Twenty nine

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It's ok
Eidth Whiskers
(Leggere a fine capitolo.)

Esiste una scintilla da qualche parte; che vola per tanto tempo, quasi apparentemente infinito; fino a quando finisce per innescarsi al tocco di due individui.
Per lo più sconosciuti, si posa grazie ad uno sguardo, ad un sorriso o a un solo tocco.
Per Niall ed Abigail, era bastato scambiarsi un paio di sguardi, sorridere l'uno all'altro e costruire mattone dopo mattone la loro piccola bolla d'amore.
Quella piccola scintilla l'avrebbe ringraziata fino all'ultimo del suo respiro, perché ancora svolazzava dentro i loro cuori, senza stancarsi mai.
Il suono delle sua voce era dolce, ad Abigail aveva sempre ricordato il mare.
Poteva essere rumoroso il più delle volte, ma poi aveva sempre qualche nota nodosa che finiva per sciogliersi contro il suo cuore.
Come un'onda in piena alta marea, un suono morbido che si infrange sulla sabbia umida.
Lo avrebbe ascoltato cantare tutta la vita se avesse dovuto, ogni secondo e istante dei suoi giorni e non si sarebbe mai sentita stanca.
Si sarebbe sempre aggrappata all'idea che nulla l'avrebbe mai fatta disinnamorare di lui.
Era talmente, follemente persa in quel corridoio d'amore che sarebbe stato difficile varcare la soglia della realtà.
Preferiva rimanere nel mondo dei sogni piuttosto che smettere di sentire il cuore battere, ogni qualvolta la sfiorava.

Avrebbe ricordato ogni telefonata, nel cuore della notte ad ascoltarlo raccontare delle sue giornate in tour.
Delle partite a calcio vinte, nel parcheggio del tourbus.
O dei tempi nella band, di come tutto fosse così caotico, e infine; quelle telefonate piene di silenzi.
Ricchi d'amore, pieni di sorrisi sospirati, impazienti di raccontarsi certe cose dal vivo.
Seduti l'uno accanto all'altro, come quella notte in Irlanda.
Su una scomoda panchina del loro cortile, ad ascoltare la musica delle cicale e a ridere di gusto di ogni ricordo passato.
«Le prime volte, i primi mesi, facevamo un passo in avanti e tre indietro. Finivamo sempre per creare dramma quando non ce n'era bisogno.»
Le spostò i capelli dalla fronte, pensando a come la sua pelle fosse luminosa da quando aspettava il loro piccolo Charlie.
«Avevo così paura, non sapevo mai cosa dire per paura di ferirti e alla fine ti ho ferito.»
Un senso di amarezza macchiò la sua immacolata felicità, facendogli abbassare gli occhi e corrucciare la fronte.
«Va bene, ho sbagliato anche io.»
«Tante volte Niall, ricordati di quando ti ho incolpato dei paparazzi. Tu non hai il controllo su tutto e va bene così, avrei solo dovuto accettarlo.»
Si allungò solo per stropicciare i loro nasi, l'uno contro l'altro; affondare le loro labbra come una nave contro un iceberg.
Forte, rumoroso da far galleggiare i loro cuori.

Si ha paura di ciò che non si conosce, anche se in fin dei conti la paura è un'illusione, uno scherzo che la nostra testa riproduce senza modo di poterlo fermare.
Rimbalza fra le pareti dei nostri cuori fino a quando non si consuma, quando non siamo più ignari ma consapevoli di cosa alimenti quell'illusione.
Cerchiamo costantemente di descrivere come ci sentiamo, di dare un nome a quello che proviamo.
Di definire e circondare i nostri pensieri, con l'intento di non lasciarli scappare troppo velocemente dalle nostre mani.
Come sonagli appesi al soffitto, scossi dal vento, rumorosi e scintillanti sotto le luci della luna.
Tonda, luminosa, anziana in un universo troppo grande anche per lei.
Come un granello di sabbia sciolto in un bicchiere colmo d'acqua.
Si nasconde, si mimetizza, come quando la paura ci sovrasta e crediamo di non poterlo superare.
Come una scossa, quando la pelle si sfiora con quella di uno sconosciuto e per un breve istante, vi sentite legati tramite un filo, stretto.
Quella mattina Abigail provava paura, mentre l'immagine di lei, fra pochi mesi madre era sempre più chiara.
Spaventata da quanto quel vestito enfatizzasse il suo stomaco, gonfio come un palloncino sgonfio.
Girava su se stessa, come a trovare un po' di coraggio per scendere le scale e mostrarsi ai suoi invitati senza maschere.
Senza vergogna, sfondando quel dannato muro invisibile.

New Year, second part// N.HDove le storie prendono vita. Scoprilo ora