CAPITOLO 31

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Save each other

KanameDicono che una persona smetta di vivere quando non ha più niente in cui credere. Forse proprio questo principio mi ha portato a uscire dal guscio; a tornare, seppur in una forma completamente nuova e migliore, il Kaname di sempre, il ragazzo che non si arrendeva mai, nonostante avesse tutti contro. E forse è anche il motivo che mi ha portato da Yuuki, a implorarle di non lasciarsi andare, di aggrapparsi a qualcosa di magnifico e solido, qualcosa che fa stare bene l'anima. Solo l'amore può darti tutto questo e credo che entrambi lo sappiamo bene, ma per l'amore è troppo presto, adesso. Lei deve aggrapparsi alla musica, quella che viene dal cuore e che la sua voce ha la capacità di trasformare in qualcosa in cui la gente si perde e si riconosce. Musica e amore, in un certo senso, si assomigliano e si accompagnano per l'arco di tutta la vita delle persone. Non è un caso, infatti, che quando stiamo male ascoltiamo la musica, che quando stiamo bene ascoltiamo la musica, che quando vogliamo diventare migliori ascoltiamo la musica. La musica appartiene ad ogni fibra della vita e ne colora ogni aspetto. C'è chi riesce a coglierlo e chi se lo lascia sfuggire - ma questi ultimi, credo, è raro che vivano davvero.A lezione, oggi, mi capita spesso di pensare a quello che ho detto a Yuuki ieri. Ha pianto e si è lasciata stringere, e tra le mie braccia è diventata quasi invisibile, un piccolo pulcino desideroso di aiuto e di calore. Dirle di non arrendersi per me ha avuto la forza di destarmi, di pensare che nella mia vita incasinata ci sia ancora qualcosa a cui aggrapparsi per credere che non sia finita lì. Così le ho chiesto di venire alle prove, oggi. Un motivo come un altro per uscire dal tunnel di tenebre che si era costruita, certo, ma anche per ritrovare l'armonia della sua musica.Mi avvicino a Isabel, una ragazzina deliziosa e paffuta del secondo anno, che sta provando un assolo, indicandole con le dita le parti delle canzoni che deve modificare e dicendole che sta facendo enormi progressi. Improvvisamente, i ragazzi smettono di provare e cominciano a sospirare, a bisbigliare, a sorridere meravigliati. Un lungo brivido mi percorre la schiena, un brivido nuovo ma che nella sua novità ha un sapore nostalgico, che ha il sapore di ricordi nascosti, di una voglia matta di ritrovarsi. Mi volto, e, senza potermi fermare in alcun modo, sorrido, inesorabilmente.-Yuuki! - urla qualcuno. Delle ragazze le vanno incontro e la abbracciano dandole il bentornato e allo stesso tempo facendole capire che ci è mancata tanto e che le lezioni senza di lei non avevano la stessa bellezza. E' come se lei portasse luce, una luce benefica e rara, della quale un po' tutti si nutrono – me per primo – per stare meglio, per credere di farcela ad andare avanti. Il suo sorriso, per nulla teso ma, al contrario, meravigliosamente vero, splendente, scoppia di affetto. Siamo mancati anche a lei ed è bellissimo pensare che ci siano ancora delle persone che non hanno paura di nascondere che hanno sofferto, che sono cadute e si sono poi rialzate e che hanno cercato di cominciare. Anche in questo sta la forza di Yuuki.Anche io mi avvicino, e dopo pochi istanti gli occhi color cioccolato di Yuuki sono nei miei. E il suo è un tacito ringraziamento, che ha la stessa dolcezza di una carezza donata nel timore delle notti più buie.-Sei tornata. - mormoro.-Grazie a te, Kaname.Non ce la faccio a non raccogliere una ciocca dei suoi lunghi capelli e farla mia. E' come se gli altri studenti non ci fossero più, si siano dissolti: ci siamo solo io e Yuuki, io col mio cuore che sembra impazzito e lei con il sorriso più bello del mondo.-Hai perso un bel po' di lezioni, lo sai, vero? Dovrai lavorare sodo per recuperare.-Lo so, è per quello che sono tornata. Devo darmi da fare perché ho preso un impegno e lo voglio portare a termine. Non mancherò più, Kaname, è una promessa. E voglio fare quella gara, il mese prossimo, voglio...voglio andare avanti, voglio aggrapparmi come hai detto tu alla musica perché è una cosa tangibile e bellissima. Il mio errore più grande è stato quello di credere che potessi ricominciare a vivere senza il canto. Ho sbagliato, Kaname, e ti chiedo scusa, perché so che tu credevi in me. Non ti deluderò più.La sua tenacia e la sua forza mi mettono in soggezione, perché è difficile credere che una creatura che è così piccola e fragile possa essere in realtà così passionale e determinata. E' sicuramente un angelo caduto dal cielo per migliorare le persone insicure come me. E i suoi occhi me lo ripetono in continuazione, sembrano dirmi sei al sicuro, qui con me. E non sarebbe male scrivere un pezzo contenga queste parole: You're safe, with me...-Va tutto bene, Kaname? - chiede Yuuki, preoccupata per il mio silenzio. Io le sorrido, la prendo per mano come se fosse la cosa più naturale del mondo e la porto al pianoforte. Gli altri ragazzi hanno ricominciato a provare, e nell'aria c'è un profumo particolare, buonissimo. Se la speranza avesse un profumo credo sarebbe quello che sto sentendo io ora. Ed è qui, in questo istante, che realizzo che non posso più tornare indietro e che questa piccola e dolce ragazzina mi è entrata sotto la pelle e nel sangue.-Certo. Stavo solo pensando...non andare più via, va bene, Yuuki? Qui tu hai portato speranza a tutti quanti. L'hai portata a me, in primo luogo. Posso – anzi voglio – aiutarti a superare tutto questo, se tu lo vuoi, se me ne dai la possibilità. E, Yuuki...- non ce la faccio a guardarla negli occhi, perché credo mi tradirei. Sto tremando. -Non credo di riuscire più a immaginare una vita dove tu non ci sei.Non arrivano parole. E in un primo momento fa paura e lo stomaco sembra si laceri. Ma la carezza di Yuuki che arriva qualche istante dopo ha il potere di spezzarmi e di ricompormi di cellule nuove; mi veste di un nuovo io che finalmente non ha più paura del passato ma che ha voglia di vivere, vivere per davvero, senza paura.-Ho l'impressione che ci salveremo a vicenda, Kaname. - mormora lei infine, premendo di più con la mano, quasi come volesse toccarmi l'anima e il cuore, non solo la guancia.Bleeding Love - Leona LewisYuukiEntro in uno dei bar che preferisco del centro gettando in un angolino l'ombrello fradicio, contenta, finalmente, di non dover più stare alla pioggia ma di essere al caldo. Io, Hanabusa e Yori abbiamo deciso di incontrarci qui, oggi, dopo la scuola, per scambiare quattro chiacchiere e soprattutto per distrarci dagli impegni dell'ultimo anno. La quinta è molto pesante ma da un lato anche molto benefica: non ti lascia mai pensare ad altro se non allo studio, quindi non rimane molto tempo per concentrarsi sui propri problemi. Per quelli rimane la notte che continua a mangiarti con gli incubi.Aidoh e la mia migliore amica hanno già preso posto a un tavolino spostato verso il fondo della sala e, quando mi siedo, dopo avermi salutato, riprendono a discutere animatamente di attualità, punzecchiandosi come una coppia di fatto. Per un po' faccio da mediatore, cercando di evitare che litighino o annuendo felicemente quando entrambi per miracolo sono d'accordo su qualcosa. Nel giro di una decina di minuti arriva la nostra ordinazione e Yori rinuncia a sostenere la sua tesi, ridendo e chiamando il biondo "testardo senza speranza".E' da tanto che non mi prendevo uno stacco da tutto. I meravigliosi pomeriggi che passavo insieme ai miei amici ormai sono solo ricordi lontani che nel cuore pulsano nostalgia e dolore mescolati insieme. Una nostalgia costante, che non se ne andrà mai veramente, che rimarrà lì, in un punto indistinto sotto la pelle, come se marchiasse l'anima.-Oggi ho avuto lezione di canto. - mormoro a un certo punto, mentre bevo la mia cioccolata. Gli sguardi di Hanabusa e Yori si incontrano per un attimo, come per suggerirsi la prossima battuta. Ho notato, da quando sto attraversando questo periodo buio, che cercano sempre di essere allegri quando sono con me, che non parlano mai del passato ma soprattutto che, molto attentamente, non nominano mai, davvero mai, Zero. Credo che abbiano fatto un patto segreto nel quale si sono promessi di non vedermi più triste a causa sua e dove si sono giurati di non mostrarsi mai deboli di fronte a me, in modo da ispirarmi fiducia e conforto. Li apprezzo per questo, ma in un certo senso è come se mi sentissi parte di un'enorme recita che non ci permette di essere noi stessi: nonostante tutto, infatti, Zero ha comunque fatto parte della mia vita e per nulla al mondo lo posso cancellare.-Davvero? - chiede Yori. -E come è andata?-Beh, ormai ho ricominciato da un po'. Cantare mi fa sentire meglio; mi fa sentire come se di nuovo facessi parte del mondo. Ho anche promesso a Kaname che parteciperò alla gara che si terrà fra poche settimane, i primi giorni di Febbraio, al teatro Shibuya. Non è niente di che, non guardatemi così...-Oh mio Dio, stai parlando delle gare nazionali? E' da una vita che mio cugino vuole andarci! - interviene Aidoh. -Sono importanti, sai Yuuki? Chi vince diventa campione nazionale, senza contare che gli si aprono almeno un milione di porte diverse. Puoi scegliere se andare avanti e studiare in Europa, partecipando anche lì a delle gare; senza contare che ci saranno tantissime case discografiche che potrebbero offrirti dei contratti di lavoro.-Sì, Kaname mi ha detto tutto. E' da quando ho cominciato i corsi a scuola che ci stiamo preparando per questa gara, e me la sto facendo sotto, credetemi, ma non ho nessuna intenzione di tirarmi indietro. - Abbasso lo sguardo, prendendo un respiro profondo. Sembra passata un'eternità da quando cominciavo a fantasticare su come sarebbe stato quel giorno, come lo avrei vissuto, cosa avrei indossato. Ricordo che con me portavo solo una certezza, e cioè che alla gara avrei avuto Zero accanto, che mi avrebbe sostenuto - che avrebbe, con tenacia e amore, tifato per me. E' incredibile pensare che tutto questo sia andato via, si sia sciolto come neve al sole.-Kaname deve avere un'immensa fiducia in te. - mormora Hanabusa, sorridendomi sinceramente. -E io so che ce l'ha. Ha una strana luce negli occhi quando parla di te. Io ci passavo più tempo insieme quando eravamo piccoli, quindi non lo conosco benissimo adesso, ma sono sicuro che finalmente ora è felice. Non lo era da tanto, Yuuki. Sai, sembra quasi che tu gli abbia dato una speranza, qualcosa in cui credere.-Yuuki è così, però non se ne rende conto. - interviene Yori, staccando le labbra dalla tazza di caffè. -Per tutta una vita ho cercato di farle credere che era lei a salvare me, che ero io a chiedere aiuto a lei quando andavo a trovarla in ospedale, anche se era sempre convinta del contrario. - Poi i suoi occhi nocciola sono nei miei. -Sei testarda, tesoro mio. Adorabile, ma testarda.Yori mi prende per mano e la stringe forte, e io trovo il coraggio di rialzare gli occhi. Ormai anche Hanabusa è a conoscenza della malattia da un po', per cui possiamo parlarne liberamente, come una cosa sconfitta e archiviata.-Mi verrete a vedere, vero? - domando. Entrambi ridacchiano, guardandosi negli occhi, scambiandosi tacite carezze che hanno un significato chiarissimo. Non ho idea di cosa stiano aspettando questi due a fare il primo passo...-Hai dubbi, Yuu? Certo che veniamo, e ci mettiamo pure in prima fila. Dobbiamo vestirci tipo eleganti? Non so, con lo smoking e tutto? Devo dirlo ai miei e alla mia sorellina, secondo me farebbe piacere anche a loro venire. E inviterai Zero?Hanabusa, alla velocità della luce, si becca un calcio dritto dritto sulla caviglia e impreca a bassa voce. Yori sibila: -Ti avevo detto che quell'argomento è tabù!-Non fa niente, Yori. - dico, cercando di rimediare e stringendo un lembo del mio cardigan color blu finchè le mie nocche non diventano bianche. -Non lo so, Aidoh, credo che ci penserò. A proposito...- comincio, la voce roca e piccola piccola -come sta?Hanabusa si fa piccolo piccolo sulla sedia, mentre si becca un'altra occhiataccia da Yori, che poi si rifugia disperata nel suo caffè, abbassando gli occhi per non essere costretta a guardarmi. Ecco, la recita di cui parlavo prima: sono tutti impauriti dal mio dolore perchè non hanno la minima idea di come gestirlo.Con voce seria e calma, Hanabusa dice, abbozzando un sorriso triste: -Yuuki...lo sai che è tornato a Usutzuku, vero?Apro la bocca, ma ciò che ne esce è solo un leggero gemito. Non ne avevo idea. E' da quanto abbiamo avuto quella tremenda lite che non ci vediamo, anche perché dopo la rottura avevo chiesto al signor Kiryuu che i nostri turni in libreria fossero sistemati in modo che non ci potessimo mai incontrare, e lui gentilmente aveva accettato. Non credevo che fosse addirittura tornato al suo paese d'origine.-No, non lo sapevo. - dico con un filo di voce. Non sento più le mani e la stoffa ha perso consistenza.-Credevo te lo avesse detto. Subito dopo...subito dopo la vostra rottura, lui è tornato a casa. Cioè intendo qualche giorno dopo. Era irriconoscibile, Yuuki, non lo avevo mai visto così. Non parlava, non mangiava, dubito che dormisse perché quando lo vedevo era distrutto. Un giorno avevo finito il mio turno di lavoro e l'ho visto scendere dalle scale con una valigia. Aveva gli occhi rossi, come se avesse pianto...-Hanabusa, la finisci? - lo rimprovera Yori. Ma io le afferro il polso a me più vicino.-No, sto bene. Voglio che mi racconti. Voglio che continui.Hanabusa prende un bel respiro, dimostrando che il racconto ferisce lui quanto probabilmente fa con me. -Mi ha detto che non ce la faceva più e che sarebbe tornato a casa. Poi mi ha abbracciato, Yuuki...un abbraccio strano. Mi sembrava di doverlo proteggere. Improvvisamente si era fatto più piccolo di me, nonostante sia sempre stato più alto, hai presente? E si ancorava al mio corpo come un bambino. Poi si è staccato, ha sorriso – un sorriso lieve, disperato – ed è andato via.Avvolgo il mio petto con le braccia, dandomi della stupida mille volte per essere stata codarda e non essermi mai preoccupata di andare a vedere come stava. Entrambi ci siamo fatti distruggere dal dolore e da un orribile sensazione di vuoto e di mancanza. Ma in un certo senso, ho l'impressione di essere più forte di Zero, di poter trovare gli stimoli giusti per andare avanti. Non sono così sicura che lui ce la possa fare.-Yuuki...-mormora Yori, quando nota la lacrima che solca il mio viso. L'asciugo bruscamente.-Sto bene. - affermo, con voce decisa. -Io...avrei solo voluto che me lo dicesse. Avrei potuto fermarlo. Sì, avrei potuto...-Yuuki, non poteva essere aiutato. Credimi. La stessa sera che se n'è andato mi sono precipitato da suo padre e ho cominciato a insultarlo. Subito credevo fosse la cosa giusta. Gli avevo detto che avrebbe dovuto cercare di fermarlo, che doveva tenerlo lì con sé. Sai cosa mi ha risposto Kaien? Che insieme a lui sarebbe morto. Morto, Yuuki! E allora ha insistito affinchè partisse, che cambiasse aria, che cercasse di ricominciare a vivere. Qui, avendoti accanto ma non potendoti riavere, Zero non viveva, Yuuki. Poteva fingere di andare avanti, lasciare che il tempo scorresse, ma penso che entrambi sappiamo bene che quella non era vita.E nonostante tutto, Hanabusa ha ragione. Costringerlo a rimanere non avrebbe avuto senso, ma pensare di averlo così lontano ha la forza di devastarmi ancora di più. In cuor mio, so che mai questo vuoto verrà colmato, perché lo riempiva lui, con il suo corpo, le sue promesse e le sue parole. Ora che non c'è più siamo due corpi spezzati, senza destino, perché entrambi abbiamo perso per sempre la metà che ci completava.Se in un primo momento nel mio cuore c'era disperazione, ciò che arriva subito dopo però è una tenacia che non ho mai sentito prima. Troppo a lungo ho tentato di estraniarmi da tutto e ho lasciato che ogni cosa mi scorresse davanti senza afferrarla, e questo mi ha impedito di vedere con chiarezza la decisione drastica che Zero aveva preso. Non sono ancora abbastanza pronta da sentire la sua voce e chiedergli di riflettere e tornare, ma posso parlare alla persona che lo ha aiutato nel suo periodo più buio. Mi alzo dalla sedia, cominciando a infilarmi il giaccone.-Scusatemi, ragazzi, ma devo fare una cosa. - mormoro con decisione.Chasing Cars – Snow PetrolTutto sommato non è cambiato molto. Rimane – e sempre sarebbe rimasto, almeno per me – l'uomo dagli occhi buffi che mi aveva dato l'opportunità di conoscere un mondo che non avevo mai avuto l'occasione di vedere senza pregiudizi, nonostante fossi - all'inizio almeno - una persona che visibilmente sembrava staccata dal mondo, perché non aveva mai veramente vissuto. Kaien, davanti alla porta, mi osserva con sguardo profondo e triste. Non ha mai avuto rughe, almeno da quando lo conosco, forse qualche segno dell'età vicino alle labbra chi si accentua quando sorride. Ed è bello vederlo sorridere. Il suo viso puro e perennemente innocente si distende ancora di più, invidiandoti a lasciarti andare, a credere che al mondo ci sono ancora tante persone disposte a fare del bene.-Yuuki. - mi saluta. I suoi occhi lucenti traspaiono gioia. -Entra, ti prego.Entrare nella casa di Zero, sentire che lui è stato qui poco tempo fa e soprattutto vedere i segni del suo trasloco mi danno una sensazione di vertigine. Per un attimo percepisco solo lo stomaco che si è trasformato in buco, poi il cuore si appesantisce. Mi mordo il labbro per non permettermi di piangere.-Vuoi una tazza di thè?-Devo parlarle, signor Kiryuu.-Lo so, e lo faremo. Ma ti sto chiedendo: vuoi che lo facciamo di fronte a una bella tazza di thè?Quando sorride in questo modo, cioè alzando lievemente gli angoli della bocca e allargando impercettibilmente gli occhi, assomiglia in modo impressionante a Zero, solo che l'unica differenza è che il più giovane solitamente abbassava gli occhi, come se, mentre sorrideva, non volesse dare la parte più bella di se stesso agli altri, come se volesse nascondere la sua gioia. E in un momento nel quale i loro visi si sormontano inspiegabilmente, lo stomaco quasi si spacca.-Va bene, Kaien.Lo seguo in cucina e, rivedendo i mobili antichi in legno scuro, probabilmente mogano, mi si stringe il cuore. Il ricordo bellissimo del ventunesimo compleanno di Zero mi spiazza e devo per forza sedermi, perché sento le gambe cedere. Kaien comincia a preparare il thè senza dire una parola. Stringendo per la seconda volta in pochissimo tempo un lembo di stoffa tra le mani, comincio a parlare.-Credevo che i suoi viaggi non le impedissero di dirmi la verità, Kaien. E' sempre in giro per lavoro, ma per le poche volte che ci siamo visti avrebbe potuto dirmi...dirmi che Zero ha deciso di andarsene. Perchè non l'ha fatto?Prima di rispondere, Kaien afferra delle bustine di zucchero da un cassetto accanto al forno. -Mi ha chiesto lui di non farlo. Sapeva che avresti cercato di impedirgli di andarsene...-Certo che lo avrei fatto! Nessuno voleva che andasse via, Kaien. Nonostante quello che mi ha fatto non volevo sentirmi dire questo, che è tornato a Usutzuku. E nemmeno lei lo voleva. Perchè non l'ha fermato? Perchè?-Yuuki, non ho potuto. Era devastato. Sentivo che se l'avessi tenuto con me lo avrei perso per sempre, allora ho preferito che si allontanasse, chi si salvasse senza di me. Proprio...-Proprio come ha fatto quando è morta Diane, sua madre. Vero, Kaien? - La rabbia mi assale e le lacrime pungono agli angoli degli occhi. -Ancora una volta lei lo ha abbandonato, come fece tanti anni fa, quando perse sua moglie. Ma non immagina che così lo rende ancora più fragile? Non sa che così lo uccide? Io non so se ha idea di quanto Zero ha sofferto per quella perdita, Kaien. Immagino che ne abbiate parlato. Ogni volta che lo faceva con me si trasformava e il suo dolore era così forte da far piangere me. Piangere me. Zero è un ragazzo spezzato, Kaien, e lo è per colpa sua. Se lei gli fosse rimasto accanto anni fa, quando Diane è morta, ora Zero sarebbe una persona migliore. Meno vulnerabile.Kaien trema e non osa guardarmi negli occhi. Il thè, sul fornello, ha preso a fischiare, producendo un rumore orribile. Il silenzio che c'è tra me e Kaien penetra nelle ossa e come una serpe, inietta veleno, facendomi sentire sporca, ingiusta. Ma quello che ho detto non è sbagliato e lo sappiamo entrambi.-Doveva lottare per tenerlo qui, Kaien. Doveva proteggerlo.Finalmente, mi guarda. -Io lo so, Yuuki.Io lo so, Yuuki.Parole pronunciate da un uomo tranciato dal dolore che per la seconda volta non è stato all'altezza delle aspettative di suo figlio.-Sai, Yuuki, perché lo abbandonai tempo fa? Certo, ero distrutto, ma non è stato questo il motivo. Sarebbe troppo facile dirti che ero solo un uomo devastato per la morte di sua moglie. Io...io mi sentivo colpevole, Yuuki. Sì, mi sentivo in colpa perché quella macchina la guidavo io, quella sera, perché se fossi stato più attento quel pazzo avrei potuto evitarlo, chi lo sa. E poi ancora più colpevole, quando mi svegliai in ospedale e nel letto di fianco avevo mio figlio che lottava per rimanere in vita mentre mia moglie, l'unica donna che avessi mai amato, era morta. Morta, Yuuki.Cerco con tutte le mie forze di non piangere, perché farlo significherebbe perdere la concentrazione. Devo e soprattutto voglio arrivare in fondo a questo racconto.-Lo abbandonai, Yuuki, perché sentivo di essere sbagliato. Ogni volta che lo guardavo negli occhi e lui mi sorrideva volevo morire, perché mi dicevo che se lui ora avevo perso sua madre era per colpa mia. Non potevo farcela, Yuuki. Se fossi rimasto con lui lo avrei trascinato nel buio più terribile e credo che saremmo morti entrambi. Fu la decisione più difficile della mia vita, ma se lasciarlo significava anche salvarlo, mi dicevo, ne valeva la pena. Senza di me effettivamente dopo poco tempo stette meglio. Io non gli davo gli stimoli giusti, Yuuki, perché ero vuoto. I bambini vanno riempiti, invece, con gioia, con voglia di fare e desideri. Io non potevo dargli niente di tutto questo, perciò lo lasciai.Le sue mani non tremano più, così comincia a versare il thè con estrema calma e precisione. Lui comincia a bere dalla sua tazza, mentre la mia rimane sul vassoio.-Vederlo di nuovo così disperato, così vuoto, mi ha fatto venire in mente quello che avevo provato io. E sì, Yuuki, per la seconda volta ho preso la decisione di allontanarmi da lui, perché di nuovo sentivo che non riuscivo a essere abbastanza, sentivo di essere sbagliato. In un certo senso cambiare città quando avevo perso Diane mi aveva salvato la vita, anche se non so se con Zero possa funzionare. Io non avevo deciso di perdere Diane, lei mi era stata strappata via. Lui ti ha perduta in modo diverso – e in un modo sbagliato, insano - e per questo non si perdonerà mai.Chiudendo gli occhi, una calda lacrima mi solca la guancia, arrivando fino al mento e tracciando un sentiero bagnato e invisibile. Non riesco ad afferrare la tazza, proprio non ce la faccio.-Queste cose...- comincio -...Zero le sa?Kaien abbassa lo sguardo, osservando il liquido scuro che si muove piano piano fra le sue mani. -Non lo so, Yuuki, non gliele ho mai dette. Forse le immagina, perché in modo tacito e disperato cerco di fargliele capire attraverso gli occhi ogni volta che mi guarda. In tutti questi mesi in cui è stato qui ho cercato di ricostruire un rapporto sano, basato almeno sulla fiducia. Zero all'inizio, quand'era appena arrivato, diceva di essere senza cuore e io sorridevo, perché ovviamente era una bugia, la sua. Zero ha un cuore enorme, proprio come quello della mia Diane. Infatti, anche se forse non l'ha ancora ammesso a sè stesso, lui mi ha perdonato. E io piango tutte le notti per questo, Yuuki. Quel giorno in cui lo incontrai per strada, dopo la festa del ciliegio, e lui mi chiese di aiutarlo...quello è stato il giorno più bello della mia vita, Yuuki. Quando mio figlio è tornato da me, nonostante tutto quello che gli avevo fatto.Con la punta del mignolo mi asciugo una nuova lacrima che sta nascendo. -Probabilmente Zero l'ha perdonata già quel giorno, Kaien.-E tu? - chiede lui. -Tu lo perdonerai?Abbasso lo sguardo, per non fargli vedere l'orribile smorfia di dolore che precede un pianto lacerante.-Non lo so. - la mia voce è spezzata, ma pur sempre udibile. -Adesso non ce la faccio. Non so se mai ce la farò. Lui...io mi fidavo, Kaien. Io...io lo amavo con tutta la mia anima e lui ha gettato via tutto.Kaien viene dalla mia parte del tavolo e, inginocchiandosi a fianco a me, mi afferra le mani. -Lo so, lo so, piccolina. Shh...devi essere forte.Tengo le sue mani come se fossero la mia ancora. -Lei crede che tornerà, Kaien? - sorrido, un sorriso timido e sbilenco tra le lacrime. -Pensare di non vederlo più mi...mi fa stare così male.E questo non ha niente a che fare con l'amore che provavo per lui, ma è il desiderio sconvolgente di poter rivedere una persona cara, di non lasciarla andare, perché non lo merita, perché prima che tutto finisca vorremo prima imprimerci nell'anima un pezzo di lei.-Per ora no, Yuuki, e so che in fondo lo sai anche tu. Non saresti pronta per affrontarlo. Ma forse un giorno vi rivedrete, e non ci sarà più quel dolore che toglie il respiro. Potrete parlare liberamente, forse chiarire. - Mi accarezza una guancia, piano piano. -Bevi il thè, forza.Riscaldata da un aroma ricco che ha il sentore di spezie, mi calmo per la prima volta da quando sono entrata in questa casa. Non posso cambiare il fatto che Zero abbia deciso di andare via, e voglio concedermi il privilegio di fidarmi di Kaien. So che un giorno sarò pronta per rivederlo e che gli potrò parlare, e entrambi saremo felici perché avremo dimenticato e il dolore nato, un'ombra nera che non ci lascerà mai, nemmeno dopo la morte.Mi chiedo se sarò mai veramente in grado di dimenticarlo.

Just believe (Zero X Yuki)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora