CAPITOLO 8

97 8 0
                                    

JIMIN

"Comunque mi piace il tuo odore!" mi urlò Jungkook prima che sparisse all'interno del palazzo. Segnerò questo giorno sul calendario come il giorno in cui sono arrossito e ho riso di più in tutta la mia vita. Cosa mi sta facendo questo ragazzo?

Mi assicurai che tutti i finestrini e le portiere fossero chiuse prima di partire verso casa. Le strade erano praticamente deserte tranne che per alcuni ubriaconi sdraiati qua e là sul marciapiede e alcune prostitute che mostravano le gambe a tutte le macchina che passavano.Mi fermai al semaforo rosso, proprio accanto all'Ufficio Servizi Sociali. Guardai le finestre, sulle quali erano affissi dei manifesti che annunciavano dei vaccini gratis per i bambini e gli anziani o preservativi gratis per prevenire malattie sessualmente trasmettibili.

Continuai a guidare, cercando di non guardare ai lati della strada e cercando di concentrarmi solo su come arrivare a casa. Era un po' difficile visto che sentivo le persone gridare anche quando la mia auto era praticamente blindata. Fortuna che pensavo che questo posto fosse spaventoso di giorno.

Improvvisamente sentii qualcuno bussare al mio finestrino quando mi ero fermato ad un semaforo. Perché becco tutti i semafori rossi? Mi voltai con uno sguardo terrorizzato e trovai un ragazzo sulla ventina che mi sorrideva maliziosamente.

"Hey piccolo!" mi disse, ma mi rifiutai di rispondergli. "Tira giù il finestrino così possiamo parlare." Fece un occhiolino.

Ti prego Signore no, so che non prego mai, ma se mi salvi da questo ragazzo, andrò in chiesa tutte le domeniche. Promesso.

Scossi la testa e spinsi sull'acceleratore anche se la luce non era ancora verde. "Vaffanculo!" Gridò prima che fossi troppo lontano per non sentirlo più.

Per il resto del viaggio rimasi in shock e quando cominciai a vedere le vivaci strade di Manhattan presi un sospiro di sollievo. Parcheggiai all'interno del garage e controllai l'ora sul mio telefono. Erano quasi le 22, e in più, avevo tre chiamate perse da mia mamma. Sono fottuto. Forse il ragazzo al semaforo non era così male in confronto a quello che mi sta attendendo a casa. Se sono abbastanza fortunato i miei genitori saranno ad uno delle loro solite cene con "amici importanti".

Passai tutto il tempo nell'ascensore a pensare a delle scuse da poter dare ai miei genitori. Non riuscivo a trovare niente di credibile ed ero veramente nervoso. Credo che dovrò usare la solita vecchia scusa del 'ho incontrato un amico per strada'.

Appena uscito dall'ascensore arrivai alla porta di casa in punta di piedi e cercando di fare meno rumore possibile girai le chiavi nella serratura. Guardai alla mia sinistra e la luce del soggiorno era accesa.

"Dove sei stato signorino?" la voce severa di mia madre proveniva dalla mia destra.

"Oddio, mi hai spaventata!." Scoppiai a ridere, cercando di allentare la tensione.

Okay no, non ha funzionato.

Sembrava che i suoi occhi volessero bruciare i miei e cercai di mantenere uno sguardo vuoto così da non far sospettare nulla, ma stava diventando difficile sostenere il suo di sguardo. "Probabilmente ti starai chiedendo perché non ho chiamato..." dissi ridendo nervosamente.

"Bhè sai..stavo camminando per Times Square dopo aver lasciato il tuo studio e poi ho visto qualcuno." Almeno stavo dicendo in parte la verità. Odio mentire ai miei genitori, ma non è che posso dir loro che ero in giro con quel ragazzo del Bronx che mio fratello mi proibisce di vedere perché è pericoloso. No, non sono pronto a morire, grazie.

Alzò un sopracciglio aspettando che io continuassi.

"Ed era Gina Brown, te la ricordi? È quella che veniva con me alle medie." Mentii, voglio dire, la ragazza esiste ma vive nel Connecticut adesso.

B.R.O.N.X (Jikook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora