Thirty-six

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Carry you
Novo Amo
(Leggere a fine capitolo)

Ora ti guardo, piccolo abbastanza da incastrarti fra la mia mano, perfettamente
come un puzzle.

Esausta, Abigail era esausta, non riusciva nemmeno a tenere gli occhi aperti.
Li aveva semplicemente chiusi, nel momento in cui un pianto sommesso le aveva attraversato le orecchie.
Li aveva chiusi, espirando un respiro, bloccando in gola un pianto, fin troppo stanca anche solo per immaginarlo.
Sapeva che per lei sarebbe stato duro il
parto, la ginecologa e la sua oncologa l'avevano avvertita che per lei sarebbe stato tutto il doppio stancante.
Ne era consapevole, ma nonostante ci siano stati momenti in cui desiderava solo lasciarsi andare, l'idea di far nascere il suo
piccolo Charlie era più forte di qualsiasi cosa.
Intravide gli occhi colmi di lacrime di Niall, mentre le accarezzava la fronte sudata con le dita tremanti.
Erano state le otto ore più lunghe della sua vita, ma non importava, perché ora c'era quella minuscola creatura che li avrebbe resi gli umani più felici della terra.
E quando si appoggiò sul suo petto, fu come sentire finalmente pace nel suo cuore e nella sua testa.
Non esistevano più problemi, non c'era più niente, solo lei e quel piccolo principino, tutto rosso e spettinato, ma terribilmente perfetto.
Il calore di quel piccolo corpo, sommesso dalle lacrime, che non avrebbe mai scordato.
Theresa lo teneva per lei, sul suo petto, le braccia di Ab erano esauste, indolenzite e avrebbe desiderato così tanto stringere il
suo bambino, ma era così.. stanca.
Chiuse di nuovo gli occhi, lentamente, desiderava solo fare un piccolo pisolino, poi si sarebbe svegliata e avrebbe guardato quelle piccole manine e le avrebbe riempite di baci.
Ma in quell'istante, chiuse gli occhi.

A Niall mancò immediatamente il respiro, vedendo il suo bambino esser portato via e un secondo dopo la sua Abigail, chiudere le
palpebre nuovamente senza riaprirle.
L'infermiera gli appoggiò una mano sulla spalla e gli sorrise calorosamente:«Va tutto bene ragazzo, i valori sono in regola, falla dormire, ha bisogno di recuperare.»
«Charlie, il mio bambino, dove lo state portando?»
Era talmente piccolo che le mani di un paio di ostetriche, vicino a lui, lo sovrastavano completamente impedendo al neo papà di vederne ogni centimetro.
«Starà bene, devono solo prendergli un paio di misure, fargli un caldo bagnetto e fare dei controlli. È molto piccolo, ma molto forte, come la sua mamma, tornerà subito. Ora lei..» indicò Abigail.
«Ha bisogno di te.»
Uno degli errori più comuni era quello di concentrare tutte le proprie energie sul nuovo arrivato, senza considerare minimamente lo sforzo umano che la mamma aveva compiuto.
Niall si sentì quasi egoista per un momento ad aver sottovalutato la situazione, ma tornò con i piedi per terra e avvolse il corpo della mora con le lenzuola, in modo da scaldarla e sorrise a pieni polmoni.
Talmente bella da sembrare Biancaneve, con quelle guance rosse per lo sforzo in contrasto con la sua pelle candida.
Quella meravigliosa donna gli aveva donato l'unica cosa che sarebbe stata sua e di nessun altro per tutta la vita.
Un segno di vita talmente potente da fargli scoppiare di gioia il cuore.

Venti minuti dopo circa, il suo Charlie boy indossava un cappellino di cotone verde, avvolto in una coperta pesante, dormicchiava stretto fra le braccia di Theresa.
Così in pace da far invidia.
Al con tempo Niall non aveva perso di vista Abigail, profondamente dormiente, non vedeva l'ora di poterla svegliare per mostrarle che meraviglia avessero creato.
«Niall, ti presento tuo figlio, Charlie, ecco qui le braccia del tuo papà.»
Gli tremavano le gambe, era immediatamente tornato ad essere un sedicenne alle prime armi con le ragazze.
Ma questa volta aveva a che fare con qualcosa di più grande ancora, sarebbe stato all'altezza?
Lo afferrò, seguendo i consigli della dolce infermiera, che non li aveva abbandonati nemmeno un secondo.
Era talmente piccino da incastrarsi e accomodarsi senza problemi fra le sue mani.
Si morse il labbro, quando Charlie gli dedicò un sorriso ad occhi chiusi, chissà forse lui e la sua mamma stavano sognando di essere insieme.
Li guardo entrambi e un singhiozzò gli sfiorò le labbra non riuscendo a trattenersi di più.
«Sei la cosa più bella della mia vita, e prometto, anzi giuro di esserci sempre, di essere la luce che non avrai mai. Ti amerò per il resto dei miei giorni, piccolo Charlie.»

New Year, second part// N.HDove le storie prendono vita. Scoprilo ora