CAPITOLO 1

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Con la mano destra aggiustai lo specchietto retrovisore della macchina in modo da potermici specchiare, mentre con l'altra cercavo dentro la tasca il mio lip-gloss.
Una volta trovato, lo aprì applicando subito un po' della sostanza rossa sulle mie labbra carnose. L'odore di ciliegia subito entrò nelle mie narici, mischiandosi con il profumo di pulito della mia nuova macchina. Sistemai il lucidalabbra di nuovo dentro la mia tasca e sistemai lo specchietto nella sua posizione originale. Presi la borsa appoggiata sull'altro sedile e mi preparai per uscire dalla macchina. La chiusi e mi direzionai verso la scuola di calcio, dove tanti bambini stavano uscendo dopo aver finito i loro allenamenti.
Mi sedetti su una panchina vicino all'entrata, mentre aspettavo il mio fratellino. Guardai dall'altra parte e vidi la mia bellissima e nuovissima Audi bianca, la mia stupenda 4x4 che splendeva sotto il sole di New York. Era un regalo che mi avevano fatto i miei per essere stato promosso con ottimi voti.

"Jimin! Jimin!" Mio fratello Jihyun mi svegliò dai miei pensieri urlando il mio nome. "Ciao piccoletto, come sono andati gli allenamenti?" Gli chiesi scompigliandoli i capelli. "Fantastici e ho fatto un nuovo amico!" Gli spuntò un sorriso che andava da un orecchio all'altro.

"Junghyeon vieni qui! Ti presento mio fratello!"

"Wow primo giorno e hai già fatto un amichetto? Grandioso!" Mi abbassai al suo livello facendogli l'occhiolino.Intanto si avvicinò timidamente a noi un bambino con i capelli corvini.

"Quindi tu devi essere Junghyeon. Piacere di conoscerti piccolo! Io mi chiamo Jimin.

"Ciao Jimin." Mi sorrise leggermente.

Mi sistemai bene il cappotto prendendo la mano di Jihyun per dirigerci verso la macchina, quando mi girai e vedi che il bambino corvino stava per prendere la metropolitana da solo.

"Aspetta Junghyeon, non viene nessuno a prenderti?" Ha solo 7 anni, non può fare un viaggio da solo in metro, è troppo piccolo e potrebbe essere pericoloso.
Scosse la testa facendomi segno di no.

"Allora vieni qui, ti diamo un passaggio." Gli sorrisi teneramente.
Se non l'aveste ancora capito, io amo i bambini.

"Nono, fa niente." Scosse di nuovo la testolina.

"Non accetto un no come risposta." Andai verso di lui, prendendogli la manina con la mia libera e mi diressi verso la macchina. La bocca di Junghyeon si aprì formando una specie di 'o'.

"Ti piace la macchina, eh?"

Annuì meravigliato. Ridacchiai e li feci sedere nel retro della mia Audi allacciandogli le cinture di sicurezza. Feci il giro ed entra nel lato del conducente. Mi sistemai per bene. "Allora Junghyeon, sai la via di casa tua così la inserisco nel GPS?"

Inserii la direzione un pochino spaventato dopo aver capito dove vivesse. Ma comunque premetti l'acceleratore e partii seguendo le istruzioni dell'aggeggio. Non è che potevo abbandonarlo in mezzo alla strada solo perché viveva li.. dove viveva.

Dopo numerosi 'girare a destra' e 'girare a sinistra' cominciammo ad allontanarci da Manhattan. Sono stato molte volte fuori dalla mia Manhattan, nel Chelsea, nel Queens, sono stato persino a Brooklyn.. ma mai nel Bronx, solo il nome suona spaventoso, soprattutto se sai che è uno dei quartieri più pericolosi del mondo. Non sono uno che giudica, ma i mie genitori mi hanno sempre detto di stare lontano da questo posto malfamato e non posso crederci che sto per disobbedire alla loro regola.
I ragazzini stavano parlando tranquillamente nei sedili posteriori, di calcio credo, mentre le mie mani sudavano e stringevano con forza il volante sentendo nel mio stomaco una sensazione di paura non molto piacevole.

"Stiamo andando nella giusta direzione?" Domandai, cercando di far sembrare la mia voce la più tranquilla possibile. Guardai fuori dal finestrino e bloccai subito le portiere. Okay, forse esagero, ma non si sa mai.

"Si Jimin, casa mia è vicina." Junghyeon mi rispose tutto sorridente.

"Okay." Sussurrai mentre continuavo a guidare, cercando di non guardare ai miei lati dove potevi tranquillamente incontrarti con qualcuno che fumava erba, che faceva a botte, donne con vestiti succinti.

"Questa è la strada. Quella li è casa mia." Disse Junghyeon tutto emozionato e mi domandai se questa fosse stata la prima volta che viaggiava in una macchina. E la cosa non era molto improbabile.Gli sorrisi attraverso lo specchietto, sapendo che poteva vedermi.

Improvvisamente un cartello richiamò la mia attenzione, 'Social Work Office' c'era scritto sopra. Dalla porta uscì una ragazza, probabilmente della mia stessa età, era incinta. Ciò mi sconvolse un poco ma decisi di continuare per la via.
"Eccoci, siamo arrivati."

"C'è qualcuno a casa tua?" Preoccupato del fatto che forse il bambino dovesse restare tutto solo la sera.

"Mio fratello è proprio li." Mi rispose indicando un gruppo di ragazzi che si stavano passando qualcosa che probabilmente era marijuana. Cercai tra il gruppetto qualcuno che potesse somigliare a Junghyeon. Intravidi una ragazzo guardare nella nostra direzione e per un secondo i nostri sguardi si incontrarono, facendo diventare le mie guance leggermente rosse. Il fratello di Junghyeon era più che bello, bellissimo, nessun dubbio al riguardo. I suoi capelli corvini come quelli del fratellino erano messi in maniera disordinata e i suoi occhi, nonostante non li vedessi benissimo, erano scuri e profondi.

"Non riesco ad aprire la porta!" Squitti Junghyeon, facendomi spostare l'attenzione dal figo di suo fratello a lui. Sbloccai le portiere.
"Prova adesso." Uscendo mi ringraziò per il passaggio. "Grazie tante Jimin!" Aveva una voce tenerissima. Gli dissi che non c'era problema, ero subito pronto a ripartire.
Ma in un nano secondo, il Ragazzo Figo, così avevo deciso di chiamare il fratello di Junghyeon, era vicino alla mia macchina per prendere il suo fratellino dopo aver buttato a terra la cicca di una sigaretta. Ero pronto a ripartire quando Ragazzo Figo e i suoi amici, cominciarono ad avanzare verso la mia macchina scambiandosi occhiatine e battute. Bravo Jimin, ottimo modo di perdere la tua nuova Audi. Ero pronto a dire addio alla mia bimba, quando i ragazzi si fermarono e sentì un picchiettare alla mia finestra. Mi girai per vedere il fratello di Junghyeon. Dio santo se era bello. Mi fece gesto con la mano di abbassare il finestrino.

Spaventato di cosa potesse fare o farmi se rifiutassi di abbassare il vetro, cliccai velocemente sul bottoncino rosso e mentre il finestrino scendeva, vidi lui avvicinare il suo viso sempre di più a me. Mandai giù la saliva, poteva essere bello quanto voleva, ma era pure sempre uno del ghetto e io avevo paura.

"Bella macchina, piccolo." Disse facendomi l'occhiolino, prima di andarsene mano nella mano con il suo fratellino e con gli amici.

B.R.O.N.X (Jikook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora