𝟏.

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𝐉𝐈𝐒𝐔𝐍𝐆:

«jisung, alzati da questo letto! avrai un altro ritardo a scuola»

mormorai qualcosa di incomprensibile mentre aprivo lentamente gli occhi, ritrovandomi la figura di mia madre nell'intento di farmi alzare.

«mamma, cinque minuti e mi alzo..» sussurrai sperando che mi ascoltasse, ma a quanto pare non fù così visto che continuò a scuotermi la spalla.

«e va bene! va bene! mi alzo..»

sbuffai mettendomi seduto al centro del letto, stropicciandomi gli occhi con le dita.

«buongiorno tesoro..» disse posandomi un dolce bacio sulla fronte, sorridendo.

«buongiorno mamma..»

mia madre era l'unica che poteva toccarmi, appena qualcuno mi toccava o solamente sfiorava iniziavo a tremare, sentendo l'ansia divorarmi.

neanche felix - il mio migliore amico - poteva, sapeva del mio problema con il contatto fisico ed anche il perché..

«alzati.. nel mentre ti preparo la colazione»

la voce di mia madre mi risvegliò dai miei pensieri, per fortuna.

presi un lungo respiro ed annuii con il capo, guardandola mentre si chiudeva la porta alle spalle.

mi alzai contro voglia e appoggiai i piedi sul pavimento freddo, dirigendomi verso l'armadio per prendere la solita e noiosa divisa scolastica: comprendeva una semplice camicia bianca e una cravatta nera, e infine al completare il tutto un pantalone del stesso colore della cravatta.

dopo averla indossata andai verso lo specchio, pettinandomi la chioma scura di capelli.

la solita routine..

sospirai e infine spruzzai il mio profumo preferito sul collo e sui polsi: era una boccetta di Le Labo Rose 31, fatto con muschio e cumino.

«jisung! hai fatto?» urlò mia madre dalla cucina.

«si!»

presi lo zaino e le cuffie dalla scrivania, scendendo velocemente le scale e dirigendomi verso la cucina dove trovai mia madre intenta a posare un piatto con all'interno due toast e delle uova strapazzate.

«grazie mamma» mormorai, per poi sedermi su uno degli sgabelli e iniziare a mangiare.

«è buono?» chiese sorridendo, appoggiandosi con la schiena alla penisola della cucina.

«Mm, buonissimo..» mormorai mangiando l'ultimo pezzo di toast e pulendomi le labbra.

«allora io vado, ci vediamo oggi?» chiesi mettendo una bratella dello zaino sulla spalla e avvicinandomi a lei, speranzoso di sentire una risposta positiva.

«no ji.. sai che oggi ho il turno fino a tardi» rispose con tristezza nella voce, accarezzandomi i capelli

come sempre..

«ora vai, sono già le sette e mezza»

annuii con il capo e sforzai un sorriso, mormorando un 'ciao' per poi dirigermi verso la porta di casa.

appena chiusi la porta posizionai le cuffie sulle orecchie, facendo partire la playlist da spotify.

camminai lentamente per le strade già vuote, a quell'ora erano sempre poche affollate dato che tutti erano già a lavoro o a scuola.. ovviamente tranne io.

sospirai e decisi di concentrarmi solamente sulla musica che risuonava nelle mie orecchie, ma una notifica dal telefono mi distrasse.

di sicuro sarà felix..

pensai fra me e me, pregando solamente che non fosse uno dei suoi soliti messaggi mattutini dove mi malediva perché arrivavo ogni giorno a scuola in ritardo.

sbloccai il telefono e confermai i miei dubbi, aprendo la chat.

a quanto pare le preghiere non sono servite.

«jisung! quanto ci vuole?»

«lo sapevi che stamattina dovevamo andare al nuovo bar!»

«ci andremo domani felix,
sono quasi a scuola»

posai il telefono nella tasca e da lontano vidi la scuola, o tantomeno inferno.

l'unica ragione per cui ancora ci andavo era felix, lui era l'unico che era rimasto con me anche quando gli dissi il mio problema con il contatto fisico.

certo, avrei potuto vederlo anche fuori gli orari scolastici.. ma volevo passare più tempo con lui anche se non ne sapevo il motivo.

con lui mi sentivo al sicuro e a mio agio, è stata la prima persona con cui ho subito legato e rivelato tutti i miei problemi.

nomini il diavolo..

«jisung!» urlò felix sventolando una mano in aria per farsi notare.

spensi le cuffie e le tolsi, preparandomi mentalmente alla sua solita ramanzina.

«sai che sto cercando di andare da una settimana a quel benedetto bar con te?! e tu sei sempre in ritardo!» sbottò aggrottando la fronte, guardandomi con uno sguardo offeso.

«buongiorno anche a te..» mormorai sottovoce, con tono sarcastico.

«non scherzare! tu n-» alzai gli occhi al cielo e lo sorpassai, dirigendomi verso l'entrata della scuola «hey! non ho ancora finito!» urlò raggiungendomi.

«jisung.. e dai..»

«voglio davvero andare a quel bar, e non voglio andare da solo.. lo sai che con gli altri mi annoio» mormorò con tono più calmo, facendo la solita faccia da 'cucciolo di cane'.

sospirai e smisi di camminare, voltandomi verso di lui.

«sembri un cane bastonato con quella faccia» dissi ridacchiando, guadagnandomi un'occhiataccia.

«jisung!» esclamò, incrociando le braccia al petto «promettimi che domani sarai puntuale, e non accetto un no come risposta!»

sbuffai arreso e annuii lentamente con il capo «e va bene.. lo prometto, ma solo perché altrimenti continuerai a darmi fastidio per tutta la giornata!»

un grande sorriso si formò sul suo volto, facendogli socchiudere leggermente gli occhi «evvai!» esclamò felicemente, per poi entrare in scuola e saltellare come un bambino.

che palle..

misi le cuffie attorno al collo e le mani in tasca, seguendolo all'interno di quel maledetto posto.

blank effect ✦ minsung.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora