Six

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Possibility
Lykke Lì
(Leggete a fine capitolo)

Hai disegnato nella mia mente ricordi che non avrei mai potuto cancellare. 
Hai dipinto colori nel mio cuore che non potrei mai sostituire.

I sorrisi sono l'espressione più semplice e complicata di sempre, entrano in azione dodici muscoli del nostro viso e per quanto naturali e il più delle volte sinceri, capita di non muovere nemmeno uno di quei muscoli.
Per orgoglio, per tristezza e malinconia, si smette di sorridere per tante ragioni e Abigail aveva smesso di farlo nel momento stesso in cui Niall era uscito dalla sua vita.
Nell'ultimo periodo non le piaceva stare in mezzo alla gente, restava nella sua poltrona, vicino alla finestra del salotto in silenzio.
A volte piangeva, altre finiva solo per arrabbiarsi con se stessa, come se potesse provare dei sensi di colpa ingiustificati per quello che era successo negli ultimi mesi.
Si era spenta, come se dentro di se avesse un interruttore e qualcuno lo avesse spostato da on ad off.
Guardando la punta dei capelli, mentre il mondo attorno a lei non si fermava, aveva chiuso un attimo gli occhi ed era già novembre.
Il tempo fuori era gelido, come se l'inverno a Londra fosse piombato prima del solito.
Era passato un mese e senza rendersene conto, quella vita che desiderava riprendere a vivere, si era interrotta lasciandole un grande vuoto nello stomaco.
Si chiese se fosse giusto causarsi tale malessere, forse se fosse rimasta fra le braccia di Niall, sopportando in silenzio si sarebbe sentita meno male.
O forse no, sarebbe andata comunque in questo modo e uno di loro due, avrebbe mollato il colpo.
Sua madre le aveva telefonato, diversamente da quanto si aspettava, si era preoccupata.
La notizia della loro rottura era ormai sulla bocca di tutti, si sarebbe aspettata una chiamata da chiunque, ma non da lei.
Cercava di non accendere la televisione, la radio mentre si recava al supermercato solo per comprare del cibo già pronto, che poi non mangiava, ma la tentazione era così tanta che la sorpresa nel sentire la sua voce, scemava nel momento in cui gli occhi le si riempivano di lacrime.
Fu brava per i primi giorni, telefono spento, nessun contatto con l'esterno, ma iniziò a diventare, per meglio dire; era così dipendente da quel ragazzo che il pensiero di non sapere cosa facesse, se stesse bene, la faceva impazzire.

Persa dentro un vuoto incolmabile, mentre la gola stringeva degli insostenibili pianti, mentre il cuore pompava più lentamente, come se anche lui si fosse arreso all'evidenza.
Non volle nemmeno dare spiegazioni, della sua totale rimozione da ogni social, da ogni attività pubblica e anche solo, di una birra con gli amici.
Nessuno aveva bisogno di spiegazioni, tutti sapevano fosse una storia ormai chiusa, eppure ancora sulla bocca di tutti.
Così come ogni stupendo pettegolezzo, la loro storia d'amore era diventata un lungo chiacchiericcio.
Portandola a sentirsi talmente male da non avere le forze di ribattere a riguardo.
Una mattina, si strinse nel piumone, non aveva la grinta di alzarsi dal letto e nonostante le ambizioni che portava dentro di se, non aveva voglia nemmeno di camminare, di aprire gli occhi.
Desiderava spegnere quel dolore insostenibile, mentre dentro di se qualcosa cambiava.
Fu Jennifer a farla sentire piccola come un granello di sale, quando la spinse di fronte allo specchio.
Si morse l'interno della guancia e singhiozzò, mentre il viso scavato, le occhiaie scure e il corpo minuto, disintegravano l'ultima briciola di lucidità restante.
«Vuoi davvero continuare così?»
Quella frase le rimbombava nel cervello da giorni, chiedendosi cosa ci spingesse a migliorare e a distruggerci per qualcuno.
Sollevava i pantaloni della tuta, ormai due taglie più grandi mentre ci provava a far andare le cose.
Stretta in una morsa più forte di quanto immaginasse.
Una notte fu terribile, fu alle due e cinquantasei del mattino che toccò il fondo.
Si svegliò di soprassalto, sentendo il petto in fiamme e un lungo urlo soffocato da delle fiorenti lacrime.
Ogni muscolo del suo corpo tremava fra le braccia di Tara, che quella notte aveva deciso di restare al suo fianco, ormai così un paio di volte a settimana.
Sentiva le parole rassicuranti di Tara ovattate, come se avesse l'acqua nei timpani e la solo idea di stapparle e tornare alla realtà la terrorizzasse.
Forse, perché era terrorizzata all'idea di vivere senza di lui.

New Year, second part// N.HDove le storie prendono vita. Scoprilo ora