CAPITOLO 14

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Capitolo 14
Con calma

Yuuki

Osservo Yori che nuota fra le onde, talvolta mi viene vicino e mi sorride, a volte è talmente lontana da parermi un piccolo puntino in mezzo all'oceano.Qui si sta proprio bene.A pochi chilometri da dove abitiamo, c'è una piccola spiaggia dove i genitori di Yori hanno una seconda casa. Una seconda casa che è grande almeno quanto la mia, a San Diego. Però non importa, insomma: la ricchezza di Yori non mi ha mai infastidita e lei non è proprio il tipo da tirarsela per queste cose. E poi, se ha una casa al mare, il problema non si pone. Perché è adorabile, ed è tutta per noi, per due settimane intere. In realtà sono già passati quattro giorni, e sono stati davvero fantastici. Qui ci si rilassa, si riposa, si legge tantissimo, si pensa a Zero, si mangia quello che si vuole...un momento, ho davvero detto quella cosa?Ma a chi voglio mentire, poi. Insomma, è chiaro come la neve che non riesca a smettere di pensare a Zero. E ai suoi occhi disperati mentre mi diceva che voleva assolutamente dirmi qualcosa di importante. O com'è difficile dimenticarsi delle sue morbide labbra che catturano le mie. Credevo che col tempo non avrei più pensato a quel magico tocco, a quell'assurdo spiraglio di vita nuova che avevo assaporato. Invece tormenta i miei sogni. Ogni notte.E' assurdo dire che mi sveglio la mattina pensando al colore dei suoi occhi e al modo in cui mi guardava. Ed è assurdo, ancora, che mi manchi. Che mi manchi il suo sorriso, la sua voce. La sua voce roca e spezzata di ragazzo giovane e testardo. Mi manca ogni cosa, di lui. E, visto che alla fine della fiera sono finita a ripensare a lui, cerco di darmi una scrollata e rituffarmi nelle pagine del libro.-L'acqua è una meraviglia! - afferma Yori, mentre prende un asciugamano e si tampona le punte dei capelli. -Dovresti fare una nuotata, tesoro.Non sono una grande nuotatrice, io. Nel senso, per colpa della malattia ho dovuto nuotare quel poco che bastava per imparare a rimanere a galla, nulla di più. Non avevo mai tempo di nuotare in piscina, d'estate. Ma non importa, mi basta anche solo bagnarmi fino alle ginocchia. E' pur sempre una sensazione nuova.-Magari più tardi, Yori. Che ore sono?-Le quattro e mezzo. Ti 'spiace se vado a fare la spesa? Mi sono accorta che manca il latte e i pomodori. Per cena volevo proprio fare della salsa...-Vai, Yori, scherzi? Rimango io. Tanto non c'è nessuno, cosa vuoi che mi succeda?Lei mi schiocca un bacio sulla tempia. -Sta' attenta in ogni caso. - dice, poi si volta e la vedo scomparire in casa. Pochi minuti dopo è sulla bici e parte per raggiungere il centro del paese.Ora sono proprio sola. Gli unici rumori che sento sono lo scrosciare delle onde e i gabbiani che volano a pochi metri da me. E' una gran bella sensazione, questa: essere circondata da nient'altro se non te stesso. Poi mi viene in mente che potrei davvero fare un bagno. Senza Yori non ci sarebbe nessuno a ridere della mia goffaggine, no? Per cui ne approfitto per andare un po' più a largo. Mi ricordavo bene: sono una pessima nuotatrice. Per rimanere a galla faccio troppe bracciate inutili che mi fanno sprecare energia. Ma dopo cinque minuti di incertezza, i miei movimenti si fanno leggermente più sicuri e fluidi. Cerco di imitare le bracciate che Yori faceva prima e, se all'inizio lasciano a desiderare, piano piano diventano morbide e mi fanno rimanere a galla per la prima volta senza fatica. Quando mi rendo conto che riesco addirittura a fare il morto senza problemi, decido che per oggi può bastare. Ma è proprio quando mi volto per tornare indietro che mi accade qualcosa di inaspettato. Qualcosa che sapevo che potesse succedere ma non è mai successo.Comincio a tremare e sento che il mio corpo mi sta abbandonando. Mi spavento a morte.Chiudo gli occhi e l'ultima cosa che sento è un fiotto di acqua salata che mi inonda la bocca.Zero-Tu devi andarci. Che cazzo ci fai ancora qui, me lo spieghi?Aidoh impreca contro di me da mezz'ora, ormai. Maledetta quella volta che gli ho detto tutta la verità. Che gli ho detto che, sì, mi sono innamorato di Yuuki. Mi vuole convincere a tutti i costi a raggiungerla dov'è andata in vacanza insieme a Yori, e io gli ripeto che sarebbe una cosa da fuori di testa. Per cui metto via un altro libro sullo scaffale e balbetto: -Non essere ridicolo.-Ma perché?L'esasperazione è a mille. -Perchè avrei dovuto dirglielo quando ne avevo la possibilità, prima che partisse. Ora...come al solito, è troppo tardi. - Glielo stavo per dire quel giorno, quando stava per risalire in macchina. Ma avevo paura e mi ero fermato. Che gran uomo con le palle, che sono.-Zero, non è mai troppo tardi. Vai da lei e dille che cosa provi! Immagina come si sentirebbe.Per un attimo immagino io e lei sulla spiaggia. Io le rubo un bacio, lei incastra una mano tra i miei capelli. C'è il mare, il suo profumo, e nient'altro. Solo pace. Solo noi. E per un attimo credo davvero di poterlo fare.-E il negozio, Hanabusa? Come farai a portarlo avanti da solo con mio padre?Lui ridacchia. -Guarda che fino a qualche mese fa c'eravamo solo io e lui, sai. Mica eravamo così tanti come adesso. Vedo che però siamo ancora vivi.Rimango a fissarlo, con le mani in mano. Con una voglia matta di rivederla e di dirle la verità. Perché se lo merita. Forse io no, ma lei merita di sapere che mi ha cambiato. Che anche se ha fatto poco, mi ha reso una persona diversa. Una persona che comincia a tenere alla vita e a quello che fa. Respiro a fondo. -Dovrò dirlo a mio padre. - mormoro.Aidoh salta giù dalla scala e mi abbraccia. Mi abbraccia forte, e mi rendo conto di quanto mi mancasse questo tipo di contatto. E lo so, il perché. E' perché mi manca Kaito, il suo modo di rassicurarmi, il modo in cui mi avvolge le braccia attorno e sussurra che va tutto bene. Mia zia me lo ha detto. Mi ha detto che io mi sono aggrappato a Kaito perché lo vedo come una specie di figura paterna. Una figura paterna che non ho mai avuto. E ora che lui non c'è più, ora che io l'ho tradito, per fortuna sono apparsi il mio vero padre e questo biondo pazzo. Lo stringo più forte.-Fila. Glielo dico io, a tuo padre.-Davvero?-Ma sei ancora qui? Muovi il culo. Dai. - dice, e mi rendo conto di quanto il mio amico sia felice per me. Quando prendo le chiavi della macchina sento il solito sorriso ebete che sta spuntando. Metto in moto l'Audi, dopo aver fatto un respiro profondo.Circa un'ora dopo sto uscendo dal vialetto di casa di una dolcissima signora anziana del paese che mi ha detto di conoscere Yori molto bene. La sua casa non è molto lontana da quella di questa donna. Sono stato molto fortunato ad essere capitato proprio da lei, a chiedere informazioni, perché altrimenti non avrei mai saputo dove andare. Così mi infilo nel traffico nuovamente, cercando una casa lilla che dà sul mare sulla mia destra. Non passano più di cinque minuti, quando la trovo, così vi parcheggio di fronte. Credo di avere il cuore in gola.E se lei e Yori sono andati a fare un giro? E se sono qui, e lei ha già trovato un altro? E se, metti in caso fossero qui, lei non volesse ascoltarmi? Ne avrebbe tutto il diritto. Quando scendo dall'auto il sole picchia forte sui miei capelli. E' mezzogiorno passato, si sente per la pelle che scotta. Grazie al cielo ho una t-shirt bianca con scollo a V, piuttosto fresca, e jeans chiari, così da non attirare il calore. Stamattina a San Diego c'era caldo, quindi ringrazio quella buona stella che ha fatto sì che mi vestissi poco. Attraverso la strada e, dopo aver fatto nuovamente un respiro profondo, suono. Non ricevo risposta e così suono per più di una volta, ma mai nessuno viene ad aprire. Mi rendo conto che l'opzione A potrebbe essere plausibile: magari sono a fare un giro. Non so quindi cosa mi spinga a fare il giro della casa, ma in un battito di ciglia mi ritrovo con le converse bianche in mano, e i piedi sprofondano nella sabbia. Faccio il giro finchè non mi ritrovo sul retro, che dà sulla spiaggia deserta. E' davvero strano che non ci sia nessuno, nemmeno sulle due sdraio che si trovano a pochi metri da mare. Mi avvicino, e qui trovo un libro, un pallone di gomma, due asciugamani e un paio di occhiali.Non ho nemmeno il tempo di farmi prendere dal panico, quando alzo gli occhi. Mi sto già precipitando in acqua.Perché c'è una persona che sta annegando.E non ho nemmeno il tempo di farmi ammazzare dalla paura perché l'ho riconosciuta.E' Yuuki.Una volta, tempo fa, ero andato a nuotare insieme alla mia mamma e al mio papà in un lago vicino a Usutzuku. Non era molto grande, ma era un posto bellissimo, pieno di famiglie felici e tanti bambini della mia età. C'è stata una domenica dove papà, mamma ed io abbiamo fatto a gara a chi andava per primo dall'altra parte. Mamma aveva fatto finta di annegare in modo che papà potesse far finta di salvarla, e così io arrivai per primo. Mi ricordo che ci divertimmo tanto, quel pomeriggio.Poi la settimana dopo aveva piovuto e mamma se n'era andata. Per sempre. E nel giro di un mese, papà mi aveva lasciato solo. Completamente solo.Ecco, quella stessa sensazione di soffocamento che provavo quel giorno, a casa della zia, quando ero arrivato dopo che ero rimasto solo, la sto provando anche adesso. Il fatto di essere impotente perché una settimana prima stavo nuotando insieme ai miei genitori e una settimana dopo gli avevo perduti per sempre.Soffoco.Quando la trascino fuori dall'acqua non ho la forza nemmeno per urlare il suo nome. Tremo, tremo e basta. Le scosto le ciocche bagnate dai capelli, ma a malapena la sfioro. Ho paura che potrebbe rompersi. Il mio cuore è pesante come un macigno.Dio, prendi me. Prendi me, lascia che viva lei. Prendi me.-Yuuki...-mi sforzo di parlare. Perché non può lasciarmi proprio adesso. Non adesso che ho cominciato a vivere. -Yuuki! - urlo, e sento che qualcosa di strano e bagnato sta raggiungendo le palpebre. Sto...sto per piangere. No! No, devo concentrarmi. Una volta ho letto qualcosa su cosa bisogna fare in questi casi. Senza badare a niente, tappo con le dita il naso di Yuuki e premo la mia bocca contro la sua. Ma non è un bacio. Le sto mettendo aria nei polmoni. Infatti, ora, il suo petto si alza e si abbassa grazie al mio ossigeno. Forza, piccola. Sei forte. Hai già combattuto contro la morte una volta, no? Puoi farcela di nuovo. Lo sappiamo tutti e due.Premo le mani sul suo petto e comincio a fare pressione. Mi ripeto che deve funzionare, perché se non funziona questo è finita. Ma non ci voglio pensare, per cui deve funzionare. Dai, dai, piccola. Torna qui. Torna da me. Dai.Le lacrime ora scendono, una cade sulla sua guancia. Ma lei non si sveglia. Le mie mani ora tremano troppo per continuare ciò che stavo facendo, e, proprio mentre il mio cuore scoppia per la consapevolezza di averla perduta per sempre, Yuuki dà un colpo di tosse e tutta l'acqua che aveva in corpo viene sputata fuori.New York - Snow PetrolLa avvolgo tra le braccia. -Yuuki! - la mia voce è straziata, ma viva. Viva, perché ha una ragione per vivere, la ragazza che tengo tra le braccia. Prendo il suo volto tra le mani. -Oh, Yuuki...io, io...Con le sue manine piccole si aggrappa alla mia maglietta. Oh, piccola, sono il tuo appiglio, lo so, lo so, anche tu sei il mio. Continua a sbattere gli occhi, come mi vedesse per la prima volta.-Zero? - la sua voce è rauca per l'acqua che ha bevuto.-Sono qui, piccola. Sono qui. Va tutto bene, sei salva. Sei salva. - sono colpito dalla verità delle mie stesse parole, perché infatti l'abbraccio nascondendo il suo viso nel mio petto.-Zero...- si dimena, perché vuole staccarsi per vedermi il volto. -Perchè piangi? Non...non devi piangere per me.-Io...- sorrido. Sorrido di me stesso, una volta tanto, perché in fondo sono ancora un bambino. -Credevo di averti perduta per sempre, Yuuki. Io...ti ho vista nell'acqua...non respiravi più...- la mia voce si spegne. Non ho il coraggio di continuare.Stavolta è lei a nascondersi nel mio petto. Da sola, senza che faccia niente. -Mi dispiace. Mi dispiace...Zero, io non volevo che accadesse. - il suo corpo è spezzato dai singhiozzi. -Hai rischiato così tanto...per colpa mia! E' solo colpa mia! - cerca di staccarsi da me, ma io l'afferro saldamente. Sta piangendo, trema, è spezzata. Ma è salva. E non smetterò mai di ringraziare Dio per questo.-Shhh, piccola. No. Non dire così.-E' colpa delle medicine, Zero. Stavo nuotando e andava tutto bene...ma i medici mi avevano detto che poteva succedere.Ho gli occhi spalancati. Il dolore bruciante della consapevolezza della sua malattia risvegliano in me un dolore orribile e insopportabile. -Quali medicine, Yuuki?-Le medicine che devo continuare a prendere. Sono...sono molto forti, Zero, e i medici mi avevano detto che avrebbero potuto causarmi dei problemi...-Problemi? Problemi di che genere? - sto urlando, perché sono spaventato a morte.-Problemi come svenire, ad esempio, quello che mi è appena successo. Stavo nuotando...e a un certo punto ho cominciato a tremare, poi ho visto il buio. - si aggrappa di nuovo alla mia maglietta. -C'era tanto buio, Zero...- ricomincia a piangere, ma stavolta lo fa tra le mie braccia. Deve rimanere lì, perché sarà al sicuro. Nessuno le potrà fare del male, non finchè ci sarò io a proteggerla. La faccio sedere sulle mie ginocchia, e lo ammetto, in confronto a me è piccola come una bambina. Le accarezzo le guance trascinando via le lacrime, poi i capelli, la testa. Piano piano si calma.-Non ti porterà via da me.-Cosa, Zero? - la sua voce è un sussurro.-La malattia. La sconfiggeremo. La sconfiggeremo insieme, Yuuki. Te lo prometto.Sembra crederci, perché mi sorride timidamente. La mie dita le sfiorano il labbro, ora, e so che non c'è più niente che può tenermi lontano da lei. Fa parte di me, è parte della mia anima. E' mia, e voglio che lo sia per sempre. E così, finalmente, decido di dirglielo.-Sai perché sono qui?-Credo di sì. - balbetta, ancora infreddolita. -Ma voglio sentirmelo dire.Sorrido di nuovo. -Volevo dirti quella cosa, Yuuki. Quella cosa importante. Non posso più vivere, se non te la dico.Il mondo si ferma. Sembra persino che anche il mare abbia smesso di esistere e che i gabbiani abbiano abbandonato la spiaggia, per lasciare soli i due esseri indivisibili che la stanno occupando.Quando parlo, il mio cuore si ferma insieme a tutto ciò che ci sta intorno. -Mi sono innamorato di te, Yuuki.Lei non risponde, ma non lo deve fare per forza con le parole. Basta, per me, la lacrima che le cade dall'angolo dell'occhio sinistro. Mi chino verso di lei e la raccolgo con un bacio. Poi gliene do uno sull'angolo della bocca. Poi un altro, sul suo labbro inferiore.E finalmente ci baciamo. Non come quel pomeriggio al parco, quando avevo potuto solo assaggiare la sua lingua. Adesso posso assaporarla senza paura, perché è mia. Solo mia. Le sue braccia avvolgono la mia schiena e io la schiaccio sulla sabbia, perché deve stare lì, il mio dolce bruco, perché la voglio far sentire amata. Voglio che si senti importante. Che senta che mi appartiene tutta.Quando la prendo in braccio, lei ride nella mia bocca, ed è una sensazione fantastica. Avere qualcuno che ti sorride tra le labbra fa pensare che puoi essere felice anche tu, insieme a lui, per sempre. Non so come, non so perché, ma in un attimo ci troviamo a varcare la soglia della casa Yori, con lei tra le mie braccia. Le nostre labbra non si staccano mai. E devo essere matto, se adesso mi ritrovo qui, ad amare una persona, quando fino a poco tempo fa con queste cose non volevo averci niente a che fare. Niente. Eppure mi va bene. Mi sembra che ogni parte di me gridi che era proprio Yuuki la persona che stessi aspettando perché mi lasciassi andare. Non poteva essere con nessun'altra. Io, come essere umano, non voglio appartenere a nessun'altra. Sono suo.Di nuovo, non so come facciamo, ma troviamo la camera da letto di Yuuki. E' graziosa, con tutti i mobili colorati e le tende arancioni, ma non l'arancione forte, che ti acceca; e più l'arancione del tramonto, che sa di un nuovo giorno che finisce e profuma di vita. Vita vera. Quella che Yuuki mi sta facendo scoprire.Mi accorgo, con molta riluttanza, proprio mentre mi distendo sopra di lei, che qualcuno la sta chiamando. Yuuki. E' un nome detto con una forza disperata, perché sembra che dica prendimi, prendimi adesso. Yuuki. E continua, continua a chiamarlo, quel nome. Continuerebbe in eterno, se non mi accorgessi che sono proprio io, a chiamarlo. Tra un sospiro e l'altro, tra un bacio e una carezza, il suo nome è un sussurro leggero e fresco che ci fa sorridere, perché ci arrendiamo alla forza dei nostri sentimenti. Anche se mi rendo conto che io mi sono arreso ai miei sentimenti già da quella volta in cui l'ho incontrata a Usotzuku e ho raccolto il suo ciondolo.Il mio bruco arrossisce, quando le bacio il collo. E' così calda, e ha un profumo così buono...sa di mare e d'amore. E se non mi controllo, rischio di rovinare tutto correndo troppo. No, mi ripeto, devi mantenere la calma. Per lei. Quando mi stacco, i miei occhi sono nei suoi. Tremiamo entrambi, perché abbiamo paura.Cazzo, chi lo avrebbe mai detto? Zero che ha paura di andare a letto con una ragazza. Ma so che andare a letto con qualcuno non ha niente a che fare con ciò che sto per fare con Yuuki. Non si tratta di desiderio impuro, no. Questo, e nel profondo dell'anima l'ho sempre saputo, si chiama fare l'amore. Ecco, io ho paura di fare l'amore, perché ho paura di appartenere a qualcuno, di farmi strappare via un brandello di me, di lasciarmi andare, di sbagliare. Con calma. Devo fare ogni piccolo passo con calma. E allora, con calma, le grido con gli occhi di fidarsi. Posso farcela a fare questo passo senza che il mio cuore esploda? Senza spaventarla? Non lo so, ma quando stavolta è lei che si riavvicina e mi tocca le labbra, un angolo del mio cuore è sicuro che Yuuki si fida di me. Che si affida a me.E così comincio a spogliarmi. Prima la maglia, poi un bacio. Cerco di tenermi sulle braccia per non schiacciare il suo corpo minuto, e mi viene da sorridere. Per me Yuuki sarà sempre fragile. Via le scarpe, le calze, e un altro bacio. Guardami, piccola. Le mie mani le tengono fermi i capelli, così mi deve per forza guardare negli occhi. Con calma. Andrà tutto bene. Faccio scorrere le dita sul suo collo, in mezzo ai seni, sulla pancia. Non stacco mai i miei occhi dai suoi. L'accarezzo con calma, facendole assaporare ogni istante, godendomi il suo corpo.-Sei bellissima. Dio, Yuuki, sei bellissima.E, se credevo di averlo solo pensato, mi sbagliavo, perché gliel'ho detto. Lei sembra non crederci, ma è vero, è bellissima.Ed è mia....

Just believe (Zero X Yuki)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora