12. Una stirpe sbagliata

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L'indomani arrivò troppo velocemente, e nello stesso tempo, troppo lentamente.

Aveva mangiato poco il giorno prima, eppure riuscì comunque a svuotare tutto il contenuto nel suo stomaco direttamente nel water della sua stanza ancora una volta.

Quando Ginevra entrò in camera in un turbine di stanchezza e al contempo loquacità, la trovò già vestita, e si sorprese quando la vide indossare uno dei vestiti che Icaro le aveva regalato e infiocchettato in una delle sue scatole rosso cremisi.

«Bellissima» sussurrò stupita ancora nel vederla, scrutando la veste color vino che indossava le venne da sorridere genuinamente. Nonostante i mille pensieri e le preoccupazioni, arrossì comunque, poi si voltò di schiena mostrandole le scapole «Puoi per cortesia...» non le diede neanche il tempo di finire la frase, che dita fredde della ragazza strinsero saldamente i nastri del suo corpetto, stringendo quanto bastava per intrecciarli perfettamente dietro al suo busto. «Come mai ha scelto di indossare un abito proprio oggi?» le chiese incuriosita, probabilmente era dubbiosa del fatto che avesse scelto di farlo proprio il giorno in cui non c'era il Re. Nonostante tutto però, ammirandola dallo specchio che aveva di fronte, Ginevra non riusciva a reprimere il sorriso vittorioso dipinto sulle sue labbra carnose mentre il bustino diventava sempre più stretto. Skye d'altro canto, si sentì mancare l'aria, ed era certa che non fosse per il vestito.

Aveva scelto di rindossarlo soltanto perché sarebbe stato più facile nascondere i due ordigni che aveva deciso di portare. Alle prime luci dell'alba aveva sentito Pierre russare oltre alla porta, probabilmente il sonno gli aveva fatto visita prematuramente grazie anche ai boccali di birra ingurgitati qualche ora prima. Si era dunque decisa a cacciarli fuori dalla scatola, e frugando nell'armadio, aveva estratto una cintura in cuoio messa nel passante di un pantalone chiaro, anche quello era stato un dono di Icaro ricevuto dopo l'ottenimento della sua tregua, quando aveva chiaramente espresso che desiderava non indossare abiti come quello che invece ora aveva. Con la cintura fra le mani si era limitata ad allargare il cuoio quanto più poteva finché non era riuscita ad incastrare alla perfezione le due mine fra la cintura e il suo basso ventre.

«Cosi...per provare sai» borbottò come scusante quando Ginevra finì di chiuderle l'abito. Si rivoltò verso di lei che d'un tratto parve radiosa.

«Riprenderà quindi ad indossarli? sono tutti cosi belli!» eccitata andò saltellando nel suo armadio e toccò alcuni dei tessuti pregiati che avevano confezionato per lei. Sembrò un gesto fatto d'istinto, come se l'avesse ripetuto svariate volte durante le ore in cui era stata da sola nella sua camera mentre lei era costretta a passare del tempo con Icaro.

«Perché non ne indossi uno anche tu?» domandò e lei scosse frenetica il capo. «Oh, no, non potrei mai, signorina. Questi sono vostri e il Signore li ha scelti esclusivamente per lei tramite il suo sarto personale» la immaginò ugualmente con un abito, e capì solo allora che Ginevra era una bellissima donna, era certa che oltre allo chignon rigido che teneva sempre stretto sulla testa, avesse dei lunghi capelli bruni ma ugualmente splendenti. Gli occhi castani erano grandi e gentili, premurosi e la pelle candida le evidenziava i rossori delle goti e lo spruzzo di lentiggini che aveva intorno al naso.

«Icaro dunque non vorrebbe?» lei scosse di nuovo la testa sorridendole educata «No, anzi! lui ci ha sempre fatto tantissimi doni al riguardo» frenò l'istinto di accomodarsi sulla poltrona, aveva ancora gli ordigni incastrati sotto poco sotto all'inizio della gonna voluminosa e non le sembrò un'ottima idea schiacciarli sullo schienale, nonostante le leve di sicurezza erano ancora intatte. Si sentiva lei stessa una bomba ad orologeria pronta a saltare in aria, per questo le faceva comodo distrarsi e parlare di tutt'altro, sperando che magari i suoi pensieri potessero scostarsi anche solo per un attimo da ciò che stava per fare.

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