CAPITOLO 22

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Tutto sfocato

Yuuki

-The Victorian Age started in 1837, when Victoria became queen of Great Britain. She also became the empress of India, which was a colony that offerred a lot of opportunities...Gesticolo. Gesticolo perché la cosa dà più enfasi al fatto che la regina Vittoria era molto importante, che a suo modo lo era anche l'India, anche se sicuramente a quel tempo il mondo doveva essere molto diverso da come è adesso. Esisteva l'amore come lo viviamo noi oggi? Non ne ho idea. Zero mi osserva con attenzione, con un angolino della bocca sempre alzato. Mi prende in giro perché mentre ripeto inglese per l'ennesima volta – domani ho un' interrogazione importantissima, porca zozza – gesticolo un po' troppo.-...and a lot of people migrated from the country to the city.-Bene. - mormora Zero, allargando il sorriso. -Cosa pensava Oscar Wilde dei valori dell'età Vittoriana?-In inglese, Zero. Devi chiedermelo in inglese, altrimenti non è la stessa cosa!Ridacchia e mi guarda con sguardo malizioso. -Ehm, so, Yuuki, what did Oscar Wilde think about the values of the Victorian Age?-He criticised them, in particular the hipocrisy and the bigottry of the middle class.-Ma sai tutto, oh! Non c'è neanche gusto. - mi sorride. Sorride, il mio amore, e ammetto che sarebbe il professore di inglese più bello del mondo. -L'ultima domanda. Se sai anche questa e domani non prendi dieci vado a picchiare il tuo professore. Cos'è la bellezza per Lord Henry Wotton?-Zero? - chiedo in modo eloquente.-Eh, Cristo! What is beuty, according to Henry Wotton?-According to him, beauty is a form of genius, it needs no explanation. Beauty is the wonder of wonders, one of the great facts of the world, like the sunlight, the spring, the moon.-I surrender. Mi arrendo, amore, hai vinto. Sai tutto.-Io non sono poi così d'accordo con Henry, sai? - mormoro. Zero si stende sul mio letto, gettando la testa vicino al mio ginocchio sinistro. Io tengo le gambe incrociate e, finalmente, libera dallo studio, getto lontano i libri. Mi avevano detto che la quinta sarebbe stata impegnativa, ma il programma d'inglese mi spezza letteralmente. Per fortuna che mi piace, e per fortuna che Zero lo sa parlare bene, perché altrimenti non so chi avrebbe voglia di ascoltarmi parlare di queste cose. Papà no di sicuro.-Per me la bellezza non è tutto. Guarda te, per esempio. E' vero, potresti essere paragonato al sole, alla luna, perché sei perfetto. Vabbè, poi io sono anche un po' di parte. Ma la cosa meravigliosa è che non hai solo quello, tu. Tu sei anche dolce, e mi ascolti, e mi aiuti. Hai molto di più dentro che non fa fuori, ed è quello che ti rende ancora più bello. Forse Henry davvero non ci pensava a quello che una persona può nascondere.-Tu saresti andata d'accordo con Basil, amore. - mormora lui. Ma lo fa in modo stanco, come se non gli piacesse il fatto che parli così bene di lui. Si comporta sempre così, quando tento di fargli un complimento. -Hai finito, comunque?-Sì. Scusa se ti rompo ogni volta con tutto questo, è che sei l'unico che ci capisce qualcosa. - Zero, da quando è cominciata la scuola, i pomeriggi nei quali non lavoriamo viene sempre a trovarmi. A volte mi aiuta a fare i compiti, altre volte, raramente, quando non mi assegnano nulla, ci stendiamo sul letto e semplicemente ci inondiamo di parole, di carezze. Ci accontentiamo di quello. Dal giorno della barca non...abbiamo più fatto l'amore. E, anche se averlo in quel modo mi manca da morire, c'è il problema che in casa mia c'è mia madre e casa sua c'è suo padre, quando ci vediamo.Improvvisamente, Zero si alza in ginocchio e mi bacia. Il collo, la guancia, le labbra, il lobo. E' talmente dolce da far male. Le mie mani cercano la sua schiena, i suoi capelli. Delicatamente, con una mano, tasto il suo petto, sotto la maglia a maniche lunghe. Al contatto con la sua pelle fremiamo entrambi.-Hai un profumo buonissimo. - mentre mormora quelle parole, Zero mi schiaccia dolcemente sul bordo del letto. Il freddo del muro punge sulla schiena, ma lui con il suo corpo riscalda tutto quello che sfiora. Mi blocca i polsi al livello dei fianchi, e mi divora le labbra, in un modo impaziente e strano che non ha mai sperimentato prima. Lo desidero da morire.-Potrei divorarti, lo sai? - mi dice, e io, per tutta risposta, gemo mentre mordo le sue labbra, le sue labbra morbide che sanno del succo che gli ho portato prima. Sono fresche e bollenti allo stesso tempo. Quando mi lascia andare i polsi, con le manine timide cerco la sua maglietta e gliela sfilo. Rivedere la sua pelle perfetta nel punto del suo petto mi fa arrossire, ma mi concedo un sorriso. E' un piccolo trionfo, per me, perché so che piano piano la vergogna mi abbandonerà, e prima o poi ci sarò solo io, solo io con il mio corpo e le mie sciocche paure spariranno. Bacio proprio quel punto, lì, tra la giuntura tra il collo e la scapola. E il suo profumo mi invade, mentre salgo, invadendo la sua spalla, il collo, la mascella, di nuovo le labbra...-Cristo, Yuuki...In un attimo è sopra di me, tra le mie gambe. Il desiderio che ho di lui mi divora e mi rende schiava del mio stesso corpo che ormai è fremente di voglia. Le nostre labbra giocano ancora un po' e sento la pelle della sua schiena tendersi sotto le mie dita, finchè comincia a ridere nella mia bocca. -La porta, amore.Ma continuo il bacio. Che si fotta, la porta che non è chiusa a chiave. -Lascia stare.Ride ancora di più. -No, Yuuki. - E stavolta si alza, lasciandomi lì, col fiato corto e le labbra gonfie di baci. -Non farò l'amore con te col rischio che tua madre ci scopri. Mi butterebbe fuori di casa.Mi impongo di alzarmi a sedere, per lo meno. -Io...ti voglio, Zero. - sussurro. Credo di diventare del colore delle fragole mature.Lui si avvicina, senza staccare gli occhi dai miei, poi mi accarezza il labbro, dolcemente. -Anche io, da morire. In questo momento probabilmente più di prima, Yuuki. Ma no. E' meglio per te, credimi.Come se fosse una cosa ovvia e premeditata, dalle scale arrivano i passi inconfondibili di mia madre. Zero si alza, recupera la maglietta e se la infila. Proprio quando si affaccia dal corridoio, lui si siede alla scrivania con una disinvoltura invidiabile.-Rimani a cena da noi, Zero?Lui le rivolge il sorriso più innocente della terra. -La ringrazio ma non posso, Yuri. Devo andare a casa a preparare la cena a mio padre.ZeroQuando sfilo la maglietta e la getto sul pavimento in un angolino del bagno, sento ancora il profumo delle labbra di Yuuki sulla pelle. E sulle labbra. Yuuki Yuuki Yuuki. Oggi stavo per morire. Morivo lì, tra le sue braccia, con le sue labbra sul mento, che insistevano a mordere e a baciare. Questo pomeriggio l'ho amata tantissimo. Come ogni istante, sempre, che avremmo portato con noi e sulla pelle. E avrei anche voluto dirglielo mentre la tenevo vicino al cuore: Ti sto amando tantissimo, Yuuki.Dopo aver fatto la doccia, raccolgo tutta la roba da lavare e la metto in lavatrice. Papà è matto, oggi ha lavorato e ha pure stirato le mie camice. Credo che lo sgriderò. Che sciocco, il mio papà che vuole fare le cose per me.Quando ho finito di fare tutto, scendo le scale e lo trovo lì, intento a guardare la tv su un talk show. Credo che parli di politica, ma lo tiene a volume così basso che non riesco a sentire una parola. Col tempo papà ha cominciato ad ascoltare la televisione a volumi assurdi, e non so se sia perché proprio non gli interessa ascoltare, o perché il suo udito è più sviluppato del mio e allora il volume gli basta così. Immagino che sia più fattibile la prima ipotesi, però.Nel lavandino ci sono ancora i piatti sporchi di stasera. Abbiamo mangiato le lasagne e devo ammettere che mi sono venute pure bene, anche se sono tornato a casa tardi e abbiamo mangiato quasi verso le nove. Ma papà non si è arrabbiato, anzi, lui è felice che abbia Yuuki. Credo che veda in lei la persona che mi ha reso migliore. In questi mesi infatti io e papà abbiamo ricominciato a parlare, a mangiare e lavorare insieme, addirittura a condividere qualche notte insonne davanti alla tv. Cose che se me lo dicevano l'anno scorso ero capace di mettermi a ridere con gli occhi iniettati di disprezzo.-Tutto bene, con Yuuki?La domanda è improvvisa, ma detta in tono dolce. Non c'è bisogno che urli per sovrastare il volume della tv e questo e un fattore positivo. Non lo guardo in volto, ma scommetto che sta sorridendo. Quando si parla d'amore, mio padre è capace di diventare un altro uomo. Forse è per quello che era cambiato così tanto lui stesso dopo aver perso il suo, di grande amore.-Papà...ti basterebbe la parola bene? A me no. Io con Yuuki mi sento tipo... tutto sotto sopra. E' normale?No, non è normale che stia dicendo queste cose a mio padre. Ma se non ne parlo con lui, a chi diamine ne parlo? Quando accenno a Yuuki ad Hanabusa mi sento un verme. Continuo a ripetermi che lui è innamorato pazzo di una donna che non può avere – anche se so per certo che le cose tra i due cambieranno, me lo dice qualcosa nella pancia – e io invece vivo la mia storia d'amore alla giornata.-L'amore è un po' questo, Zero. Uno è innamorato quando capisce di essere un po' fuori di testa. Partito col cervello.-Sì, siamo vicini all'idea, papà. - sorrido. -E papà? Tu quando hai capito che era mamma quella giusta? Insomma, che era quella che ti cambia, che ti rimane dentro. Che era lei.-Non l'ho capito subito, Zero, sai? Tua madre mi ha stupito. Comunque mi sono accorto di essere innamorato perso e cotto e chi più ne ha più ne metta una notte che mi ha abbracciato. Non l'avevo neppure mai baciata. Ma è stato così, mi ha colto alla sprovvista.E' bello pensare che la mamma fosse in grado di cogliere alla sprovvista. E' bello pensare che mio padre avesse ancora un ricordo così vivido di lei. E quel ricordo mi scivola sulla pelle e lascia una scia di profumo forte, un profumo che sa di nostalgia e ricordi.-Il mio è stato più un colpo di fulmine, credo. Però che mi sono accorto proprio che non potevo vivere senza è stato quando è quasi annegata, quest'estate. Sai, te ne abbiamo parlato.-Oh, sì giusto. Ricordo. Povera Yuuki. Ma non la farai soffrire, vero Zero? Cioè, adesso non voglio passare per il papà che rompe le palle e tutto, ma per favore, non farla stare male.E un mostro mi divora lo stomaco. E' così forte e così aggressivo che in un attimo non vedo più il lavandino e mi ritrovo per terra, in ginocchio. Qualcuno chiama il mio nome, ma non distinguo voci, ombre, colori. Tutto sfocato. Quando lo stomaco torna a posto vedo che mio padre sta per alzarsi. Mi metto a sedere con la schiena appoggiata a un bancone della cucina.-No, papà. Non alzarti. - mormoro. La mia è una voce senza vita. Sta lontano dal mostro che sono.-Zero...Le mani, pallide, gelide e tremanti, arrivano ai capelli, premono sugli occhi. Non avevo mai saputo come e perché e quando sarebbe arrivato questo momento, ma capisco dal modo in cui mi sto spezzando che il mio cuore vuole – ha sempre voluto – che fosse adesso.-Papà.Mi aggrappo a quella parola con tutta la forza che ho in corpo. Non me n'è rimasta tanta, e quella poca che ho è sicuramente vivida per l'amore che provo per Yuuki. Forse è per lei che sto facendo questo, che sto trovano la forza di andare avanti. Anche se andare avanti significa automaticamente ferirla, ucciderla, probabilmente.Alzo gli occhi. Mio padre mi sta guardando quasi come se avesse già capito tutto. Quando comincio a parlare la mia voce si spezza.-Papà, ti devo dire una cosa. Probabilmente non vorrai più vedermi dopo che l'avrai sentita. Odiami, ti chiedo di odiarmi. - mormoro.Odiami come lei non può fare.***...La stanza aveva cominciato a oscillare come un vortice che inghiottiva tutto. Dietro di sé vedeva solo vuoto, una vita fatta di errori tra i quali il più grave era stato quello di abbandonare un figlio che sembrava così forte ma che dentro in realtà era così fragile. Aveva fallito, come padre e come uomo. Nessun uomo diventato padre se non sa fare il padre è un vero uomo, infatti.Guardava il volto del figlio diventato così pallido da credere che la vita lo avesse abbandonato per sempre. Invece di vita in quel ragazzo ce n'era ancora. Ce n'era negli urli, nella voce spezzata, quella che diceva tu non capisci, io sono un mostro! E Kaien si sentiva morire ogni istante di più, perché voleva rispondere che il vero mostro era lui. Lui e nessun altro.Si era accasciato a terra, suo figlio. Piangeva, ma non era un pianto comune. Era quel tipo di pianto che viene dal centro del petto e che sconquassa la tua anima e quelle delle persone che ti stanno intorno. Aveva nocche bianche mentre si prendeva il volto fra le mani. Kaien rimaneva a guardarlo dal divano, immobile. Il suo stesso corpo si rifiutava di muoversi, di prendere in mano la situazione, perché di fronte a quei pianti così radicali e terribili nemmeno l'abbraccio di un padre sarebbe servito a nulla. Era triste pensare che non poteva fare niente, se non rimanere a guardare, tremando.Zero lo guardò negli occhi. Probabilmente trovò il coraggio di farlo nell'amore che provava per Yuuki, si disse Kaien, non certo in lui stesso, non certo in suo padre. Si inumidì le labbra bagnate di pianto. -Ho messo incinta una ragazza, papà.Non aveva mai udito quella voce – si ripeteva infatti che non apparteneva a suo figlio. Eppure erano le sue lacrime, quelle che vedeva, erano le sue labbra, quelle che tremavano. Era il suo corpo quello che si distruggeva in mille pezzi.-Non è una ragazza qualunque. E' la fidanzata del mio migliore amico, Kaito. E lo so che sono un coglione, papà, lo so che al giorno d'oggi ci sono mille modi per evitare di sbagliare e invece ci sono caduto lo stesso. E' successo. A Novembre nascerà il bambino e io diventerò padre. Io, papà...proprio io. Io che non sapevo neanche cosa volesse dire amare. Io che ho perso tutto e che sono finito qui per caso. Io, con tutte le brave persone che ci sono.Kaien, in un angolo remoto del suo cuore, trovò la forza di alzarsi. Se sua moglie, la madre di Zero, l'avesse visto in quelle condizioni, sarebbe scoppiata a piangere. In effetti sarebbe stata una nonna perfetta, lei. Faceva male pensarlo, quasi come feriva vedere suo figlio in quelle condizioni. Ma non voleva odiarlo. Non trovava nessun briciolo di odio da offrire a quella creatura distrutta. Era suo figlio, il suo magnifico, testardo e dolcissimo figlio, che era tornato nonostante lui l'avesse abbandonato e che lo stava perdonando e che lo stava conoscendo ogni giorno sempre di più. Aveva un cuore grande, il suo Zero. E allora, perché doveva odiarlo? Lo avrebbe aiutato, invece, fino alla fine dei suoi giorni. Non c'era stato per tutto quel tempo. Probabilmente suo figlio aveva sbagliato per colpa sua. Il minimo che potesse fare era offrirgli una spalla su cui piangere, gli avrebbe dimostrato di essere uomo. Di essere padre.Si avvicinò a lui e gli si inginocchiò di fronte. Non andava bene dirgli andrà tutto ok, perché era una frase fatta che non avrebbe mai veramente ascoltato. Gli sussurrò di calmarsi, quello sì, perché altrimenti non lo avrebbe mai ascoltato.-Lei non lo sa, vero?Era quello il vero motivo per cui Zero piangeva, il vero motivo per cui non riusciva a perdonarsi e a guardare avanti. Amava Yuuki più di quanto avesse mai amato nessun altro, e doverla ferire, prima o poi, con quella verità, l'avrebbe ucciso. Anzi, li avrebbe uccisi entrambi. Come se gli avesse letto nel pensiero, Zero accennò un sì prima ancora che la frase fosse conclusa. Non riusciva più a tenere gli occhi aperti, suo figlio. Diventò ancora più piccolo, ancora più insignificante.-Non...sono...riuscito...a dirglielo.E Kaien lo capiva. Lo capiva perché Zero l'aveva voluta così, puramente, senza dover farle accettare a tutti i costi gli sbagli del passato. Non era stato codardo, l'aveva protetta da se stesso perché l'amava – e l'amore a volte fa anche questo, ti distrugge.-Smettila di piangere e guardami. - gli ordinò. A fatica, Zero ubbidì. Era pallido, ma aveva gli occhi enormi. Quando era triste diventavano più chiari e sembravano puri come la neve. Proprio come quelli della sua Diane. -Tu devi dirglielo, Zero. Lo so che ci hai già pensato un sacco di volte e che sentirtelo dire da me è stupido, ma ascoltami. Tu devi dirle le cose come stanno. Dirle perché non riuscivi a parlarle, perché non sei stato sincero fino in fondo. Non so se la perderai. Se la ami come dici di amarla e lei ti ricambia non la perderai, però, e di questo ne sono certo. Ma non mentirle più, Zero. Lei è una ragazza matura, ti capirà, ne sono sicuro.Zero non rispondeva. Aveva smesso di piangere, però. Nessuna lacrima da quegli occhioni enormi e assurdi.-Ci ho provato, papà. Non...non ci riesco. Anzi, sai cosa ci succede, di solito? E' come se lei capisse che sto per dirle qualcosa di così orribile – qualcosa che ci spezzerà – che comincia a piangere. E' assurdo...siamo diventati una cosa sola. Soffre lei, soffro io. E poi, dopo tutto quello che ha passato...io davvero non lo so se può sopportare una cosa come questa. E' egoistico da parte mia non dirglielo. E' la preghiera di un bambino stupido, falso ed egoista. Eppure sono innamorato. So di esserlo, perché non sono mai stato così felice con una persona. Lei mi completa...si dice così, no? Mi completa. Se lei se ne va, io non so più chi sono. Se se ne va, non vale la pena essere nessuno.Era incredibile come suo figlio gli assomigliasse. Almeno nel modo di pensare, non nel modo di agire. Probabilmente lui sarebbe stato così codardo da perdere Yuuki in partenza. Suo figlio ci aveva provato, invece, e adesso soffriva peggio di un cane. Ma almeno, alla fine, avrebbe detto che aveva vissuto una vita piena di amore. Nessuno, nessuno, può vivere senza amore. Zero era convinto di essere un'eccezione e si era dovuto ricredere. Lì stava la dolcezza e la purezza del suo sentimento. Il fatto di essersi lasciato andare, anche se ogni fibra del suo corpo gli urlava di non farlo. Kaien decise così di abbracciarlo. Sul pavimento della cucina, si riscoprì in grado di fare il padre, dopo un sacco di tempo. Era meraviglioso, faceva male al livello del petto. Ricordava le forme del corpo di suo figlio alla perfezione, nonostante fosse cresciuto, nonostante fosse passato tutto quel tempo. Si promise che non l'avrebbe più lasciato. Se Zero doveva soffrire, avrebbero sofferto insieme. Fino alla fine, senza rancore, senza paura.Sentì che Zero ricominciava a piangere. Ma non aveva nessuna intenzione di fermarlo. Lo lasciò sfogare in tutto il suo dolore, finchè i raggi del sole di una mattina di Ottobre qualsiasi imposero a entrambi di cominciare la giornata....

Nel prossimo capitolo: ...Arriva finalmente qualcuno che stiamo aspettando da tempo. Pensavate che mi fossi dimenticata di lui, eh?

Just believe (Zero X Yuki)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora