Five

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Where's my love?
SYML
(leggete a fine capitolo)

E quando tutto questo sarà finito busseremo alle porte dei nostri amici e andremo a ogni festa dicendoci più spesso "Ti amo".
E quando tutto questo sarà finito attraverso il male, vedremo il bene
perché ogni volta che saremo insieme,
lo apprezzeremo, come dovremmo.
E quando tutto questo sarà finito
e non saremo più in questo dolore,
sapremo di non dare mai più per scontate quelle piccole cose.

«Tu non hai paura?»
Tese la testa, incrociando i loro occhi e strofinò la punta delle dita sulla sua gamba, stesi in quel letto, dalle lenzuola pulite e rimaste per mesi in quella casa, ormai, poco frequentata.
«Paura?»
«Che un giorno tutto finisca per davvero.»
Le baciò la spalla e sospirò guardandole gli occhi, verdi e profondi.
«So che preferiresti che io non ne parlassi, ma la mia vita finisce per ruotare attorno a questa domanda. Mi chiedo spesso se tutto potrebbe finire e la risposta è che non lo so.»
«Non so se domani mi sveglierò e nessuno ascolterà più le mie canzoni e non so se domani, sarò la stessa persona di oggi.»
Sollevò le coperte, posando le gambe attorno alla sua vita, la guancia sul suo petto e coprì nuovamente entrambi.
«Io non voglio che questo finisca.»
Niall accarezzò la schiena nuda di Abigail e le baciò la fronte senza rispondere, troppo spaventato anche lui per ammetterlo.
«Non pensiamoci.»
Si allungò, unendo le loro labbra e sospirò baciandogli il naso, strinse le dita fra i suoi capelli e chiuse gli occhi sentendo le labbra del ragazzo sul suo collo.
«Ti facevano ridere, mh?»
Rise sulla pelle della sua spalla e Abigail si morse le labbra sorridendo, lo guardò negli occhi strofinando il naso sulla sua guancia.
«Non sono ubriaca adesso e conosco le tue labbra a memoria.»
La portò sotto di se facendola sorridere e strinse le loro dita, spegnendo la luce sul comodino.
Erano le nove di sera e loro, ancora si rotolavano in quella stanza da letto, quella che Niall aveva comprato per Abigail.
Quella casa che Ab utilizzava durante i weekend e che ora, li ospitava impegnati a godersi ogni minuto.

«Niall.»
Sospirò, con la testa sul braccio di Abigail, le dita a tracciare i contorni dei suoi tatuaggi e la schiena, sul petto della mora.
«Sai che domani questo non potrà più esserci vero?»
Si sollevò, appoggiando la schiena alla testiera del letto e si passò una mano fra i capelli annuendo.
Abigail si nascose, dandogli le spalle nella speranza che non la guardasse piangere.
Nonostante l'abbia vista così tante volte farlo, ora mostrarsi vulnerabile avrebbe potuto dargli la possibilità di convincerla a riprovarci il prima possibile.
«Ti sento sai?»
«Abigail, ascoltami.»
Le prese il braccio costringendola a voltarsi e le fece appoggiare la testa sulle sue gambe, passando le dita sulle sue guance.
«Sono qui adesso, siamo qui insieme e lo so, domani finirà tutto per un po'. Ma non significa che da domani tu smetterai di esistere per me.»
Avvolse le braccia attorno alla sua vita e chiuse gli occhi, lasciandosi accarezzare i capelli.
«Sei l'amore della mia vita, Ab, tu non smetterai mai di farne parte, non definitivamente almeno.»
Voleva credergli, desiderava davvero far si che non fosse necessario pensare al giorno dopo.
Ma sarebbe stato devastante, continuare una vita sapendo che non si sarebbe più svegliata al suo fianco, che non avrebbe più potuto baciarlo e toccare le sue mani.
Si alzò, infilandosi una maglietta nei paraggi e lo guardò con gli occhi stanchi e lucidi.
«Vorrei andare in un posto.»
«Andiamo.»
Non si fece pregare, voleva fare tutto ciò che Abigail desiderava, prima di salire su quell'aereo.
E anche se la mattina dopo, avrebbe sentito un vuoto mangiarlo dentro, non si sarebbe sforzato di riempirlo.
Perché gli bastavano i suoi occhi per stare meglio.
«C'è stato un momento, quando ancora non ci conoscevamo in cui, eri già nella mia vita. La sera del mio ventiduesimo compleanno, ero qui a vedere la partita e George mi aveva dato un cupcake con una candelina. Mi chiese di esprimere un desiderio. Ma io non sapevo che in quella sera, tutto ciò che desideravo era già alle mie spalle.»
Gli strinse le mani, sull'entrata del locale, gli occhi lucidi e un sorriso malinconico.
«George mi disse di aspettare al bancone e si allontanò pochi minuti, e quando mi voltai lo vidi parlare con un ragazzo. Era biondo, forse non del tutto.»
Rise appena, con le lacrime agli occhi passando le dita sulla guancia.
«Ma non lo vidi in faccia, so solo che quel ragazzo non è più uscito dalla mia vita e sono passati due anni e mezzo e questo posto, sarà per sempre dove ho conosciuto la mia persona.»
«Cosa vuoi dire, Ab?»
«Che è qui che chiudo, perché è giusto che per iniziare qualcosa di nuovo, ci sia una fine e se questo significa che quando scenderò da quell'aereo, ognuno proverà a ricominciare, partendo da se stesso. Desidero farlo dove tutto è iniziato.»
Abigail non era sempre stata brava con le parole, forse perché nella sua vita poche persone l'avevo mai ascoltata davvero, e le sue parole sarebbero state sprecate.
Ma ora era importante dire ad alta voce, come le cose stavano davvero.
Anche se avrebbe fatto male e sarebbe finita per pentirsene, anche se sarebbe tornata a casa e avrebbe sentito il respiro mancarle e la terra sotto ai piedi crollare.
Voleva essere coraggiosa mentre lo abbracciava e pregava di non avere più paura, paura di vivere una vita sola, senza più ciò che la faceva sentire viva.
Non c'erano parole sufficienti, perché il dolore di quegli abbracci era abbastanza, da colmare quel vuoto viscerale.
«Andiamo a casa, Ab.»

New Year, second part// N.HDove le storie prendono vita. Scoprilo ora