CAPITOLO 12

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JIMIN

"Non avevo mai mentito così tanto nella mia vita fino a quando non ti ho incontrato." Pensai a voce alta.

"E perché mai?" Jungkook chiese curiosamente mentre ci recammo su per le scale della stazione e ritornammo di nuovo in
strada.

"Beh, vediamo." Feci finta di pensare e cominciai a contare con le dita. "Ho mentito ai miei genitori quando avevo detto loro che non sarei venuto mai più al Bronx, ho mentito quando ho promesso a mio fratello che non ti avrei mai più parlato, ho mentito al mio ragazzo quando ho detto che eri mio cugino, ho mentito ai miei genitori anche quando ho detto loro che ero con una vecchia amica ..." Mi interruppi, pensando più possibile alle bugie che avevo detto nelle ultime settimane.

"Oh, e ho mentito a mia madre oggi, quando ho detto che ero in giro con alcuni amici che nemmeno esistono." Finii e lo guardai con un'espressione che sembrava chiaramente un 'vedi?'

"Wow, sei proprio un duro Jimin sono sorpreso che non ti abbiano ancora cacciato di casa. Che tipo di genitori sono che lasciano il proprio figlio diventare un ribelle?" Scosse la testa cercando di apparire del tutto serio. E qui si stava prendendo gioco di me, ancora. Gli mandai uno sguardo furioso e cominciai a camminare più velocemente in qualunque direzione stessimo andando.

"Hmm Jimin, hai qualche idea di dove stai andando?" La sua voce proveniva da un paio di metri dietro di me, mi fermai e alzai gli occhi al cielo. Mi girai lentamente.

"Ovviamente no." Sbottai. "Ma dal momento che ti stai prendendo gioco di me ancora una volta - quando hai promesso che non l'avresti più fatto- non voglio stare con te." Misi il broncio e mi voltai di nuovo, non feci nemmeno due passi prima che Jungkook fu in piedi di fronte a me e mi impedì di camminare. Un paio di mani forti si poggiarono sulle mie spalle.

"Dai, smettila di arrabbiarti Chim." Sospirò "Mi dispiace di aver rotto la promessa, ma è troppo divertente bisticciare con te, cedi sempre." Un piccolo sorriso si fece strada sul suo volto, finendo con una strana risatina. La mia testa era inclinata di lato con gli occhi socchiusi, mostrandogli che non era affatto divertente. Così si fece serio,ma quando sentimmo un brontolio la sua serietà cessò.

"Qualcuno qui ha fame." Jungkook ridacchiò.

Portai le mani al mio stomaco che brontolò di nuovo. Perché queste cose imbarazzanti succedono sempre a me?

"Comprami del cibo." Dissi, ridacchiando, rinunciando al mio capriccio.

"Andiamo." Appoggiò un braccio intorno alle mie spalle, non potei fare a meno di sentirmi a disagio. Io non vado in giro a farlo con ogni ragazzo che conosco ma per Jungkook non sembrava un così grosso problema quindi lasciai perdere. Era una specie di comodità.

"Ti piace il frappè?" Chiese all'improvviso guardandomi. Annuii. "A chi non piace?"

Ben presto ci fermammo di fronte a quello che sembrava un bar o un ristorante. La strada era più carina rispetto al resto delle strade nella zona ed era anche più ampia. Accanto al bar - che sembrava uno di quei ristoranti dei film degli anni 50 - c'era un parrucchiere e degli impiegati che ballavano mentre tagliavano ai clienti i proprio capelli,c'era anche uno di quei bastoni rotanti che hanno, strisce blu e bianche rosse. Sulla parte superiore della porta del bar-ristorante, c'era una grande insegna rosa al neon con su scritto "Betty".

Prima che potessi vedere altro, Jungkook spinse la porta di vetro e mi trascinò dentro,solo un paio di tavoli erano occupati e l'unica cameriera in vista si stava noiosamente mangiucchiando
le unghie dietro il bancone. Jungkook si avvicinò ad un tavolo di sua scelta, vicino alla finestra, senza neanche aspettare che la ragazza ci assegnasse un posto. Scivolammo su delle sedie trapuntate azzurre opposte l'una dall'altra e istantaneamente la ragazza che era dietro il bancone raggiunse il nostro tavolo.

B.R.O.N.X (Jikook)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora