𝟖.

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𝐉𝐈𝐒𝐔𝐍𝐆:

«felix, guarda che dobbiamo solo incontrarci.. mica è un appuntamento!» sbottai mentre il nominato continuò a ripetere i passaggi di quello che dovevo fare, senza dare peso alle mie parole.

«sta zitto!» sbottò facendo un segno con la mano verso lo specchio, facendomi voltare verso di esso «guarda! sei perfetto no?»

indossai dei semplici cargo color jeans chiaro e una felpa oversize grigia, infine delle Converse nere.. e il tutto ovviamente scelto da felix.

spostai lo sguardo nei miei occhi, intravedendo una piccola luce di speranza che man mano si faceva spazio dentro di me.

forse quella sarebbe stata la volta buona che qualcuno mi avrebbe aiutato a superare la mia paura, ma avevo dei piccoli dubbi al riguardo di come minho mi avrebbe aiutato..

«hey, sei talmente bello che ti sei incantato?» chiese con un ghigno sul volto.

«tsk..»

sobbalzai quando sentii il suono di un clacson suonare due volte, mi avvicinai alla finestra e vidi una Porsche 718 Coupé grigia parcheggiata proprio difronte al marciapiede di casa mia.

«quello.. quello è minho all'interno o sbaglio?!» esclamò felix voltandosi verso di me, cercando una conferma.

annuii lentamente con il capo con gli occhi meravigliati, non riuscendo a credere a quello che avevo appena visto «una Porsche 718..» mormorai incredulo.

«cazzo.. deve essere proprio ricco eh..» ribbadì felix, facendomi annuire di nuovo lentamente con il capo.

«ma hey! cosa aspetti ad uscire!? muovi quelle gambe dai!» sbottò felix, incrociando le braccia al petto.

«si.. hai ragione»

sospirai e mi passai una mano nei capelli, iniziando a dirigermi verso le scale mentre felix continuò a seguirmi per ripetermi per la decima volta i suoi consigli «e non dimenticart-»

«si ho capito, non devo essere timido e bla bla bla» risposi alzando gli occhi al cielo, interrompendolo.

«va bene.. allora buona fortuna ji»

sospirai e creai un piccolo sorriso dolce, sussurrando un grazie per poi uscire di casa.

sentii il cuore battere all'impazzata ogni passo più vicino alla sua auto, facendomi aumentare la velocità del respiro.

«ciao minho..» mormorai entrando nell'auto, sedendomi sul sedile affianco a lui.

«ciao jisung, andiamo?»

annuii con il capo e mi appoggiai allo schienale di pelle, spostando lo sguardo sul suo corpo mentre iniziò a guidare.

aveva una mano sul volante e l'altra fuori dal finestrino, mentre la sua maglia nera aderente evidenziava tutti i suoi addominali.

mi morsi il labbro inferiore, girando velocemente il capo verso il finestrino mentre le guance iniziarono a bruciare.

«jisung..»

mi voltai di nuovo verso di lui quando pronunciò il mio nome, facendomi inclinare il capo di lato «si..?»

«volevo solo farti sapere che se non te la senti puoi dirmelo, non ti costringerò in alcun modo..» mormorò guardandomi con la coda dell'occhio, per poi riportare velocemente lo sguardo sulla strada.

«non importa.. va bene così»

fermò la macchina in un piccolo parco, dove poco lontano c'era il fiume Han.

è sempre stato così poco lontano il fiume da casa mia..?

«vieni» sussurrò minho scendendo dall'auto e chiudendo lo sportello.

sospirai profondamente e scesi anche io dall'auto, chiudendo lo sportello dietro di me mentre mi stiracchiai chiudendo le palpebre.

«ti va..?» chiese facendomi aprire nuovamente gli occhi, notando la sua mano tesa verso di me.

deglutii faticosamente e fissai la sua mano a mezz'aria per svariati minuti, stringendo i denti.

puoi farcela jisung..

allungai lentamente le dita verso il suo palmo, sfiorandogli la pelle con le punta dei polpastrelli.

un brivido percosse la mia schiena, facendomi sentire strano.. non ero spaventato da quel piccolo tocco, ma bensì mi sentivo quasi al.. sicuro direi?

«jisung, non farlo se non vuoi..»

scossi il capo e serrai gli occhi, intrecciando velocemente le dita con le sue prima che la paura riprendesse il sopravvento su di me.

«come ti senti?» sussurrò lentamente, accarezzandomi il dorso con il pollice.

«n-non lo so..»

lo stomaco iniziò a fare delle piccole capriole, e il mio cuore a stenti sarebbe scoppiato dal petto.

«però.. non mi sento impaurito, o almeno suppongo» mormorai aprendo lentamente gli occhi, incrociando il suo sguardo.

«se ci sono problemi, dimmelo..» rispose sorridendomi dolcemente, per poi iniziare a camminare verso il fiume mentre chiuse la macchina con il telecomando.

lo seguii in silenzio, stringendo la presa sulla sua mano.. in qualche modo mi sentivo bene con il suo tocco.

non era spaventoso come è stato la prima volta, era piuttosto confortante.

il suo tocco mi creava un calore al petto, facendomi dimenticare tutte le mie vecchie esperienze.

perché mi sento così..?

era la domanda che continuava a gironzolare nella mia mente, avevo ancora paura del contatto fisico.. ma con lui era diverso.

«ti va se ci sediamo?»

la sua voce mi distrasse dai miei pensieri, limitandomi ad annuire soltanto con il capo.

si sedette lentamente sul prato, picchiettando sull'erba per incitarmi a fare la stessa cosa.

mi sedetti e mi appoggiai con la schiena al tronco dell'albero dietro di noi, osservando il fiume illuminato solo dalla luce chiara della luna.

ricordai le sue parole sul fatto che a quell'orario non ci sarebbe stato nessuno, ed infatti aveva ragione: quel posto era deserto, c'eravamo solo noi e il cinguettio di quei pochi uccelli che gironzolavano negli intorni.

«hey..» sussurrò lentamente, voltandosi verso di me «sei già venuto qualche volta qui?»

scossi il capo e mi voltai verso di lui, sospirando «no.. è la prima volta..»

inclinò il capo di lato, sembrando leggermente sorpreso «eppure non è così lontano da casa tua»

«si, lo so..»

spostai lo sguardo sulle nostre dita ancora intrecciate, notando come la dimensione della sua mano fosse molto più grande della mia.

«jisung, raccontami del tuo passato»

alzai lentamente lo sguardo nei suoi occhi, sbattendo più volte le palpebre per elaborare la sua richiesta «cosa..?»

«voglio sapere perché hai così paura del contatto fisico..» sussurrò fissando lo sguardo nei miei occhi.

deglutii con forza e strinsi la presa sulla sua mano, mordendomi il labbro inferiore.

il solo pensiero di ricordare la causa di tutto quello mi portava ad avere una sensazione di nausea, ma forse sarebbe stata la cosa migliore rivelare il perché a minho..

appoggiai il capo all'albero e chiusi gli occhi dopo vari minuti di riflessione, per poi prendere la decisione finale.

«d'accordo..»

blank effect ✦ minsung.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora