𝟏𝟎.

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𝐉𝐈𝐒𝐔𝐍𝐆:

era il giorno di natale, ovvero il giorno che avrei passato con minho, e sopratutto, due anni da quell'episodio.

scossi il capo per liberarmi dai miei pensieri, controllando l'orario sullo schermo del telefono.

erano le 18:00 di sera, e minho sarebbe dovuto arrivare fra tre ore.

ci eravamo organizzati per cenare insieme a casa mia, quindi decisi di fare una doccia per ammazzare il tempo.

mia madre era in viaggio di lavoro, quindi saremmo rimasti solo io e lui.

chiusi la porta dietro le mie spalle, iniziando a far cadere gli indumenti sul pavimento mentre l'aria fredda del bagno mi fece rabbrividire il corpo.

entrai lentamente nella doccia, aprendo il getto dell'acqua per far scorrere le goccioline calde sulla mia pelle pallida, nel tentativo di riscaldarmi.

sentii l'acqua scorrermi lungo il corpo e inzupparmi i capelli, facendomi provare una sensazione confortevole.

il liquido del bagnoschiuma al muschio che usavo sempre si mischiò insieme le goccioline calde, invadendo la stanza di un odore dolce e respirabile.

chiusi gli occhi, lasciando che quella sensazione avvolgesse il mio corpo nudo come un abbraccio.

decisi di non fare lo shampoo, altrimenti ci sarei rimasto fin troppo tempo sotto quella doccia.

chiusi il getto dopo due insaponate, lasciandomi alle spalle la sensazione che solo l'acqua calda sul mio corpo poteva donarmi.

infilai l'accappatoio attorno al mio corpo magro ma il giusto muscoloso, stringendo attorno alla vita sottile il laccetto.

fissai di nuovo lo sguardo nei miei occhi riflessi nello specchio, intravedendo qualcosa di diverso come il primo giorno in cui incontrai minho al fiume.

quando passavo del tempo con lui tutto cambiava: il mondo mi sembrava un posto diverso, più pulito, senza malvagità e senza cattiveria.

lui mi faceva vedere una versione diversa su tutto.

ricordai come la sensazione di calore riempì il mio petto quando strinsi la sua mano, facendomi dimenticare ogni mia preoccupazione e paura.

lui era semplicemente diverso dagli altri, o almeno speravo.

mi schiarii la voce e mi diedi dei colpetti sulle guance, ritenendomi uno stupido a passare ogni singolo momento delle giornate a pensare a lui.

alzai il cappuccio dell'accappatoio sui capelli bagnati, uscendo dal bagno per dirigermi verso la camera da letto.

camminai a passo lento, cercando di non cadere a causa dei piedi bagnati.

appoggiai una mano sulla maniglia ed entrai nella camera con le pareti grigio scuro, accedendo solo la lampada sulla scrivania per dare un minimo di luminosità a quel buco nero.

presi un paio di boxer dal cassetto, indossandoli da sotto l'accappatoio.

optai per un outfit comodo, infine la cena con minho sarebbe stata solo qualcosa a caso, niente di romantico o cose del genere.

dopo la mia prima - e anche ultima - relazione promisi a me stesso di non innamorarmi mai più di nessuno.

l'amore mi aveva causato solo dolore.

anzi, quello che avevo passato non si poteva neanche definire amore.

da piccolo credevo che fosse impossibile che qualcosa di astratto potesse rovinarmi la vita, ma a quanto pare mi sbagliavo.

sospirai e appoggiai l'accappatoio sul letto, indossando una maglia oversize nera che arrivava a coprirmi fino al fondo schiena.

il suono del citofono attirò la mia attenzione, facendomi voltare verso le scale.

ricontrollai l'orario sul telefono: erano le 19:00.

a quanto pare è in anticipo.

mi precipitai verso le scale, senza curarmi del fatto che indossassi solo dei boxer e una maglia che copriva la maggior parte del mio corpo, lasciando scoperto solo le mie gambe.

scesi l'ultimo gradino e avanzai velocemente verso la porta, senza controllare chi fosse dall'occhiello.

infine chi poteva essere se non minho? nessuno.

«minho, sei in antic-»

le parole mi si bloccarono in gola quando notai la figura bassa ma muscolosa di... changbin.

«ciao, bambolina» sussurrò ridendo di gusto, facendo un passo verso di me.

appoggiai velocemente la mano sull'anta con l'intento di chiuderla, ma il suo piede infilato fra essa e il bacchettone impediva le mie azioni.

«e quindi ora mi chiudi anche la porta in faccia mh?» chiese spalancandola, causando un forte rumore a causa del battimento sulla parete.

no, per favore no..

serrai i pugni in una stretta forte, tremando come una foglia quando soffia il vento.

il suo sguardo percorse il mio corpo, focalizzandosi sulle mie gambe magre mentre si passò la lingua sul labbro inferiore con un sorriso malizioso.

cercai di fare qualcosa, scappare o almeno indietreggiare, ma la paura mi impediva di muovermi, immobilizzandomi sul posto.

«nonostante siano passati due anni, sei rimasto il solito ragazzino attraente..» sussurrò afferrandomi il mento e attirandomi verso di lui, facendo scontrare i nostri corpi.

sgranai gli occhi, sentendomi in trappola in sua presenza.

«cosa ci fai qui..?» chiesi.

«oh, niente di che, solo una piccola visita alla mia bambola preferita»

le sue mani iniziarono a scendere lungo il mio corpo, marchiandomi ancora una volta con il suo schifoso tocco: e non potevo fare nulla per impedirglielo, perché io ero debole.

come una pecora alla vista di un lupo.

«c-changbin, ti prego no..»

cercai disperatamente di liberarmi dalla sua presa mentre le lacrime mi rigarono le guance, ma peggiorai soltanto la situazione.

«a quanto pare hai dimenticato la lezione, questo significa che dovremo fare dei piccoli ripassamenti..» sussurrò con un ghigno divertito, prendendomi come un sacco di patate sulla sua spalla prima che potessi dire qualcosa.

«no! changbin no!» dissi fra le lacrime e i singhiozzi, iniziando a colpirgli la schiena con le mani e scalciare in aria.

cercai di aggrapparmi alla ringhiera delle scale, senza nessun risultato.

arrivò velocemente nella mia camera da letto, chiudendo la porta dietro di sé con il piede.

ricordava ancora alla perfezione la casa, anche se era passato molto tempo.

mi ritrovai con la schiena schiacciata contro il materasso mentre il peso del suo corpo premeva sul mio, sperando solamente che tutto quello fosse un incubo.

iniziai a dimenarmi bruscamente, ma smisi quando mi afferrò i polsi con una mano e li inchiodò al letto.

«ssh.. smettila di dimenarti» sussurrò mentre avvicinò l'altra mano alla cintura, iniziando a sfilarsela con velocità.

no...

blank effect ✦ minsung.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora