Twenty seven

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All the Stars
Ed Sheeran
(Leggere a fine capitolo.)

Febbraio

Strinse le stringhe della scarpa sinistra, due fiocchi e poi una stretta forte da farle impallidire i polpastrelli.
Il respiro le era diventato pesante e dovette appoggiare le mani sulle ginocchia; un movimento talmente semplice che in quelle settimane era paragonabile a dieci chilometri di corsa.
Strofinò il ponte del naso cercando di fermare i battiti del cuore, che all'impazzata le tuonavano nelle orecchie.
Si alzò dal letto con un sorprendente equilibrio e camminò verso la cucina, sentendo la voce del suo fidanzato, squillante e stanca.
Come quella di chi è rimasto tutta la notte sveglio ad assicurarsi che non potesse succederle nulla.
Storse appena il naso vedendo una spremuta d'arancia e cinque pastiglie l'una accanto all'altra, tre erano coperte da un involucro rosso e due erano bianche e tonde come palle di neve.
La sua fronte corrucciata rivolta al tavolo della cucina fu sciolta da due grandi braccia attorno al bacino.
Una serie di brividi le bruciarono la schiena, sentendo le spalle far male dalla forza che quell'abbraccio aveva trasmesso.
«Buongiorno petalo.»
Brontolò un respiro, stropicciando il naso contro il suo collo morbido e pallido, profumava di bagnoschiuma alla pesca.
«Non ci riesco.»
Trattene un rivolo di saliva fra le labbra, sentendo la gola stringersi su se stessa come un gomitolo.
Ogni mattina, ogni sera e ogni pomeriggio doveva ingerire cinque pastiglie, quasi tutte uguali e ogni volta il suo corpo sembrava quasi rigettarle.
Quel momento era diventato talmente tanto complicato da sopportare che preferiva decisamente starsene a letto senza forze.
«Ho un'idea.»
Il freddo provocato dalla mancanza del corpo di Niall la fece trasalire, portando le mani al bancone di fronte a se cercando di non cascare come un vaso di terracotta e rompersi in mille pezzi.
Osservò attentamente il suo fidanzato, che afferrava una tazza dalle stoviglie e un cucchiaio largo.
Prese le due pastiglie tonde e bianche, mise tutta la forza possibile sul sedere del cucchiaio e con un piccola spinta, la tazza si riempì di briciole pallide.
Aveva distrutto entrambe le pastiglie e aveva raccolto il contenuto nello stesso cucchiaio con cui le aveva distrutte.
Gli occhi di Abigail combattevano per non cacciare delle lacrime così colme d'amore da far male.
«Okay, sono diluite nell'acqua dovresti riuscire a mandarle giù tutte in un sorso. So che sei in grado Ab.»
Abigail non si era mai soffermata come in quell'istante a guardare il viso di Niall negli ultimi mesi; non perché non volesse, ma perché era più il tempo che dormiva e aveva bisogno del suo corpo come appoggio e perché in fin dei conti, sarebbe stata una lancia nel cuore.
Aveva gli occhi gonfi, arrossati, un piccolo sorriso profondo e la sua barba era appena incolta e disordinata.
«E quelle rosse?»
Deglutii appena, facendo una piccola pausa perché in quella situazione dire "grazie", sarebbe stato insufficiente.
«Credo che potremmo chiedere di fartele cambiare con altre, inoltre penso che vendano una specie di trita pastiglie? Non credo si chiami in questo modo, ma so che ne hai bisogno.»
«Nì?»
«Dimmi, ab..»
Si voltò mentre le mani erano infilate nel lavabo per cacciare via lo sporco dalla tazza.
«Mi dispiace.»
«Che diavolo stai dicendo?»
Fece il giro della cucina prendendola dalla vita e facendola sedere sulle sue gambe, stupendosi per quanto fosse diventata talmente leggera da non sentirla nemmeno premere sul suo ginocchio.
«Sei stanco, lo vedo, lo vedo ora e ogni fibra del mio corpo cerca di non crollare ma tu crollerai davanti a me un giorno e io non sarò in grado di afferrarti.»
Le mani le tremavano talmente tanto che fu questione di secondi, prima che Niall le afferrasse il bicchiere colmo d'acqua e lo appoggiasse sul tavolo.
«Smettila, santo cielo Abigail.»
La voce uscì come un sussurro, un piccolo rimprovero che la fece sgorgare come un rubinetto aperto.
«Abigail, tu sei nel momento più brutto e terrificante della tua vita, l'unica cosa di cui ti dovrebbe importare è la tua salute.
Per l'amor di Cristo, non ho assolutamente intenzione di vederti così perché pensi che io possa star male.»
Le asciugò in fretta le guance.
«Abigail quella col cancro sei tu non io e per quanto odi dirlo ad alta voce, ti amo fin troppo per permetterti di pensare queste cose, perché se potessi cambiare le cose vorrei essere io quello malato, se potessi anche solo strapparti un po' del dolore che provi, vorrei farlo.»
«Perché ti amo e non mi importa di ciò che possa succedermi, non fino a quando ti ho ancora fra le mie braccia.»

New Year, second part// N.HDove le storie prendono vita. Scoprilo ora