CAPITOLO 15

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Capitolo 15
Infinito

Quello di cui ho bisogno è il dente di leone che fiorisce a primavera.
Il giallo brillante che significa rinascita anziché distruzione.
La promessa di una vita che continua,
per quanto gravi siano le perdite che abbiamo subito.
Di una vita che può essere ancora bella.
E solo Peeta è in grado di darmi questo.
Suzanne Collins, "Il canto della rivolta"


Yuuki

Heaven – Depache Mode

Nel mio letto, sotto di lui, ho come l'impressione di potergli appartenere. Forse gli appartengo da sempre, da quando l'ho visto per la prima volta e ho sentito quella dolce scossa che ancora oggi ogni tanto riporto alla mente. La porto alla mente e la faccio mia, mia per sempre, la incastro sotto la pelle da dove di certo non può andarsene. E la lascio lì, e fremo, fremo di gioia ogni volta, quando ci ripenso.
Non so davvero perché le mie labbra non riescano a formulare quelle semplici parole che sigillerebbero ciò che provo per sempre e indelebilmente nei nostri cuori. Non ne ho la forza, anche se so per certo che è vero. Lo amo, ed è vero da sempre, e credo che questa cosa non cambierà mai, perché è così forte, così radicale, da farmi scordare chi sono, chi siamo, da dove veniamo, com'è cominciato tutto questo. Forse non è mai cominciato. Forse, doveva succedere e basta.
Sta di fatto che gioca con le mie labbra, con la punta della mia lingua, facendomi riprovare la fame che avevo accantonato il giorno al parco, saziandomi e svuotandomi di nuovo, subito dopo. Ma non lo dico, continuo a tenermi per me la verità. E fa male, perché lo vorrei gridare.
Ed è questa fottuta paura che, proprio mentre lui mi accarezza la schiena e raggiunge il cordoncino del mio costume e sta per tirarlo, io gli sussurro fermati, proprio lì, sulle labbra che sanno di me. Ma lui non si ferma. Mi ribacia. Ma io non posso, non posso.
-Fermati, Zero. Per favore. - Stavolta, lo spingo via con la mano. Abbiamo entrambi il fiato corto e le labbra gonfie di baci, ma, anche con quest'aspetto stravolto, Zero è bellissimo. Bello da morire. E ha la pelle candida, che profuma e sa di lui. E mi mancava così tanto...
-Mi dispiace, Yuuki. - Spalanca gli occhi e credo che sia spaventato. -Non avrei dovuto...correre così tanto. - Si alza a sedere e si mette a distanza di sicurezza, in fondo al mio letto. Lo guardo, senza parlare, mentre cerchiamo entrambi di riprendere fiato. Mi alzo a sedere anche io. Nessuna parte del nostro corpo si tocca, e comincio già a sentire la mancanza delle sue mani sul mio corpo. Credo di essere arrossita, ma ho talmente tanto freddo dopo essere quasi annegata che non ci faccio nemmeno caso. E per cui ci penso più a fondo. Penso al fatto che se lo volessi, potrei averlo anche in quel modo, potrei davvero fare l'amore con lui, essere completamente sua. Ed è una cosa bellissima, lo so, ma dalla quale sono spaventata a morte, perché io di queste cose non so niente.
-Non...non sono ancora pronta, Zero. - balbetto. Spero con tutto il cuore che mi abbia sentito, perché non so se ho il coraggio di ripeterlo. Per fortuna, vedo il suo corpo che si rilassa: gli occhi si ammorbidiscono, le spalle si abbassano di poco. In fondo, forse, anche se dicono che gli uomini non aspettano altro, non era pronto nemmeno lui.
-Lo so, piccola. Mi...mi dispiace, mi sono lasciato trasportare. Ho sbagliato.
E' davvero sconvolto. Ma vorrei che capisse che se mi sentissi un po' più coraggiosa, non avrei motivo di non fare l'amore con lui, perché lo amo, lo amo davvero. E voglio essere solo sua. Non sono mai voluta appartenere a nessun altro uomo, prima che arrivasse Zero. Io gli appartengo, ma non so davvero come farglielo capire. Non sono nemmeno in grado di dirgli quella cosa.
-Non essere arrabbiato.
-Non sono arrabbiato. - C'è l'ombra di un sorriso, sulla sua faccia sconvolta. Ma non ci giurerei.
-Non...- comincio. Forza. Devo dirglielo, così si fiderà di me, altrimenti rischio di perderlo davvero. -Non ho mai fatto niente del genere, io, Zero. Ecco...oddio, mi vergogno da morire. Io non...
Non ho il tempo di finire, che lui si allunga a carponi verso di me e mi bacia di nuovo. Ma è un bacio nuovo, questo. Un bacio che mi scava nello stomaco un buco grande quanto una casa, che mi contorce il corpo anche se apparentemente resto ferma, che mi fa scoppiare il cuore. Ci metto un istante a capire cosa sto provando, nel quale sgrano gli occhi. Ma poi gli chiudo, piano piano, e mi lascio andare, mi lascio guidare da lui, dall'uomo che amo.
-Va bene così, Yuuki, solo- solo, lasciati baciare, piccola. Ti prego. - mormora.
Immergo una mano nei suoi capelli, poi arriva anche l'altra. Gli avvolgo il viso proprio come lui aveva fatto con me durante il nostro primo bacio. Era stato confortante, e mi ricordo che mi ero sentita come a casa. E amata. Sì, mi ero sentita amata.
Non so quanto tempo passi, ma so per certo che potrei baciarlo all'infinito. La sua bocca diventa come qualcosa da scoprire, per me, ed è una cosa che, ancora, mi fa contorcere lo stomaco. Quando, di nuovo, ho paura che stiamo per andare troppo in là, è lui a fermarsi. E mi guarda così intensamente da farmi distogliere lo sguardo. -Guardami. - ordina dolcemente. -Ti prego, Yuuki, ho bisogno di guardarti.
Gli do un bacio piccolo piccolo. E' dolce, e, almeno per me, confortante. Non ho il tempo di riaprire gli occhi per obbedirgli che quasi mi mangia le labbra con le sue. Dio.
-Devo dirti una cosa importante, Yuuki. - E' talmente serio da farmi paura. -In realtà, avrei dovuto dirtela da subito...perché è importante. E forse dopo mi odierai. Non mi vorrai più vedere. Ma io te la devo dire.
Le sue parole sono così dirette e così glaciali, che devo aggrapparmi a un lembo di stoffa delle lenzuola per illudermi che possa rimanere in piedi. Perché non dovrei più desiderare di vederlo? Improvvisamente, quel calore che i suoi baci mi avevano regalato svanisce velocemente. Troppo velocemente.
E ho di nuovo freddo.
Zero
I suoi occhi sono enormi, e hanno già capito che farà male. Il suo cuore, nel profondo, lo ha sempre saputo che io le avrei fatto del male. E che non c'è alternativa. Proprio non c'è, è assurdo, e vorrei morire adesso piuttosto di dirgli che diventerò padre, ma non c'è scampo. E se c'è, non lo vedo. Vedo solo il mio e il suo dolore che si mescolano e diventano veleno che uccide. Uccide, sconvolge, e cambia. Radicalmente.
-Yuuki...
Ha gli occhi lucidi. Le sue nocche sono diventate bianche a forza di stringere così forte il lenzuolo sotto di noi. E in un attimo penso alla malattia, all'orribile cedimento che ha avuto poco fa, e ho paura che una brutta notizia possa ucciderla. Non ucciderla letteralmente, ma straziarle il cuore, strapparglielo dal petto.
Non glielo dico.
Mi tasto la tasca dei pantaloni. Certo...ce l'ho sempre con me.
Non glielo dico.
Afferro la targhetta che avevo trovato il giorno in cui la vidi a Usotzuku per la prima volta. Quella con scritto Yuuki. Gliela mostro, e già sto tremando come una foglia. -Yuuki, io non so se te lo ricordi. Ma un giorno sei venuta a Usotzuku, il mio paese, e ti sei scontrata con un ragazzo.
I suoi occhi sono due pozze che guizzano dal mio viso, al ciondolo. Viso, ciondolo, viso, ciondolo, ancora e ancora. Poi mormora: -Eri tu. - E non è domanda. E' una certezza. E le parole vengono fuori da sole, senza nemmeno che abbia bisogno di pensarci.
-Ero io. E l'ho raccolta, e mi sei subito...rimasta dentro. Non so come spiegarlo. Subito mi illudevo di averla tenuta solo perché non ti avrei più rivista. Poi invece ti ho incontrata...ed è stato così strano, piccola. - Accarezzo il vezzeggiativo con cura. Sì, lei è la mia piccola Yuuki. Il mio piccolo bruco. -Mi ripetevo che era stato il destino ad averti mandato da me. Io...io non ho mai, mai creduto nel destino, Yuuki. Mai. Ma poi sei arrivata tu. E adesso so per certo che l'ho tenuta perché il mio cuore ti ama già dal giorno in cui ci siamo scontrati. E lo so che è assurdo, lo so che non mi credi...
Lei, con le sue manine fragili, stringe le mie che tengono a loro volta il ciondolo. -Perchè avevi paura che non ti volessi più?
Perché non era quello che volevo dirti. Perché se fossi più forte, ti lascerei andare. Me ne andrei e ti chiederei di dimenticarti di me. Ma non ci riesco, davvero. Sono un uomo a pezzi che ha bisogno di essere guarito, Yuuki, e tu sei la speranza della vita che continua. La certezza che si potrà andare avanti, nonostante tutto ciò che abbiamo passato e tutte le perdite che abbiamo subito.
-Credevo che ti arrabbiassi per il ciondolo. E perché credevo che non capissi una cosa che nemmeno io riesco a capire. Il fatto...il fatto che ti appartenessi ancora prima di incontrarti.
Non gliel'ho detto.
Non gli ho detto che diventerò padre. Ma gli ho detto la verità. Sì, perché tutto quello che è uscito dalla mia bocca era reale, e lo pensavo davvero, ed è talmente forte che uccide.
Mi sta guardando come se potesse entrarmi dentro l'anima. Ma il fatto è che lei dentro la mia anima c'è già, e credo che non potrà più andare da nessuna parte. Mi limito a tremare di paura aspettando che parli, aspettando che mi dica di sparire per sempre dalla sua vita. Sarebbe meglio, almeno per lei. Si libererebbe di un peso, e questo io lo so che non si può cambiare. Mi aspetto che arrivino parole fredde. Invece arrivano le sue mani sul mio viso e la sua bocca sulla mia. Di nuovo, come se questo non si potesse cambiare. Sento il sapore salato delle sue lacrime che mi invade le labbra, si mescola al sapore della sua lingua, che piano piano si fa sempre meno timida. Di nuovo, sono sopra di lei, ma adesso so che non posso spingermi oltre. Non è ora che intendo amarla in quel modo. In un certo senso, averle detto del ciondolo – che significava ammettere di amarla da sempre – è più forte del sesso, e in qualche modo mi fa sentire già dentro di lei, anche se la sto toccando solo con le labbra. E' una sensazione radicale; nuova, certo, ma piacevole. Non mi sono mai sentito così vivo, e posso dire ora, con certezza, che finché non si ama non si vive veramente. Quando siamo sazi, anche se nel profondo del cuore so benissimo che non lo sarò mai, sazio, completamente, di lei, la prendo tra le braccia e le accarezzo i capelli finché non chiude gli occhi. Quando sono sicuro che stia dormendo, le bacio una tempia e le sussurro: -Tu mi fai vivere.
Il sole sta tramontando, quando riapro gli occhi. Devo essermi assopito. Raggi di un arancione intenso entrano dalla finestra, rendendo l'ambiente più caldo e suggestivo. Per la prima volta vedo bene la stanza di Yuuki, e credo che per lei sia perfetta. C'è una poltrona dove può leggere, un armadio dove ci sono tutti i suoi vestiti, e questo letto matrimoniale troppo grande per una persona sola. Beh, ora per noi è perfetto.
Yuuki dorme ancora, ma non è più tra le mie braccia: dev'essersi spostata nel sonno. Non oso toccarla, perché non la voglio svegliare. E' talmente bella e rilassata quando dorme, che nemmeno il diavolo in persona oserebbe disturbarla. Ti sentiresti in colpa, dico davvero.
Le sistemo ugualmente la coperta, però, perché ho paura che possa svegliarsi per il freddo. Dopo il brutto episodio di oggi pomeriggio, temo che il freddo non abbandonerà le sue ossa per un bel po' di tempo. Ecco, un altro brutto episodio da ricordare. Un nuovo momento nel quale si è trovata faccia a faccia con la morte. Ma adesso ci sono io. Ci sono io.
Sento improvvisamente dei rumori che provengono da una delle stanze di là. Non ho idea di quale sia perché di questa casa ho fatto in tempo a vedere ben poco. Se ricordo il modo in cui ci sono entrato...sorrido tra me e me, mentre mi alzo e mi richiudo la porta alle spalle. Mi ritrovo in un corridoio stretto, che porta a un salottino semplice che mi ricorda casa mia, a Usotzuku. Alla mia destra, invece, c'è la cucina, e Yori sta trafficando ai fornelli. Grazie a Dio è girata, altrimenti credo proprio che nel vedermi avrebbe urlato. Mi avvicino senza fare rumore, finché le arrivo dietro. Mentalmente, mentre si gira e io le copro la bocca con la mano, le urlo di perdonarmi.
Lei soffoca un urlo nella mia mano, facendomi il solletico. Sgrana gli occhi, ma, appena diventa più lucida, guarda i miei capelli – devono essere in condizioni pessime – e il mio petto nudo. Li guarda con talmente tanta intensità da farmi sentire in imbarazzo. Quando le mormoro -Shhh. - portandomi l'indice alla bocca, lei sgrana ancora di più gli occhi, se possibile. La lascio andare.
-Che diavolo ci fai qui? - sibila. Immagino che se non le avessi chiesto di tacere urlerebbe, perché noto che si sta contenendo a stento. -Che cosa le hai fatto?
-Io non le ho fatto proprio niente. Calmati. - soffoco una risata con molta fatica. Vedere Yori perdere le staffe è una cosa che non succede tutti i giorni. La vedi sempre composta, ubbidiente, educata; non credevo proprio potesse essere in grado di arrabbiarsi. Sono quelle cose che vanno proprio al contrario di come immagini tu.
-Calmarmi? - si porta una mano tra i capelli. Oddio, il massimo dell'esasperazione. Se continua così, mi fa scoppiare a ridere, e io non voglio svegliare Yuuki. -In casa mia c'è...c'è...l'amico della mia migliore amica mezzo nudo!
Le afferro un polso. Non ha niente a che fare con la galanteria, il mio gesto; voglio semplicemente attirare la sua attenzione e magari, anche farla tacere. -Mi ascolti, per favore?
I suoi occhi non accennano a tornare nella loro abituale dimensione. Sono troppo grandi, per un viso piccolo come il suo, quando sono spalancati.
Dopo qualche istante, finalmente, sento che si rilassa. Così non perdo tempo e le racconto tutto. Perché sono venuto qui, tanto per cominciare, e cosa è successo subito dopo. Beh, evito di raccontare che mi sono quasi spinto oltre con la sua migliore amica e non accenno al discorso del ciondolo, ma a fine racconto, Yori è molto più tranquilla.
-Glielo hai detto.
-...Sì.
-Beh, era ora. Sono contenta che ti abbia trovato. Dico sul serio. Era da un sacco che cercavo di farle capire che era innamorata di te.
Non riesco a non nascondere un sorriso. -Abbiamo aspettato parecchio. Ma ne è valsa la pena.
-Avete preso tutte le precauzioni, vero?
Cristo Santo! E' così diretta. Credo di diventare paonazzo, ma per fortuna, quando esce, la mia voce è controllata. -Non...non abbiamo fatto l'amore, Yori.
-Il fatto che tu abbia detto "fare l'amore" è già qualcosa. Mi piaci, Zero. Mi sei sempre piaciuto. Ma se per qualche motivo dovessi farle del male, allora te la dovrai vedere con me. Sono stata abbastanza chiara?
Non so perché, ma mi viene quasi voglia di parlarle del bambino. Forse lei mi capirebbe. Forse mi direbbe in che modo parlarne a Yuuki. Ma mi rendo conto che non posso lasciarmi andare con lei. Non posso dirglielo. Non perché non mi fido di Yori, ma perché dirlo a lei e non dirlo a Yuuki mi farebbe sentire ancora più verme. Sto per dirle che ho tutta l'intenzione di prendermi cura di lei, quando dalla camera di Yuuki sento chiamare il mio nome. Mi precipito da lei.
-Zero? - Yuuki è seduta sul letto, gli occhi piccoli per colpa della luce. Sembra smarrita, forse perché ha fatto un brutto sogno. Mi siedo sul bordo del letto e la attiro verso di me, baciandole la fronte. -Sono qui, Yuuki. - mormoro.
Lei mi stringe più forte, come se potesse perdermi da un momento all'altro. -Ho fatto un incubo. - sussurra. -Nuotavo nel buio e non riuscivo a venire a galla. Mi sono svegliata perché sentivo di soffocare...e tu non eri con me. Non eri con me nel letto.
Le prendo la testa fra le mani e la costringo a guardarmi. -Ehi. Va tutto bene. Io non ti lascio più. - Divoro le sue labbra. Sono così morbide, dolci, confortanti, e posso dire che continuerei a baciarle ancora e ancora, all'infinito, finché lei non mi chiederà basta per il troppo amore che ci siamo dimostrati.
A mio malgrado, decido di lasciarla. Ha un profumo così buono. -Yuuki...vieni di là, c'è Yori. Vuole sapere come stai.
Mentre lei si alza e comincia a frugare nell'armadio per trovare qualcosa da mettersi, io mi infilo in qualche maniera la maglietta di prima e allo specchio che trovo vicino alla porta, mi sistemo i capelli. Sembro pazzo ugualmente, ma me li devo far andare bene. Yuuki opta per un maglioncino e dei pantaloncini corti.
-Lo so che non sembro normale, ma ho freddo. - mormora.
Io le prendo la mano e la stringo forte. -Sei bellissima. Vieni.
Non c'è bisogno che si dicano niente, le due ragazze, quando si vedono. Si limitano a corrersi incontro e abbracciarsi strette. Yori, quando prima abbiamo parlato, mi ha detto che sapeva che sarebbe potuto succedere e che aveva una paura matta che da un momento all'altro Yuuki si sentisse male. Ma lei aveva sempre negato l'esistenza di brutti sintomi. Ma non poteva sapere che in realtà i sintomi non c'entrano: i medicinali ti fanno sentire male di colpo, senza preavviso, senza pietà. Al pensiero mi sento una persona troppo piccola che combatte contro qualcosa che è troppo grande per lei, qualcosa che è incerto, orribile.
-Non sarei mai andata a fare la spesa se avessi saputo che...che...beh, hai capito. Ma perché ti sei messa a nuotare? - domanda Yori. Il loro abbraccio non accenna a sciogliersi.
-Mi dispiace, Yori, io...stava andando tutto bene. E' successo all'improvviso, di colpo...
Vedo gli occhi di Yuuki essere attraversati da una scia, ed è di panico puro. E' chiaro come il sole che non si aspettava nulla del genere. Per fortuna, Yori trova il modo di rimediare.
-Ragazzi, perché non mi aspettate fuori, sulla veranda? Stavo giusto preparando un thè, quando un maniaco senza maglietta si è presentato all'improvviso e mi ha distratta.
Io e Yuuki ridiamo e i nostri occhi si trovano nel medesimo istante. Ci prendiamo per mano e facciamo come ha detto Yori: ci sediamo sul divano che c'è in veranda, godendoci la vista del mare. Stringo Yuuki perché non voglio che abbia freddo.
-Te ne andrai, Zero? - mi chiede improvvisamente. La domanda mi spiazza. Ero venuto qui per dirle che cosa provavo; ora gliel'ho detto, ma non potevo sapere che lei mi ricambiasse. Il fatto che Yuuki mi voglia con sé mi fa sentire importante davvero, ed era da un sacco di tempo a questa parte che non percepivo nulla del genere, con nessuno: è una sensazione nuova e difficile da gestire. Cerco di mantenere la voce ferma, quando dico: -Non voglio andarmene, piccola. Ma questa è la tua vacanza. Sei venuta qui per stare con Yori...non voglio rovinartela.
Ci stiamo guardando, ora, e nei suoi occhi vedo qualcosa che percepisco come paura. Ha paura di perdermi? Io l'aspetterei per sempre. Dopo aver creduto di perderla, oggi, un mondo senza lei mi sembra impossibile anche solo da immaginare.
-Non voglio che te ne vai. - sussurra. -Resta con me. Chiedo a Yori se puoi usare una stanza della casa, ce ne sono così tante...
La stringo più forte. Forse potrei farlo. Chiamare Aidoh e dire lui che stacco per un po'. Lui mi capirebbe. Sì, perché al solo pensiero di stare lontano da Yuuki mi sento spezzato a metà. Lei mi completa. Non me ne sono mai reso conto davvero, ma lei mi completa.
Improvvisamente, Yori spunta fuori con i thè che ci aveva promesso. Li mette sul tavolino, poi ci osserva attentamente e finisce per mettersi le mani sui fianchi. -Ragazzi, ho una notizia importante. Credo proprio che Zero potrà rimanere con te senza problemi. - dice rivolta a Yuuki, che si stacca da me, mettendosi a sedere diritta. Nessuno dei due sembra capire.
-Come, Yori? - chiede, aggrottando la fronte.
-Una delle case editrici che il mio professore di lettere aveva contattato per il mio libro mi ha appena chiamata. Hanno comprato i diritti. - sul viso di Yori si allarga un bellissimo sorriso. -Venderò il mio libro, tesoro.
Di nuovo, i loro corpi si uniscono, senza sforzo. Sono proprio nate, loro due, per essere migliori amiche. Proprio come me e Kaito – problemi per me che sono una testa di cazzo a parte. Quando le due si staccano, colgo l'occasione di parlare. -Yori, ma io cosa c'entro in tutto questo?
-Beh, la direttrice della casa, Jennifer, mi ha detto che vuole un colloquio con me dopodomani. Non posso assolutamente mancare, per cui dovrò rinunciare alla mia vacanza. Ma non ho nessuno intenzione di rovinare quella della mia migliore amica. Per cui, voi due rimarrete qui. Io vado, naturalmente.
Credo di aver aperto la bocca in segno di puro stupore. Una settimana e mezza con Yuuki, al mare...Mio dio, dev'essere un fottuto sogno. Anche lei sembra avere i miei stessi pensieri. Stavolta, sono io ad abbracciare Yori, e tutti e tre ci lasciamo andare a una fragorosa risata. Quando lascio andare la migliore amica di Yuuki, lei mi guarda di sbieco, mi viene vicino, e sussurra una cosa che mi fa rabbrividire, perché sono sicuro che la sta ascoltando anche Yuuki.
-Sei troppo perfetto, tu. Ti tengo d'occhio.
Mi fa l'occhiolino e sorride, e non posso fare a meno di sentire quella familiare sensazione di nausea che mi invade ogni volta che penso ad Hanako e a quello che ho fatto.
A quello che continuo a fare.
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Ok, sono curiosa di sapere quanti di voi si aspettavano una scena del genere. So che mi odiate per non essere, ehm, andata fino in fondo con Zero e Yuuki, ma era decisamente troppo presto. E per quanto ci fossi dannatamente vicina, ho deciso di optare per una scena un po' più romantica che è comunque importante. Vorrei chiarire in tal caso non si fosse capito bene: Zero parte con l'idea di dire a Yuuki del bambino, ma poi ci ripensa e decide di dirle del fato del ciondolo che aveva trovato, confessandole che era proprio lui il ragazzo con il quale si era scontrata ancora prima del loro incontro "ufficiale".

Just believe (Zero X Yuki)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora