Twelve💭

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Tᥱoᑯoɾ

Perché più tempo passo in questo luogo e più mi viene voglia di scappare dai ricordi... Scappare da quel fottuto giorno dove i dottori non sono riusciti a fare qualcosa per la vita di Joe.

Sarebbe stupido adesso dare colpe a chi o a cosa ma non posso negare a me stesso di avere paura. Si, ho paura di queste mura perché sono riuscite a distruggere me e soprattutto nostra madre.

Ancora oggi, non ho le immagini chiare di quel giorno e mi fa rabbia non aver potuto dire addio a Joe. Non potergli dire che insieme a lui se ne è andata anche una parte di me. Non potergli dire che avrei voluto davvero tanto visitare quel posto che mi aveva promesso. Non potergli dire scusa...

Un dolore improvviso al petto schiacciò via le immagini dalla mia mente costringendomi a piegarmi in due. Oh no, un attacco di panico proprio ora NO.

Le gambe diventarono come gelatina e inciampai su qualcosa che stava arrivando verso la mia direzione.

<< Stava quasi per farmi cadere le analisi. Che le succede?>> Ma quella voce l'ho già sentita...

Alzo la testa e si tratta proprio di lei...Jane.

<< TEODOR? SEI TU?>> esclama stranita riconoscendomi subito.

Tiro su un respiro profondo per cercare di prendere le forze necessarie sufficienti a rispondere senza essere maleducato.

<< A quanto pare...>> risposi tentando di sostenermi al corrimano delle scale per alzarmi.

<< Ti aiuto io!>> afferma avvicinandosi verso di me porgendomi le mani.

<< Non c'è bisogno. C'è la faccio da solo.>> sbotto bloccando il suo gesto guadagnandomi una sua occhiataccia.

Crede che mi sia dimenticato del suo comportamento o adesso vuole farsi perdonare fingendosi la fragolina?

Oh Teodor perché continui a chiamarla così? Sempre colpa di quel PROFUMO.

In questi giorni non si è fatta proprio vedere e ho la sensazione che abbia capito il mio discorso. Meriterebbero il suo aiuto altre persone, non me.

Mi concentro, togliendo quella ragazza dalla mia testa, e punto tutta la forza sulle braccia. Ma fallì miseramente peggiorando la situazione visto che delle fitte dolorose nella tempia annullarono ogni mio movimento.

<< Vedo che sei cocciuto di testa. Se non vuoi che venga qualche dottore che inizi a controllarti mettendoti aghi ovunque, ti consiglio di darmi le tue mani.>> ammette puntandomi con le sue iridi nere come la pece.

<< Te lo permetto solo questa volta.>> rispondo secco aggrappandomi alle sue braccia.

<< Al mio tre. Butta via tutta la forza che puoi! Uno...Due e tre...>>

Spingo le gambe in alto cercando di sorreggermi alle braccia esili di Jane e finalmente riesco a rimettermi in piedi.

<< Grazie...>> esce questa parola quasi come un sussurro dalla mia bocca.

<< So di aver sbagliato tutto. Sono stata una scema e so anche che delle mie scuse non te ne farai nulla. Ma ammetto che ho paura okay? Ho paura che Eveline possa cercare di aiutarti dimenticandosi di me. Lei è quella ragazza che farebbe di tutto per rendere felice anche uno sconosciuto. Avevo paura che tu l'avresti trattata male perché li conosco bene i ragazzi di oggi, ma non volevo sminuirti oppure offenderti...>>

𝐋𝐄 𝐍𝐎𝐓𝐄 𝐃𝐄𝐋𝐋'𝐀𝐍𝐈𝐌𝐀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora