Nine💭

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EʋᥱꙆɩᥒᥱ

È passata una settimana dal giorno in cui rivelai la mia verità e dovevo ammettere di esserne anche pentita...Quell'orribile sensazione di sentirmi uno scarto umano e di essere guardata come un mostro fece nuovamente spazio dentro di me.

Fa male, davvero molto male. Credevo che dopo essere cambiata radicalmente non avessi più paura di mostrare chi fossi e che non me ne sarebbe importato più nulla di Eveline la BALENA. Ma quei ricordi, o meglio incubi, cercano di riprendere posto nella mia mente ricordandomi che potrei  mai staccarmi dal mio passato.

"Non di nuovo per favore" urlano le infinite vocine all'interno della mia testa. Se tutti ricorderebbero chi io sia oggi, sarebbe la mia fine.

Non ho avuto il coraggio di guardare in faccia nessuno, nemmeno Jane, quando ritornai nella sua lussuosa villa a riprendere le mie cose.

Mi aveva chiesto di fermarmi e chiarire le cose ma in quel momento era l'ultimo dei miei pensieri.
Del resto non c'era niente da chiarire bensi l'evidenza che lei si era comportata nuovamente come una stronza.

E ciò che mi fa più rabbia non sono le parole che ha usato ma piuttosto che sia stata proprio lei a dirle. Dovrebbe essere la prima a capire che su certi argomenti è meglio chiudere la bocca. E poi se conosceva il suo passato dove lo ha scoperto?

Molto probabilmente saranno le dicerie degli studenti. Pero se ha reagito in quel modo vuol dire che un fondo di verità ce...

Tutti questi pensieri mi tormentano la mente da giorni e non so darmi una risposta.

Che ti è successo Teodor?

Alla fine, il progetto di esercitarmi era andato a frantumi e credo che succederà la stessa anche con il mio sogno di arrivare a vincere quel concorso. Infondo ero stata una stupida a credere che avrei potuto avere una possibilità.

Negli ultimi anni è stato difficile far uscire la mia voce quando invece desideravo soltanto urlare, urlare e urlare ancora fino a bruciare le mie corde vocali.

Me le ricordo benissimo quelle volte in cui toglievano di nascosto le batterie al mio microfono per non farmi cantare, oppure di quelle volte quando sottovoce dicevano "grassa", "balena", "non riesci a cantare"...

Per far in modo che gli altri non potessero ricordarsi di me ho chiesto di cambiare nel curriculum il mio cognome visto dato che ne possiedo due. Eveline Stone Allan.
Mia madre fortunatamente ha deciso alla mia nascita di mettermi anche il suo cognome, quindi Allan.

Quando i miei genitori hanno scoperto che ero soggetta ad atti di bullismo, non solo verbali ma a volte anche fisici, avevano deciso di mandarmi in una scuola privata. Ma ciò comportava a dover dire addio al mio sogno visto che non esistono altri licei capaci di preparare al meglio uno studente come il LACM.

Il mio sogno di diventare una cantante valeva più di ogni cosa. Ogni sudore e pianto sprecato davanti a vari vocal coach ne erano anche la prova.

Non nego di aver pensato di mollare tutto, ma poi? Che ne sarebbe stato del mio futuro?

Sono stata per un paio di mesi a casa non frequentando più il college. Nel frattempo, i miei genitori avevano parlato con i professori e addirittura con il preside chiedendo loro di punire tutti coloro che stavano trasformando la mia vita in un incubo.

E dopo che ho svelato il nome dei ragazzi in questione, hanno ricevuto una sospensione immediata con la raccomandazione che se avessero continuato ci sarebbe stata l'espulsione diretta dal college.

Ma ciò che nessuno sa ancora è che ho ricevuto, dopo il loro rientro dalla sospensione, dei biglietti con scritto "C'è la pagherai BALENA, non credere di aver vinto"...

Dei brividi percorsero il mio corpo al pensiero di quelle brutte parole. Ma perché non erano le stesse scariche che provai quel giorno sfiorando Teodor?

Nessuno deve sapere chi io sia. Potranno soltanto trovare delle somiglianze vocali, con la me del passato, perché molta tecnica ed esercizio sono riusciti ad approfondire la mia voce e a renderla più chiara e intensa.

<<Signorina Allan! Le ho fatto una domanda.>> la voce di una persona adulta si insedia nella mia mente riportandomi al mondo reale.

SCUSATE ERO A SCUOLA? MA DA QUANDO?

Metto a fuoco l'ambiente che mi circonda e solo adesso mi rendo conto di essermi completamente distratta da una noiosissima lezione di economia. E poi questo nuovo professore da dove sbuca?

Si, io ODIO economia. Tutte quelle parole come reddito e soprattutto BILANCIO non riescono a essere assorbite dai miei neuroni.

<<Mi scusi non sono stata attenta, potrebbe ripetere la domanda?>> rispondo sentendo le mie guance andare a fuoco. Adesso tutti mi stanno guardando per l'orribile figura di ebete che ho fatto.

MANNAGGIA!

<< Per favore la prossima volta stia più attenta! Le ho chiesto da dove venisse visto che è una nuova studentessa...>> afferma poi puntandosi davanti di me squadrandomi con una faccia curiosa.

Bene Eveline, hai preparato a lungo questo discorso. Ce la puoi fare!

<< Oh ehm, vengo da un quartiere vicino le coste della Long Beach. Prima invece seguivo lezioni da casa, fortunatamente ho avuto un parente che mi ha fatto da insegnante per tutti questi anni. Poi beh... È morto>> mento spudoratamente cercando di calarmi perfettamente nella parte fingendo un aria triste.

<< Oh ci dispiace per questa tua perdita. L'importante è che tu abbia scelto la giusta scuola, io mi presento visto che sono il vostro nuovo professore di economia. Mi chiamo Peter Steven e spero che possiamo tutti integrarci bene passando un tranquillo anno scolastico!>> stabilisce con un sorriso sincero stampato in volto andando a sedersi nella cattedra.

Tiro un sospiro di sollievo contenta di esser riuscita a fare un discorso senza inciampare sulle mie stesse parole. Peccato che il mio sorriso si spenga
subito dopo aver notato Jane guardarmi delusa e arrabbiata allo stesso tempo.

Dovrei essere io a sentirmi cosi non lei! Ricambio lo stesso sguardo prima di ritornare a concentrarmi sulle parole del professore.

ODIO economia e ODIO questa situazione!

𝐋𝐄 𝐍𝐎𝐓𝐄 𝐃𝐄𝐋𝐋'𝐀𝐍𝐈𝐌𝐀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora