CAPITOLO 10

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JUNGKOOK

"Aspetta, Jimin!" Lo seguii non appena tornò verso Taehyung e i miei amici.Bravo Jungkook . Hai rovinato tutto. Ora penserà che sei un cazzo di pervertito.

"Taehyung, me ne sto andando. Quindi se vuoi un passaggio, andiamo." Disse Jimin in modo serio, facendo insospettire l'amico.

"Cosa c'è che non va?" Gli domandò.

Jimin guardò prima me e poi lui. "Niente, è che devo essere a casa prima che i miei arrivino." Adesso non ero sicuro se fosse arrabbiato o semplicemente spaventato. Fatto sta, che si capiva che non volesse parlarmi.

"Ah okay."Disse Taehyung sospirando. "Ci vediamo presto Hoseok." Si girò verso di lui sorridendogli, il quale di rimando gli fece un occhiolino.

I due ragazzi si presero sotto braccio e si diressero verso la macchina, dopo che Jimin, giustamente, aveva salutato tutti tranne me. Molto maturo. Mentalmente gli feci la linguaccia, ma poi realizzai che nemmeno quello fosse maturo.

"Che hai fatto amico?" Mi chiese Hoseok dandomi una gomitata.

"L'ho fatto spaventare.." Ammisi sospirando.

"Si, ho notato." Ridacchiò. "E grazie a te che sei una testa di cazzo, pure Taehyung è dovuto andare via."

"E quindi?" Gli risposi bruscamente, non sono in grado di avere a che fare con nessuno al momento. Forse gli effetti della canna stavano cominciando ad andarsene, lasciando posto a rabbia e frustrazione. "Ti piace o cosa?"

"No. Non mi piace però è carino parlare con lui." Cercò di difendersi, anche se capii subito che stesse mentendo.

"E da quando per te è carino parlare con i ragazzi?" Hoseok è più il tipo da una botta e via. Un po' come me.

"Ugh, che rompipalle." Mi tirò un pugno sul braccio nonostante stesse ridendo.

"Jungkook il pranzo è pronto!" Qualcuno gridò e immediatamente mi girai verso la finestra di casa mia che si affacciava sul parco. Vidi mia madre che mi faceva segno di tornare. Le feci l'okay con la mano. Speriamo che non mi abbia visto fumare.

Salutai i miei amici e mi diressi verso casa. Credo che più tardi chiamerò Jimin per scusarmi, anche se non trovo nulla di sbagliato in ciò che ho fatto.

Non so perchè, ma il ragazzino mi attrae. Forse è la sua innocenza o il suo sorriso, anzi sicuramente mi attrae il fatto che stiamo sempre li a stuzzicarci. Si, sicuro.

Mi ritrovai davanti al portone del palazzo. Ha bisogno di una verniciata, ma chissene frega. Salii in fretta le scale e aprii la porta di casa mia. Non appena entrai, mi levai le scarpe e il cappotto e li lasciai li buttati da qualche parte vicino all'entrata.

"Che buon profumino, maa." Dissi entrando in cucina e dando un bacio sulla guancia a mia madre.

Ridacchiò e cominciò a parlare tutta emozionata di come avesse cucinato il piatto.

"Come mai così felice?" Domandai incuriosito, ma allo stesso tempo felice di vederla così contenta.

"Oggi abbiamo ricevuto una grande donazione al 'Social Work Office"". Restai in silenzio e così riprese a parlare. "Era un ragazzo molto giovane, probabilmente anche più piccolo di te ed è arrivato al centro con grandi buste piene di vestiti da regalare." Si fermò di nuovo cominciando a portare i piatti a tavola. "E non erano semplici vestiti. Erano vestiti firmati."

Portai anche io una bottiglia d'acqua a tavola. "Wow, quindi sicuramente non è di qui." Risi.

"Oh no. Sembrava un ragazzo ricco e non vestiva come i tuoi amici, era più.. elegante, direi." Finito di appoggiare i piatti sul tavolo, si girò per chiamare Junghyeon e Somi.

B.R.O.N.X (Jikook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora