CAPITOLO 9

14 2 0
                                    

Capitolo 9
Desiderio


Zero

Apologize – One Republic (piano version)

-Come stai? - chiedo, mordicchiandomi il labbro. Sembro un bambino agitato. Mi siedo sulla poltrona in soggiorno della mia nuova casa e fisso un punto indistinto.
-Bene, Zero. - mormora Hanako, al telefono. Io mi rilasso.
-Sicura?
-Zero, per l'amor del cielo, sono incinta da due mesi. Sono abbastanza per avere la nausea mattutina, ma vedrai che più avanti li rimpiangerò.
Me la immagino col pancione e, con una stretta al cuore, mi rendo conto che non la vedrò. Non la vedrò mai. E non riconoscerò nemmeno mio figlio.
-Mi manchi, sai, Zero? - mormora lei a un certo punto.
Sorrido. -Sono via da qualche giorno, Hana...
-Era per dirtelo. - si affretta dire, la voce bassa. -Lì com'è?
Vorrei parlarle di Yuuki, ma come la prenderebbe? E poi che cosa le direi? Sai, ho incontrato una ragazza bellissima, che è piccola, fragile...mi viene voglia di proteggerla. E di fare anche qualcos'altro, con lei, ma al pensiero rabbrividisco. Perché rabbrividisco? Io so fare bene solo una cosa, con le donne. Eppure, non riesco nemmeno a immaginare di fare a Yuuki una cosa del genere. Una cosa che sia solo sesso...no, lei non se lo merita.
-Normale, anzi... noioso. Come sta Kaito?
Sento che si fa più piccola. -Bene, ma gli manchi. Ovviamente non capisce perché tu te ne sia andato.
-Secondo lui io sono a farmi una vacanza, Hana. Per cui coprirmi, mi raccomando.
-Che bello schifo, eh? - mi chiede.
-...Sono stato davvero imprudente a metterti incinta. Mi dispiace così tanto. - ed è vero.
-Ehi, Zero... - la voce di Hana è incrinata. Non lo posso vedere, ma sono sicuro che in questo momento il suo viso è triste e segnato dagli occhi lucidi. -E' una cosa bella. Lo abbiamo detto entrambi, no?
-Sì, è una cosa bella. Ma sarebbe una cosa meravigliosa se t'amassi. Sarebbe una cosa davvero perfetta. - mormoro.
-E allora amami. – sussurra.
Chiudo gli occhi. Io non ti posso e non ti voglio amare, Hana. Non ce la faccio, io...io non amerò mai nessuno. E non so perché, ma mentre ho gli occhi chiusi, il volto di Yuuki mi colpisce e ha la stessa intensità di uno schiaffo.
-Devo andare. - trovo la forza di dire.
-Anch'io. Chiamami più spesso, Zero. E' bello sentire la tua voce.
Riattacco e subito mi sento sollevato. E penso alla mia vita. Kaito sarà al settimo cielo perché ha scoperto di essere diventato padre. Sono in una città che non conosco, senza amici.
E poi c'è lei. Un raggio di sole dopo la tempesta. Con quei suoi capelli infiniti...se mi permettesse di toccarli, io lo farei. Dio, cosa non le farei.
Mi aggrappo a quel raggio di sole con tutta la forza che ho. No so perché, ma ho tutta la ragione di credere che questa ragazza sia la cosa più bella che mi sia capitata negli ultimi tempi.
Oltre al fatto di essere diventato padre, naturalmente.

Yuuki

Mi dirigo al lavoro, forse un po' più seccata del solito. Ho lasciato Yori dopo essermi fatta promettere che parlerà a Kevin, e le parlerà seriamente: gli dirà che è stanca, che non ce la fa più. Che piange tutte le notti. E lui la capirà e la lascerà - oh sì, che la lascerà. Altrimenti lo picchio, davvero, me lo sono ripromessa.
Oggi la città è più affollata del solito. Non so se è perché sono cominciati i saldi, non so se è perché c'è più caldo, e allora la gente si diverte di più a uscire. In ogni caso, ogni cosa sta esattamente al contrario del mio umore.
Raggiungo il mio amato negozietto, entro, e sento Hanabusa ridere. Ma ridere di gusto. Decido di raggiungerlo realizzando che non è solo, perchè è accompagnato da un'altra deliziosa risata. E io questa voce la conosco...
-Te lo giuro, è inciampato, Zero. Inciampato! - scherza Hanabusa, e il mio cuore smette di battere, quando entrambi i ragazzi si voltano dalla mia parte. Ma io sono persa nello sguardo di Zero, che è ancora più...penetrante di quanto non lo fosse mai stato ieri. Solo ora mi rendo conto di quanta voglia avessi di rivederlo...e il mio cuore batte. Ma batte proprio forte. Non mi sono mai sentita così, con nessuno. Sento brividi ovunque, e credo di aver smesso di respirare. Zero sorride, radioso, e mi ricordo di quando ieri mi ha detto che, secondo lui, ha un brutto ascendente su di me. Comincio a credere che abbia ragione.
-Ciao. - dico io, praticamente senza fiato. Crederà che sia ridicola.
Aidoh mi raggiunge e mi abbraccia forte, solo come lui sa fare. -Buongiorno, principessa! - mi saluta radioso. Poi fugge, forse in cerca di qualcosa. Mi rendo conto che Zero non ha mai smesso di guardarmi. E' in piedi sopra il gradino della scala grande, quella che usiamo per sistemare i libri.
-Ciao, Yuuki – dice con voce roca. O forse sono io che esagero, non lo so, il punto è che ha una voce meravigliosa, che mi fa sentire al sicuro. E' normale?
-Hai appena smesso di respirare. - scherza, e io me ne rendo conto solo ora. Il mio petto si rilassa.
-E' che non credevo fossi tu il nuovo arrivato. - ammetto, passandomi una mano tra i capelli. Il suo sorriso è talmente bello da far male.
-Era il minimo che potessi fare, non trovi? Dopo tutto quello che tu e papà avete fatto per me ieri. E poi me lo ha anche chiesto lui.
Certo, Kaien deve avergli chiesto di darci una mano, perché sa che facciamo fatica solo in due quando ad esempio lui è in giro per svolgere commissioni. -Come stai? - chiedo. riferendomi alle ferite della sera prima e cercando una distrazione che mi permetta di non continuare a guardare le mille sfumature dei suoi occhi.
-Sto molto meglio, Yuuki. Davvero. Erano solo graffi. E poi sono stato fortunato ad aver trovato te... - dice, rendendo la sua voce un sussurro roco, incredibilmente nostro. -Sai, per un attimo ieri ho avuto paura di non farcela. Poco prima che arrivasse mio padre, credo. Lui è stato come una luce. Ero venuto qui convinto del fatto che non avremmo mai potuto ritrovare il nostro rapporto, ma dopo quello che ha fatto...avevi ragione tu, Yuuki. Non riesco a odiarlo. Non ci riesco davvero.
Si avvicina pericolosamente, molto pericolosamente. C'è una cosa strana, nell'aria, una sensazione che non ho mai provato con nessuno e che in un certo senso ha una specie di odore, un odore incredibilmente forte, avvolgente e che stordisce. Credo sia desiderio.
-Gli hai parlato, ieri? Gli hai detto le stesse cose che stai dicendo a me? - domando a Zero, passandogli una pila di libri e automaticamente mettendo qualcosa tra di noi che rompe l'atmosfera. Lui li sistema con calma nello scaffale con un sorrisetto amareggiato.
-No, non ne ho avuto il coraggio. Sai, Yuuki? In un certo senso non dirgli che gli sono grato mi fa sentire un verme. E questa cosa mi rassicura, perché vuol dire che ai suoi occhi rimarrò sempre lo stesso Zero che per anni si è rifiutato di parlargli. Dirgli grazie significherebbe ammettere che mi è mancato. E non sono così sicuro di riuscire ad ammettere tutto questo così in fretta.
-Stai sbagliando. - dico, spinta da un impulso interiore che non riesco a fermare. -E credo che tu lo sappia, Zero. Entrambi, almeno credo, avete aspettato tutta la vita per ritrovarvi. So che è difficile, riesco solo a immaginare quanto abbiate sofferto. Non vale la pena continuare a soffrire, anche se so con certezza che a volte soffrire ci fa stare bene. Ci protegge, ci tiene al sicuro dagli altri e da noi stessi. Devi lasciarti andare, Zero, anche se è contro la tua natura e anche se ti farà sentire debole. Perchè è questo, il punto, vero? Hai paura di apparire debole.
Zero mi guarda come se le parole che ho appena detto gli scavassero a fondo non solo il petto, ma anche l'anima, trovando un punto in cui esiste il suo vero io. I suoi occhi enormi non esprimono solo stupore, ma piano piano si allargano dimostrando ammirazione e devozione, e so per certo che non è per ciò che gli ho detto io. O meglio, le mie parole sono solo l'inizio. Sa e ha capito, finalmente, che non può più mentire a se stesso.
-Yuuki...- mormora, avvicinandosi di nuovo.
Hanabusa torna, e sbuffa sonoramente. -Che palle! Un impiegato di una ditta che ci distribuisce i libri è venuto a scusarsi perché non può portarci un'intera saga! - brontola.
-Che sarà mai? - gli chiedo, voltandomi di scatto – e con il cuore in gola. Do al biondo una piccola pacca sulla spalla.
-Yuuki, tu davvero, non capisci. Si tratta di Hunger Games.
Certo, quello che aveva proposto a Yori di leggere. Gli sorrido, e lui capisce al volo, arrossendo.
-E' il libro c-che si venderà di più quest'estate – balbetta, ancora imbarazzato. -E noi non ce l'abbiamo!
-Non ci pensare, Aidoh. Troveremo un modo. - mormoro.
-Perderemo molte vendite. Senza contare che è il periodo in cui la gente compra di più visto che ci sono i saldi...
-Io credo che la cosa migliore sia fare un cartello con scritto che arriverà a breve. – dice Zero. -La gente verrà e lo prenoterà, perché sa che qui i prezzi sono migliori.
-Sì, ma prima o poi glieli dovremo pur dare. - piagnucola Hanabusa.
-A quello ci penseremo. Intanto cambiamo la distribuzione delle vetrine, esponiamo libri che sono poco conosciuti facendo loro molta pubblicità. E quando questa saga arriverà punteremo su quella.
Fisso Zero ammirata, ma lui sembra non badarci. E' triste averlo visto così insicuro, pochi istanti fa, aver visto che non riesce ad accettare a pieno i suoi sentimenti e se stesso. Credo che sia convinto di non meritare l'amore o l'affetto di nessuno solo perché sente di essere sbagliato. Ma non lo è. E giuro su me stessa che troverò un modo per farglielo capire.
-Sei un fottuto genio, amico. - strilla Hanabusa, battendogli il cinque. Zero ride, e non so resistere a questa splendida visione. Mi viene automaticamente da sorridere. Seguo lui, come se fosse la mia ancora.
-Tutto sommato allora sai riflettere anche tu. – dico a Zero, scherzando, e il nuovo arrivato mi guarda con i suoi occhi enormi. Sento che sto arrossendo, e tutto questo è alimentato dal fatto che di nuovo il biondino è sparito. La scossa che ho sentito ieri, ora è ancora più forte, vivida. Mi tiene sveglia e allerta, ed è così piacevole...
-Eccolo, Yuuki. - mormora Zero. Io deglutisco. -Il cattivo ascendente.
Siamo a pochi metri di distanza. E io mi rendo conto che...lo desidererei. Uso il condizionale perché non posso credere di poter cedere con così tanta facilità a un sentimento come l'amore. Dovrei conoscerlo, dovrei sapere cosa gli piace o non gli piace, dovrei uscire qualche volta di più con lui, insomma. E poi ho paura. Ho paura del mio passato, e la paura del passato non fa che alimentare quella che ho per il mio futuro. E io lo so, non voglio minimamente coinvolgere questo ragazzo meraviglioso nei miei problemi. Davvero.
Distolgo lo sguardo, bruscamente. Devo cercare di scacciare questi pensieri dalla testa, o davvero, rimarrò scottata ancora prima di cominciare ad avvicinarmi al sole. Oppure gli sto già volando troppo vicino?
-Mi aiuti con le vetrine, Zero? - domando, con il tono più calmo che riesco a trovare.

***

Non so davvero chi voglio prendere in giro.
E' passata una settimana da quando Zero lavora qui alla libreria, insieme a me e ad Hanabusa. E' stata una settimana estenuante, ma davvero molto proficua...e io invece di migliorare il mio rossore quando vedo lui, lo peggioro di giorno in giorno.
Ogni volta che per sbaglio mi sfiora, sento quella familiare scossa che si protrae in tutto il mio corpo. Yori dice che quando troviamo la persona giusta, il nostro corpo ci lancia dei segnali specifici, e che tra due persone non ci sono solo i sentimenti, c'è anche elettricità. Tanta, tantissima elettricità. Il punto è che magari la sento solo io, e al pensiero sto male.
Perché lui...dei, lui è radioso. Bellissimo. Quando lo osservo mi si ferma il respiro, e il cuore lo segue a ruota. E non so cosa mi succede perché non ho esperienza, sono una novellina in queste cose, anche se vorrei con tutta me stessa imparare a non sentirmi più così.
Tutto sommato, il lavoro è diventato la mia seconda casa. Ormai il mio super-datore di lavoro, Kaien, è una specie di secondo papà, sia per me, che per Aidoh. Ed e' una cosa bella.
Durante questa settimana è successa un'altra cosa importante: Yori ha parlato con Kevin e gli ha chiesto di darle tempo per pensare alla loro storia. Mi ha promesso che lo lascerà, ma quando me lo ha detto ho avuto la brutta sensazione che lo facesse solo per farmi stare meglio. Io non voglio costringerla a fare proprio niente. Voglio solo che sia felice, e non so perché, insieme a lui la mia Yori non è più la stessa. Io so che si merita di meglio, ma questo Kevin le è proprio andato sotto la pelle. E sotto la pelle rimarrà, se lei non reagisce in qualche modo.

E' finito un nuovo giorno di scuola. Sto guardando fuori dalla finestra accanto a me e mi rendo conto di quanto sia meraviglioso il sole che scotta sulla pelle, il colore verde brillante giardini, che si abbelliscono sotto i miei occhi. All'ospedale c'erano poche finestre, e, quando si faceva estate, mi ricordo che le infermiere mi accompagnavano a fare dei giri fuori. Ma non erano nulla paragonato a questo. Erano gite di qualche ora, e, a volte, quando stavo male, non potevo nemmeno sognare di uscire. Ma ora sono qui e va tutto bene, mi ripeto. Va tutto bene e non ci credo ma devo crederci, e così chiudo gli occhi, la campanella suona, Yori mi prende a braccetto e usciamo fuori parlando animatamente di un film che abbiamo visto ieri sera che ci è piaciuto molto.
-L'attore era fantastico. - esclama Yori con un gran sorriso. Da quando non vede più Kevin tutti i giorni è decisamente rilassata, e il suo umore è contagioso. Vorrei che fosse così per sempre.
-Io preferivo il suo rivale in amore. - ammetto.
-Tu tifi sempre per i rivali, eh, tesoro?
Scoppiamo a ridere, anche se cerco di calmarmi quasi subito. Non voglio che Yori pensi che stia in qualche modo alludendo alla sua vita privata. Ora siamo in cortile, e mi rallegro vedendo il gran numero di studenti che sta uscendo, tutti con un gran sorriso sulla faccia. Non so perché, ma davanti al cancello si è creato un certo scompiglio. Quasi tutti gli studenti si fermano, guardano qualcosa che io non riesco a vedere, poi si incamminano, ognuno nella solita direzione.
-Non vedo cosa sta succedendo! - dico mentre mi tiro su sulle punte dei piedi. Yori mi imita, ma non è più alta di me. Così, anche noi inseguiamo la folla, ci infiliamo tra i presenti, e improvvisamente, davanti a me, in tutto il suo splendore...c'è Zero.
Zero con la sua macchina – un'Audi bianca sportiva, decisamente elegante e maschile - parcheggiata di fronte alla mia scuola.
Non posso fare a meno di spalancare la bocca. Poi noto che Zero, tra tutte le ragazze che sono presenti, sta guardando me. Sento la familiare scossa che arriva, forte come un fulmine. Mi colpisce – ci colpisce – anche se siamo a metri di distanza. La sento su di me anche se non mi sta minimamente toccando.
-Ciao, Yuuki. - mi saluta, e sfoggia uno dei suoi sorrisi più raggianti. Era da tanto che non mi sorrideva così, e io sento che questo mi mancava. Ma d'altro canto è colpa mia: io mi sono intestardita di non cadere nell'immensa trappola che sono i suoi occhi, il suo sorriso, le sue labbra. E' troppo, questo ragazzo è davvero troppo. E io non sono nulla.
-Zero...che cosa ci fai qui? - La domanda esce tutta d'un fiato, sconvolgendomi. Sembro addirittura irritata, ma non lo sono. Sono felice, perché ho la straordinaria sensazione che lui sia qui per me. I suoi occhi sono profondi. Ha degli occhi che bruciano, questo ragazzo, mi dico arrossendo.
Si è fatto incredibilmente serio. -Sono qui per te.
Prima di realizzare quello che mi sta dicendo, sento il sospiro delle ragazze dietro, intorno e davanti a me. Alcune di loro se ne vanno. Scommetto che Yori sta sorridendo.
Sono qui per te.
-Per me? - strabuzzo gli occhi, mentre mi sento invadere da un brivido.
-Ti sembra una cosa così poco scontata, Yuuki? - eccolo, adesso sorride di nuovo. E io finalmente mi lascio andare, gli sorrido e gli vado più vicina.
-Non me lo aspettavo, tutto qui. - dico nel tono più dolce che riesco a trovare. Dio, perché io decido di starti alla larga e tu mi vieni a riprendere?
Ridacchia. -Dobbiamo fare una cosa, Yuuki. Te ne parlo mentre siamo in macchina, va bene?
Annuisco. Lui mi apre la portiera, e, io, imbarazzata come non mai, alzo lo sguardo su un gruppo di ragazze del primo anno che saltellano con le mani sulle guance. Anche loro sono arrossate.
Prima di salire, guardo Yori. E' praticamente su di giri, ma lei è brava a contenersi.
-Ehm...devo andare. - le dico, e la mia suona come una scusa.
-Lo vedo. - sorride lei, maliziosa. Zero la sta guardando.
-Zero...- comincio, mordendomi il labbro inferiore - lei è Yori, la mia migliore amica. Yori, lui è Zero...
Il mio collega? Un mio amico? L'uomo che con un solo sguardo mi fa venire brividi sconosciuti?
Grazie al cielo, i due si stringono la mano senza che io concluda le presentazioni. Yori mi ha salvata. O forse lo ha fatto Zero?
-Finalmente ti conosco, Zero. Molto piacere.
-Il piacere è tutto mio, Yori.
Si scambiano un sorriso cordiale, poi Zero si incammina verso il posto di guida.
-Posso fidarmi? - gli chiede Yori, e io sento di avvampare. So che si preoccupa per me, ma doveva arrivare a tanto? L'ammonisco con uno sguardo che implora di non andare troppo oltre. Ma lei aspetta la sua risposta, decisa come un gran capitano cocciuto.
-E' in buone mani, Yori. Puoi fidarti di me. - le sorride, e la mia amica si rilassa visibilmente. Molto bene, il test numero uno è andato. Bravo Zero!
-Ciao, tesoro. - mi saluta Yori tornando a guardarmi. -Ci sentiamo, ok? - mi passa a fianco, e, con la portella dell'Audi che ci divide, mi da un leggero bacio sulla guancia. Ah, se non ci fossi tu.
-A dopo, Yori. - le sorrido, felice come non mai. Lei si incammina verso casa e io, con una mossa agile, entro nella macchina. Zero è ancora fuori, solo con un piede dentro dentro l'auto. Il finestrino della mia parte è aperto, e un po' più in là, esattamente di fronte a me e a Zero, vedo...Ruka. Non l'avevo vista, e quando mi rendo conto che invece è sempre stata lì, non posso fare a meno di sentirmi irritata. Ci sta fissando, o meglio sta fissando Zero con due occhi che ardono di un qualcosa al quale non so dare un nome. O meglio, al quale non oso dare un nome.
-Hai una bellissima macchina. - mormora Ruka con voce roca.
Stretta allo stomaco. E io non riesco a vedere che faccia abbia Zero, ma al pensiero che possa sorriderle nel modo in cui sorride a me...oddio, spezza il cuore.
-Grazie. - mormora lui con un tono incredibilmente brusco. Stento a credere che Zero riesca a resistere alla bellezza mozzafiato di Ruka.
-Mi piacerebbe salirci, qualche volta. - continua Ruka, e a me va quasi di traverso la saliva. E' così audace, così sfrontata...e la cosa peggiore, almeno per me, è che non se ne vergogna. Lei è così, vuole ottenere tutto, e se non lo ottiene con le buone maniere, beh, allora passa a quelle cattive.

Just believe (Zero X Yuki)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora