40. Vecchie tradizioni

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C'erano molte cose che Skye non capiva della corte. Una di quelle, era il fatto che riuscissero ad andare avanti nonostante la guerra e la fame.

Nella città che aveva visitato con Constance non c'era traccia di scontri o conflitti. Ma c'era cosi tanta povertà da farle stringere il cuore ogni volta che osservava le circostanze in cui la maggior parte del popolo era tenuto a vivere. Sapeva che invece fuori dalla Nuova Capitale, c'erano solo altre città in rovina, completamente rase al suolo da guerriglie e scontri.

Per questo non riusciva ad essere allegra come i suoi amici. Era ancora seduta nella sua camera mentre le due dame riponevano i vestiti nel nuovo armadio, scegliendone uno per quella sera.

«Vedrai, il grande falò è una tradizione molto bella» disse con occhi sognanti Koraline. Skye non era convinta che fosse il momento giusto per celebrare una festa in città. Specialmente quando il compleanno di Edwin era cosi imminente. Ma nessuno sembrava darle retta.

«Sono certa che anche il popolo non avrà molta voglia di festeggiare» borbottò mentre Ginevra distese sul letto un abito rosso sangue. «Quello no, per favore» protestò, era troppo sensuale per i suoi gusti e inoltre quel colore le ricordava il sangue. L'amica lo rimise subito nell'armadio, afferrando una gruccia che mostrava un abito blu notte. «Questo sarebbe molto bello» mormorò sorridendole civettuola.
Alzò gli occhi al cielo. «Scherzi? tutto il popolo ama questa festa. Non solo la corte» rammentò di nuovo Koraline, cercando con lo sguardo l'appoggio di Ginevra, che annuì. «È vero. Ma solo perché avranno bevande e cibo in grosse quantità per tutta la serata» quello almeno, era un punto a favore di quell'evento. «Già, a migliaia parteciperanno, forse anche solo per potersi sfamare. Ma credimi se ti dico che adorano questo tipo di festività» Koraline si spense d'un tratto. «Speri ancora di incontrare i tuoi fratelli?» solo allora Skye si ricordò che Koraline aveva una famiglia, e che probabilmente vivevano a poche migliaia dal castello. Scosse il capo «Icaro mi ha assicurato che non ci saranno. Ma che stanno tutti bene» rivelò provando a nascondere la sua delusione.
«Ecco, vedi? non possiamo...Non so. Mettere del cibo a disposizione e basta? dobbiamo per forza festeggiare?» rincarò e loro ridacchiarono di fronte alla sua determinazione. «Maicol non vorrebbe che ci conquistassimo l'amore del popolo spargendo cibo gratis ovunque. Non funziona cosi qui. E sono troppe le teste da sfamare» sospirò e posò l'abito blu di nuovo nell'armadio, cercandone un altro che la convincesse.
«Non c'è niente di male nel festeggiare per una santa volta. Insomma, si parla solo di guerra ormai. Che c'è di male nel prendersi un giorno libero?» a parlare fu Ronald che era appostato fuori dalla loro porta, evidentemente stava origliando tutta la loro conversazione.
«Nessuno ti ha insegnato a non fare la spia?» lo rimbeccò Koraline quando lo vide entrare, lanciò a tutte un sorrisetto sghembo come saluto.
«Lo sai meglio di me a cosa stiamo andando incontro. Quindi, almeno per questa sera, spegni quel tuo cervelletto» con il pollice e l'indice picchiettò sulla sua fronte come per scacciare via un moscerino. «Cosa state facendo comunque?» alzò gli occhi da lei e li rivolse alle due dame intente a prendere e posare abiti di ogni genere. «Scegliamo il vestito che Skye indosserà» rispose Ginevra con mezzo busto nell'armadio.
«Ci sono cose più urgenti da fare. Come controllare la cucina, scegliere gli addobbi, decorare le vie. Il vestito...andrà bene uno qualsiasi» aveva un cipiglio sul viso quando ritornò a guardare Skye. «Le lasci farti fare tutte queste cose orribili?» scherzò facendola ridacchiare. «Sembra più importante per loro che per me» rispose a bassa voce affinché le due donne non la sentissero.
«Non è cosi facile, bisogna che tutto sia abbinato perfettamente» precisò Koraline adagiando sul letto un altro abito, osservandolo con la testa leggermente inclinata.
«Beh sono qui per risolvere qualsiasi vostro problema. Quello lì» indicò il vestito che Ginevra aveva fra le mani. Era argentato e pieno zeppo di brillantini. Indossandolo anche in piena notte sarebbe stata visibile. «È perfetto» concordò Ginevra. Ronald afferrò il polso di Skye. «Ora che abbiamo risolto questo dramma. Andiamo ad aiutare gli altri con i preparativi.» senza dare a nessuno il tempo di obiettare, la trascinò al piano di sotto. Ginevra e Koraline li seguirono a passo svelto con il fiato corto. «Aspettateci!»

RESILIENCEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora