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INIZIO FLASHBACK
12 Marzo 2018
Il venticello freddo di una normale giornata di primavera muove le grandi foglie del nostro albero di quercia e, come ogni sabato pomeriggio, aspetto Joe sdraiato in giardino per il nostro solito appuntamento.
Quel minuscolo spazio verde davanti casa, ricoperto d'erba e colorato da piccoli fiori sparsi qua e là, era diventato il nostro punto d'incontro per rilassarci e raccontare come fossero andate le nostre giornate.
A causa dei suoi impegni, Joe durante la settimana non sta quasi mai a casa. Ci sono giorni dove rimane al college per esercitarsi con il pianoforte, giorni dove organizza eventi scolastici per dare la possibilità a chiunque di far conoscere il proprio talento, giorni dove viene nominato "TUTOR" da alcuni professori per aiutare quei ragazzi che hanno difficoltà a suonare il pianoforte e, addirittura, giorni dove va a lavoro per aiutare mamma.
Anch'io volevo essere come lui... Sempre pieno di cose da fare ma soprattutto pieno di persone che avevano bisogno di me. Ma non era così, anzi al contrario sono io che ho sempre bisogno degli altri, soprattutto di Joe.
<< Ehi brontolo!>> al sentir nominare quel soprannome capisco che finalmente era arrivato. Gli lancio, di conseguenza, una delle mie occhiatacce furiose perché sa benissimo che odio quando mi chiama cosi.
Indossa una camicia di lino beige, un po' stropicciata, insieme a dei semplici pantaloni dello stesso tessuto, ma neri. Anche se il tempo non è ancora adatto per indossare vestiti leggeri, Joe ovviamente preferisce morire di freddo ed essere comunque alla moda con le sue camicie.
Ma fortunatamente io sono diverso, preferisco la comodità, e la mia tuta di Spiderman lo dimostra.Lui sostiene che quando mi arrabbio somiglio a uno dei nani di Biancaneve perché, tra i sette, c'è ne uno in particolare che si lamenta in continuazione. MA IO NON SONO AFFATTO COSÌ.
<< Sei in ritardo per il nostro appuntamento e non chiamarmi BRONTOLO!>> affermo irritato incrociando le mie braccia sotto il petto, per rendere più evidente la mia arrabbiatura.
<< Mi scusi nanetto per essere in ritardo di esattamente 2 minuti e 46 secondi.>> esclama sorridente prendendomi in giro con lo sguardo puntato verso il suo orologio da polso.
<< Non mi importa. Non eri "GIUSTINO PERFETTO E PRECISO"?>> rispondo severo mentre mi sposto di qualche centimetro per farlo sdraiare vicino a me.
A causa dei forti raggi solari ci posizioniamo esattamente sotto il vecchio albero che riesce a farci da ombra, e quindi ripararci.
<<Con te posso anche fare un eccezione ed essere soltanto il tuo vecchio, ma mai senza stile, Joe!>> commenta divertito piegando le braccia dietro la nuca sdraiandosi in posizione comoda.
Io non so come faccia a trovare sempre la risposta pronta a tutto ciò che gli dico. Mi arrabbio con lui anche per questo, diventa proprio INSOPPORTABILE!
<< Sei fortunato che ti voglio bene, mamma mi ha detto dove nascondi le tue camicie...>> lo provoco con uno dei miei sorrisetti maliziosi leggendo la preoccupazione nei suoi occhi.
<< Non lo faresti mai. E sai perché...>>
<< NO JOE NIENTE SOLLETICO!>> urlo immediatamente prima che faccia qualche mossa azzardata.
<< Eh invece si!>> afferma scaraventandosi addosso a me e iniziare a muovere le sue dita nel mio punto più dolente... I FIANCHI.
Anche se detestavo quella sensazione, alla fine, sapevamo benissimo entrambi che in realtà era essenziale. Per me, mio fratello era essenziale e mai nessuno avrebbe potuto portarmelo via.
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𝐋𝐄 𝐍𝐎𝐓𝐄 𝐃𝐄𝐋𝐋'𝐀𝐍𝐈𝐌𝐀
Chick-Lit"Vi è nell'aria polvere di stelle che fuoriescono dal pianoforte, inebriano il mio corpo e danno sfogo al mio dolore. Vidi il buio, la luce mi era sempre piu lontana, cercavo con le mani di afferrarla ma invece... era volata in cielo. Mio fratello d...