CAPITOLO 13

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Capitolo 13

Sensazione di mancanza

Yuuki

Arriva il momento in cui capisci cos'è veramente la fame. La fame, a volte, non è solo rimanere senza cibo. Da quel punto di vista, sono stata fortunata nella mia vita, perché non è ho mai patita molta. La fame che intendo io è quella che coinvolge il tuo desiderio, il tuo corpo. E' fame di baci, baci che per tanto tempo sono stati desiderati ma mai dati veramente. E quando arriva questa sensazione, ti sradica, cambia la persona che in fondo hai sempre cercato di essere, ma che non riuscivi mai a raggiungere.Mentre bacio Zero, il desiderio di lui si allarga nel mio corpo come una vampata di calore intenso, che sveglia, fa sentire vivi, fa respirare. E questo meraviglioso movimento di labbra che si completano liberano il tuo essere nella sua vera essenza, cancellando ogni dubbio, e fa sembrare che il tuo corpo sia appeso al nulla, un nulla di cui tu comunque non hai paura.E anche se non ho mai baciato nessuno, non provo vergogna nell'essere inesperta. Ma anzi, mi aggrappo a questa consapevolezza, e, dentro di me, so che questo sarà il nostro piccolo segreto. Il segreto mio e di Zero.Provo un vuoto enorme quando le sue labbra si staccano dalle mie, e lui sembra quasi dispiaciuto. Per cosa? Forse perché credeva che non fossi pronta, o che non volessi ricambiare. Ma invece sono qui, Zero, e voglio che tu rimanga qui insieme a me.Gli chiedo di non andare via e lo bacio di nuovo, un bacio timido di una ragazza timida che ha paura di andarsene e sgretolarsi da un momento all'altro. Lui mi promette che rimarrà, mentre mi stringe a sé, e io vorrei che questo istante fosse incastonato nel ghiaccio, così non se ne andrà mai. Ma per il momento lo lascio nel cuore, un posto che difficilmente saprà lasciare.Mi stacco da lui e gli prendo una mano. -Vieni con me. - mormoro, e lui appare l'uomo più smarrito del pianeta. -Vieni. - ripeto, e lui mi segue, mentre l'aria ci scompiglia i capelli e l'odore dei ciliegi ci assale. Quando ci sediamo su una panchina vicina, l'unica cosa che teniamo in contatto sono le mani, ma non ci tocchiamo con nessun'altra parte del corpo. Lasciamo che i nostri occhi vaghino per i prati, per gli alberi, per le strade: non osiamo guardarci. Poi, finalmente, dopo aver preso il giusto coraggio, parlo, con le palpebre chiuse e le labbra dure come il muro.-Una volta ero malata, Zero.Le parole del mio racconto sono sussurri veloci che lo colgono di sorpresa. Non lo guardo mai, ma colgo solo i suoi movimenti impercettibili attraverso gli angoli degli occhi che sono perennemente bagnati di lacrime. Gli dico veramente tutto. Che a cinque anni mi è stata diagnosticata una malattia rara, che non si trovava la cura e che per questo i miei genitori sono morti almeno mille volte, da tredici anni a questa parte. Che la malattia mi ha reso una persona fragile che ha paura di ogni piccolo passo, e che in quasi tutto quello che faccio, mi sento come se fossi una bambina che impara a camminare. Lui mi stringe la mano e di tanto in tanto si allunga ad asciugarmi una lacrima, ma di più non fa, e gli sono grata per questo. Non credo di essere ancora pronta ad affrontare le conseguenze che il bacio che ci siamo scambiati prima porterà.-Poi, esattamente un anno fa, uno studio tedesco ci ha contattati per dirci che forse avevano trovato una soluzione. - mormoro. -Puoi immaginare la reazione dei miei genitori, erano così stanchi di essere presi in giro. E ci era anche stato detto che questo tipo di cura tedesca era molto pericolosa. Stavano per dire di no, ma...- gli stringo più forte la mano, e adesso le lacrime cadono dolorose. -Sono stata io a dire di sì. Se avessero fallito, sarei morta entro pochi mesi. - lo guardo, e noto la mia pena riflettersi nei suoi occhi allargati dalla rabbia e dal panico. -Non avevo niente da perdere, Zero. Così ho accettato questa nuova cura. - Zero mi si avvicina lentamente e mi abbraccia, appoggiando il mio viso sulla sua testa. -All'inizio non miglioravo. - continuo a spiegare, e stavolta la mia voce è spezzata dai singhiozzi. -Ma poi...poi non lo so, ho cominciato a stare meglio. E poi è successo. Qualche mese fa ho fatto le ultimi analisi. Se fossero state negative, i medici mi avevano già avvisata che significava che la cura non aveva funzionato. E invece erano positive: ero guarita.Mi lascio trascinare nel vuoto da uno dei pianti più laceranti che abbia mai fatto. Ma Zero è lì con me, non mi lascia mai, anzi, mi stringe sempre di più, avvolgendomi in modo che non abbia freddo. Gli sono così grata per questo. Per il semplice fatto di non avermi abbandonata, prima, quando ho lasciato la libreria così incazzata col mondo intero. Quando alzo gli occhi e incontro i suoi, ho voglia di baciarlo di nuovo, ma non lo faccio. Ho il timore che il prossimo bacio possa cambiare indelebilmente quello che c'è tra noi, e, visto che questo non è chiaro a nessuno dei due, decido solo di dirgli: -E' la prima volta che dico a qualcuno della malattia che non fa parte della mia famiglia, o che non sia Yori.Mi asciuga una lacrima col pollice e alza un angolo della bocca, un gesto che assomiglia a un sorriso dolce e confortante, ma che in qualche modo è segnato dall'angoscia. -E' tutto così triste, Yuuki. - mormora. -Mi dispiace tanto, io non sapevo niente di tutto questo. E non credevo che Ruka si stesse riferendo a...-Ti prego, non parlarmi di lei. Ho sbagliato ad avere quella reazione...insomma, non sono affari miei. - Beh, ora che ci siamo baciati sono sicuramente affari miei, ma non voglio rovinare questo momento. Stare tra le sue braccia mi calma e mi fa sentire a casa.-Io voglio chiarire, invece. Yuuki... tra me e Ruka non c'è niente. E' comparsa in negozio e ha cominciato a farmi le sue moine, ma io...insomma Yuuki, io non la voglio.Vorrei sentirgli dire che vuole me, ma ragionevolmente si ferma, e io rimango a guardarlo negli occhi. -Ci ero rimasta male, Zero, perché mi avevi detto di starti lontana. E dopo poco, ti vedo con...con un'altra.-Dimentica quello che ti ho detto ieri sera, Yuuki. - appoggia la fronte alla mia, e chiude gli occhi. Il mio cuore praticamente esplode. -Io non voglio che tu te ne vai.-Perchè? - chiedo, e la mia voce è talmente roca che non sembra nemmeno più la mia.-Perchè tu mi fai battere il cuore. - dice, mentre riapre gli occhi.***Saluto i miei compagni di classe con la mano, mentre Yori viene a prendermi a braccetto. Mi meraviglio ancora una volta di quanto le cose non siano cambiate da quando avevo solo cinque anni: l'ultimo giorno di scuola è venerato come allora, se non di più. Takuma mi ha promesso che ci vedremo, qualche volta, durante l'estate; e lo stesso hanno fatto Serien e Kain. Ruka ha preferito non parlare. Da quando quel giorno mi ha umiliata davanti a Zero mettendo in ballo la mia malattia, non mi ha più rivolto la parola: si limita ogni tanto a guardarmi, e io la guardo a mia volta, ma nei suoi occhi leggo solo odio, odio puro. Disprezzo di una persona alla quale è stato portato via, molto probabilmente, un pomeriggio di svago con un gran bel ragazzo.-A cosa pensi? - chiede Yori, stringendomi un pochino di più. Le sorrido.-A nulla in particolare. Sono solo contenta che cominci l' estate, credo.-Credi? No, devi essere contenta. Significa che per tre mesi potrai fare quello che vuoi! Per la prima volta, anche, ci hai pensato?Sì, ammetto che ho pensato parecchio al fatto che questa sarà la prima estate che potrò passare in tutta libertà, senza alcun impedimento chiamasi sfortunatamente malattia. Mi ricordo quanto le estati scorse piangevo al pensiero di non poter uscire, di non potermi godere il sole insieme alle persone per me più importanti. Ma ora posso farlo davvero, e Yori me lo ricorda ogni secondo perché sa che facendo così mi rende felice.Arriviamo alla gelateria di fronte alla libreria in cui lavoro, e quando entriamo, Aidoh e Zero ci stanno aspettando a un tavolino sul quale in bella vista ci sono già due bicchieri di un liquido rosso, che, da ciò che mi ricordo, si chiama ginger. Non l'ho mai bevuto. Quando i due ragazzi ci vedono ci sorridono, ma io indugio un momento di troppo sullo sguardo di Zero, perennemente dolce e caldo.In verità, dopo il bacio, le cose tra noi due hanno assunto una piega davvero strana. Non abbiamo mai fatto cenno a ciò che è successo, anche se tra di noi, fortunatamente, non si è ancora formato alcun tipo di imbarazzo, o almeno questo vale per me. Io credo, semplicemente, che entrambi abbiamo paura di farci avanti, e di affrontare apertamente i nostri sentimenti. O forse questa cosa la sento solo io. Può essere che Zero quel pomeriggio mi abbia baciata solo perché mi vedeva disperata, e che pensi che io abbia risposto solo perché cercavo di stare meglio. Posso dire con certezza che non è per questo che ho risposto al bacio, ma perché semplicemente era una cosa che volevo fare da tanto, e che credo con tutta me stessa di volere ancora. Ma non ci siamo più toccati. O almeno, non in quel senso. Ogni tanto – come adesso, perché ci stiamo salutando – ci abbracciamo, ma cerchiamo di far durare il gesto pochissimi istanti. E la cosa più carina che fa lui è chiedermi quasi sempre come sto, o mandarmi la buonanotte col telefono. Ma di più non fa. E io comincio seriamente a chiedermi se avergli dato quel secondo bacio, a fior di labbra, sempre quello stesso giorno, non abbia rovinato tutto.-Come stai? - chiede Zero, e io sorrido. Gli racconto dell'ultimo giorno di scuola, di quel pazzo del nostro rappresentante di istituto che ha voluto a tutti i costi che giocassimo a tirarci i gavettoni, e delle risate che ci siamo fatti quando persino i professori si sono messi a giocare a tennis. Zero ride, ride sempre, e ogni tanto mi sfiora la mano come per accennare una carezza, ma poi si ritira, quasi volesse chiedermi scusa per essere andato troppo oltre.Osservo Yori e Hanabusa che parlano animatamente di Hunger Games. Mi stupisco di come riescano a parlarne così apertamente, visto le tematiche che tratta, ma probabilmente è dovuto anche all'etica professionale, visto che lui vuole diventare editore e Yori scrittrice. In queste settimane che hanno accompagnato la fine di maggio e l'inizio di Giugno, io, Yori, Zero e Aidoh abbiamo cominciato a uscire in compagnia, e devo dire che mi diverto tantissimo. E lo ammetto, sono contenta che la mia amica si distragga un pochino e che passi del tempo con Aidoh. Hanabusa mi fa stare bene, mi aveva scritto un giorno per telefono, perché ovviamente a parole non lo ammetterebbe mai, ma in fondo al suo cuore lo so che ha già capito che quel biondino le entrerà sotto la pelle, forse anche solo come amico. Non pretendo che riesca a farle dimenticare Kevin; ma per me è già tanto il fatto che riesca a farla ridere quel tanto che basta per far si che non pensi più a lui.Così, quando la sento ridere, non posso far altro che sorridere con lei.Ordiniamo tutti e quattro cose diverse, e io opto per un panino al prosciutto e un succo d'arancia. Zero mi fa assaggiare la sua crostata ai mirtilli, e mi garantisce che lui la sa fare molto meglio, e mi promette che prima o poi me la farà assaggiare.-Allora, cos'avete in programma per quest'estate? - chiede Hanabusa, poco prima di ingoiare un pezzo del suo muffin al cioccolato. Io guardo Yori, che sorride sotto i baffi.-Beh, io ho intenzione di portarmi via la vostra Yuuki per un paio di settimane. - dice allegramente. E io mi rendo conto solo ora che non avevo parlato di questa cosa a Zero, che infatti mi guarda con occhi sgranati ed espressione interrogatoria.-I miei hanno una casa al mare, qui vicino. Mi permettono di andarci per la prima volta da sola, quest'estate, e io voglio che Yuuki venga con me. - Yori mi fa l'occhiolino, poi torna ad attorcigliare i suoi spaghetti al pomodoro. Cerco gli occhi del ragazzo che mi sta accanto, che per fortuna ha abbandonato la sua strana espressione guardinga. Ora mi sembra solo castamente divertito.-E così mi lasci tutto solo, eh? - chiede, e nella sua voce c'è tanta dolcezza.-So che avrei dovuto parlartene prima, ma me ne sono sempre scordata. - mi giustifico, tendendo gli occhi bassi. Lui mi afferra una mano, e stavolta non la ritrae. E' un gesto deciso.-E' lo stesso. L'importante è che tu stia attenta e che ti diverta. - il suo sguardo è serio, e mi ritrovo ad arrossire. Per fortuna, la mia amica e il mio collega discutono su dove si trovi la casa al mare, e non mi sembra, quindi, che ci stiano ascoltando. In qualche modo, so che Zero mi sta chiedendo segretamente di non fare cavolate, del tipo trovarmi qualcuno o cose del genere. Non potrei mai farlo, ma ammetto che da quando c'è stato il bacio, Zero ha segnato una specie di confine che gli altri ragazzi non possono più oltrepassare. Ad esempio, un giorno della scorsa settimana, era entrato un ragazzo dell'università in libreria e aveva cominciato a parlarmi. Era carino, ma non pensavo altro di lui, non mi ero fatta nessuna strana idea in testa, e il motivo mi sembra ovvio...io voglio solo Zero. Ma lui era comparso dal nulla e aveva chiesto a quel ragazzo di lasciarmi lavorare in pace. Io avevo riso, ma invece Zero era rimasto estremamente serio, proprio come il ragazzo dell'università. Alla fine, ha vinto il ragazzo dai capelli argento, perché io quell'altro alla libreria non l'ho più visto. E' una cosa che nell'intimo mi scuote e mi fa anche piacere, perché mi rendo conto di essere desiderabile, nonostante faccia fatica a capire il perché. Vorrei rassicurare Zero dicendogli che non potrei mai guardare nessun altro, non dopo quello che è successo e non dopo che ho scoperto di...non riesco nemmeno a pensarlo, Cristo.-Non farò cavolate. -mi trovo a balbettare, spostando una ciocca ribelle dietro i capelli. Poi lo guardo negli occhi. -E' una promessa.-Brava bambina. - adesso la ciocca me la afferra lui, e sotto il suo tocco, magicamente, questa rimane ferma dietro l'orecchio. Forse anche i miei capelli sentono la sua influenza?-Ragffazffi, io diffei che si può andaffe a lafforarfe. - dice Hanabusa, con l'ultimo boccone del suo muffin in bocca. Ridiamo tutti e quattro e Zero stacca bruscamente la mano dal mio viso, un gesto che pone la parola fine, anche oggi, della dimostrazione di quello che proviamo l'uno per l'altra.***Quando abbraccio la mia mamma, Yori è già fuori che mi aspetta con la sua macchina. Suona il clacson un paio di volte, così che io possa sapere che è lei.-E' prudente che guidi lei fino a laggiù? - mi sussurra mamma tra i capelli.Ridacchio. -Guida solo fino alla stazione, mamma. Dopo andiamo in treno, te l'ho detto. - quando ci stacchiamo, mio padre mi abbraccia da dietro e mi dà un sonoro bacio sulla tempia.-Sta' attenta, va bene? - mormora, e io annuisco. Quant'è bello il mio papà, con le sue braccia fini e quel corpo slanciato che lo fanno sembrare ancora un ragazzino.-Haruka, così le fai venire il mal di schiena. La stai stritolando! - dice la mamma, e lui ride, ma mi lascia andare dopo avermi dato l'ultimo bacio.-Pretendo che mi chiami almeno una volta al giorno. - sentenzia, e poi va a cingere la vita della mamma. Lei appoggia il suo viso sulla sua spalla e entrambi mi sorridono. E' uno dei momenti più belli che abbia mai passato insieme a loro.Quando salgo in macchina, Yori mi sta aspettando in tutta la sua bellezza: pantaloncini di jeans cortissimi, t-shirt di un blu acceso, un cappello da spiaggia enorme, occhiali da sole e un velo di lucidalabbra. Ho dovuto mentire alla mamma dicendole che che avremmo preso il treno: in realtà lei guiderà fino alla sua casa al mare. Ma mamma non mi avrebbe mai lasciato, così il mio piccolo segreto lo sa solo il mio papà. Lui si fida di Yori, dice che l'ha vista guidare e che il modo in cui lo fa lo rende sicuro.-Sei già pronta per andare in spiaggia. - mormoro, mentre sistemo il mio zainetto davanti a me.-Certo. Tu invece no. - Yori fa un cenno ai miei jeans lunghi.-Beh, dovevo far credere a mia madre che andavo in treno, no? - scherzo, così ridiamo insieme. Finalmente possiamo partire per il mare, ma, mentre guardo fuori dal finestrino, non posso fare a meno di essere assalita da una strana sensazione di mancanza. E so per certo che è dovuta a Zero. Ci siamo salutati l'altro giorno al lavoro, con un patetico bacio sulla guancia, formale come quello che si danno le persone che nemmeno si conoscono. So che non è colpa sua molto probabilmente è mia, certo, perché non riesco a tirare fuori un briciolo di coraggio per dirgli quello che provo. Il punto è che nemmeno a me stessa riesco ad ammetterlo, perché ho questa fottuta paura che mi divora, e non ci posso fare proprio niente. Mi sono limitata a dirgli ci vediamo presto, Zero. E quando sono tornata a casa mia, ho quasi pianto.Quindi non riesco ad afferrare subito quello che succede vicino all'imboccatura dell'autostrada, a pochi metri dalla nostra macchina. Ci sono due ragazzi che si sbracciano per essere visti, e io subito nemmeno li riconosco. Ma poi è chiaro come il sole. Yori accosta e io so già di avere un sorriso ebete stampato in faccia. Zero allarga leggermente le braccia, e non c'è motivo di non tuffarmici dentro.-Sei venuto. - mormoro, mentre ancora mi stringe.-A salutarti. - completa lui, e come la settimana prima al bar, mi sistema una ciocca ribelle dietro all'orecchio. -Torna presto, Yuuki.Chiudo gli occhi, mentre mi beo del suo tocco dolce sulla pelle. Ha un profumo buonissimo, che sa di muschio bianco, sole e Zero. Un mix che fa venire le vertigini.Hanabusa e Yori si stanno scambiando dei baci sulla guancia. Vuol dire che è arrivato il momento di andare. Zero e io ci stacchiamo, ma stavolta non ho nessuna intenzione di baciarlo sulla guancia, preferisco non toccarlo.-Devo dirti una cosa importante, Yuuki. - sussurra. Ha le mani lungo i fianchi, è rigido come un palo, ma posso scorgere dalle sue dita e dalle spalle che sta tremando. Il mio Zero che trema? No, no Zero, no.-E' che è difficile, io...Gli afferro entrambi i polsi. -Me la dirai quando tornerò, Zero. Non c'è problema. Va bene?Lui annuisce, ma non sembra per niente essersi rilassato. Gli accarezzo il volto con tutta la dolcezza che riesco a trovare.-Vai. - mormora lui, mentre chiude gli occhi e schiaccia il suo viso sulla mia mano, forse per sentire ancora di più la mia carezza. -Vai, Yuuki.E io obbedisco. Salgo in macchina, saluto con la mano Hanabusa e lui mi manda un bacio da lontano. Zero rimane come l'ho lasciato, rigido e tremante.Mentre i due ragazzi che ho appena salutato si fanno sempre più piccoli, il senso di vuoto che prima mi aveva solo colpita, ora mi divora completamente. Yori mi afferra la mano, subito dopo aver cambiato marcia.-Non capisco proprio cosa stiate aspettando, voi due. - mormora.Non rispondo. Perché davvero, non lo so nemmeno io....Non odiatemi! Spero con il prossimo capitolo di farmi perdonare per questo, visto che so che vi ho lasciato con l'amaro in bocca. Lo sento persino io, che so cosa succederà XD

Niente, che dirvi? Capitolo pesantuccio, me ne rendo conto, ma utile. Era da una vita che aspettavo il momento in cui Yuuki avrebbe detto a Zero della sua malattia, perché è una cosa che non poteva mancare assolutamente – avrete notato, infatti, che era una cosa che la bloccava. Il fatto che l'abbia detto a Zero vuol dire molto, e so che lo sapete, quindi non sto qui a rompervi oltre!

Just believe (Zero X Yuki)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora