Twenty

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This Town
Niall Horan
(Leggete a fine capitolo, vorrei aggiungere che la scelta di This Town non è casuale. È un capitolo molto dolce e credo che sia perfetta.)

Trovo il mio posto tra le tue braccia, tra i tuoi teneri baci e morbidi sussurri di "Andrà tutto bene", tra il calore del tuo abbraccio, il profumo del tuo collo e la ferocia del tuo tocco il mio posto perso nella tua anima.

Esiste un momento della vita in cui si finisce per considerare casa, una persona.
Si rischia di diventare vulnerabili e si finisce per respirare una doppia vita, si respira non più solo per se stessi, ma anche per chi abbiamo accanto.
Tendenzialmente si smette di andare alla ricerca del proprio benessere, ci si accontenta dei pochi sentimenti di cui non esiste l'obbligo di condivisione.
Ci si abitua fin da bambini a condividere, viene insegnato quanto sia importante dedicare una guancia agli altri.
Essere il meno narcisisti possibile, meno egoisti, così quando quella persona diventa parte integrante di quel sentimento narcisista, si finisce per essere vittime della condivisione.
Sentire la terra mancare sotto ai piedi è un'emozione che Abigail non credeva di provare nuovamente.
Aveva condiviso quel sentimento un paio di volte e ora che veniva sollevata da terra delicatamente e fatta volteggiare nell'aria come una piuma, anche in senso figurato, la terra sotto ai suoi piedi non esisteva più.
Il mondo si era improvvisamente ovattato, nell'esatto istante in cui Niall l'aveva stretta fra le proprie braccia; nulla aveva avuto davvero importanza.
Aveva viaggiato talmente tanto da non ricordarsi nemmeno i luoghi in cui era stato, faticava a dire quale fosse casa sua.
Ma ora lo sapeva, mentre stringeva il corpo minuto della sua fidanzata e veniva inebriato da quel profumo che per un paio di settimane non era stato in grado di sentire.

Una risata scoppiò la bolla che li aveva accolti, per pochi istanti.
Abigail strinse gli occhi quando sentì il suo cuore fare male, le labbra del moro sulle sue e le sue ginocchia deboli per quanto si sentisse estasiata.
Il sapore di caffè accarezzò il suo palato, sorrise nel bacio pensando che non era passato molto da quando Niall aveva assaporato una tazza di caffè.
Le mancava il solletico che le ciglia lunghe di Niall le provocavano sulle guance, quando affondava i loro nasi l'uno con l'altro in un bacio senza fine.
Avrebbe decisamente baciato quelle labbra per tutta la vita, senza intenzione di smettere.
L'odore della sua colonia che passava attraverso il suo maglione blu e la morbidezza dei capelli sotto le sue dita.
Le era mancata ogni lentiggine sul suo naso e le sue mani, grandi e ruvide avvolte intorno alla sua vita minuta e non più morbida come un tempo.
Passò i polpastrelli sulla sua barba pensando a come avesse ricominciato a respirare nuovamente.
Rilasciò un sospiro sommesso prima di spostarsi di qualche centimetro, solo per poter vedere quei due pozzi blu.
Era talmente innamorata di quelle iridi, che avrebbe desiderato un mondo fatto su misura, solo di quel colore.
Rise nuovamente avvolgendo le gambe attorno al bacino del ragazzo, stretto in un paio di jeans neri, affondò il naso nel suo collo e chiuse gli occhi spostandogli i pochi capelli che gli ricadevano sulla fronte.
«Sono finalmente a casa mia.»

Picchiettava le dita contro la sua gamba, mentre creava dei piccoli cerchi sulla coscia attento alla strada di fronte a se.
Gli occhiali da sole gli coprivano gran parte del naso e i suoi meravigliosi occhi blu.
Abigail sorrise e intrecciò le dita della sua mano sinistra a quella di Niall, morbida e calda.
Si chiese se fosse possibile essere dipendenti da una persona tanto quanto lo era del moro al suo fianco.
Canticchiava Ophelia dei The Lumineers, mentre le dedicava un sorriso bianco e tremendamente entusiasta:«Non vedo l'ora di ritrovarmi solo con te.»
Allungò il suo braccio per poterle lasciare un dolce bacio sul dorso della mano, prima di arricciare il naso e ridere.
Le guance della mora diventarono color vermiglio e dovette coprirsi con il cappuccio della felpa, prima di dargli una spinta giocosa contro il braccio.
«Penso proprio che dovrai attendere.»
Chiuse la portiera dell'auto e sistemò i jeans sulla vita prima di raggiungerlo e intrecciare nuovamente le loro dita.
Quella mattina avevano deciso di andare a pranzo con Conor e Tara, era appena atterrato e avrebbe decisamente preferito rimanere sotto le coperte con Ab.
Ma aveva promesso e ora camminavano uno accanto all'altro verso il ristorante:«Inizia a fare caldo.»
Niall sorrise per il piccolo broncio che aveva assunto e sciolse le loro mani, solo per darle spazio per sfilarsi la felpa dalla testa e restare con una t-shirt blu.
«Fissi?»
La mora sorrise prime di allungarsi sulle punte e dedicargli un bacio dolce, la morbidezza delle sue labbra la mandava in estasi, gli era mancato fin troppo.
Il castano le afferrò prontamente la vita prima di abbassarsi e allacciarle la stringa della scarpa, si mordicchiò la pellicina del labbro inferiore: lo trovava un gesto dannatamente adorabile.
Non si era nemmeno resa conto della scarpa sciolta, il modo in cui formava il fiocco come due orecchie di coniglio e poi stringeva, la fece rilasciare un morbido sospiro.
«Ora possiamo andare.»
Le baciò il naso e Ab scosse la testa fermandolo per stringerlo in un abbraccio, erano fermi sul marciapiede ed entrambi consapevoli che avrebbero fatto ritardo.

New Year, second part// N.HDove le storie prendono vita. Scoprilo ora