per questo credevo di essermi innamorata di lui. Francamente ora non so dove sia quell'uomo. O forse era tutta una maschera. Forse...forse mi sono innamorata di un ragazzo fatto di porcellana che ora è andato distrutto.Con una mano raggiunge il mio volto e comincia ad accarezzarmi, piano, come se ogni tocco potesse distruggermi. Nel momento in cui la nostra pelle combacia, sussultiamo entrambi. -Non posso lasciarti andare. - mormora lui. -Ti amo, Yuuki. Su questo non ti ho mai mentito. Ti ho amata dal primo momento. Se tu te ne vai, non c'è ragione per me di continuare a vivere. Non lasciarmi, Yuuki. Ti prego...non lasciarmi.The scientist - ColdplayChiudo gli occhi, e in un attimo rivivo i meravigliosi momenti che ho vissuto accanto a Zero, le giornate spensierate nelle quali non c'era nient'altro se non il nostro amore e qualche bacio. Ecco, rivivo anche la consistenza e la dolcezza di ogni nostro bacio, dal primo al parco dei ciliegi, più timido, più contenuto, al bacio che mi ha regalato quando è tornato da me, dopo una settimana in cui non ci eravamo visti, più disperato, passionale, fuori controllo. Non c'è niente che non rifarei se tornassi indietro.Ma la Yuuki di ieri è profondamente diversa da quella che nasce adesso. Non posso più permettere che l'ingenuità mi limiti, ma soprattutto, non posso pensare che il dolore mi abbandoni da un momento all'altro. Il pugnale del tradimento è terribile e distrugge ogni cosa. E nonostante io ami Zero con tutta me stessa, non posso non pensare che lui mi abbia mentito in maniera così spudorata. Non posso non pensare che mi amava vivendo nella certezza di essere padre, di assaggiare le mie labbra pensando a suo figlio, o alla donna che lo portava in grembo. Sono stata coraggiosa, sono stata forte, ma non lo sono abbastanza da superare tutto questo. Tutto questo è molto più buio e fa molto più male della morte.Quando riapro gli occhi dono a Zero un sorriso sincero. Appoggio la mia mano sopra la sua, che ancora accarezza il mio collo.-Io ti ho dato tutto, Zero. Il mio cuore, la mia anima...tu avevi tutto, di me. Non posso credere che sia stato in grado di gettarmi via in questa maniera. Non posso credere, ancora, di non essere mai riuscita ad aprire gli occhi e rendermi conto che avessi un segreto così grande. Io...io ti amo con tutta me stessa e credo che non smetterò mai di appartenerti. Ti amo così tanto che non credo riuscirò mai ad amare nessun altro, perché mi hai portato via tutto, Zero. Hai portato via ogni cosa di me, perché ogni cosa di me era tua. Credevo che l'amore potesse risolvere ogni problema...ma questa volta non può farlo. E' troppo, Zero. Questa volta non ci riesco. Non posso farlo. Non possiamo farlo.L'ultima cosa che vedo prima di scappare via è il colore dei suoi occhi. Il meraviglioso colore dei suoi occhi che scelgo di imprimermi nell'anima. Ancora una volta le mie gambe si muovono da sole. Non ho né meta, né destinazione. Se solo potessi volare, se solo potessi scappare, lo farei. Giuro che lo farei. Ma non so dove andare, perché niente a più senso. Niente.E' buio quando le mie mani, in modo praticamente spasmodico, cercano il pulsante di un citofono. Tremo tutta, ho tanto freddo. Ma fra poco finirà – deve finire. Aspetto per istanti che sembrano infinito, poi qualcuno apre il cancelletto e io mi dirigo verso la porta di una villa grande e familiare. Ti prego, ti prego, fa' che sia in casa. Ti prego.E come se potesse leggermi nel pensiero, Yori apre la porta e mi viene incontro. Spalanca gli occhi quando mi vede, ma non ha il tempo di parlare che io le getto le braccia il collo. In qualche modo, cerco di capire da dove cominciare. Cosa sia meglio di dire. Ma tutto ciò che riesco a fare è piangere, piangere piangere.-Shhh. - mormora Yori, con voce dolce. -Non devi dire niente. Non devi dire niente, Yuuki. Sarò qui, quando vorrai parlarne. Per ora...per ora piangi, tesoro. Non vergognarti di me. Io sono qui apposta.Non so se siano le sue parole o il tono in cui me le dice che mi inducono a lasciarmi andare. E così, in una fredda sera di Dicembre, io, Yuuki Kuran, comincio a spezzarmi, piano piano, fino a raggiungere il punto più buio di un baratro mai visto prima.Non avrei mai creduto che l'amore potesse fare così male.

Just believe (Zero X Yuki)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora