Fourteen(SECOND PART)💭

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Tᥱoᑯoɾ

Mi ricordo di quelle in volte in cui restavo da solo ad aspettare che tornasse mio fratello. La camera era buia, le coperte gelide a causa delle basse temperature e le mie mani insieme al mio corpo tremavano per la paura e il freddo.

Nella mia testa immaginavo che sotto il letto ci sarebbe stato un mostro pronto ad afferrarmi qualora io fossi sceso per scappare via. Ma sapevo che se fosse arrivato Joe, mi avrebbe protetto da quelle brutte creature e potevo sentirmi al sicuro.

Nonostante dormissimo nella stessa stanza sgattaiolavo sempre nel suo letto, rigorosamente ordinato, per riscaldarmi con la sua presenza che riusciva ad annientare ogni pensiero negativo che la mia mente riusciva a creare.

Spesso, invece, andavamo entrambi nel letto di mia madre per circondarci in un abbraccio e finire con l'addormentarci insieme. Era un momento cosi magico e prezioso che non avrei desiderato altro nella vita. Niente ci avrebbe potuto dividere.

Mi ricordo di quelle volte in cui per colpa del maltempo non riuscissi a dormire e avevo paura dei fulmini che sembravano entrare nella stanza.

Ma con Joe non avevo più paura... Si sedeva sul suo pianoforte e iniziava a comporre una melodia capace di tranquillizzarmi. Mi disse poi, che in realtà quei brutti fulmini erano dei paparazzi che ci scattavano delle foto visto che saremmo diventati famosi. E io, credevo sempre a tutto quello mi dicesse.

Joe trovava sempre il modo per farci stare bene. Aveva custodito bene nell'anima l'istinto di aiutare e proteggere gli altri prima di se stesso. E questo è un atteggiamento che ad oggi non possiede quasi nessuno.

<< Teodor, è appena salito un topo sul tuo pianoforte!>> le urla preoccupate del mio migliore amico riportano immediatamente la mia attenzione fuori dai ricordi che cibano la mia mente ormai da anni.

UN TOPO? Scatto improvvisamente in piedi allontanandomi dalla mia postazione.

<< DOV'È?>> chiedo impaurito diventando pallido in volto e cercando con lo sguardo quell'essere schifoso.

<< Stava scherzando. Era solo una bugia per richiamare la tua attenzione visto che siamo partiti con l'esibizione ma non ci stavi accompagnando.>> commenta Jane divertita in volto contenendosi dalle risate.

Mi volto nella sua direzione infuriato e con i battiti del cuore che finalmente stavano riprendendo a essere regolari.

Adesso che ricordo, mi ero completamente perso nei pensieri dopo aver sentito cantare Eveline. La sua voce, chiara e allo stesso tempo dolce, è riuscita ad avvolgermi cosi tanto da farmi entrare in trans. Questa ragazza mi sta facendo un brutto effetto...

<< Forse è colpa mia. Canto cosi male da farti perdere l'attenzione?>> domanda quest'ultima imbarazzata, torturandosi il solito elastico nero che porta ai polsi.

Come può minimamente pensare una cosa del genere? Ha una dote che milioni di ragazze possono solamente sognare e una voce che nemmeno le grandi artiste possiedono.

Essere "Eveline la balena" per così tanto tempo deve averla ridotta a dubitare anche delle sue grandiose capacità...

<< No al contrario, sei stata cosi perfetta da farmi perdere la concezione del tempo...>> ammetto spostando i miei occhi sulla diretta interessata riempita ormai da macchie rosse sulle guance.

𝐋𝐄 𝐍𝐎𝐓𝐄 𝐃𝐄𝐋𝐋'𝐀𝐍𝐈𝐌𝐀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora