Seven💭

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EʋᥱꙆɩᥒᥱ

Avrei voluto in quel momento essere sotto terra o, meglio ancora, dispersa nello spazio. Davvero dovevano capitare tutte a me?

<< Emh si. Ma non sono fuori di testa, c'è una ragione per tutto ciò!>> rispondo in tutta fretta torturando l'elastico nero che tengo al polso.

Quando sono nervosa e nel panico inizio a giocarci senza nemmeno accorgermene.

<< Non che mi importi della tua ragione, ma che ci fai qui?>> domanda squadrandomi dal basso verso l'alto per poi fermarsi sui miei occhi.

Riesce a farmi sentire una briciola...

<< Tu abiti qui? Perché io sono rimasta fuori casa della mia migliore amica per colpa di quel stupido cancelletto. Anche se in realtà è colpa mia, sono un'imbranata e non posso farci nulla. Ma comunque mi serviva un telefono per poterle riferire che sono rimasta fuori e mi scuso se...>> stavo finendo il mio discorso quando la sua voce si sovrappone alla mia.

<< Non abito qui e non voglio nemmeno continuare ad ascoltare il tuo lungo discorso. Bastava dirmi che volevi un telefono, su entra.>> chiarisce spostandosi indietro per farmi entrare.

Non è casa sua? E perché è qui allora? Faccio ciò che dice senza aggiungere nulla altrimenti mi avrebbe uccisa lui.

<< È quella che mi ha definito del depresso la tua migliore amica?>> chiede dopo alcuni secondi, per me infiniti, di silenzio.

<< OH, Jane... Si è lei!>> ammetto non distogliendo lo sguardo dal pavimento. Un bel parquet scuro anche.

Non avevo nemmeno il coraggio di guardarlo in faccia. Mi sentivo davvero una stupida.

<< Teodor ma chi era quella pazza a gridare alla fine?>> la voce di un ragazzo alto e abbastanza robusto si aggiunge al nostro "DISCORSO".

Solo dopo essersi avvicinato dinanzi a noi alzo lo sguardo. Mi perdo a osservare le sue iridi chiare e piene di luce. L'imbarazzo fa divampare le mie guance. Credo anche mi sia salita la febbre.

<< Ero io... Scusate per il disturbo meglio che vada.>> affermo con un filo di voce voltandomi verso la porta.

Dovevo scomparire il più presto possibile.

Sarebbe stato molto meglio sedermi affianco alla spazzatura e aspettare che prima o poi Jane mi aprisse il cancelletto.

<< No aspetta! Non volevo chiamarti in quel modo, non potevo minimamente immaginare che fosse stata una bella ragazza a urlare. Come ti chiami? Io sono Daniel!>> mi blocca il polso presentandosi.

<< Sono Eveline. Come ho già detto avevo bisogno di un telefono per chiamare la mia migliore amica visto che sono rimasta fuori casa e...>> vengo nuovamente interrotta da quel ragazzo, di cui ancora non so il nome.

LA DEVE SMETTERE DI INTERROMPERMI!

<< Daniel le presto il mio. Tu continua a pulire il seminterrato oppure ti sei già dimenticato?>>

<< Tu stai zitto. Comunque Eveline! Ti posso offrire qualcosa? Ti presento il mio regno. Questo scorbutico accanto è il mio migliore amico Teodor. Puoi senza alcun problema utilizzare il mio telefono e se vuoi aggiungere il tuo numero!>> afferma diretto e senza un minimo di imbarazzo. Questo ragazzo non avrà mai rimorsi nella vita!.

𝐋𝐄 𝐍𝐎𝐓𝐄 𝐃𝐄𝐋𝐋'𝐀𝐍𝐈𝐌𝐀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora