Seventeen (FIRST PART)💭

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Tᥱoᑯoɾ

Appena messo un piede fuori, un'aria di tensione e adrenalina circolava tra studenti e professori. Eravamo talmente carichi ed elettrizzati che, dopo aver controllato se fossero scesi tutti, ci siamo avviati super veloci verso l'interno del Teatro.

Fortunatamente c'erano a disposizione altri pullman per portare anche gli alunni del triennio. Sarebbero stati proprio loro i nostri spettatori, e come tali, avranno il compito di votare la loro esibizione preferita.

<<Amico, solo adesso mi sono accorto di quanto sei sexy in camicia!>> l'improvvisa pacca arrivata sulle mie spalle indirizza i miei occhi verso Daniel.

Questa mattina ha deciso di portare i suoi capelli all'indietro con il gel, anche se qualche ciuffo più corto è sceso ugualmente, (dice che si concentra meglio senza avere i capelli davanti). Indossa poi dei jeans neri che presentano qualche strappo alle ginocchia abbinati a una camicia bianca stropicciata. Sopra di essa invece, una giacca di jeans ovviamente nera, lascia intravedere sul suo collo una catinella in argento con il ciondolo che rappresenta le bacchette della batteria.

<< Accorgiti anche del fatto che stare in mezzo a ESSERI FEMMINILI ti faccia diventare un babbeo.>> rispondo acido esprimendo un parere molto più che vero.

<< Invidioso come sempre.>> commenta lui con un sorrisetto da deficiente per poi superarmi facendo finta di nulla e dirigersi vicino a delle ragazze.

<<Come non detto...>> penso tra me e me cercando di stare al passo con il resto degli studenti.

Certe volte mi chiedo come faccia a essere il mio migliore amico...

Questa mattina non avevo alcuna intenzione di indossare qualcosa di estremamente elegante. In realtà, non mi sono mai sentito a mio agio con cravatte e completi seri, preferisco piuttosto un semplice maglioncino combinato a dei pantaloni.

Ma mia madre non la pensa esattamente cosi, la mia scusa di non riuscire a trovare una camicia, l'ha spinta a intrufolarsi apposta nel mio armadio determinata a trovarne una.
E si, grazie al potere che tutte le mamme di questo mondo possiedono di ritrovare L'IMPOSSIBILE, è riuscita a recuperare una camicia di cotone nera

Ma soltanto un motivo mi ha portato a indossarla oggi...ovvero che apparteneva a Joe.

Per tutto questo tempo mi ero dimenticato di averla conservata sotto ad alcuni miei vestiti. Riprenderla in mano e sentendone ancora il profumo mi ha colpito dritto al cuore. Era come se Joe mi stesse dicendo di voler stare al mio fianco sostenendomi per questo giorno importante e io avevo bisogno proprio di questo. Ovviamente ho completato l'outfit con un semplice pantalone del medesimo colore e il tocco elegante di mia madre dato dalla cintura.

<< Ti vedo pensieroso...>> la presenza di Jane stacca la mia attenzione dai pensieri.

<< Stavo ripassando la composizione.>> mento dopo qualche secondo riportando lo sguardo avanti. Mancavano pochissimi passi e saremmo finalmente entrati in quel paradiso.

<< Capisco, comunque sono preoccupata per Eveline. Ultimamente si comporta davvero in modo strano e non è da lei...>> ammette parlando a bassa voce visto che la diretta interessata si trovava davanti a noi.

I suoi capelli, semi raccolti da un fiocco bianco, le sfiorano la schiena adesso coperta da una lunga giacca elegante viola. A ogni suo passo, a differenza di molte ragazze che per slanciare il corpo indossano dei tacchi, i pantaloni a zampa larga lasciano intravedere le solite converse che indossa. Sembra quasi un piccolo tulipano in mezzo a un campo di rose.

In questi giorni ho custodito il suo elastico al mio polso, ed è davvero impressionante il fatto che odorasse ancora di lei. Conoscevo bene la risposta di questo suo comportamento strano, quando Jane ci ha riferito che non sarebbe venuta alle prove a causa di un improvviso raffreddore, avevo collegato tutto. Non si era nemmeno più fatta vedere a scuola dopo quella sera, dunque la colpa era mia...

<< La dovresti conoscere bene visto che è la tua migliore amica no? Perché chiedere a me?>> chiedo fingendomi neutro a tutta questa situazione.

Se Eveline non si è confidata con Jane perché dovrei farlo io?

<< Mi prendi per stupida? Voi due state combinando qualcosa. Sentirti chiamarla "FRAGOLINA" ha confermato le mie teorie e so per certo che lei continuerebbe a negarle. Perciò, sto chiedendo proprio a te di darmi delle spiegazioni! Se non ce armonia tra di noi come credi che sarà la nostra esibizione?>> ribatte sull'orlo di una crisi nervosa rimanendo attenta a non aumentare il tono di voce.

<< Se non cambio idea mi torturi vero?>> domando ricevendo poi come risposta un sorriso che non portava nulla di buono.

<< E un lungo discorso ma so che...>>

<< RAGAZZI BENVENUTI AL DOLBY THEATRE!>> le voci unite dei nostri professori richiamano l'attenzione di tutti gli studenti, che nel frattempo si erano ormai persi a osservare ogni angolo di questo posto, e interrompendo il mio discorso.

<< Prima dello spettacolo ne riparliamo.>> mima Jane tra gesti e labiale prima di intrufolarsi tra alcuni ragazzi.

Annuii conscio del fatto che non avevo alcuna intenzione di rivelare ciò che era successo. Ero certo che mi avrebbe costretto a chiarire con Eveline e io non dovevo scusarmi con lei per fare un favore a Jane, ma perché quelle scuse le sentivo dentro da giorni.

Il mio comportamento non poteva essere giustificato, nessuno meritava di essere umiliato in quel modo né tanto meno lei... Quando si tratta di aprirmi a qualcuno, fuoriescono anche quei lati oscuri che per anni ho cercato di affrontare. La paura di essere abbandonato, di diventare nuovamente debole e di provare dei sentimenti per una persona, mette in allerta la mia mente convertendo i miei gesti. Una carezza diventa un allontanamento, una parola dolce diventa puro veleno e il mio cuore sembra raggiungere la temperatura di congelamento.

<< PER VOI CE ANCHE UN'ALTRA SORPRESA OGGI! GUARDATE CHI E VENUTO QUI A SOSTENERVI.>> continua la giovane professoressa Rose che ha accompagnato la nostra classe.

Spostiamo tutti lo sguardo in direzione dei sedili e gran parte delle poltrone erano occupate da adulti e qualche vecchietto che si teneva all'impedì grazie al bastone.

<< Teodor quella non è tua madre?>> esclama Daniel venendo verso di me indicandomi poi la seconda fila.

<< Forse avrai visto male, questa mattina mi aveva accennato di dover aiutare la mia vicina di casa con le pulizie.>> stabilisco non smettendo comunque di controllare ogni posto.

Ed era vero... Riconoscerei il suo viso anche a chilometri di distanza. Lei era li, ad applaudire super contenta mentre i suoi occhi cercavano i miei. Mi aveva mentito per farmi questa sorpresa.

<< Come avete fatto a portarli qui?>> chiede sorpreso un ragazzo dalla carnagione scura non molto distante da me mentre saluta con la mano alzata qualche suo parente.

<< Il nostro college è riuscito a ingaggiare un altro pullman per recuperare i vostri genitori, o parenti stretti, guidati dal Vicepreside Willyam, nonché coordinatore di questo progetto. Volevamo che arrivassero prima per non destare sospetti visto che siete molto furbi.>> spiega il nostro professore di letteratura orgoglioso del lavoro e dell'impegno che è stato dato.

Sembrava essere tutto cosi perfetto che quasi avevo paura. Joe...ora che mamma è qui, ti va di suonare insieme per lei?

𝐋𝐄 𝐍𝐎𝐓𝐄 𝐃𝐄𝐋𝐋'𝐀𝐍𝐈𝐌𝐀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora