CAPITOLO 32

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Fragilità e speranze

...Giocherellava spesso, con le dita, con il braccialetto che gli aveva regalato un po' di tempo prima, il giorno del suo compleanno. Sentiva la consistenza della pelle nera che lo sfiorava al livello del polso e si illudeva che potesse essere la sua mano, calda, fragile ma decisa, a sfiorargli la pelle con dolcezza, e che poi lo guardasse negli occhi e gli sorridesse, un sorriso ampio, sincero, che non pretendeva niente in cambio, se non la semplice piccola richiesta di cristallizzare quel momento e non farlo finire mai. Quando poi, in un momento dove non gli sembrava né di vivere né di non esserci più, capiva che ancora una volta aveva perso il controllo del suo corpo e soprattutto dei suoi occhi, che ancora una volta si offuscavano, impregnati da stupide lacrime, si imponeva di destarsi. Se le lacrime scendevano, le lasciava scendere; non le raccoglieva con il dorso delle dita, perché farlo avrebbe significato cercare di nascondere il dolore. E invece il dolore c'era, e doveva rimanere, come simbolo di un amore finito che gli aveva portato via l'anima.Era forse per quello che prima di conoscerla, a prescindere, non aveva mai voluto innamorarsi di nessuno, perché sapeva che farlo, e spingersi troppo oltre, poteva portare quel tipo di conseguenze - e cioè non mangiare quasi mai, fissare cose che non esistevano, essere divorati dalla rabbia e dalla disperazione. Non credere più in nulla, nemmeno nelle cose più ovvie.Hanako spesso lo fissava. La veniva a trovare spesso, a casa dei suoi, quando loro non c'erano. Prendeva Haru tra le braccia e lo teneva stretto a sè per momenti infiniti, accarezzando la sua nuca con le labbra, sussurrandogli parole dolcissime e paterne. A volte Haru si addormentava; altre, invece, si metteva a piangere perché aveva bisogno di mangiare. Quelli erano gli unici momenti nei quali Zero poteva dire di essere ancora attaccato alla vita, e l'unico collante era quella meravigliosa creaturina dagli occhi lilla e i capelli dorati, dorati come i fili di grano o i petali di girasole, che era così piccola e leggera ma al contempo piena di vita.Era tornato a vivere dalla zia che a suo malgrado lo aveva accolto di nuovo, dopo aver scoperto che proprio a rimanere con suo padre non ce la faceva. E zia Karilin comunque doveva ammettere che sembrava di non avere nessuno in casa, perché Zero mangiava poco, troppo poco. Forse aveva deciso di scomparire. A volte lui stesso si diceva che la cosa migliore per tutti, effettivamente, era lasciarsi andare, piano piano e inesorabilmente; poi, però, quando raccoglieva quel piccolo corpicino e lo stringeva al petto si diceva che un motivo per vivere gli era rimasto, che non poteva scegliere di andarsene perché avrebbe ferito qualcuno. E in cuor suo, Zero sapeva che nemmeno Yuuki avrebbe voluto che decidesse di spegnersi. Se solo le avesse detto che stava per partire era certo che lei lo avrebbe fermato, e poteva immaginarsi i suoi occhi testardi implorarlo di non andare via, la mano infiltrarsi nella sua, mentre con la voce spezzata dal pianto gli chiedeva, semplicemente, di non lasciarla, di provare a continuare a vivere. Lui sarebbe stato stupido e sarebbe rimasto, l'avrebbe vista allontanarsi ogni istante di ogni fottuto giorno sempre di più e si sarebbe reso conto, troppo tardi, di averla persa per sempre.Ed è tutta colpa mia.Era grato a suo padre per averlo lasciato andare. In quei mesi aveva imparato a riscoprire il suo amore per lui e in un certo senso lo aveva perdonato. Se fossero stati insieme ancora, probabilmente sarebbero arrivati a vivere come una vera famiglia, nonostante spesso Kaien fosse in giro per lavoro. Ne era certo di quella cosa, la sentiva nel cuore che ardeva come una fiammella appena nata.Ecco, aveva ricominciato a piangere. Nascondeva la testa fra le mani, mentre il suo corpo era scosso da tremori e spasmi. Si stava spezzando. E la cosa che faceva più male era pensare che lo aveva voluto lui, lui, che aveva avuto un milione di opportunità per vivere la vita più meravigliosa del mondo accanto a un angelo pieno di rispetto ed amore. Aveva gettato via tutto, ed adesso non sentiva più uomo, ma era più simile a un'anima perduta che vagava senza meta, un po' come un zombie, un cadavere, senza destino, senza ideali, ma soprattutto senza amore.YuukiWe found love - Rihanna-Ecco, devi girare qui subito sulla destra. Adesso, Kaname!Ridiamo tutti nel momento in cui Kaname, bruscamente, svolta a destra con la sua macchina. Yori, seduta accanto ad Hanabusa sul sedile posteriore, tiene le gambe alzate per un po' facendo finta di essere caduta, non smettendo di ridacchiare.-Ma chi ti ha dato la patente, Kaname? Lo sapevo che non dovevo fidarmi.Ridiamo di nuovo tutti e quattro, Kaname addirittura portandosi una mano sullo stomaco. -Non è colpa mia! E' Yuuki, non è capace di dare indicazioni. Eppure deve leggere una mappa.-Io sono capacissima di dare indicazioni! - dico, cercando di usare un tono offeso, anche se esce mascherato da una risata. -Siete voi che non vi fidate di me.-E facciamo bene, tesoro, credimi. - dice Yori. I due ragazzi scoppiano in una risata che non mi contagia per niente, sulle prime, ma poi, quando osservo gli occhi di Kaname, immensamente tranquilli e sereni, tutto nel mio corpo sembra calmarsi.Abbiamo deciso di prenderci una pausa e andare tutti insieme a fare una gita, oggi. L'idea è stata di Kaname, che ha invitato me e suo cugino, così, di conseguenza, entrambi abbiamo deciso di portare Yori. La destinazione è una sorpresa e forse è per quello che siamo tutti così euforici, anche se posso immaginare che sarà un posto di montagna, visto che stiamo andando verso nord, attraversando delle foreste nelle quali non sono mai stata. Guardo fuori dalla finestra, perdendomi nei mille pini che si scorgono, che sull'orizzonte diventano una fila disorganizzati di puntini verdi che precedono le montagne, giganti che mi hanno sempre spaventata. Kaname mi afferra una mano.-Ma guardala...- mormora. -Non ti sarai mica offesa, vero?Gli faccio la linguaccia. -Quando fate così non vi sopporto. Vi coalizzate contro di me!Ridacchiamo ancora, e così, in un momento di silenzio, mi metto a cercare una canzone alla radio che possa piacere a tutti. Colpo di fortuna: trovo We Found love, di Rihanna, appena cominciata.-Adoro questa canzone. - sussurro.Dietro, Hanabusa e Yori cominciano ad agitarsi, ballando sui sedili e cantando il ritornello a squarciagola. Kaname fa delle facce buffissime per impedirsi di non ridere, dal momento che in effetti Hanabusa non è molto intonato, per sua stessa ammissione.-Ti piace il ritmo? - chiede a un certo punto.-Mmmh, non solo. Soprattutto il significato. Mi piace il modo in cui viene presentato l'amore, come qualcosa di estremo e disperato, qualcosa che è in grado cambiarti sia meglio che in peggio, qualcosa che può essere sia la tua salvezza ma anche la tua devastazione. Quello che trasmette è... inquietante. Trovare l'amore è la cosa più bella del mondo, ma...la canzone dice che lo si trova in un posto orribile, dove non c'è speranza. E' un amore malato in partenza, un amore senza futuro. Non ti sembra una cosa bellissima ma al contempo triste da morire, Kaname?Lui stringe gli occhi a una fessura, guardando la strada, come se effettivamente quello che gli ho appena detto sia la sfumatura di un avvenimento profondo che entrambi abbiamo vissuto e sentito sulla nostra pelle. Quando i suoi occhi sono nei miei, di nuovo, il mio cuore perde un battito.-Sì, Yuuki. E noi lo abbiamo conosciuto questo tipo di amore, vero? Noi sappiamo cosa vuol dire.Le sue parole sono intrise di una tristezza e languore immensi, ma è proprio tutto questo che negli ultimi tempi ha fatto sì che io e Kaname ci sentissimo così vicini. La nostra storia, le nostre delusioni sono state simili e ci hanno cambiati nello stesso modo, perché entrambi credevamo in una persona che poi è scomparsa, senza lasciare traccia, senza lasciare niente a cui aggrapparsi. Sono andate via, semplicemente svuotandoci.-Kaname, cazzo, la strada! Guarda la strada! - grida Hanabusa.E Kaname con una sbandata torna all'interno della sua carreggiata. Ricominciamo tutti a ridere, con il cuore in gola, stupiti per quello che è appena successo.-Kaname, qui non ci siamo. - torna all'attacco Yori. -Se volevi farmi venire un infarto, bastava lo dicessi subito!Il posto che raggiungiamo è una radura in mezzo a un piccolo boschetto delle montagne nella quale, nel centro, vi è una casupola di legno abbastanza grande. Kaname parcheggia fuori e quando usciamo dalla macchina ci sgranchiamo tutti le gambe intorpidite per il viaggio. Mi fermo ad osservare il paesaggio meraviglioso, fatto di natura verde, di pini alti che sembrano arrampicarsi per toccare il cielo e, più in lontananza, il villaggio più vicino che sembra essere uscito dalle fiabe. L'aria è fredda, ma è raro che nevichi qui, in questo periodo dell'anno. Kaname durante il viaggio ci ha detto che per vedere la neve bisognerebbe andare ancora più su, verso le montagne. Non ho mai visto dal vivo la neve, in tutta la mia vita. Magari un giorno però lo farò.Ci incamminiamo verso la casa e Kaname mi è subito accanto. -Ci venivo sempre qui, da piccolo, coi miei. Avevamo una casa nel villaggio vicino e ci fermavamo per degli inverni interi.Non ho idea del perché, ma effettivamente, se dovessi associare Kaname a qualcosa, lo assocerei alla neve, al freddo. Non perché si comporti in modo freddo e distaccato, ma per la sua pelle candida, che in un certo senso ricorda la conformità della neve più banca, del latte, ma anche per il suo cuore, che racchiude un'infinita purezza. Se Kaname fosse un colore, sarebbe il bianco, ma potrebbe anche diventare rosso, quando parla della sua musica, quando si arrabbia, quando parla d'amore. Un contrasto meraviglioso, sangue e neve e purezza.-Mi divertivo molto, Yuuki. - continua. -La città è meravigliosa, ma la montagna ha qualcosa di nascosto, di candido, nel quale io mi perdevo ogni volta. Venire qui mi dava la sensazione di scoprirmi, di capire cosa volevo dalla mia vita. Credi che sia possibile?Respiro a fondo, sentendomi parte dell'aria, parte della natura immensa, dell'infinito. Una piccola particella dell'universo che all'improvviso si espande.-Credo di sì. La natura ci permette di far parte di tutto, no? E' un elemento che ci fa capire chi siamo, cosa vogliamo. E' un po' come la musica. - Ci sorridiamo, complici e felici di provare le stesse emozioni nel parlare di musica. -Qui poi è tutto così bello...-Credimi, Yuuki, c'è ancora tanto che voglio mostrarti. Vieni. - Kaname mi prende per mano e insieme saliamo le scale che portano in veranda. Mentre cerca le chiavi per aprire, ci raggiungono anche Hanabusa e Yori, che come me, continuano a guardarsi intorno per scoprire le meraviglie del paesaggio che ci circonda. Una volta entrati in casa, un profumo assolutamente nuovo mi colpisce: sa di legna bruciata, bevande calde e tanta, tanta sicurezza. La casa è piccola e arredata semplicemente ma nel suo insieme è molto carina.-Lasciate pure i giacconi e le cose qui, ragazzi, adesso andiamo giù. - dice Kaname, poi mi lancia un' occhiata segreta, che traspare impazienza. -Ho una sorpresa per te, Yuuki.Io gli sorrido, incuriosita da questo mistero. Mi sforzo però di rimanere seria e, proprio nel momento in cui ci incamminiamo verso le scale che portano al piano di sotto, da una porticina accanto a noi sbuca un ragazzo biondo dagli occhi verdi dall'aspetto molto familiare.-Ichijo! - urliamo io e Yori all'unisono. -Che ci fai qui?-Yuuki, Yori! Ma che piacere vedervi! Ehi, aspetta un attimo, che diamine ci fate voi due qui?Kaname ci raggiunge, ridendo come un matto. -Non avrei mai pensato che fossi qui anche tu, oggi.-Kaname! - esulta Takuma Ichijo, sorridendo a sua volta e spalancando gli occhi. -E' così bello vederti.I due si abbracciano davanti alle nostre facce basite.-Qualcuno vuole spiegarmi che sta succedendo? - chiede Aidoh. -Chi è questo qui?-Lui è Takuma Ichijo. - spiega Yori - un nostro compagno di classe ormai dalle elementari.-Ma non mi dire. - interviene Kaname. -Voi lo conoscete?-Mmmh...occhi verdi, capelli biondi, un metro e ottanta, molto carino ma anche decisamente svampito...sì, in teoria è lo stesso Takuma che conosciamo. - continua Yori, e tutti scoppiano a ridere.-Be', ragazzi, non ne avevo idea. Si da' il caso che Takuma sia il mio migliore amico. Quant'è piccolo il mondo, eh?I due sono semplicemente meravigliosi insieme, e giuro di non aver mai visto Kaname ridere così serenamente. Non avevo idea che i due potessero conoscersi, anche perché ho sempre pensato a Kaname come qualcuno che non potesse avere amici così stretti – non per il suo carattere, certo, ma per il fatto che ha viaggiato così tanto e che l'ultima volta che è stato qui in Giappone era più giovane. Mi sbagliavo decisamente.-Non vorrete stare tutti lì impalati, adesso, vero? Io giù stavo lavorando, ero venuto in cucina per prendere da bere. Venite dai, così vi presento Sara, la mia ragazza.-Hai una ragazza? - chiede Kaname, sorridendo. -Perchè non me lo hai mai detto?-Non ne ho idea. Forse...forse perché sento che stavolta è importante, Kaname. E- e adesso basta farmi parlare di lei che divento rosso! Vieni di là con me, così mi aiuti a prendere da bere!Sara – di cognome Shirabuki - è una ragazza deliziosa che fa il quarto anno alla C.V.E., la scuola di Aidoh, e infatti viene fuori che i due si conoscono perché frequentano lo stesso corso extra di letteratura giapponese. Ha gli occhi di un blu intenso, e i capelli biondi lunghissimi - ricci naturali, da quello che ci dice. E' dolcissima e meravigliosamente innamorata di Takuma: non lo lascia mai andare con lo sguardo, e quando i due si avvicinano sembra ci sia una sorta di magia, di campo magnetico che azzera tutto quello che li circonda.Guardarli non mi fa male. Una delle prime cose che mi ero ripromessa dopo aver lasciato Zero, era quella di non soffrire vedendo – e desiderando – la felicità degli altri. C'è da farsi solo del male, mi continuo a ripetere, e non ho nessuna voglia di cedere e cambiare idea.Kaname e Takuma ci spiegano che, tipo sei sette mesi fa, dopo il ritorno di Kaname in Giappone, si erano ritrovati e avevano deciso di comprare insieme questa piccola baita. Il motivo è molto semplice: al piano di sotto c'è sia un pianoforte che un impianto per mixare musica e, in effetti questo lo sapevamo io e Yori, il sogno di Takuma è sempre stato quello di diventare un DJ. Nonostante Kaname abbia un pianoforte nel suo appartamento, spesso, ci ha detto, sente il bisogno di staccare e di suonare in un posto che gli dia ispirazione, staccato da tutti e da tutto. Takuma invece non può assolutamente suonare in casa perché sveglierebbe mezzo vicinato, per cui l'offerta di questa casa era caduta per entrambi a pennello. Si dividono le spese e all'inizio si erano fatti anche un calendario con le date di quando entrambi volevano andarci, calendario che poi è stato perduto. Forse per questo motivo oggi si ritrovano in questa casa in due.-In realtà non è così male che tu sia qui. - scherza Kaname. Takuma gli fa la linguaccia fingendosi profondamente offeso.-No, non fraintendermi! E' che oggi non sono qui per esercitarmi. Oggi sono qui...per Yuuki.Mi desto dalla sedia, incontrando agitata gli occhi di Kaname. Lui è tranquillissimo.-Takuma – chiede il moro, accavallando le lunghe gambe – l'hai mai sentita cantare?Quasi mi va di traverso il bicchiere di succo che sto bevendo.-No, cavoli! Cioè ho sentito che è molto brava, ma non l'ho mai ascoltata. Da piccola si vergognava di farci sentire la sua voce, ti ricordi, Yori?Yori annuisce, mentre io, probabilmente, divento rossa come un peperone.-Ecco, Takuma, volevo chiederti...hai ancora quell'impianto che mi avevi fatto vedere, quello che registra le voci?-Ma certo che ce l'ho! Aspetta solo di essere usato tipo da Madonna o che ne so, Beyoncè. Sto prendendo i contatti con loro in questi giorni, sai com'è, sono molto occupate...Sara gli da una pacca sulla spalla e tutti quanti scoppiamo a ridere, proprio come se non avessimo preoccupazioni, proprio come se al di fuori di questa stanza non esistesse niente di brutto o preoccupante.-Sei proprio scemo. - gli sussurra lei praticamente sulle labbra, poi i due si concedono un bacio veloce ma dolce.-Dicevo...- riprende Kaname, sforzandosi di rimanere serio – che è una fortuna che tu sia qui, perché temevo di non sapere usare quell'impianto. Lo sai come sono io quando si parla di tecnologia...-E sentiamo, perché ti serve, caro il mio Kaname? - chiede Takuma.-Semplice, caro il mio Ichijo. Voglio che registri la voce di Yuuki.Il succo mi va definitivamente di traverso. -Stai scherzando?-Pensaci, Yuuki! - esclama Kaname entusiasta, venendo verso di me. Mi afferra le mani, mi porta lontano dagli altri per poi fermarci davanti a un apparecchio che non ho mai, ma proprio mai visto prima, con tanti fili e pulsanti colorati. -Là fuori ci sono un sacco di persone che di canto se ne intendono molto più di me. Se ti ascoltassero potrebbero offrirti dei contratti, e un contratto significa un futuro certo nel mondo della musica. Yuuki, so che probabilmente non ci hai ancora pensato a questa cosa...ma dovresti davvero prendere in considerazione di poter diventare una cantante. Non farlo solo per gioco, insomma. Ho sentito tante ragazze brave, ma tu hai qualcosa in più. Qualcosa che le altre non hanno. Sfruttalo, Yuuki...perchè se lo farai e se sarà la cosa giusta, credimi, diventerai la persona più felice del mondo.Lì, mentre Kaname avvolge le mie mani e gli altri ci osservano rapiti, capisco che in qualche modo, ormai, questo ragazzo dagli occhi intensi e luminosi fa parte di me, e non potrò mai più cambiare questa cosa. E' una sensazione meravigliosa e pura che mi travolge e che rende il mio cuore più leggero. In questo periodo mi sono sentita spesso sola, ma come posso continuare ad esserlo se accanto ho una persona come Kaname, che è disposto a tutto pur di mettere in gioco me stessa e il mio futuro? So che può far male, il mondo della musica, perché se non si è bravi abbastanza si viene esclusi inesorabilmente, ma nessuno mi vieta di provare e perciò non posso essere bloccata dalla paura. Provare significa credere, e io nella mia musica ci credo. L'ho sempre fatto, perché quando ero piccola era la luce infondo al tunnel, la luce che mi ha permesso di credere che avrei potuto farcela, anche quando tutto intorno a me era buio.-Quindi...- comincio, accennando un sorriso – registriamo la mia voce e poi che facciamo?-La facciamo ascoltare a qualcuno che se ne intende davvero. Ho già in mente delle persone, Yuuki, devi solo...fidarti di me. Puoi farlo?Il mio sorriso si allarga definitivamente. -Sfondi una porta aperta. Certo che mi fido di te. Cominciamo?Total Eclipse of the heart – Glee cast versionPiù tardi, Takuma prepara tutta l'attrezzatura necessaria per la registrazione mentre io e Kaname scegliamo il pezzo da registrare. Ho insistito che nella registrazione dovesse esserci anche lui – perché mi dà più sicurezza e perché se ora sono qui è solo ed esclusivamente grazie a lui. Così decidiamo di cantare "Total eclipse of the Heart", di Bonnie Tayler, in una versione più nuova, che Kaname dice di aver sentito in un programma televisivo.Davanti ai microfoni, con le cuffie sulle orecchie, mi sembra di essere una di quelle famosissime cantanti americane mentre stanno incidendo il loro disco. E la cosa assurda – ma che fa bene, scalda il cuore, un po' come la cioccolata calda che berremo dopo – è che non sono spaventata, non ho paura. Ho solo tanta voglia di andare avanti e non dovermi per forza guardare alle spalle. Quando sarò più grande e ripenserò a questo periodo vedrò barlumi di speranza, di gioia, e non solo di fragilità, smarrimento, incapacità di andare avanti. E saprò che non ero sola. Non sono mai stata sola.-Every now and then I get a little bit tired of listening to the sound of my tears...
Nessuno di noi lo fa apposta, credo, ma una vena di lacrime incomincia a segnarci gli occhi, che si fanno più grandi, più consapevoli. Takuma, tenendo Sara fra le braccia, mi sorride, un sorriso che non gli avevo mai visto prima. E' vero, è in assoluto la prima volta che mi sente cantare, e il fatto che riesca a farlo emozionare mi riempie il cuore di una strana gioia. Mi è stato sempre vicino, sempre, persino nei periodi più brutti in ospedale, e dubito sappia quanto questo è significato per me. Sapere che ora ha trovato l'amore ed è felice riesce mi fortifica, perché Takuma in un certo senso fa parte di me, proprio come Yori, o Aidoh.-And we'll only be making it right, 'cause we'll never be wrong...Together we can take it to the end of the line, your love is like a shadow on me all of the time. I don't know what to do and I'm always in the dark, we're living in a powder keg and giving off sparks...I really need you tonight. Forever's gonna start tonight...
Canto guardando Kaname negli occhi, sentendo il cuore che piano piano diventa più leggero. Ci prendiamo le mani, a un certo punto, senza pensarci. Un gesto dettato dal destino e dall'anima. E mi rendo conto che non avevo torto qualche tempo fa, quando avendo detto a Kaname che ci saremmo salvati a vicenda. Qui, ora, insieme a lui io sto bene, e per nulla al mondo voglio cancellare quello che sta nascendo. Quando la canzone termina, tutti i miei amici scoppiano in un applauso bellissimo, mentre io mi perdo tra le braccia di Kaname. E qui mormoro: -Ti prometto che andrà tutto bene, Kaname. Supereremo il buio insieme.Lui non risponde, limitandosi a stringermi più forte, come a sigillare questa promessa.

Just believe (Zero X Yuki)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora