CAPITOLO 10

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Capitolo 10
E' paura di vivere


Yuuki

I nostri respiri sono spezzati e il loro ritmo ormai mi è entrato dentro e mi fa ribollire il sangue in modo assolutamente nuovo e prepotente. I miei occhi mi implorano di poter guardare qualcos'altro, ma non so perché, credo che qualcosa – nella mia testa e nel mio cuore – sia decisamente più forte di loro e che si ostini a tenermi incatenata all'ametista.Sembra quasi che Zero stia prendendo una decisione, una decisione radicale, bella e brutta allo stesso tempo. C'è una tempesta all'interno di questo uomo, e io ho la strana sensazione di essere io la causa principale del fatto che questa ci sia.E rimane. Rimane, la tempesta, ancora per qualche istante. Poi, finalmente, Zero parla.-Scusami, Yuuki. L'ultima cosa che avrei voluto fare era spaventarti. - dice, ed è davvero sincero. Mi sembra quasi impaurito da sé stesso e dalla consapevolezza di avermi magari fatto paura.-Non...non mi hai spaventata. - balbetto, per colpa della sua mano sul mio polso. Da quel punto provengono delle scosse così forti...si propagano per tutto il mio corpo e di nuovo, io non so cosa pensare, cosa fare. Mi distraggono deliberatamente.-Stai bene, Yuuki? - mi chiede in tono talmente dolce da arrivarmi al cuore e farlo rabbrividire. E' stato come una carezza. Una carezza bellissima e nostra.-Sì. - dico decisa, stavolta dimostrandogli di essere forte. Gli sorrido, educata, perché nella maggior parte delle occasioni essere educati è la cosa migliore. Vorrei dirgli che non sono minimamente scossa da quello che hai fatto, nemmeno da quello che hai detto in macchina ma sarebbe una lurida bugia. Quello che ha detto mi ha spaventata. Sì, ho avuto paura dello Zero che per un momento era in macchina con me e che mi hanno ricordato il suo sfogo dopo avermi salvato, alla festa del ciliegio. Freddo, cupo, distante...Mi sta ancora tenendo il polso e, per un istante folle, desidero che la sua mano non si fermi ad accarezzarmi solo lì. Desidero che salga, che avvolga il mio viso, che mi faccia sentire sua e protetta.-Non ti ho minimamente scossa? - chiede, incredulo, interrompendo il contatto. Ora siamo di fronte, non ci tocchiamo, ma la dolce scossa c'è ancora. Lui corruga la fronte. Sembra davvero non capire.-No, Zero. - mi affretto a scuotere la testa. Perché gli preme così tanto sapere se ho paura?-Sei una pessima bugiarda, Yuuki. - dice, freddo. Ecco, adesso mi spaventa.-Ma cosa...-Yuuki, ascoltami. - dice in tono brusco, distogliendo lo sguardo e passandosi una mano fra i capelli. -Io...io sono quello che vedi adesso e che prima hai visto in macchina. - Torna a guardarmi, e nei suoi occhi c'è disprezzo. Disprezzo per sé stesso. -Un ragazzo freddo. Distaccato. Cattivo. E non dirmi che questo non ti spaventa, per favore.Mi ritrovo a guardarlo, nonostante sappia alla perfezione che effetto hanno i suoi occhi su di me. Mi concentro, e cerco di vedere oltre questa barriera. E vedo un ragazzo favoloso, solare, con un passato oscuro e magari tanta paura. Ma non ne sono spaventata. Io lo voglio aiutare. Lo voglio aiutare perché so che lui non è ciò che vuol far credere di essere. Lui è una persona buonissima. L'ho capito dal tono di voce che mi ha colpita il giorno in cui era preoccupato che suo padre non lo venisse a salvare, dal suo enorme sorriso che mi contagia sempre, anche se per me non è giornata. Da quando mi ha praticamente salvata da quel ragazzo che mi voleva fare del male.Il cuore quasi non mi esplode, l'ho sottoposto a una dura prova. Ma, finalmente, il suo sguardo si addolcisce e le rughe che aveva prima scompaiono.-Non sei una persona cattiva, Zero. - la mia voce è un sussurro leggero. Breve, ma vero fino in fondo. Ciò che sto dicendo mi viene dal cuore. -Sei una persona buona. Aiuti tuo padre, aiuti noi in libreria. Sorridi sempre, e il tuo sorriso è così radioso...Zero, tu fai venire il buon umore. Stento a credere che tu sia la persona che adesso ti ostini ad essere.-Io sono questo. – mi ripete, ancora con gli occhi gelidi.-Non ci credo. Non voglio crederci, Zero.-Faresti meglio a crederci, invece, Yuuki. Almeno non rischieresti di farti del male.Stavolta sono io ad afferrargli il polso. Il mio gesto lo fa sussultare, ma io, armata di un coraggio che non credevo di avere, immergo la mia mano nella sua. Il cuore batte nel mio petto in modo violento, ma cerco di mantenere il respiro regolare. Devo farlo per lui.Non ho mai distolto lo sguardo dal suo. Gli sorrido.-Mi fai del male se fai così, Zero. Se ti intestardisci. Tu devi...gettare questa stupida maschera ed essere il ragazzo che ho visto nei tuoi occhi. Anche se ti conosco da poco so che c'è...è lì. Non aver paura di tirarlo fuori.I suoi occhi sono spalancati, ma il suo viso fa trasparire una gioia repressa da tanto tempo. Crede in quello che sto dicendo. Deve crederci, perché è la verità. Abbassa lo sguardo, sconfitto, finalmente. Fa un sorriso timido che è adorabile e mi spezza il cuore.-La tua dolcezza è disarmante, Yuuki. - mormora, di nuovo, con voce roca. E' una meraviglia. Gli sorrido timidamente, poi, con calma e molta riluttanza, gli lascio andare la mano. E così, forse con un po' di ritardo, ci incamminiamo verso l'edificio che ospita la casa editrice che stavamo cercando.-Ci 'spiace così tanto per l'enorme disagio. - si scusa con noi Rima, una ragazza alta, bionda e bellissima. Praticamente perfetta. E' insieme a noi nell'atrio della "Black Holding IC", la ditta più famosa dei paraggi che si occupa della distribuzione dei libri. Lei credo che abbia detto che è la direttrice delle vendite. E' davvero molto professionale, sorridente e gentile. Ogni tanto Zero incontra il mio timido sguardo. Io non faccio altro che arrossire e sorridergli, cercando di scrollarmi di dosso la nostra conversazione di poco fa', che credo mi abbia segnata nel profondo, visto che ogni volta che ci penso sento uno strano tonfo al cuore.Nel frattempo arriva Shiki, un giovanotto che si presenta come il direttore dei trasporti. E' alto, con una chioma rosso scura e occhi di ghiaccio, e la sua capigliatura è studiata per apparire spettinata, ma su di lui devo ammettere che sta divinamente. Poi mi viene da sorridere: in questo posto sono tutti perfetti, alti e impeccabili. Mi sento un po' fuori luogo, visto che comunque indosso una semplice maglietta bianca e lilla che lascia nuda la spalla destra e un paio di jeans attillati. Insomma, il tipico abbigliamento da teenager che va scuola. Zero, invece, è impeccabile come sempre: ha una camicia bianca aperta leggermente sul petto, pantaloni neri e scarpe abbinate. E' sbarazzino, non troppo elegante, ma pur sempre molto, molto sexy. Lui, in questo luogo, non stona per niente.Shiki va dietro la scrivania dove c'è Rima e comincia a parlarle sottovoce, ma noto che mi sembra molto irritato. Rima arrossisce violentemente, poi comincia a cercare qualcosa in mezzo a un numero infinito di scartoffie senza però arrivarne a capo. Dopo prende in mano una rubrica che è più grande del mio libro di scienze e comincia a chiamare un sacco di persone, chiedendo disponibilità per i trasporti, ma le risposte che le danno devono essere tutte negative, perché si incupisce sempre di più.Shiki sbuffa sonoramente. -Davvero non so come scusarmi per questo inconveniente, signor Kiryuu. Suo padre è sempre in regola con i pagamenti, sempre puntuale, e adesso non poter spedirvi questa saga...Sorrido nel sentire che Shiki ha chiamato Zero con il suo cognome. Ma non dovrei farlo, insomma, Zero è un uomo, e si comporta come tale. Da quando siamo entrati sembra un vero e proprio imprenditore, o insomma, una persona importante. Gli si addice.-Dove sono i libri, esattamente, in questo momento? - chiede Zero, passandosi un indice sulle labbra. Mi si mozza il respiro.-Sono in magazzino, Signor Kiryuu. Nel reparto quattro. - sorride cordiale Rima.-Ottimo. Se non vi dispiace, vorrei portarli via adesso. Non c'è bisogno di nessun corriere, ci penso io con la mia macchina.Shiki strabuzza gli occhi, sconcertato. -Spero che stia scherzando! Non voglio che lei si disturbi per una nostra mancanza. - Il modo in cui Shiki pronuncia la parola nostra fa capire quanto gli dispiaccia non poter arrivare fino in fondo alle sue promesse.-Sono venuto qui appositamente. E se nessuno può prestarvi il corriere e i vostri sono momentaneamente in disuso, posso occuparmi io della faccenda.Shiki si passa una mano tra i capelli, è esasperato. Poi guarda Rima, e il suo sguardo un po' s'addolcisce, e Rima gli sorride, in un modo che non le avevo mai visto fare da quando sono qui. Oddio, ma...ma stanno insieme!-Credo che avrà bisogno di molte braccia, allora. Stiamo parlando di un centinaio di libri, Signor Kiryuu. - Shiki torna a guardare Zero.-Ho tutto il pomeriggio. - scherza lui, guardandomi e sorridendo. Non posso fare altro che ridere anche io.-Va bene, vi aiuto anche io. Amore, ci dai una mano? - Chiede il rosso a Rima, che scatta sulla sedia e viene dalla nostra parte con le chiavi del reparto quattro. Poi ci guida, non prima però di aver dato un tenero baffetto sul braccio di Shiki.Sono talmente belli insieme da far male.In poco tempo cominciamo a prendere tutti e quattro delle sconfinate pile di libri e le portiamo in macchina, riempiendo il baule e i sedili posteriori. Purtroppo più libri di così non ce ne stanno, e Shiki, il ragazzo bellissimo dai capelli rossi, si scusa ancora, promettendo che al più presto ci farà avere tutte le altre copie. Mentre lui scompare nel suo studio, Rima ci viene incontro con due pacchi in mano e ne porge uno a me e uno a Zero. Ci sorride, e mentre lo fa le sue codine si muovono di scatto, e lei, ora, sembra proprio una bambina. Una bambina davvero molto graziosa.-Ho pensato che vi avrebbe fatto piacere averne delle copie personali. - dice lei in tono delicato. -E' una bella saga, l'ho letta tutta d'un fiato.-Grazie mille. - le rispondo, accettando il pacchetto.Ci salutiamo anche noi e poi io e il ragazzo dai capelli argentei ci dirigiamo in macchina. Essere circondata da libri – dietro, nel bagagliaio e sulle ginocchia le copie in omaggio – mi fa sorridere, e Zero se ne accorge.-Almeno con questi terremo a bada le ragazzine impazzite. - scherza lui a un certo punto.Si è immerso nel traffico del primo pomeriggio di San Diego con molta facilità. Guida come al solito molto prudentemente, e vedo che sta seguendo le indicazioni per il centro del paese. Non ho idea di che cosa voglia fare, adesso. Mi rendo conto che guardarlo non mi stanca mai. E' come per un uomo che sta morendo di sete e ha bisogno di acqua. Guardarlo significa trovare l'acqua, per me. Mi fa sentire viva e mi fa battere il cuore. Ed è bellissimo.-Hai voglia di fare un giretto? Non so, ci prendiamo un gelato. - propone.Mi ritrovo a sorridere come un ebete. L'idea mi piace un sacco. -Va bene, signor Kiryuu. - scherzo, e lui sorride.-Devi guidarmi tu, Yuuki. Dimmi dove devo parcheggiare.Everything – Michael BublèLo guido verso i parcheggi che circondano il centro della nostra città. La gente ci sorride e alcuni si fermano a guardarci ammirati. Scommetto che la maggior parte delle persone che ci incontra pensa che stiamo insieme, e il pensiero mi fa arrossire, ma non mi disturba affatto. Essere scambiata per la ragazza di Zero è un piacere immenso che fa quasi male al cuore, e mi viene in mente che se volessi e probabilmente avessi anche solo un pochino di coraggio in più, essere sua potrebbe anche essere una cosa realizzabile. Vera, tangibile.Ci fermiamo nella gelateria che io e Hanabusa preferiamo. Io prendo due palline, una di cocco e una di cioccolato, mentre Zero preferisce buttarsi sulla frutta, prendendo un bel cono alla fragola e al limone.Poco dopo essere usciti, sento la sua mano calda infiltrarsi nella mia, e io non la respingo. Anzi, la stringo più forte. Il significato di questo gesto, per me, è immenso: ha la capacità di scaldarmi il cuore e il corpo in una velocità e certezza impressionanti. Ho sempre riflettuto a lungo su quanto sia meraviglioso camminare per strada dandosi la mano, concedendo all'altro una parte di se stessi e sentire di appartenergli in qualche modo. E' il primo passo – il primo piccolo, dolcissimo passo – per dire all'altro sono qui, sono tuo. E se si osservano le mani ci si accorge che sono state studiate perché si intreccino, come a suggerirci che la vita va condivisa sempre con qualcuno, come a sottolineare che da soli non si va da nessuna parte, che l'amore è la nostra ancora e la nostra salvezza. L'unico modo che ha un uomo di salvarsi.-Tutto bene, Yuuki? Intendo per prima. - dice serio Zero. Poi assaggia il suo gelato e non so perché, ma arrossisco. Cerco subito di ricompormi, comunque, per dare lui una risposta seria nella quale deve credere.-Va tutto bene. Dico davvero, Zero. Preferirei che non ci pensassi più.E' così serio da parermi irreale, il mio ragazzo perfetto dai capelli argento. Non mi sorride più come faceva una volta. Ma, improvvisamente, mi ricordo una cosa che Yori mi aveva detto quando era venuta a trovarmi in ospedale, un po' di tempo fa. Gli uomini a volte vogliono sorridere ma non ci riescono, Yuuki. Ed ecco dove serviamo noi. Noi dobbiamo essere in grado di tiraglielo fuori, quel maledetto sorriso.E così, facendo finta di essere interessata a una vetrina vicina a lui, gli spiaccico il mio cono in faccia. In realtà gli sporco a malapena la punta del naso, ma lui ci rimane talmente male che si ferma e apre la bocca in segno di disappunto. Io scoppio a ridere, e nel farlo gli devo lasciare la mano per portarmela sulla bocca. Piano piano le sue labbra si distendono in un sorriso magnifico, ma nel profondo so che può fare di meglio.-Dovresti vedere la tua faccia. - dico, ancora scossa dalle risate.-Ah, sì? - domanda, visibilmente offeso. Poi nei suoi occhi cede qualcosa che letteralmente mi lacera lo stomaco. Si avvicina, lentamente, poi mormora: -E' cominciato tutto così, no? Tu che quel giorno profumavi di cocco, proprio come me in questo momento. - Mi afferra la mano, come ad ammonirmi del fatto che non dovrei lasciargliela andare. Poi, sorridendo, mi spiaccica il suo gelato sulla guancia.Oddio! Sento freddo e caldo insieme, e poi il profumo inconfondibile della fragola. Credo di avere nel giro di qualche secondo la sua stessa reazione: spalanco la bocca, ma poi, piano piano, sorrido.-Dovresti vedere tu la tua, di faccia! - dice, e ride. Eccolo, finalmente ride, il mio Zero.-Mmmh, vuoi la guerra? - faccio per colpirlo sulla camicetta, ma lui si scansa e strabuzza gli occhi.-La camicia no, Yuuki. - mi avvisa, e ammetto il suo sguardo minaccioso è quello che mi piace di più.Passa all'attacco e punta ai miei capelli, e io per scansarmi faccio cadere il gelato. -No, il mio gelato! - mi lamento, ma non ho tempo da perdere. Zero e il suo sguardo minaccioso non mi lasciano e io comincio a correre tra le vie del centro, deliberatamente, come se fossi una bambina. Ogni tanto vado addosso a qualcuno e chiedo scusa; sento le mie risate che riecheggiano per la strada e penso che sono davvero felice, qui e ora, mentre scappo da un ragazzo bellissimo e dolce che ride con me. Ed è proprio qui e ora che mi rendo conto di quanto la vita sia bella, di quanto tempo abbia passato a sopravvivere e non a vivere veramente, ma ora ho tutte le intenzioni di cominciare a farlo, e se il ragazzo che corre insieme a me ne ha voglia, può farmi compagnia. Oh no che cavolo dico, penso, e faccio bene ad aver paura... ne ho tantissima. E' paura di vivere, ed è quella che hanno un po' tutti, perché chi corre troppo può inciampare e farsi male, ma a pensarci, chi non corre proprio non vive davvero. E io ho passato troppo tempo a fare quest'ultima cosa. Mi sono limitata a camminare sulla strada della mia vita. E ora che ne ho la possibilità voglio accelerare. Gradualmente, un poco alla volta, ma voglio farlo.Arriviamo alla fontana che sta in piazza, e lì Zero prende una manciata di acqua e me la getta addosso. E' gelida, ma quando mi bagna rido. E così faccio lo stesso, prendo anche io l'acqua e gliela lancio addosso. In poco tempo comincia una guerra ricca di risate e di acqua di fontana. Un po' alla volta, dapprima timidamente ma poi sempre più in quantità, ci raggiungono dei bambini e fanno lo stesso: prendono l'acqua e la lanciano addosso ai genitori, agli amici, ai passanti. Tutti ridono, me compresa, e penso che questo momento mi rimarrà sotto la pelle per un bel po'. Non voglio liberarmene, infatti. Voglio farlo mio.A un certo punto sento chiaramente il suono di un fischietto, e mi rendo conto che un agente della polizia locale ci sta venendo incontro, correndo e gridando che non si può giocare con l'acqua della fontana. Zero mi prende per mano e comincia a correre, ridendo ancora, e io rido dietro di lui, mentre osservo la sua schiena e ogni tanto lancio occhiate dietro di me notando che la poliziotta non smette di seguirci.-Corri, Yuuki, corri! - grida Zero, con voce spensierata e gioiosa. E io non posso far altro che ubbidire. A un tratto il ragazzo che mi guida svolta in una via deserta, e io mi ritrovo sbattuta contro il muro, con Zero che alza le braccia e le mette vicine alle mia testa. Ci sorridiamo, complici, ridiamo, e cerchiamo di prendere fiato. Poi succede qualcosa di inaspettato. Sempre ansimando, sempre con il fiato corto, Zero prende una ciocca che avevo sul viso e la sposta dietro al mio orecchio, e la sua carezza mi fa venire i brividi ovunque, e quando dico così intendo proprio dappertutto. I nostri petti si sfiorano per colpa della corsa, e dopo la carezza, non sembrano voler trovare pace. E così Zero si avvicina impercettibilmente, e io mi ritrovo a fissare le sue labbra, poi i suoi occhi, e ancora le sue labbra...Baciami, penso.Socchiude gli occhi, come se avesse sentito ciò che gli ho sussurrato con la mente.Baciami, Zero, ti prego. Baciami.Schiudo le labbra e automaticamente lo fa anche lui. Il mio è un grido silenzioso, ma è talmente forte che mi spezza il cuore. E così vedo che si avvicina sempre di più, e devo ricorrere a tutta la mia energia perché non mi cedano le gambe.Finché il fischietto di nuovo ci fa sussultare. La magia svanisce e Zero si allontana, toglie le braccia e in questo modo io non mi sento quasi più, ecco, incastrata da lui. Sì, perché con quelle sue braccia forti e il suo sguardo mi aveva proprio incastrata.La poliziotta ci passa davanti correndo ma non guarda per niente nella via dove ci siamo nascosti. La vediamo diventare un puntino indistinto in mezzo alla folla, finchè questa la inghiottisce e cancella ogni speranza, per lei, di trovarci.Io e Zero ci sorridiamo di nuovo, e ricominciamo a respirare regolarmente. -Ce la siamo proprio vista brutta, eh? - chiede lui. Poi mi prende la mano. -Va tutto bene?Se un tempo avessi fatto una corsa del genere probabilmente ci sarei rimasta secca. Ma ora che sono guarita la cosa non mi pesa più.-Sto benissimo. - dico, ma mi rendo conto che la mia voce è contagiata dalla delusione. In un primo momento non riesco a capire perché provo questa cosa.-Andiamo a casa, Yuuki. - dice Zero, lasciandomi la mano e spezzandomi definitivamente.E ora lo so, capisco ogni cosa. E mi stupisco di non averla capita già da subito.Io quel bacio lo volevo.

Just believe (Zero X Yuki)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora