22. Fidarsi

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Ritornò nel suo corridoio più scossa di quanto voleva ammettere, e proprio mentre stava poggiando una mano sulla maniglia, vide passare Ronald infondo. Era notte fonda e la sua mente era un miscuglio di pensieri quando decise di seguirlo. Stava tentando di non far rumore sulle tavole in legno, quando lo vide fermarsi in mezzo ad un corridoio e ridere.
«Credi davvero che io non mi accorga di te?» si voltò osservandola da una spalla. «Cosa vuoi da me Skye?» colta in flagrante, si avvicinò imbronciata.
«Ciao Ronald» sussurrò quando gli fu accanto, lui le fece un cenno di testa.
«Ciao Skye» mormorò in risposa con un sorriso eloquente «Quindi? Cosa posso fare per te?» gli occhi scuri luccicarono nella penombra. «Dove stai andando?» chiese curiosa. Lui fece spallucce «Dipende chi vuole saperlo» non aveva per niente sonno, e l'idea di chiudersi nella camera con Raya non le piaceva granché. «Io e nessun altro» alzò un sopracciglio perlustrandola, poi allargò un braccio indicandole il corridoio.
«A quest'ora noi ragazzacci ci incontriamo. Se ti va di aggregarti, sono certo che a nessuno dispiacerà» fu l'unico indizio che le diede, prima di incamminarsi ancora verso le scale, non ci pensò due volte a seguirlo di nuovo, essendo che non aveva molte alternative. Salirono il primo piano e si diressero a qualche porta oltre la camera di Dan. Passando al di fuori, lanciò un occhio al suo interno, trovandovi l'uomo dormiente sul letto, un'altra infermiera era seduta sulla brandina accanto,  intenta a leggere un romanzo, alzò a malapena gli occhi verso lei e Ronald quando passarono.
Superarono all'incirca quattro porte prima di aprirne una identica alle altre, dall'esterno non poteva evincersi molto, ma al suo interno era chiaramente una camera, come tutte le altre, ma molto affollata.
Il bagno in camera era socchiuso e puzzava di piscio fin dalla soglia, due grossi armadi erano spostati su un'unica parete, nell'altra c'era soltanto un letto sfatto messo accanto ad un muro. Il pezzo forte era il tavolo al centro della stanza, contornato da sedie e panche brulicava di persone già ubriache che con boccali di birra mezzi vuoti oltre e carte da gioco fra le mani cercavano di creare meno schiamazzi possibili.
Notò subito Giun, era seduta su un angolo del tavolo con una lunga sigaretta incastrata fra le labbra rosse, intenta a guardare le carte che stringeva fra le dita con molta attenzione, come se queste potessero valere molto di più. Due uomini che erano arrivati dal Palazzo la guardavano sghignazzando mentre si allungavano ad accenderle la punta della sigaretta che lei aspirò rilasciando il fumo dalle narici, quando prese in rassegna i volti in quella stanza, non si sorprese di vedere anche Zaid, Greg e Tariq nell'altra estremità. Il penultimo non aveva carte e guardava annoiato il gioco, sbruffando quando nessuno chiudeva quel giro, molto probabilmente Skye evinse che Greg era stato fra i primi ad uscire da quel turno. Zaid era stranamente silenzioso e guardingo mentre Tariq non riusciva a reprimere il ghigno soddisfatto sulla sua faccia tonda e pienotta.
«Vinto!» esultò dopo un po' mostrando le sue carte sul tavolo fra le proteste dei presenti.
Skye era ancora sulla soglia della porta, quando vide anche Ronald aggiungersi al nuovo turno di gioco. Di quelli che conosceva, c'era anche Koraline che chiacchierava seduta in un angolo con un giovane soldato del Palazzo, riconosceva chiaramente la loro provenienza grazie all'uniforme scura e mimetica che portavano composta da pochi colori tendente al nero e blu, eccetto per l'oro e il rosso che simboleggiava l'aquila proveniente dalla loro bandiera, essa era incisa in rilievo sulla destra del petto. Restò in piedi mentre sbucò dietro alla spalla di Ronald, intento ad osservare il mazzo che veniva mescolato dal banchiere che era un giovane ragazzo dalla pelle color ebano. Ronald restò in perfetto silenzio quando gli diedero le sue carte e prese a studiarle con un viso imperscrutabile. Era difficile non guardare la bellezza che Giun sfoggiava quella sera, dall'altro lato alzò impercettibilmente un sopracciglio verso di lei quando la vide, ma stranamente non accennò nessun commento dovuto alla sua presenza, segno che forse era rimasta turbata anche lei dalla morte di Geremia.
Rispetto a prima, era avvolta in un vestito rosso aderente, la mercanzia ben in vista le dava il sospetto di essere un'ottima stratagemma per confondere gli avversari. Sorrise lentamente lasciando cadere la cenere della sigaretta sul tavolo quando si proclamò vincitrice per ben due turni consecutivi.

RESILIENCEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora