𝟏𝟗.

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𝐌𝐈𝐍𝐇𝐎:

«che stai dicendo?! jisung non fare cazzat-»

«che succede minho?» chiese hyunjin al mio fianco mentre asciugava dei bicchieri di vetro, guardandomi interrogativo.

«dì a jeongin che non posso coprire il suo turno, devo andare» dissi togliendomi velocemente il grembiule da bar, dirigendomi verso l'uscita.

iniziai a correre verso la casa di jisung, chiamando svariate volte il suo numero «dannazione, rispondi!»

la strada era bagnata e trafficata a causa del temporale ancora in corso, rendendomi difficile correre senza rischio.

la pioggia iniziò a bagnarmi i capelli, facendoli appiccicare alla fronte.

spostai lo sguardo sullo schermo del telefono per mandargli un messaggio, ma scivolai in una pozzanghera, cadendo miseramente a terra.

«pioggia del cazzo..» sussurrai dolorante, sentendo i palmi delle mani sanguinare a causa del contatto con il cemento del marciapiede.

«hey ragazzino! stai bene?» chiese un uomo scendendo dall'auto, avvicinandosi a me con un ombrello in testa.

«s-sto bene, la ringrazio..»

mi alzai lentamante e presi il telefono da terra, tenendomi a stenti in piedi per il dolore alle ginocchia.

«sei sicuro di non aver bisogno di andare in ospedale?» ritentò.

scossi il capo e feci un piccolo inchino
«no signore, stia tranquillo»

annuì con il capo dirigendosi nuovamente verso la sua auto, mentre ripresi di nuovo la corsa verso la casa di jisung.

anche se con difficoltà, arrivai fuori la porta di casa sua «jisung! apri questa fottuta porta!» urlai, bussando ripetutamente con entrambi i pugni.

sospirai e mi passai una mano nei capelli, infilando una graffetta nella serratura per aprirla.

dopo vari tentativi riuscii ad aprirla, guardandomi attorno mentre salii le scale frettolosamente.

«jisung?!»

mi fermai all'improvviso davanti una camera quando vidi la figura di qualcuno sul davanzale della finestra, quello era jisung.

«jisung che stai facendo?!» esclamai entrando nella camera.

si voltò lentamente verso di me, sgranando gli occhi «m-minho..?» sussurrò.

«jisung, non fare stronzate.. scendi da lì, ti prego..» mormorai avvicinandomi a lui, mentre le lacrime iniziarono a solcarmi il viso.

osservai il suo viso pallido, mentre delle occhiaie scure gli contornavano gli occhi.

spostai lo sguardo sulle braccia, notando che fossero ricoperte di tagli «cosa ti sei fatto..?»

è tutta colpa mia.

tesi una mano in avanti e mi avvicinai lentamente sotto il suo sguardo, singhiozzando «non fare cazzate.. ti prego..»

«perché te ne sei andato minho?» chiese con un tono incrinato.

«l'ho fatto per il tuo bene jisung.. ti prego ascoltam-»

«che cazzo significa che lo hai fatto per il mio bene?! spiegamelo!»

tirai su col naso e cercai di fermare i singhiozzi, guardandolo negli occhi «scendi da lì e poi ti spiegherò tutto, d'accordo..?»

«e se ti dico che non voglio
scendere?» chiese sporgendo un piede all'indietro, nel vuoto.

mi immobilizzai sul posto, scuotendo lentamente il capo «jisung.. jisung ti sto supplicando..» mormorai «non posso perderti..»

«perché sei qui?» chiese.

«perché.. ti amo» sussurrai, tenendo ancora la mano tesa verso di lui «afferra la mia mano e poi ne parliamo, d'accordo..?» ritentai.

una lacrima rigò il suo volto pallido, mentre con riluttanza allungò una mano verso la mia.

«forza jisung..»

lo attirai velocemente verso di me quando afferrò la mia mano, avvolgendogli le braccia attorno la vita.

era dimagrito, e non di poco, potevo sentire addirittura le sue ossa sotto il mio tocco.

«sei uno stronzo, minho.. p-perché mi hai lasciato?» chiese singhiozzando, dandomi dei piccoli pugni sulla spalla per sfogarsi.

feci scorrere le falangi fra le sue ciocche di capelli, iniziando a singhiozzare insieme a lui «lo so.. lo so ji..»

«il giorno prima di San Valentino, changbin mi minacciò..»

alzò gli occhi spalancati verso di me, incontrando il mio sguardo «c-cosa..?»

«non so come, ma aveva varie foto su di noi mentre... eravamo a letto, quindi disse di renderle pubbliche se non mi fossi allontanato da te»

mi guardò incredulo negli occhi, rimanendo in silenzio per un po' «quindi tu mi hai lasciato solo per una stupida minacci-»

gli tappai le labbra con l'indice, scuotendo il capo «ti ho lasciato perché disse anche che se non lo avrei fatto, ti avrebbe fatto del male.. di nuovo»

gli asciugai le lacrime con i pollici, sorridendo malinconicamente «se mi odi lo capir-»

venni bloccato io questa volta, ma dalle sue labbra sulle mie.

chiusi gli occhi e strinsi di più la sua vita fra le braccia, aggrappandomi a quella sensazione calorosa che mi era mancata nell'ultimo mese.

lasciai scivolare la lingua nella sua bocca, intrecciandola con la sua.

le mani iniziarono a scendere lungo le sue gambe snelle, afferrandole per sollevarlo da terra.

cinse le gambe attorno i miei fianchi, stringendo fra le sue dita le mie ciocche rosse scuro.

«non lasciarmi mai più minho.. ti prego..» sussurrò supplichevole quando si staccò per riprendere fiato.

sorrisi dolcemente alle sue parole, guardandolo negli occhi «mai più ji.. lo prometto»

«hey..» dissi catturando di nuovo la sua attenzione «andiamo via da qui jisung.. ricominciamo tutto da capo, in un'altra città, un'altra vita.. scappa con me»

intravidi una scintilla attraversare i suoi occhi, rendendoli meno spenti.

«minho ma mia madre e felix?» chiese titubante.

«possiamo venire a trovarli ogni tanto, non credi?» sussurrai sorridendo.

inclinai il capo di lato, piantandogli un bacio sulle labbra soffici «allora?»

«si, scappiamo minho»

blank effect ✦ minsung.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora