Ten

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Supermarket Flowers
Ed Sheeran
(Leggere a fine capitolo, importante!)

Ti amerò finché il sole brucerà nel cielo, finché la luna farà risplendere la sua luce nella notte oscura, finché gli oceani blu infuriati diventeranno calmi e si seccheranno.
Ti amerò fino alla fine dei tempi.

Dormire, è apparentemente l'azione più semplice del mondo.
Appoggiamo la testa al cuscino, socchiudiamo gli occhi e come se ci fosse un pulsante nel nostro cervello, lo spegniamo per qualche ora.
Nonostante questo, nonostante sia considerata una delle cose più semplici da fare, il nostro sonno può essere disturbato.
Per colpa dell'ansia, della tristezza ma anche di quell'insolita felicità, che ci ostruisce le orecchie fino a farle fischiare.
Abigail non si ricordava l'ultima volta che fu in grado di chiudere gli occhi e perdersi fra le braccia di Morfeo.
Non lo ricordava, ne ci pensava ad essere totalmente onesti, perché quando quella mattina socchiuse gli occhi e le labbra di Niall, sottili e delicate furono a pochi centimetri dalle sue, dovette trattenere il respiro.
Si rese conto di avere la necessità di buttare fuori l'aria, quando dandosi un pizzicotto si accorse di essere sveglia e che non faceva tutto parte di un sogno.
Uno di quelli belli, di quelli che se per caso ti svegli, nel bel mezzo, ti giri dall'altra parte nella speranza di riprendere a vivere quella bellissima, finzione.
Appoggiò la testa al cuscino, sollevando lo sguardo al soffitto e sospirò, cercando dentro la sua testa, una risposta a quella insolita situazione.
Voleva starsene ancora un po' lì fra quelle braccia e perché no, tornare a vivere quella realtà che aveva abbandonato mesi prima.
Il rumore della pioggia contro i vetri la distrasse e si morse le labbra pensando a quanto avrebbe voluto spalancare quelle lunghe e alte tende e far entrare un po' di luce, per guardarlo meglio e stampare la sua immagine, lucida e perfetta nella testa.
Si sollevò col busto, con l'obbiettivo di andare al bagno ma per un secondo, uno di quelli che durano minuti interi, si ritrovò con la schiena di nuovo sul materasso.
«Stai qui.»
La voce roca di Niall le solleticò il viso e sospirò voltandosi verso di lui, ad occhi chiusi e con la fronte corrucciata, mentre le mani le stringevano i fianchi.
Forti, delicate e al contempo dannatamente sue, che Abigail le avrebbe riconosciute su centomila.
Tese la mano destra, avvolgendo le dita attorno ai suoi numerosi capelli, ora più lunghi rispetto a qualche settimana prima e come se fosse il gesto più usuale di sempre, gli baciò le labbra.
Non un bacio di quelli impegnativi, di quelli studiati, uno naturale, tanto da farlo sorridere, ad occhi chiusi.
Mentre fuori pioveva e sembrava una giornata come le altre, senza problemi, senza nulla che potesse rompere quella meravigliosa bolla.
«Baciami ancora.»
Abigail roteò gli occhi, sorridendo e tracciando il contorno della barba con la punta delle dita.
«Lo sento che stai roteando gli occhi, baciami Ab.»
«Perchè?»
«Perché l'hai già fatto una volta e questo significa che lo vuoi anche tu e che una seconda volta, non ti costerà poi così tanto.»

Ci imponiamo dei limiti, diventiamo grandi e come se non avessimo alternative, decidiamo la strada più semplice e ci imponiamo di comportarci correttamente.
Senza sbavature, senza imprecisioni, eppure se quella mattina Abigail non si fosse allungata, non avesse baciato Niall sulle labbra per la seconda volta, quei limiti, sarebbero diventati rimpianti.
Era un nuovo giorno, uno di quelli diverso dagli altri, perché quando Niall aveva portato su di se Ab, non si era sentito sbagliato, ma così a posto con se stesso da sentire le orecchie fischiare.
«Ho paura.»
«Da morire, si, anche io.»
Abigail mosse i piedi verso il pulsante accanto al comodino e rise, quando Niall si portò le mani sul viso per la luce che ora entrava nella stanza.
«Vado a fare una doccia.»
Niall sospirò e la guardò camminare verso il bagno, mentre un sorriso gli incorniciava il volto, mentre nel petto gli si formava un gomitolo, difficile da slegare.
Ma succede, che la vita delle persone diventa fragile come un pezzo di vetro, rischia di frantumarsi quando meno te lo aspetti.
Si cercano scappatoie alla ricerca del momento giusto per poter dire, di essere davvero spezzati.
Camminò scalzo, strofinando i piedi sul tappeto morbido della stanza e sorrise, intenzionato a farle una sorpresa.
Quando attraversando la porta del bagno, strizzando gli occhi per il vapore, Abigail a terra priva di sensi testò la sua fragilità.
Divenne tutto dannatamente insignificante, cercando di svegliarla, mentre il panico lo assaliva e il tempo scorreva sempre, più, lentamente.
«Ab, Abigail svegliati, per favore.»
La voce si stringeva su se stessa, poco prima di uscire e far eco fra quelle mura fin troppo sottili.
Afferrò un asciugamano a pochi centimetri da se e lo posò sotto la sua testa, le gambe come gelatina mentre correva ad afferrare il cellulare con il cuore ora, più leggero di una piuma.
Perché dopotutto, non tutto è come ce lo aspettiamo, non tutto resiste alle tempeste e non tutto è come vorresti che fosse.

New Year, second part// N.HDove le storie prendono vita. Scoprilo ora